Il
fumo è quello dei gas lacrimogeni ed asfissianti, con i quali le forze
dell'ordine hanno materialmente "soffocato" gli oltre 2000 cittadini
valsusini che presidiavano la Libera Repubblica della Maddalena contro
l'assalto della mafia del tondino e del cemento. L'arrosto quello di un
cantiere immaginifico e senza futuro, che la consorteria politica
tenterà di vendere all'opinione pubblica e alla compiacente UE, come la
prima pietra di quel TAV in Val di Susa, nato già morto e destinato ad
essere solo una fonte di guadagni illeciti, alla quale fare abbeverare
animali politici e prenditori d'accatto.
Di
questa nottata di trepidante attesa, fino al mattino, vissuto con i
polmoni che bruciano, gli occhi accecati, ma la testa alta, rimangono
molte immagini, alcune destinate a scolorire velocemente, altre a
rimanere nella memoria come segni indelebili.
L'orgoglio
del popolo, che anche in questa Italia votata al malaffare e
all'opportunismo, trova il coraggio di mettere a repentaglio la propria
incolumità fisica, per difendere la terra in cui vive e il futuro dei
propri figli, riscoprendo valori che la maggior parte degli italiani
hanno dimenticato. Ed è un popolo disposto a passare le notti
all'addiaccio, rubando le ore alla famiglia e al lavoro, un popolo che
riscopre la bellezza dello "stare insieme" e del sentirsi parte di
qualcosa che travalichi l'egoismo qualunquista, ormai diventato forma
mentis imperante.....
Il
volto marcescente dei burattini della politica, completamente asserviti
a finanza e grande imprenditoria, fino al punto da arrivare a prendere
direttamente ordini da Confindustria, che ha materialmente dettato al
Ministro Maroni i tempi ed i termini di un'azione "di guerra"
assolutamente priva di senso.
La
faccia oscura degli agenti in divisa, ormai abituati a trattare i
cittadini che protestano, alla stessa stregua delle donne e dei bambini
d'Afghanistan o d'Iraq. Forze dell'ordine al soldo di poteri che nulla
hanno a che fare con l'interesse dello stato, picchiatori che agiscono
militarmente contro i cittadini, in rappresentanza di quel malaffare che
sarebbero chiamati a combattere.
I
visi fieri di una decina di signore (che potrebbero essere le nostre
madri o le nostre sorelle) abbarbicate sopra al guard rail, a
fronteggiare una ruspa a tenaglia grande come un paio di TIR, guidata da
un "assassino" che non si faceva alcun scrupolo nell'affondare la
tenaglia contro di loro, con il rischio concreto di ammazzarle o
renderle storpie a vita. Perchè anche il tentato omicidio è lecito,
qualora propedeutico alla costruzione della "Grande Opera" imposta da
Confindustria.
E
poi tanto fumo, centinaia e centinaia di lacrimogeni di ultima
generazione, dispensati a pioggia, a soffocare i polmoni e accecare gli
occhi. Perchè soffocare e accecare era l'unica strada praticabile, per
scacciare dalla propria terra migliaia di persone, decise a difenderla
con il "peso" del loro corpo. E ancora lacrimogeni a centinaia, lanciati
sulla montagna, ad inseguire i cittadini che si ritiravano, per essere
sicuri che "avessero imparato la lezione". Fra loro tanti anziani, tante
donne, tante ragazzine, che non respiravano, che vomitavano, ma hanno
continuato a camminare, senza perdere un grammo della propria dignità.
In
Val di Susa l'incubo del 2005 è tornato, greve come allora, la Valle è
militarizzata, le strade sono bloccate, e come allora spira il vento
dell'insurrezione popolare.
Ma
chi pensa di avere soffocato con il gas la lotta contro il TAV, con
tutta probabilità non ha mai conosciuto un valsusino, nè il percorso di
questa battaglia.
Scesi
dalla montagna, con gli occhi rossi ed i polmoni riarsi, i presidianti
della Maddalena, hanno mantenuto intatta la convinzione che in Val di
Susa il TAV non passerà mai.
Asfissiando
i cittadini, oltre 1500 poliziotti, sono riusciti a prendere possesso
di un fazzoletto di terra, che ora dovranno presidiare notte giorno con
centinaia di uomini.
Non
si tratta di un cantiere, ma di una spianata di terreno che si
affretteranno a recintare. E di cantiere probabilmente non si tratterà
mai, perchè prima che lo diventi i valsusini torneranno in decine di
migliaia, come nel 2005, e se lo riprenderanno, sempre naturalmente che
Maroni e chi lo comanda, non carezzino l'idea di gasarli tutti.