da notav.info
Apprendiamo dal tgr Piemonte che oggi al
giornalista della Stampa Massimo Numa è stato impedito di raggiungere
il presidio della Maddalena di Chiomonte e che gli è stata danneggiata
la macchina.
Una descrizione totalmente faziosa di ciò che è avvenuto e le testimonianze raccolte da decine di No Tav ci permettono di raccontare l’esatta dinamica dei fatti.
La presenza all’interno del presidio Di Massimo Numa viene notata dai primi presidianti a causa dell’altà velocità con cui il giornalista entra nella zona del presidio, luogo attraversato da molti bambini e che necessità quindi di attenzione soprattutto da parte dei guidatori. Il giornalista sfrecciando con la macchina lungo i tornanti della Strada dell’Avanà si ferma poco prima del piazzale del presidio e una volta sceso dalla macchina inizia in maniera furtuva a scattare delle fotografie al piazzale che ospita i vari gazebo informativi, la cucina-ristorante, l’area dibattiti ecc…Questo atteggiamento insospettisce non poco i presenti che si avvicinano a lui chiedendogli che cosa sta facendo. Massimo Numa, colto sul fatto, inizia ad insultare senza mezzi termini queste persone, con un attegiamento altamente provocatorio ed arrogante ed alcuni finalmente lo rinoscono, come il giornalista che da anni attraverso la carta stampata cerca di diffamare e criminalizzare il movimento No Tav. Il giornalista continua ad inveire con i presenti che attoniti assistono alla sua sceneggiata, dovendo oltrettutto sentirsi accusati di avergli sfregiato la macchina. Dopo altri 5 minuti di sproloquio, il giornalista viene invitato ad allontanarsi a differenza di tutti gli altri giornalisti ai quali in questi mesi è stato permesso di stare al presidio, tra la gente e gli spazi comuni. Massimo Numa a questo punto, non avendo ottenuto l’effetto sperato, non ha altra scelta che risalire in macchina e ripercorrere la strada dell’Avanà in direzione Chiomonte, sempre ad alta velocità, sempre mettendo a rischio la salute dei presidianti.
Ci chiediamo il perchè di questa provocazione, fatta a pochi giorni dall’annunciato blitz promesso dalle forze dell’ordine per la presa dei terreni della Maddalena e a pochi giorni dalle denunce pervenute a decine di attivisti del Movimento No Tav.
La risposta pare ovvia. Le foto che pubblichiamo dmostrano come con disinvoltura (braccio e gomito fuori dal finestrino) Massino Numa sta lasciando il presidio, senza aggressioni di sorta. Le foto alla macchina dimostrano altresì che questa non è stata sfregiata.
Una descrizione totalmente faziosa di ciò che è avvenuto e le testimonianze raccolte da decine di No Tav ci permettono di raccontare l’esatta dinamica dei fatti.
La presenza all’interno del presidio Di Massimo Numa viene notata dai primi presidianti a causa dell’altà velocità con cui il giornalista entra nella zona del presidio, luogo attraversato da molti bambini e che necessità quindi di attenzione soprattutto da parte dei guidatori. Il giornalista sfrecciando con la macchina lungo i tornanti della Strada dell’Avanà si ferma poco prima del piazzale del presidio e una volta sceso dalla macchina inizia in maniera furtuva a scattare delle fotografie al piazzale che ospita i vari gazebo informativi, la cucina-ristorante, l’area dibattiti ecc…Questo atteggiamento insospettisce non poco i presenti che si avvicinano a lui chiedendogli che cosa sta facendo. Massimo Numa, colto sul fatto, inizia ad insultare senza mezzi termini queste persone, con un attegiamento altamente provocatorio ed arrogante ed alcuni finalmente lo rinoscono, come il giornalista che da anni attraverso la carta stampata cerca di diffamare e criminalizzare il movimento No Tav. Il giornalista continua ad inveire con i presenti che attoniti assistono alla sua sceneggiata, dovendo oltrettutto sentirsi accusati di avergli sfregiato la macchina. Dopo altri 5 minuti di sproloquio, il giornalista viene invitato ad allontanarsi a differenza di tutti gli altri giornalisti ai quali in questi mesi è stato permesso di stare al presidio, tra la gente e gli spazi comuni. Massimo Numa a questo punto, non avendo ottenuto l’effetto sperato, non ha altra scelta che risalire in macchina e ripercorrere la strada dell’Avanà in direzione Chiomonte, sempre ad alta velocità, sempre mettendo a rischio la salute dei presidianti.
Ci chiediamo il perchè di questa provocazione, fatta a pochi giorni dall’annunciato blitz promesso dalle forze dell’ordine per la presa dei terreni della Maddalena e a pochi giorni dalle denunce pervenute a decine di attivisti del Movimento No Tav.
La risposta pare ovvia. Le foto che pubblichiamo dmostrano come con disinvoltura (braccio e gomito fuori dal finestrino) Massino Numa sta lasciando il presidio, senza aggressioni di sorta. Le foto alla macchina dimostrano altresì che questa non è stata sfregiata.
In
contemporanea veniva convocato Alberto Perino presso il comando della
stazione dei carabinieri di Susa per la consegna di una busta sospetta.
La missiva che era destinata appunto ad Alberto era stata bloccata dagli
uffici postali per una sospetta perdita di polvere nera di cui sono in
corso le analisi ma che si presume sia un potente veleno in polvere per
animali. Questo è il modo con cui si cerca di convicere chi è contrario
all’opera, minacce, denunce, provocazioni. Chi segue la lotta no tav non
può non capire che tutto fa parte di un medesimo progetto che alla fine
del suo percorso vorrebbe la val di Susa piena di cemento e le tasche
dei politici-faccendieri-giornalisti corrotti piene di euro, tutti
pubblici.