venerdì 10 giugno 2011

IDRA sugli "Scenari di cantierizzazione forzata del progetto di tratta TAV-TAC Torino-Lione in Val di Susa"



Firenze, 10.6.’11

Al Ministro dell’Interno
dott. Roberto MARONI

OGGETTO: Scenari di cantierizzazione forzata del progetto di tratta TAV-TAC Torino-Lione in Val di Susa.

Signor Ministro,

l’Associazione di volontariato Idra è impegnata da alcuni lustri, in Toscana, nel monitoraggio e nella valutazione dei progetti di potenziamento del trasporto ferroviario, per i quali propone soluzioni praticabili e di gran lunga più razionali ed economiche rispetto al modello - anche e soprattutto finanziario - patrocinato da TAV SpA e da FS SpA in Italia.
Ciò fin dal suo esordio, da quando cioè la grande opera ha coinvolto pesantemente anche la nostra Regione (producendo gravissime conseguenze ambientali per le quali siamo parte civile nel processo penale presso il Tribunale di Firenze a carico del consorzio costruttore CAVET), arrestandosi dal ’99 – e ci auguriamo per sempre - alle porte della città di Firenze.
Ci rivolgiamo in questa circostanza a Lei, signor Ministro, in relazione alle vicende relative al progetto AV/AC per la tratta Torino-Lione, nel quale è chiamata in causa la Valle di Susa: siamo informati infatti sulle caratteristiche dei lavori che si vorrebbero intraprendere.
Abbiamo preso atto, signor Ministro, delle Sue dichiarazioni circa il fatto che lo Stato sarebbe intenzionato ad esercitare la forza, quanto prima, contro le numerose comunità valsusine che da parecchi lustri anch’esse – ricordiamo una comune audizione unitamente agli Amministratori locali della Val di Susa presso l’Ottava Commissione del Senato a dicembre 1994 - si oppongono al progetto. Quelle popolazioni, quei Sindaci, quelle Comunità montane, la cui sensibilità democratica, cultura politica e competenza abbiamo imparato a conoscere nelle numerose circostanze in cui siamo stati invitati a documentare in Piemonte il disastro ambientale ed erariale della cantierizzazione del Mugello e di Monte Morello, padroneggiano con ammirevole sicurezza argomenti sia squisitamente tecnici sia di elementare buon senso amministrativo. Ad oggi tuttavia, come è accaduto in Toscana e accade a Firenze - nessuno dei promotori dell’opera si è premurato di confutarli nel merito, optando per la propaganda piuttosto che per il confronto.
Le scriviamo perché riteniamo che, in considerazione della collegialità che informa le decisioni di ogni Governo, sia utile e auspicabile che anche il Ministro dell’Interno possa disporre di ogni elemento di informazione, al di là e a sostegno del buon esercizio delle proprie prerogative istituzionali, circa le ragioni di carattere trasportistico che hanno, da sempre, sconsigliato l’intrapresa della TAV Torino-Lione, anche in relazione alla tutela dell’interesse pubblico nazionale sotto il profilo erariale. Tutti i progetti TAV sono infatti a totale carico delle casse pubbliche – italiane o europee – e recano il contrassegno non onorevole di incrementi di spesa esponenziali in corso d’opera (o addirittura ancor prima che l’opera venga avviata!), in virtù di un’architettura contrattuale messa più volte all’indice dall’Autorità per la Vigilanza sui Contratti Pubblici e dalla Corte dei conti.
Le trasmettiamo in allegato al riguardo, signor Ministro, un pur sintetica documentazione fra quella, peraltro abbondante, nella nostra disponibilità circa il progetto di tratta AV/AC Torino-Lione.
Esaminando cifre e dati a disposizione della pubblica opinione, reperibili anche in rete, non è difficoltoso concludere come la realizzazione della TAV Torino-Lione, opera costosissima e trasportisticamente di indimostrata utilità, il cui onere è a totale carico del contribuente, appaia legata a interessi particulari inclini  a ricorrere a ogni mezzo pur di trarne vantaggio.
La realtà è sotto gli occhi di tutti. Si rivelano inattendibili e insostenibili infatti anche le millantate ragioni di sostegno all’occupazione. Per giunta, si vorrebbe promuovere il progetto Proprio mentre lo Stato, con 1.900 mld di euro di debito pubblico, è praticamente sull’orlo della bancarotta. Questa nuova TAV potrebbe rappresentare, in realtà, il colpo di grazia per l’erario. 
Signor Ministro, abbiamo appreso che, anche in questa circostanza come in passato, mani ignote – non individuate dai servizi di polizia - alimentano puntualmente una strategia della tensione atta a propiziare un clima di scontro fisico tra lo Stato e i cittadini. Una strategia che mira con ogni evidenza a distorcere i termini del dibattito democratico, e rischia di raggiungere il proprio obiettivo nel caso in cui le autorità istituzionali non proteggano adeguatamente il diritto delle popolazioni a manifestare il proprio dissenso e a tutelare fattivamente il territorio da investimenti improvvidi, facendosi carico al tempo stesso della salvaguardia lungimirante dell’interesse pubblico nazionale.
A noi sembra che, con l’iniziativa di una prova di forza, il Ministero da Lei presieduto rischierebbe di assumere una responsabilità grave, che molti nel nostro Paese potrebbero interpretare – anche e soprattutto alla luce dei fatti che emergono dalle inchieste giudiziarie sul sistema TAV – come un’azione di sostegno a oligarchie antipopolari che operano contro il bene comune del Piemonte, del Nord e dell'intera comunità nazionale. Ne risulterebbe svilito il ruolo stesso degli organi dello Stato, che rischierebbero di apparire al servizio di un modello ingannevole di progresso e di sviluppo, che in realtà penalizza severamente l’intera nazione.
Ci permettiamo di porre alla Sua attenzione tale responsabilità attraverso questo nostro pressante appello. Auspichiamo al tempo stesso la pronta individuazione degli ignoti provocatori, qualunque sia la loro provenienza, perché sia fatta chiarezza sulla natura e gli obiettivi di così insane iniziative.

Con ossequi, restando a Sua disposizione,
  
il presidente, Girolamo Dell’Olio

 il vicepresidente, Pier Luigi Tossani