mercoledì 1 giugno 2011

L'attesa a casa...


L'attesa a casa è veramente snervante eppure non potrei certo lasciare con qualcun'altro la mia bambina. Le notti trascorrono davanti allo schermo del computer con il cellulare a pochi centimetri, nell'attesa di una notizia o di uno squillo che mi farà sussultare... -Tutto bene? Avete saputo qualcosa? La situazione è tranquilla? - Un copione già visto, già provato in passato.
Che cosa succederà? In alcuni momenti verrebbe quasi voglia di dimenticare tutto, di potersene stare tranquilli nelle proprie case a guardare la TV come "gli altri", i menefreghisti, gli opportunisti, gli ignoranti che lasciano che loro vite scorrano come l'acqua, verso il basso. Ma non possiamo, questi anni di lotta al Tav ci hanno cambiato profondamente e hanno cambiato le nostre vite... nulla sarà mai più come prima perchè, se da una parte abbiamo perso fiducia nelle istituzioni, dall'altra abbiamo una nuova in fiducia in noi stessi e negli altri perchè sappiamo che fra "gli altri" esistono persone come noi, pronte a cambiare il mondo o almeno a provarci perchè come ripetiamo spesso "un altro mondo è possibile". Abbiamo discusso, abbiamo festeggiato, abbiamo litigato, abbiamo viaggiato, abbiamo conosciuto persone in viaggio, abbiamo sognato, abbiamo cantato, alcuni di noi hanno pregato...e mentre tutti questi pensieri mi affollano la mente trascorrono le ore... ore che forse segneranno per sempre il nostro movimento... e la nostra vita...
Nell'attesa ripenso alle notti della Libera Repubblica di Venaus, sotto la neve, ripenso alle lunghe marce, ripenso alle foto del mio matrimonio con la bandiera No Tav,  ripenso alle lacrime al funerale di Raoul, ripenso alla paura per i presidi bruciati da un mostro potente e pericoloso, ripenso alle parole dei tanti amici che ci hanno portato la loro solidarietà e la loro ammirazione, penso al sorriso amichevole di Turi, penso alla forza d'animo di Alberto Perino, penso all'emozione che provo ogni volta che Nicoletta nei suoi discorsi ci definisce "compagni" dando a questa parola un valore autentico e profondo, penso a mia figlia di 3 anni che riconosce già la bandiera "No Tai"come la chiama lei, penso a mio marito, a mio padre e a tutti coloro che in queste notti difendono La Maddalena e capisco che ne vale la pena perchè siamo dalla parte giusta e la posta in gioco è troppo alta per tirarsi indietro: la posta in gioco è il futuro dei nostri figli!

Cinzia Richetto - Bussoleno