sabato 27 febbraio 2010

WALTER FONTAN E ALDO ROSSERO


25 febbraio 1944 cadono in combattimento Walter Fontan e Aldo Rossero

La sera del 25 febbraio con un commando di pochi uomini il comandante Fontan e il suo braccio destro Rossero si recano presso il casello ferroviario di Bruzolo presidiato da soldati russi in forze alla Whermarcht. Nei giorni precedenti alcuni di questi soldati avevano espresso la volontà di disertare e unirsi ai partigiani. La loro diserzione però doveva essere coperta da un finto attacco dei partigiani che avrebbe così giustificato la loro resa. Arrivati nei pressi del casello Walter Fontan si accorge da subito che si tratta di un'imboscata. Da eroe, con al suo fianco Aldo, copre la ritirata dei suoi che si salvano e danno l'allarme. Muoiono con le armi in pugno trucidati dal fuoco nemico.
Con Walter Fontan si chiude la prima eroica fase della Resistenza in valle di Susa, fatta di comandanti senza paura, abili e veloci nei sabotaggi. Tutti morti in battaglia. Dalla primavera del 1944 si aprirà la seconda fase, più strutturata e partecipata con centinaia di uomini schierati su ambo i versanti della valle che costringeranno il nemico alla paura e alla resa finale dell'aprile 1945.
Oggi 27 febbraio a Bruzolo i loro compagni partigiani ancora vivi, tanti giovani e le autorità li hanno ricordati. Con il loro esempio nel cuore proseguiamo nelle battaglie che ogni giorno ci vedono protagonisti, nelle piazze, nell'antifascismo, nei presidi, nella lotta No Tav.

Anpi Valsusa
sez. Bussoleno-Bruzolo-Foresto-Chianocco

STATO E ANTISTATO

di Doriana Tassotti

Esibendosi in una delle sue più esilaranti esternazioni , il nostro amato Premier ha di recente affermato che “ormai in Italia vige uno Stato di Polizia”. Caro Presidente, qui in Val di Susa non ce ne eravamo accorti…
Naturalmente il Signor Berlusconi non si riferiva agli interventi brutali delle forze dell’ordine ai danni di inermi cittadini che esercitano il proprio diritto a protestare , si riferiva invece ai recentissimi arresti di personaggi altolocati ( politici, imprenditori e perfino un senatore ) coinvolti nell’ennesimo caso di truffa ai danni dello Stato ( e dei cittadini ) , “brutalmente dati in pasto ai media” con la pubblicazione di intercettazioni varie e “barbaramente privati della libertà personale”.
Poiché è sotto gli occhi di tutti ormai che il nostro Paese è preda di una deriva totale dove vince solo il più furbo e il più ladro , volevo evidenziare un altro aspetto della dilagante paranoia italiana , ed è un aspetto che si lega perfettamente alla situazione della Val di Susa in lotta contro il TAV. Qualche giorno fa la Digos di Torino ha messo in atto un’offensiva contro gli appartenenti all’area anarchica del capoluogo piemontese. Cinque gli arresti e una perquisizione della sede di Radio Blackout, emittente legata ai cosiddetti “antagonisti” e decisamente invisa al Sindaco di Torino che non vede l’ora di poter trovare una scusa qualsiasi per farla chiudere. La Radio per ora resta aperta ed attiva e meno male, visto che è stata una delle pochissime voci trasparenti ed obiettive impegnate a narrare le vicende dell’opposizione all’alta velocità in Val di Susa e non solo. Se poi alcuni di loro hanno commesso reati , pagheranno. Ma l’esistenza di tali reati va provata e, fino a prova contraria, se ancora ci resta un qualche barlume di costituzionalità, nel nostro Paese un individuo è innocente finché non viene provato colpevole.
Ora, che c’entrano faccendieri disinvolti, politici corrotti, poliziotti violenti, antagonisti e opposizione al TAV ? C’entrano. Fanno parte di un vortice che toglie il respiro e il sonno alla gente che crede ancora ( e forse invano ) nella legalità e nello Stato. Perché sempre di più legalità e Stato sono termini in netto conflitto tra di loro.
L’Italia è uno Stato di Polizia? Sì. E’ la polizia che manganella e massacra operai che chiedono il diritto di lavorare ( non di delinquere ), è la polizia che aggredisce e manda in ospedale gente normale che chiede solo di poter difendere il proprio territorio ( ma anche l’intero Paese ) , è quella Polizia che organizza la “ macelleria messicana” genovese ( e chissà quante altre ) perché non sa ( o non vuole ) distinguere tra violenze da stadio ed esasperazione popolare. E’ la Polizia ( ma è chiaro che qui questo termine indica un qualsiasi corpo appartenente alle forze dell’ordine ) che non rappresenta più lo Stato perché lo Stato che si serve di essa è uno Stato “liquido e gelatinoso”, dove le infiltrazioni criminali più disparate la fanno da padrone.
Quale mente schizofrenica e malata manda le forze dell’ordine contro la gente che ha sempre rispettato la legge mentre tendenzialmente difende e copre gente che fa politica andando a braccetto con incalliti assassini? Quella di chi ci governa. Chi racconterà ai cittadini della Val di Susa che un Prefetto ( e, quindi ,rappresentante dello Stato ) non ha intenzione di ascoltare le loro legittime preoccupazioni di persone normali ma proclama di fatto una “guerra ad oltranza” , ordinando lo svolgimento dei restanti sondaggi e definendolo migliaia di cittadini “pochi elementi appartenenti all’area anarchica”?
Tutto ciò delegittima l’idea di Stato, inteso come insieme di doveri e diritti che cuciono insieme tutti coloro che vivono all’interno di una nazione. Tutto ciò offende l’intelligenza di persone che, rispettando le regole, hanno messo in atto una resistenza a ciò che si è dimostrato essere devastante per la loro e l’altrui esistenza. Tutto ciò porterà sempre di più il privato cittadino a provare sospetto, diffidenza e persino repulsione per tutto ciò che si definisce “istituzionale”. Perché le Istituzioni qui ( come in tutto il Paese ) hanno già perso. E recuperare sarà molto difficile.
Ci si chiederà sempre di più quale sia il vero Antistato . Quello anarchico, quello antagonista, quello protestatario o quello che con in una mano la Costituzione e nell’altra denaro, manganelli e progetti criminali si propone quale legittimo distruttore del Paese?

CARO CRIBARI...

E' notizia di oggi pomeriggio venerdì 26 febbraio che Michele Cribari noto esponente del fantomatico quanto inconsistente fronte "si tav" si sia candidato per le elezioni regionali piemontesi nel carrozzone del popolo delle libertà.
Ma cerchiamo di capire qualcosa in più. Nato a Paola in calabria il Cribari giunge in val di susa come tanti suoi onesti conterranei in cerca di fortuna. Da subito si accoda agli affari della costruzione dell'autostrada Torino Bardonecchia monopolizzata da ditte "off shore" che molto hanno tolto alla nostra valle in bellezza e salute e poco hanno lasciato se non morte e distruzione. Prosegue i suoi affari nella cittadina di Susa con molti suoi conterranei senza scrupoli di sorta nei vari eventi quali olimpiadi invernali e vari lavori correlati a quest'evento. Tenta la prima carriera politica sempre in questa cittadina in lista con l'attuale sindaco Gemma Amprimo nella coalizione di centro destra con risultati a dir poco miserevoli.
Nel gennaio 2010 sale agli onori della cronaca come povero imprenditore valsusino in crisi che guida una misteriosa cordata di imprese favorevoli alla costruzione della tav, unica soluzione per tutti i loro problemi. Sottolineiamo come il Cribari e molti altri di questi siano titolari di ditte individuali che ben poco rappresentano dei problemi occupazionali della valle. Dapprima compare in alcune interviste poi al lingotto in compagnia della cupola affaristica piemontese in un miserevole convegno si tav, aporte chiuse e con metà sala deserta e l'altra metà piena di politicanti e addetti ai lavori. Non contento fa apparire il suo viso ovunque, stampa, televisioni, manifesti. Oggetto di una misteriosa ed alquanto dubbia lettera minatoria raccoglie la solidarietà bipartisan di tutti gli esponenti politici che con l'occasione cercano didare un altro colpo al movimento no tav. Eccolo qui, l'abc della carriera "politica", poco buon gusto, molta immagine, magari utilizzando nella contrapposizione una lotta che nel suo solo essere ha creato per oltre vent'anni enormi contraddizioni a questo sistema.
Caro Cribari, per una poltrona cosa non farei. Quello che lei ha fatto lo conosciamo bene, forse è lei che non conosce la nostra gente, la nostra valle in cui è emigrato, che l'ha accolta e che già tanto le ha dato.
La nostra lotta ha visto cadere molti governi e molte poltrone, con lo stesso sorriso ci auguriamo di veder cadere anche la sua, se mai ne avrà una.

LINGUE IN MOVIMENTO

Presidio no tav “La trippa” S.Antonino 26/02/2010

Eravamo rimasti alle cariche violente e alle “palle” raccontate da militari e da buona parte dei giornali.
Questa settimana le trivelle sono state ferme e le lingue dei soliti politici molto in movimento.
Venerdì 19 l’immediata risposta della popolazione alle cariche e in solidarietà ai due feriti, Marinella e Simone. Almeno 5000 persone in strada mobilitate in meno di 24 ore.
Intanto la comunità montana chiede un incontro urgente al prefetto per invitarlo a sospendere i sondaggi, sia per questioni di ordine pubblico, sia per la loro inutilità.
Ma prima del prefetto iniziano a muoversi le lingue.
Più o meno in sequenza:
Virano in missione in Francia con quello che rimane del suo osservatorio, commenta che in Valle di Susa ci sono 100 estremisti di cui 50 venuti da fuori e che con i sondaggi si deve andare avanti.
Il Pd, a nome di Esposito, emette un comunicato farneticante dove si solidarizza solo e unicamente con le forze dell’ordine; per Esposito i due manifestanti gravemente feriti e ancora in ospedale, se la sono cercata e la Valle di Susa è ostaggio degli anarco-insurezionalisti.(?!)
Chiamparino propone sindaco Virano. Sì, avete capito bene, proprio colui che orami da anni tenta, senza riuscirci, di prendere il giro la popolazione Valsusina. Sarà per le sua capacità di raccontare bugie che Chiaparino lo vede bene come suo successore?
La Bresso ribadisce la tesi dei pochi estremisti valsusini e giustifica il comportamento delle forze dell’ordine. Anche per lei i sondaggi devono andare avanti.
Il PDL compatto difende le forze dell’ordine e chiede di non fermarsi.
Infine il prefetto Padoin comunica a Plano, presidente della Comunità Montana, che i sondaggi vanno avanti e che non potranno essere pochi estremisti a fermare un opera come il Tav. Bravo! I politici dettano e lui esegue.
In mezzo a tutto ciò perquisizione a radio Black out, unica radio che da voce alle ragioni della Valle di Susa, e arresti di antirazzisti per reati che, se fossero poi dimostrati, possono essere puniti al massimo con multe e querele.
Ci fermiamo qui e ricordiamo solo due cose:
Sono 20 anni che la Valle di Susa si oppone al Tav. Un mese fa 40 mila persone (su 60 mila abitanti) sono scese in piazza per ribadire la loro intenzione di difendere la valle dal tav. I soliti 40 mila pochi estremisti !
Marinella: 47 anni, madre, moglie, lavoratrice, abitante, a Villarfocchiardo (valle di susa).
Questo è il referto medico dell’ospedale:
- Ferita profonda al viso
- frattura delle ossa e del setto nasale con infossamento
- frattura del margine orbitario di un occhio
- rottura scomposta della mandibola
- ferite alla testa con trauma cranico
- ematomi alle gambe
- versamento ad un’ovaia
In quattro si sono accaniti su di lei quando era già a terra.
Per i politicanti che muovono solo la lingua è questo il metodo da perseguire ed è Marinella “l’estremista” da punire. Ci accusano di essere violenti mentre loro, “brava gente”, usano questi innocui metodi: bruciare i presidi, far picchiare a sangue cittadini inermi dai militi, controllare e orientare i media, diffamarci attraverso i giornali, far minacce con lettere minatorie….
…ma stanno sprecando solo fiato, tempo e soldi.
Naturalmente tutta la nostra solidarietà a chi, come Alberto Perino, in questi giorni sta ricevendo lettere con minacce di morte.

Comitato no tav Spinta dal bass – Spazio sociale libertario Takuma

venerdì 26 febbraio 2010

NON FIORI MA OFFERTE PER IL MOVIMENTO NO TAV

Giovedì 25 febbraio ci ha salutato Fiore Celestino, ottantasette anni di Bussoleno.
Con la sua famiglia ha chiesto di non portare fiori al suo funerale ma piuttosto di fare offerte per il movimento No Tav. Scriviamo pensando a tutte le dichiarazioni degli ultimi tempi che volevano il movimento No Tav in un angolo, ridotto e sotto lo scacco di estremisti professionisti. Questa è la Val di Susa, questo è il movimento No Tav. Una lotta che da venti anni ormai è diventata patrimonio sociale e culturale di una popolazione. La difesa della propria terra, del futuro di chi vive in val di Susa e di chi dovrà viverci, la lotta di un nonno come Celestino per i suoi nipoti e per quelli che ancora dopo di loro nasceranno. Una lotta di famiglie intere, molte, coinvolte nei presidi e nelle manifestazioni in maniera completa, ognuno con le sue energie e le proprie possibilità.
Con un sorriso salutiamo Celestino, ringraziandolo per quello che ci ha lasciato, non una donazione soltanto, ma un esempio. Un sorriso che ci dà coraggio e forza e ci fa guardare avanti con ancora più determinazione.


Ciao Celestino!!!

Ora e sempre No Tav!!!

mercoledì 24 febbraio 2010

LETTERA MINATORIA INVIATA AD ALBERTO PERINO - COMUNICATO STAMPA


Dopo la militarizzazione della valle di Susa con migliaia di pubblici dipendenti in divisa militare a difendere quattro trivelle, dopo gli incendi di stampo mafioso ai presidi di Bruzolo e Borgone, dopo i pestaggi polizieschi della serta tra il 17 e il 18 febbraio scorsi a Coldimosso e San Giorio, che hanno costretto all'ospedale in gravi condizioni Marinella e Simone, e decine di persone e amministratori a farsi medicare in altro modo, dopo i proclami di guerra contro i cittadini della Valle di Susa da parte del prefetto Padoin e dell’architetto costruttore di menzogne Virano, ecco che arrivano le lettere minatorie, peraltro non nuove. Stamattina è stata recapitata ad Alberto Perino, una delle persone più esposte del movimento NOTAV, una lettera minatoria che in maniera confusa e sgrammaticata minaccia tutti quelli che si oppongono al TAV e contemporaneamente rivendica gli incendi ai presidi.
La lettera, spedita da Torino il 20 febbraio, è stata consegnata oggi. Nel pomeriggio è stata presentata denuncia ai Carabinieri.

Il movimento NOTAV:
  • esprime solidarietà ad Alberto Perino
  • denuncia l’intimidazione di stampo mafioso rivolta non solo alla popolazione della Valle di Susa, ma a tutta la società civile
  • attende un attestato concreto e visibile di solidarietà da parte delle forze politiche e delle istituzioni quali Regione Piemonte, Provincia e Comune di Torino, sempre prodighe di attenzione nei confronti dei signori Chiamparino di Torino e Cribari di Susa quando sono oggetto di simili minacce
  • ribadisce che queste intimidazioni non fanno che rafforzare la determinazione ad opporsi decisamente e democraticamente al TAV e alla mafia che lo sostiene.
NO TAV NO TRIVELLE NO MAFIA

Susa, 24 febbraio 2010
I comitati NOTAV della Valle di Susa, Val Sangone, Torino e cintura

DAL MANUALE DI ADDESTRAMENTO DELLA POLIZIA DI STATO...

In rete sono stati trovati alcuni passi tratti dal manuale di addestramento dei reparti mobili della polizia. Speriamo che sia utile a tutti coloro che hanno avuto a che fare con quei loschi individui con casco e manganello. Da notare particolarmente, sono i paragrafi 1,2,5,7, che guardando i fatti recentemente avvenuti testimoniano quanto i "tutori dell'ordine" non abbiano rispettato una sola di queste istruzioni.
pagina 4 del manuale di addestramento della polizia (reparto mobile):

-lo sfollagente non va mai considerato come mezzo punitivo; deve essere eventualmente impiegato contro gli elementi più violenti come strumento di difesa-offesa-interdizione;deve essere utilizzato con decisione,mai con brutalità.

- lo sfollagente non deve mai essere usato contro il capo,il viso e la spina dorsale.

-lo sfollagente in dotazione è composto da polimeri in gomma. E' di forma cilindrica con impugnatura a nervature orizzontali per la presa. Ha una cavità ridotta e una lunghezza di sessanta centimetri. Il peso complessivo risulta di cinquecentocinquanta grammi.

-le indicazioni secondo le modalità di impugnatura corrette sono le seguenti : impugnare lo strumento con mano forte,esclusivamente dall'impugnatura a nervature orizzontali. Sistemare il cinturino in cuoio come da figura,al fine di svincolarsi facilmente da eventuali prese da parte di facinorosi,qualora venisse afferrato dagli stessi.

-giova ribadire e ricordare che lo sfollagente deve assolutamente essere maneggiato nel pieno rispetto delle leggi e dei regolamenti vigenti in materia e che qualsiasi altro uso, oltre a compromettere l'efficace controllo dell'arma,determina ,modalità di impiego censurabili e perseguibili ai sensi di legge.

-il movimento del braccio che impugna lo sfollagente deve essere accompagnato sfruttando la combinazione spalla-tronco,che imprime maggiore potenza. Con una traiettoria diretta e non esterna.

-non appare superfluo ribadire che l'impiego dello sfollagente deve essere immediamente interrotto quando si raggiunge lo scopo dissuasivo e/o difensivo,evitando assolutamente inutili accanimenti non giustificati da azioni violente.

JOE HIGGINS

La visita che ho fatto a Val di Susa il 20 e 21 febbraio mi ha dimostrato che la resistenza del movimento No Tav è completamente giusta. E' un movimento veramente impressionante in opposizione a un progetto di treno ad alta velocita'/alta capacità che non è necessario, avrebbe delle conseguenze catastrofichesocialmente ed economicamente per la comunità e porterebbe la distruzione ambientale in una zona di grande bellezza naturale. Per difendere la loro comunita' migliaia di persone hanno resistito in modo coraggioso contro la repressione poliziesca e mafiosa, offrendo un esempio importante agli attivisti ambientali e alle lotte sociali in tutto il mondo.
"Avendo visto dal vivo il movimento No Tav, ho l'intenzione di rafforzare il mio impegno per aiutarlo. Presenterò una domanda dettagliata alla Commissione europea per ottenere per il movimento un' informazione aggiornata e per mettere sotto pressione l'amministrazione europea affinche' questa ritiri il finaziamento europeo all'opera. Inoltre utilizzerò il mio ruolo e lavorerò insieme al GUE e ai gruppi che fanno parte del Comitato per un' Internazionale dei Lavoratori (www.socialistworld.net ) per pubblicizzare il movimento e guadagnare solidarieta' internazionale." Joe Higgins MEP (europarlamentare)

COMUNICATO SOLIDARIETA'

Questa mattina, martedì 23 febbraio, un'operazione di polizia ha colpito 23 attivisti antirazzisti di Torino e dintorni. Sono state effettuate numerose perquisizioni domiciliari e anche la sede di Radio Black out ha subito l'irruzione degli agenti che ha comportato il sequestro di telefoni cellulari, agende e computer. L'esito, per il momento è di 6 arresti di cui 3 ai domiciliari, e numerosi indagati per reati vari legati alle attività dell'assemblea antirazzista di Torino che negli ultimi anni ha promosso iniziative di lotta contro i centri di detenzione per immigrati senza permesso di soggiorno. Tra gli indagati risulta esserci anche Simone P. appena dimesso oggi dall'ospedale dopo il pestaggio delle forze dell'ordine avvenuto in Val di Susa. Quest'operazione "spettacolare" ordinata dalla procura torinese è stata pianificata dal PM Padalino, conosciuto per la sua proposta razzista di schedare tutti gli immigrati con le impronte digitali.
Sicuramente verrà dato ampio risalto a questa notizia sui mass media e la modalità è la solita di sempre: criminalizzare e discriminare.
Tutti gli indagati sono anche attivi e partecipi nella lotta NO TAV e inoltre alcuni sono redattori di Radio Blackout, da sempre una delle poche fonti informative vicina al movimento NO TAV soprattutto nelle ultime settimane.
Alle persone colpite da questa inchiesta, e alla redazione di radio Blackout va tutta la nostra vicinanza e solidarietà che non mancheremo di dimostrare al più presto in occasione di azioni ed iniziative di risposta alla crescente volontà repressiva ed intimidatoria nei confronti di chi dissente e si ribella ai poteri forti.


COMITATO NO TAV NO TIR ALTA VALLE SUSA

PRESIDIANTI SOLIDALI

Riuniti al presidio di susa autoporto nella notte del 23/2/2010

G8, PESANTI RICHIESTE IN APPELLO PER l'IRRUZIONE ALLA SCUOLA DIAZ

tratto da "LA REPUBBLICA"
G8, pesanti richieste in appello per l'irruzione alla scuola Diaz.
Oltre un secolo di carcere per 27 imputati nella requisitoria del procuratore generale Pio Macchiavello Molti reati prescritti, ma restano in piedi le lesioni gravi, e il falso ideologico. In primo grado 13 condanne. La sentenza è prevista per aprile. Rischiano alcuni funzionari oggi ai vertici del Ministero dell'Interno.

di Massimo Calandri
Oltre un secolo di carcere per gli agenti e i super-poliziotti che parteciparono alla sanguinaria irruzione nella scuola Diaz, drammatico epilogo del G8 genovese del luglio 2001. Stamani al processo d'appello il procuratore Pio Macchiavello ha concluso la sua arringa con le richieste di pena per i protagonisti di una delle pagine più nere nella storia della Polizia di Stato: 110 anni di reclusione e passa per 27 imputati (per uno dei poliziotti è già scattata la prescrizione). "Non si possono dimenticare le terribili ferite inferte a persone inermi. La premeditazione, i volti coperti. La falsificazione del verbale di arresto dei 93 no-global. Le bugie circa la presunta resistenza dei no-global. La sistematica ed indiscriminata aggressione. L'attribuzione a tutti gli arrestati di due molotov che erano state portate nella scuola dagli stessi poliziotti". Parole durissime, quelle pronunciate dal procuratore generale. Che ha preso atto dell'intervenuta prescrizione per molti reati (restano in piedi il falso ideologico, le lesioni personali gravi ed un caso di peculato) ma non vuole siano concesse agli imputati le attenuanti generiche.
Pesanti richieste per alcuni funzionari oggi ai vertici del Ministero dell'Intero: 4 anni e 10 mesi di reclusione per Francesco Gratteri, attuale capo dell'Antiterrorismo, e per Giovanni Luperi, oggi responsabile dell'Aisi (l'Agenzia informazioni e sicurezza interna), l'ex Sisde. Quattro anni e 6 mesi per Gilberto Caldarozzi, che fu tra gli investigatori che catturarono Bernardo Provenzano e che oggi dirige il Servizio centrale operativo. Stessa richiesta di pena per Spartaco Mortola, nove anni fa capo della Digos genovese e ora questore vicario a Torino. Quattro anni e dieci mesi per Vincenzo Canterini, che era il numero uno della "Celere" romana - il disciolto Nucleo Anti-Sommossa - che fece irruzione nella scuola occupata dai no-global. Il 21 luglio 2001, poco prima della mezzanotte, i poliziotti sfondarono il portone di ingresso della scuola di via Cesare Battisti: cercavano fantomatici Black Bloc, trovarono delle persone inermi a braccia alzate. Li massacrarono di botte - cinque ragazzi finirono in prognosi riservata - e li arrestarono illegalmente con prove fasulle: secondo l'accusa, tutti erano partecipi e consapevoli di questo vergognoso piano. Nel novembre del 2008 il processo di primo grado si era chiuso tra le urla esasperate del pubblico - "Vergogna!" - e una condanna per tredici degli allora ventinove imputati: assolti i vertici, quattro anni per Canterini e due per il suo braccio destro, Michelangelo Fournier (quello che confessò di aver visto episodi da "macelleria messicana"), quattro anni anche per Pietro Troiani, il vice-questore che materialmente aveva portato le bottiglie incendiarie nella scuola. Da allora, tutti i super-poliziotti coinvolti nella vicenda sono stati promossi. L'udienza è ripresa davanti al presidente del tribunale, Salvatore Sinagra, con le conclusioni degli avvocati delle parti civili.
La sentenza d'appello è attesa per la metà di aprile. (24 febbraio 2010)

TAV IN VALLE DI SUSA: POLITICA DI BANCAROTTA E SANGUE

da AGORA VOX
La notte del 17 febbraio scorso la violenza fisica si è nuovamente e pesantemente scatenata in località Coldimosso presso Susa, replicando sostanzialmente gli eventi di Venaus quattro anni fa. Il contesto è sempre quello del durissimo, annoso confronto tra la popolazione della Val di Susa avversa al TAV Torino-Lione (gente che ha scrupolosamente documentato come la “grande opera” sia inutile per l’Italia ancor prima che dannosa per la valle) e lo Stato che, nella quasi totalità delle sue articolazioni locali e centrale, la vuole invece imporre ad ogni costo poiché “non è possibile fermare il progresso e lo sviluppo”.
L’associazione ecologista fiorentina Idra, che da sempre segue attentamente la vicenda TAV piemontese, affine nei contenuti progettuali a quella toscana già vissuta in prima persona, nel porgere la sua solidarietà a tutte le persone rimaste ferite esprime due brevi considerazioni:
· È necessario e urgente acquisire consapevolezza che la TAV italiana nasce non per risolvere problemi infrastrutturali, ma in un preciso contesto di spreco istituzionalizzato della spesa pubblica, secondo un modello che illude di promuovere l’economia, anzi di superare la crisi, investendo in ‘grandi opere’ che accentuano la divaricazione sociale, immobilizzano capitali pubblici spropositati in cambio di posti di lavoro scarsi e di benefìci selettivi, lontani e improbabili, depredano le ultime risorse naturali disponibili e sfigurano il Bel Paese in nome di una concezione del progresso ferma all’Ottocento. Ma gli scricchiolii sinistri provenienti da questo sistema, ormai giunto al capolinea, sono sempre più udibili: dopo la Grecia, non pensiamo passerà molto tempo prima che la prospettiva del crack Argentina-style si manifesti anche in Italia. La TAV non fa altro che avvicinare questo momento. Sarebbe un vero peccato, perché le alternative a questa politica non mancano..: liberare le energie creative presenti nella comunità, oggi compresse dallo Stato dissipatore, dovrebbe essere il primo passo.
· È particolarmente triste constatare come – da sempre – questo tipo di politica metta uno contro l’altro il popolo che è nelle forze nell’ordine contro il resto del popolo. E i lavoratori delle “grandi opere inutili” contro il resto dei lavoratori. Ciascuno rifletta sulle proprie responsabilità.

I MANGANELLI VELOCI

LA NUOVA ITALIA IN COSTRUZIONE...

tratto dal blog di Beppe Grillo
La Nuova Italia è in costruzione. Il Paese del Fare è in azione. E’ un nuovo Rinascimento con la TAV, il Ponte di Messina e le centrali nucleari al posto del Colosseo e della Basilica di San Pietro. Costruzioni che superano il tempo e lo spazio, proprio come le scorie nucleari. Tutte a carico del bilancio dello Stato e quindi delle prossime generazioni. Un padre italiano potrà dire, con orgoglio, al proprio figlio: “Tutta questa merda sarà tua insieme al debito pubblico”. Se è la somma che fa il totale, quanto ci costano le Grandi Opere Inutili? Un calcolo approssimativo ci porta a 4 miliardi cadauno per 5 centrali nucleari, 5 miliardi per il Ponte, 20 per la TAV in Val di Susa. 45 miliardi di euro in tutto, salvo il lievitare dei costi, anche fino a tre volte, a causa della corruzione e del pizzo della criminalità. Tutto sommato un prezzo accettabile per entrare finalmente nella modernità e per tenere in vita la Confindustria, le cooperative rosse e bianche e le mafie.

ELOGIO DI LUCIANO FERRARIO di LUIGI SULLO (CARTA)


tratto da http://www.carta.org/]
Anatomia di un articolo apparso sul Corriere della Sera il 20 febbraio, a proposito del movimento No Tav, di un ordigno ritrovato a Torino e di una fantomatica degenerazione della protesta…
Il Corriere della Sera ha pubblicato sabato scorso, 20 febbraio, un breve commento dedicato al movimento No Tav della Val di Susa. L’articolo compariva nella pagina dei commenti e autore ne era Luciano Ferraro, se ho capito bene giornalista del quotidiano milanese ed ex corrispondente da Venezia [questo si ricava dall’archivio storico del Corriere]. Non so se Ferraro sia mai stato a vedere con i suoi occhi quel che accade nella valle piemontese. Né risulta che se ne sia occupato prima del 20 febbraio [ma potrei sbagliare].
Ho fatto queste piccole ricerche perché il commento, pubblicato all’indomani dell’aggressione di poliziotti che è costata il ricovero in terapia d’urgenza, alle Molinette di Torino, a un ragazzo, redattore della radio Black Out di Torino, e a una donna, commerciante a Susa, è nel suo genere un capolavoro. Da vecchio giornalista sono sinceramente ammirato per la logica stringente, la scelta delle fonti e la concatenazione dei fatti che sorreggono il ragionamento di Ferraro. Ho studiato per anni, causa lavoro, i metodi della propaganda e i trucchi della «disinformazija», e posso assicurare che quelle poche righe meriterebbero di essere studiate nelle scuole di giornalismo, come buon esempio al contrario. E riassumono bene l’atteggiamento dei grandi media nei confronti dei cittadini della Val di Susa. Dunque, mi divertirei a farne l’anatomia, frase per frase.
Accade dunque che un ordigno esplosivo venga ritrovato davanti alla porta di una agenzia immobiliare di Torino, venerdì 19 febbraio, giorno successivo alle botte in Val di Susa. Da qui parte Ferraro. Titolo: «No Tav, c’era una volta il movimento, ora la protesta può degenerare». L’inizio è di quelli solenni: «La storia delle bombe d’Italia, piccole e grandi, è piena di depistaggi, trabocchetti, false piste e false rivendicazioni»: giusto, è così. La bomba «trovata a pochi passi dal Palazzo di giustizia di Torino…», prosegue Ferraro… Un momento, la bomba era sulla porta di un’agenzia immobiliare, e «a pochi passi da lì», se è per questo, ci sono molte altre cose; per dire, la Fabbrica delle E del Gruppo Abele. Ma Ferraro in questo modo fissa un primo anello della catena, senza citare alcuna fonte [che so, la questura], che gli permette il secondo passo: «La tecnica con la quale [la bomba] è stata confezionata fa pensare ai movimenti anarchici». Che mi risulti, bombe confezionate da anarchici, a Torino, ce ne furono trent’anni fa, e mi chiedo di quale tecnica si tratti [chi lo ha detto? Gli investigatori?].
Non importa, la conclusione è inesorabile: «… movimenti anarchici, protagonisti delle proteste contro la Tav». Carta, che di No Tav si occupa da anni, conosce solo un «movimento anarchico» No Tav, collegato alla antica Fai [Federazione anarchica italiana], che tiene un sito internet, fa ogni cosa in modo trasparente ed è comunque una parte molto piccola del movimento. Ferraro però sta alludendo al fatto che il giovane mandato all’ospedale dalla polizia è stato qualificato, dalla questura, come «anarcoinsurrezionalista», definizione buona per tutti gli usi e alquanto inafferrabile, oltre che fasulla: nemmeno la Repubblica, che pure è appassionatamente schierata per la Tav, ha avuto lo stomaco di usare questo epiteto per un ragazzo che lavora ai microfoni di una radio, per definizione pubblica. Diciamo che questo odore di anarco-pazzoidi torna utile, anche se il fumo non permette di trovare arrosti.
Infatti Ferraro ammette che non ci sono state rivendicazioni della bomba. E però, «nell’attesa che gli investigatori diano un nome agli attentatori», aggiunge, «c’è una sola certezza». E qual è? «Il livello dello scontro si sta alzando». Il che è vero. Lo stesso Corriere aveva notato che a comandare i poliziotti c’era, la notte delle botte, quel tale Spartaco Mortola che tra i suoi trofei di caccia può mostrare anche le teste della novantina di persone inermi massacrate nella scuola Diaz, in un luglio di nove anni fa a Genova. Ma fate attenzione alle parole: «il livello dello scontro»: torneranno in conclusione. Stabilito dunque che gli «anarchici» pescano nel torbido, Ferraro spiega in questa luce quale sia lo stato del movimento No Tav: «… ha preso forza cinque anni fa, raccoglieva all’inizio consiglieri comunali, sindaci, associazioni ed ecologisti. Ora – prosegue – le fila si sono assottigliate… è rimasta l’area più agguerrita» [altra parola scelta con cura].
Questo giudizio è smentito da innumerevoli fatti. Le elezioni amministrative in cui le liste civiche No Tav hanno ottenuto, in tredici comuni, mai meno del 30 per cento [salvo un caso]. L’elezione della nuova Comunità montana, in cui i sindaci e consiglieri No Tav si sono alleati con il Pd locale, ottenendo la maggioranza su un programma contro l’Alta velocità. La manifestazione di 40 mila persone [20 mila secondo la polizia] di appena un mese fa. Eccetera. E allora? Il fatto è che Ferraro cita un osservatore autorevole: «Il nuovo schieramento – scrive Ferraro – è stato descritto ieri in una intervista al Corriere da Mario Virano, il presidente dell’Osservatorio tecnico sulla Tav». Appunto. Come affidare il pollaio alla volpe: Virano è l’avversario dei No Tav, e il suo Osservatorio è stato azzerato dall’elezione della nuova Comunità montana, che, a differenza di quella precedente, si rifiuta di partecipare al gioco truccato dell’elaborazione «concertata» di un «nuovo tracciato» dell’Alta velocità. Ma, dice Virano, a contestarlo sono rimasti solo gli «irriducibili e arrabbiati».
Cosa prova che le cose stiano così? «Che qualcosa sia cambiato – spiega il giornalista del Corriere – lo si è capito… quando i neo No Tav hanno iniziato una battaglia con la polizia». Battaglia? «A colpi di pietre, secondo la Questura. A palle di neve, per i manifestanti. Un ragazzo e una donna, assieme a venti poliziotti, sono rimasti feriti». Dunque: se c’entrano gli anarchici, gli irriducibili e gli arrabbiati, la versione dei «neo No Tav» [che non sono più quelli di prima], ossia che loro hanno tirato palle di neve, è evidentemente falsa. E il numero di poliziotti feriti, venti, contro i due dei manifestanti, dimostra quanto violenta fosse l’azione dei No Tav. Peccato che di poliziotti contusi, e non feriti, ce ne fossero solo due [venti lo disse la questura a caldo, poi preferì lasciar perdere], mentre i due cittadini sono finiti nel reparto di terapia d’urgenza.
In ogni modo, Ferraro trova un altro supporto: è il segretario piemontese del Pd Morgando, che ha spiegato come «tra chi è sceso in piazza in questi giorni c’è anche qualche ex di Prima linea», il gruppo terrorista degli anni settanta [e qui torna il «livello dello scontro»]. Conclusione in verità auto-contraddittoria: «La dinamite di ieri, da qualunque parte provenga, indica che azioni e toni ora possono degenerare ancora». Da qualunque parte provenga?
Difficile trovare un tale concentrato, in così poche righe, di scorrettezze professionali. La bomba non c’entra niente, non vi è il minimo indizio che la possa collegare alla protesta contro la Tav. E’ falso che il movimento di cinque anni fa fosse molto più ampio di quello attuale. I giudizi di Virano sono evidentemente di parte. Quella del segretario regionale del Pd è una illazione provocatoria non confortata da alcun dato di fatto. Su cosa sia accaduto nella notte dei cosiddetti scontri ci sono due versioni molto diverse, ma le persone in ospedale, e in quelle condizioni, sono in carne ed ossa. Se mi capitasse di incontrare Ferruccio De Bortoli, direttore del Corriere della Sera, gli chiederei se è questo il giornalismo liberale e autorevole che asserisce di fare con il suo giornale.

martedì 23 febbraio 2010

COMUNICATO STAMPA SULLA PERQUISIZIONE A RADIO BLACKOUT 105.250 fm


Nel pieno della campagna "spegni la censura, accendi blackout!", ad un mese dalla scadenza prevista del contratto d'affitto con cui Chiamparino cerca di mettere a tacere una storica voce libera e indipendente della città, Radio Blackout subisce questa mattina un nuovo attacco censorio e intimidatorio.
Con la scusa di un'operazione di polizia inconsistente, volta a criminalizzare l'Assemblea Antirazzista Torinese, che da mesi organizza appuntamenti pubblici di protesta contro l'orrore dei centri di identificazione ed espulsione, la radio viene di fatto sequestrata per più di 6 ore, impedendoci di andare in onda con il nostro consueto palinsesto di quotidiana contro-informazione. Per più di un'ora è stato anche staccato il segnale radio. Messi sotto sequestro apparecchiature informatiche fondamentali per la quotidiana attività della radio.
La nuova "grande operazione", fatta di 23 perquisizioni, 3 arresti "cautelari" in carcere e altre 3 custodie ai domiciliari è costruita, ancora una volta, su reati di scarsissima rilevanza penale: insulti, reati contro il patrimonio, resistenza e violenza a pubblico ufficiale e una generica associazione a delinquere. Tre dei colpiti da questi provvedimenti sono nostri redattori. A ordire la trama contro i "nemici pubblici", il sostituto Pm Andrea Padalino, già salito agli onori delle cronache per la proposta razzista di rendere obbligatorie le impronte digitali per gli/le immigrati/e.
Radio Blackout non si è mai sottratta dal denunciare pubblicamente con la propria attività informativa le ossessioni xenofobe di questo pubblico ministero. Non ci stupisce che con la dilatata perquisizione mattutina della nostra sede (e con l'operazione tutta) il Pm in odore di carriera cerchi anche una personale vendetta.
L'indagine si sgonfierà presto, il tutto si risolverà ancora una volta in un nulla di fatto. Ma intanto, attraverso la scusa di misure "cautelari", s'imprigionano e zittiscono le voci scomode. Per parte nostra diamo tutta la nostra solidarietà agli arresati e denunciati. Come mezzo di comunicazione libero e indipendente denunciamo la pretestuosità di un attacco che giudichiamo censorio e intimidatorio. Un attacco che, guarda caso, cade in un momento particolare della vita di Radio blackout e della stessa città di Torino. Mentre si preparano le elezioni regionali e l'ostensione della sindone, le contraddizioni che attraversano la città e il territorio circostante restano tutte aperte: crisi, disoccupazione,casse integrazione che volgono al termine, l'opposizione popolare all'Alta Velocità, le ribellioni dentro i Cie, il massacro della scuola pubblica. Si cerca insomma di normalizzare una delle poche voci libere della città.
Ma Radio Blackout non si fa intimidire e rilancia: la data di scadenza sul tappo continuiamo a non vederla... Spegni la censura, accendi Blackout!

23 febbraio 2010
La redazione di Radio Blackout

IRAN E NO TAV. INFORMAZIONE O PROPAGANDA?


tratto da Agora Vox

In questi mesi è stato dato ampio risalto alle violenze compiute dal regime iraniano sui "pacifici" manifestanti della rivoluzione verde. Titoli come "Iran: tensione e scontri, blog: ’Tre ragazzi uccisi’" sono stati riportati dai maggiori quotidiani italiani e notizie su uccisioni, torture e violenze sono state date quotidianamente da molti dei nostri media.
Sfortunatamente queste notiziee rano difficilmente dimostrabili visto che testimoni attendibili, in gran parte dei casi, non erano presenti.
"Secondo notizie diffuse su twitter ma non verificabili", questa è la frase che, nella maggior parte dei casi, capeggiava sui molti articoli apparsi sulle recenti proteste in Iran. Eppure, malgrado la mancanza di prove, tutti si sono scagliati contro il regime iraniano e hanno aspramente criticato la supposta violenza sui manifestanti.
In Italia, invece, le violenze, ampiamente documentate, applicate sui no Tav sono quasi sempre passate in secondo piano... Ed anche se pubblicate sui maggiori quotidiani, i toni usati, sono sempre stati molto "soft": come ad esempio: "Tafferugli in Val Susa ferito gravemente un No Tav". I "tafferugli" hanno coinvolto "solo" qualche centinaio di persone e provocato diversi feriti fra i quali uno grave. Questi "tafferugli" stanno ormai diventando piuttosto comuni e coinvolgono in prevalenza persone normali e non vandali o delinquenti incalliti. Eppure non fanno notizia.
Sono forse meno importanti delle supposte violenze verso quelli che vengono definiti "inermi" manifestanti iraniani ma che forse tanto inermi non sono visti i danni ed i feriti causati anche da quest’ultimi. I veri manifestanti inermi, le persone che dovrebbero aver voce sui nostri media vengono accuratamente "nascosti" in seconda pagina da molti quotidiani.
Paura che qualcuno noti analogie fra le violenze del regime iraniano e queste violenze? Chissà... L’importante, comunque, è che, per ora, la rete sta fornendo voce anche ai no Tav e fino a che censura non colpirà anche questo importante mezzo di comunicazioni non si potrà nascondere nulla. Sfortunatamente, il mezzo di informazione preferito dagli italiani, rimane la TV, mezzo che in molti casi non si è dimostrato oggettivo ed è quotidianamente sottoposto a pressioni da parte di tanti, troppi, personaggi importanti. Forse le cose cambierebbero se la gente fosse più attiva in ambito sociale e politico.
 Purtroppo l’italiano medio continua a preferire altre attività sicuramente meno impegnative e si vive prevalentemente di sport e reality. Ma arriveremo presto a fare i conti con il nostro menefreghismo.
 Visto l’andamento della nostra nazione (disoccupazione,economia, ecc.) il conto ci verrà presentato presto, molto presto.

OPERAZIONE PUGNO NELLO STOMACO

Bussoleno - 23.02.2010
Ieri si è svolto il mercato settimanale di Bussoleno dove, da tempo, lavora anche Marinella, la nostra compagna ferita dalle forze dell'ordine nella carica selvaggia delle notte di Coldimosso. Si è pensato così che un modo tangibile di stare vicino a lei e alla sua famiglia potesse essere quello di mantenere non assegnato il loro posto di ambulanti al mercato del lunedì mattina. E stato installato nello spiazzo a loro riservato il classico banchetto NO TAV e sono stati esposti gli striscioni con "Marinella una di noi!!!" e "Simone uno di noi!!!". Sul banchetto il manifesto di solidarietà del Comune di Villarfocchiardo ed anche il manifesto con le foto di Marinella che, alcuni attivisti parallelamente portavano tra i banchi dei colleghi. Notevole è stato il disappunto dei colleghi e della gente alla vista di quelle immagini, alcuni stupiti della brutalità, altri indignitati per un così feroce attacco ad una persona buona e mite. Gli attivisti raccoglievano anche le firme dei colleghi che davano così la propria solidarietà a Marinella. Praticamente tutto il mercato ha voluto così stringersi a Marinella e di riflesso anche a Simone che ha condiviso con lei la stessa brutalità. L'impressione è stata che un grosso pugno nello stomaco ieri abbia colpito la gente ed i colleghi che ancora non avevano visto il volto tumefatto di Marinella. Ieri sera poi, le firme raccolte sono state portate a brevi mani a Marinella che nel frattempo è stata dimessa dall'ospedale e trasferita a casa, le sue condizioni sono buone anche se segni della vilenza subita sono tuttora evidenti. Marinella e Paolo, contenti dell'iniziativa, hanno comunque ribadito che in Valle di Susa, ne la violenza brutale, ne gli inciuci bipartisan di politici da strapazzo potranno in alcun modo piegare la resistenza attiva di migliaia di cittadini. 
A sarà dura, ma per loro!!!

lunedì 22 febbraio 2010

CONTINUANO I SONGAGGI!!!

Tav: Prefetto Torino, no a interruzione sondaggi in Valsusa durante elezioni
Torino, 22 feb. – (Adnkronos) – Nessuna sospensione dei sondaggi propedeutici alla realizzazione della Torino-Lione durante la campagna elettorale. E’ quanto e’ emerso dall’incontro tra il Prefetto di Torino, Paolo Padoin, e il presidente della Comunita’ montana Valle Susa e Val Sangone, Sandro Plano, che nei giorni scorsi aveva richiesto un incontro per esprimere la preoccupazione degli amministratori in tema di ordine pubblico e chiedere l’interruzione dei sondaggi in Valle. Prendendo atto delle richieste degli amministratori, il prefetto ha informato il presidente Plano che fin dall’inizio era gia’ stata prevista la contemporaneita’ delle operazioni di sondaggio con le elezioni regionali e l’Ostensione della Sindone (in programma dal 10 aprile al 23 maggio, ndr) e che pertanto gli interventi sono stati programmati tenendo conto dei due eventi. Il prefetto, pertanto, ha ribadito l’impossibilita’ di interrompere i sondaggi sottolineando che ”non e’ ammissibile che tali interventi siano condizionati dall’attivita’ di gruppi di protesta organizzati o dalla presenza attiva di esponenti di centri sociali”.

Collectif des Associations pour la Défense de l'Environnement (CADE)

Comunicato stampa: la solidarietà con il movimento NO TAV delle valli di Susa e Sangone (Italia)  nella loro lotta pacifica  contro la costruzione di un TGV
21 febbraio 2010
Grazie ad informazioni che riceviamo via internet, abbiamo appreso con stupore che violenti scontri si sono verificati il 17 febbraio 2010 tra manifestanti del movimento italiano NO TAV contrario alla costruzione di una ferrovia ad alta velocità (TAV) e la polizia italiana. Una donna e un ragazzo sono stati gravemente feriti e trasportati in ospedale a Torino. Secondo queste testimonianze si è trattato di  un vero e proprio pestaggio da parte della polizia ai danni di due persone cadute per terra a causa del terreno scivoloso e in pendenza.
Il Movimento NO TAV, co-firmatario della Carta di Hendaye, è un movimento che costruisce la sua lotta su  azioni di opposizione non violenta.
La violenza non può essere la risposta ad una mobilitazione popolare in un paese democratico. Essa indica che la forte opposizione espressa dai 21 anni di lotta democratica da parte delle popolazioni non viene presa in considerazione.
La contestazione del progetto ferroviario ad alta velocità Torino-Lione, in parte finanziato dall'Unione Europea, è molto importante nelle valli di Susa e Sangone, e l'ultima manifestazione del 23 gennaio 2010 ha radunato 40.000 persone a Susa. Le azioni di opposizione contro i sondaggi geognostici in corso sono quotidiane.
Vogliamo attirare l'attenzione della stampa francese e internazionale sulle distorsioni dei commenti da parte della stampa italiana la quale presenta gli oppositori al TAV in Italia come una "minoranza violenta": ciò distorce completamente il dibattito e porta alla situazione che è oggi vissuta in Val di Susa, divenuta ormai una zona militarizzata per frenare l’importante movimento di opposizione.
Noi crediamo che la stampa abbia un ruolo da svolgere: deve cioè creare una vera relazione tra le opposizioni, e contribuire in tal modo ad una vera democrazia. Ci auguriamo che la stampa internazionale visiti la Valle di Susa, al fine di rendersi conto della situazione.

Communiqué de presse : solidarité avec le mouvement NO TAV des Vallées de Suse et Sangone (Italie) dans leur lutte pacifique contre la construction d’une LGV
Le 21 février 2010
Grâce à des témoignages qui arrivent par internet, nous avons appris avec stupéfaction que des heurts très violents, se sont produits le 17 février 2010 entre des manifestants du mouvement italien NO TAV,  s’opposant à la construction d’une ligne ferroviaire à grande vitesse (LGV), et la police italienne. Une dame et un jeune garçon ont été grièvement blessés et transportés à l’hôpital de Turin. D’après ces témoignages, il s’agit d’un véritable « passage à tabac » par la police de deux personnes tombées par terre à cause du terrain en pente et très glissant.
Le mouvement NO TAV, co-signataire de la Charte d’Hendaye, est un mouvement qui appelle à des actions d’opposition non violentes.
La violence ne peut pas être la réponse donnée à une mobilisation populaire dans un pays démocratique. Elle est le signe que l’opposition très forte exprimée en 21 ans  de lutte démocratique par la population n’est pas prise en compte.
La contestation du projet ferroviaire à grande vitesse Lyon-Turin, en partie financé par l’Union Européenne, est très importante dans les vallées de Suse et de Sangone, et la dernière manifestation du 23 janvier 2010 a rassemblé 40 000 personnes à Suse. Les actions d’opposition contre les forages en cours sont quotidiennes.
Nous voulons attirer l’attention de la presse française et internationale sur les dérives des commentaires de la presse italienne, qui présente les opposants en Italie comme une « minorité violente », ce qui fausse totalement le débat et ce qui amène à la situation que connaît aujourd’hui la Vallée de Suse, devenue une zone militarisée pour freiner les importants mouvements de protestation.
Nous pensons que la presse a un rôle fondamental à jouer, en permettant un réel relais des oppositions, et en participant ainsi à une véritable démocratie. Nous espérons que la presse internationale va aller en Vallée de Suse pour pouvoir rendre compte de la situation.

domenica 21 febbraio 2010

ODG DELL'ASSEMBLEA NO TAV DI BUSSOLENO

Odg dell’assemblea NO TAV di Bussoleno
LA VALLE RESISTE CON PACIFICA DETERMINAZIONE

I cittadini riuniti in assemblea al polivalente di Bussoleno il 19 febbraio 2010

  1. esprimono piena e fraterna solidarietà a Marinella e Simone, massacrati dalle forze di polizia nel corso di una pacifica protesta contro la campagna di militarizzazione e trivellazione del nostro territorio;
  2. chiedono l’apertura immediata di una inchiesta che porti all’allontanamento dalle forze di polizia di quei militari che si sono macchiati di questa vile aggressione nei confronti di cittadini inermi, donne e giovani unicamente responsabili di difendere la Valle dalla devastazione del TAV;
  3. si attivano fin da ora a raccogliere documentazione fotografica e testimonianze per far conoscere a tutti il quadro preciso della barbara aggressione subita;
  4. chiedono che si proceda subito a promuovere la legge di iniziativa popolare che consente l’identificazione di ogni componente delle forze di polizia in servizio, la responsabilità della catena di comando, l’obbligo di collaborare con i magistrati, la non prescrizione per reati commessi da agenti di polizia durante il servizio.
  5. ribadiscono la necessità di interrompere immediatamente la farsa dei sondaggi, che è anche una palese truffa ai danni della nazione e dell’Europa;
  6. ricordano che la volontà popolare inequivocabile, contro qualsiasi tracciato di nuova linea ferroviaria, si è già manifestata con la petizione popolare di 32 mila firme, raccolte in soli due mesi, e consegnate al Parlamento europeo di Strasburgo il 25 settembre 2007; la stessa volontà popolare è stata ulteriormente rafforzata e confermata dalla manifestazione dei 40 mila del 23 gennaio 2010 a Susa;

Le provocazioni mediatiche che da mesi cercano di falsificare i termini della lotta contro il TAV presentandoci come minoranza violenta soltanto perché affermiamo con forza il NO al TAV e alla mafia, hanno preparato il terreno agli incendi dolosi che hanno distrutto i presidi di Borgone e Bruzolo, sedi aperte e naturali di socialità e democrazia dal basso.
Richiamiamo alla memoria dei più vecchi e all’attenzione dei cittadini più giovani, che la storia del nostro paese, e la Valle in particolare, ha già conosciuto inquietanti analoghi episodi; perché il fascismo arrivò al potere proprio attraverso la distruzione fisica dei luoghi di aggregazione e maturazione sociale, le case del popolo e le cooperative!

L’attacco fisico violento da parte delle forze di polizia contro i cittadini che si oppongono alla devastazione della loro Valle, le intimidazioni mafiose che sono culminate nella distruzione dei presidi del popolo NO TAV, vere case della democrazia, devono essere conosciuti anche fuori della Valle, a Torino, in tutta Italia, in Europa!

I Valsusini, e con loro la parte pulita del paese, sanno che il TAV, oltre che essere inutilela Torino-Lione c’è già e lavora al 30% delle sue possibilità - e devastante, specie in una zona a grande fragilità idrogeologica e già pesantemente infrastrutturata non porta lavoro.
I Valsusini sanno che i lavori utili sono altri: manutenzione e salvaguardia del territorio, miglioramento del materiale rotabile e del servizio ferroviario per i pendolari, investimenti nelle energie rinnovabili e nella salvaguardia e valorizzazione del patrimonio naturale, storico e turistico della Valle, senza sprechi e corruzione, come confermano i debiti e la devastazione che le recenti olimpiadi ci hanno lasciato.

La difesa della Valle di Susa coincide con la difesa della democrazia.
La Valle di Susa resiste, con pacifica determinazione.

sabato 20 febbraio 2010

QUANTI FAVOREVOLI?

 

FIACCOLATA IN SOLIDARIETA' AI FERITI DALLE CARICHE DELLO STATO

Bussoleno 18.02.2010 - Parte leggermente in ritardo rispetto al programma la Fiaccolata in solidarietà a Simone e Marinella, i due feriti gravi della bassa macelleria valsusina. E' presto, molti stanno ancora arrivando di ritorno dal lavoro ma il parcheggio della piazza del mercato è già saturo. Numerossissimi i fotografi e i giornalisti. Campeggiano in prima file gli striscioni per Simone e Marinella, due di noi!!! E' la gente No Tav a scendere in piazza dunque i numeri cominciano a crescere nonostante il solito faziosissimo TG3 parli in apertura di servizio alle 19,30 di alcune centinaia di partecipanti, probabilmente non conoscono la matematica.
Il corteo scende lungo il ponte Cambursano per proseguire in via Traforo e poi sulla statale 25 sino a ponte Ignazio Micellone che sfocia sulla statale 24, proprio in corrispondenza della GEO.MONT, la ditta incaricate del sondaggio di Coldimosso. Lì fanno bella mostra tutta la gamma di trivelle e trivelline compresi i trapani elettrici. Tutte ben allineate, dalla più alta alla più piccola, dritte e schierate come le forze dell'ordine con cui hanno collaborato fino a due giorni fa. Già, nonostante questo, non è proprio successo nulla, ne cori, ne insulti, ne orina, tantomeno le agognate sassaiole di cui abusano i giornali. GEO.MONT è scivolata nella più totale indifferenza che merita. Il popolo No Tav è questo, sa quando urlare il suo disprezzo e sa parimenti che, ignorare qualcosa o qualcuno, vale assolutamente lo stesso disprezzo. Il corteo è poi proseguito lungo la statale 24 per fare ritorno in piazza dove le luci del salone Polivalente di Bussoleno accoglievano i partecipanti all'assemblea dibattito "Mafia e Strategia della tensione in Valle di Susa" a cui partecipavano Ivan Cicconi, il giornalista Massimo Calandri e l'avvocato Claudio Novaro.
Anche stavolta chi pensava di chiudere in un angolo il popolo No Tav ha dovuto mettersi il cuore in pace. La Valle reagisce alle intimidazioni, alle botte, alla distorsione dell'informazione e all'innalzamento del livello di tensione scendendo in piazza e partecipando. Questo avviene perchè, come scritto su un cartello al presidio bruciato di Bruzolo...
...noi non molleremo mai!!!


venerdì 19 febbraio 2010

COMUNICATO STAMPA COORDINAMENTO LISTE CIVICHE

COMUNICATO STAMPA SONDAGGI  - Fatti del 17/2/2010 
In queste settimane, in Valle di Susa e in Torino e cintura, sono stati effettuati alcuni sondaggi previsti dal piano licenziato dall’osservatorio sulla Torino – Lione. Tale approvazione è avvenuta  senza il coinvolgimento diretto delle amministrazioni locali della valle di Susa  e senza tener conto che molte amministrazioni avevano fatto rilevare che i sondaggi, prima della progettazione preliminare, erano  perlomeno inopportuni e rischiavano di divenire fonte di conflitto sociale. 
In Prefettura, nel corso di riunioni con gli amministratori pubblici, così come sugli organi di comunicazione, è stato affermato che le operazioni relative ai sondaggi sarebbero avvenute nella massima trasparenza, con preavviso ai sindaci ed alla luce del sole. 
Ciò non è  avvenuto ed il posizionamento delle trivelle, peraltro unicamente in siti autostradali o ferroviari già indagati geognosticamente, è sempre avvenuto nel corso della notte e con l’impiego di centinaia di agenti delle forze dell’ordine. 
Questo modo di procedere ha portato a proteste e manifestazioni pacifiche dei cittadini sfociate, tra l’altro, in una marcia di circa 40.000 persone che ancora una volta ha evidenziato come sia una percentuale  assolutamente significativa della cittadinanza della Val di Susa ad esprimere, ormai  da più di quindici anni ed  in modo popolare e non violento, il proprio dissenso a veder sacrificato il proprio territorio ad un'opera che dimostra in modo sempre più evidente la propria inadeguatezza a risolvere i problemi, sociali, dell'occupazione, di sviluppo, nonché di trasporto visualizzati dalla nostra società, in piena crisi occupazionale ed economica. 
Tale dissenso non cambierà nei prossimi mesi solo perché l'Osservatorio ha unilateralmente presentato al Governo e all'Unione Europea le proprie proposte di tracciato, non rispondendo ad alcuna delle critiche di non sostenibilità economica e mantenendo di fatto inalterate tutte le gravi criticità ambientali per la Val di Susa. 
Inoltre, ad ogni posizionamento di trivella è corrisposta un’azione popolare e spontanea, con il sorgere di presidi nei siti di sondaggio e con manifestazioni di contrarietà ai lavori condotte in modo non violento, seppur vistosamente rumoroso. Tutto ciò è stato ignorato, sottovalutando il rischio di un aumento della tensione sociale.  
La notte scorsa, con il posizionamento di una trivella  al di sotto di un viadotto di una strada provinciale, nelle vicinanze dell’autostrada, si sono verificate delle cariche della polizia che hanno comportato il ferimento in modo molto grave di due manifestanti mentre diverse altre persone sono rimaste ferite in modo lieve.  
Se si pensa che attaccare i singoli cittadini sia la strada giusta da intraprendere per far partire  questa 'grande opera'  ci si sbaglia di molto, poiché in tal modo il conflitto sociale invece di risolversi si aggraverà. 
Tanto si è  sbagliato nell'Osservatorio con le Amministrazioni Locali, attribuendo loro accordi ed  approvazioni ufficiali mai avvenute, tanto si sbaglia a reprimere con la forza verso i singoli cittadini una lotta popolare, consapevole, ormai quasi 'storica'.  
Come amministratori esprimiamo la nostra solidarietà alle persone rimaste ferite, augurando loro una pronta e completa guarigione. Condanniamo inoltre con forza ogni forma di violenza da qualunque parte essa arrivi; oggi in particolare condanniamo quella esercitata in modo ingiustificato da chi la violenza dovrebbe prevenirla. Questo è quanto è accaduto mercoledì sera, quando l’azione delle forze dell’ordine è degenerata in una caccia all’uomo, con il ferimento di diverse persone colpite ripetutamente nel momento in cui si trovavano in terra ed impossibilitate anche solo a proteggersi le parti vitali.  
Alla luce di tutto questo chiediamo pertanto che i sondaggi vengano immediatamente sospesi e  che si ridia forza alla ragione, alla discussione, a quella  trasparenza e correttezza  tanto sventolata e mai applicata. Richiediamo a tutte le parti in causa il rispetto della legalità. Richiediamo sempre di più, come Amministratori e cittadini di un intero territorio, che si aprano davvero reali tavoli di discussione con le diverse parti che rappresentano lo Stato affinché si possano affrontare i contenuti dei problemi e pervenire, chissà, insieme ad una soluzione. 

Bussoleno  (TO), 18 febbraio 2010 
Coordinamento delle Liste Civiche della Valle di Susa e della Val Sangone

SOLIDARIETA' PER SIMONE E MARINELLA

Il presidio di Borgone organizza una raccolta fondi per i due amici NO TAV, Simone e Marinella, brutalmente picchiati dalle forze dell'ordine in 17.02.2010 a Coldimosso.

Le offerte saranno raccolte tutti i giorni dalle 15 alle 17 e alla sera dalle 21.30 alle 22.30 (esclusa la domenica) presso il presidio di Borgone.

FIACCOLATA

COLPEVOLI DI NON ARRENDERCI

Ieri sera si è definitivamente raffigurato il vero volto di come si vorrebbe realizzare il tav qui in Valle di Susa. Non servono molte parole per descriverlo basta vedere le immagini che stiamo facendo circolare in queste ore, parlano da sole. Basta chiederlo ai feriti quando usciranno dall'ospedale; basta chiederlo a chi c'era e a chi ieri sera si è riversato a Bussoleno per bloccare il rientro della trivella e delle forze dell'ordine. Chiedetelo a tutti a quanti e poi se avete il pelo sullo stomaco leggetelo sui giornali.
A Coldimosso ieri sera, da parte nostra, non è successo nulla di più che in tutte le altre mobilitazioni che abbiamo fatto da quando è iniziata la campagna sondaggistica di Virano&C. Nulla di più nulla di meno: corteo dal presidio di Susa-Autoporto, dribbling al blocco delle forze dell'ordine e avvicinamento alla trivella. Lì come sempre si è consumato il confronto con le centinaia di agenti presenti, che ha visto anche il lancio di alcune palle di neve da distanza considerevole. Due cariche perché la neve non va bene, e poi una definitiva e punitiva per "giustiziare" chi non lascia che i lavori proseguano indisturbati.
Il risultato due feriti gravi e altri lievi, facendoci temere il peggio fino a questa mattina.
Da qui il resto lo potete leggere sui giornali dove non si aspetta altro che criminalizzare il movimento, dividerlo in buoni e cattivi ed esaminare il pedigree di ognuno. Ieri sera, come tutte le altre volte, eravamo e siamo tutti No Tav, e al movimento tutti fanno riferimento e ad esso si attengono, il resto sono solo mosse subdole che solo indegni politicanti come Esposito o altri possono fare.
La sassaiola fitta di cui parlano le forze dell'"ordine" ha prodotto due feriti lievi che dimostra che sassaiola e fitta sono termini e aggettivi che lasciano il tempo che trovano.
Comunque non è questo che mi preme sottolineare, lo faranno altri e come dicevo lo faranno le immagini e i racconti che ognuno farà.
La verità è che sono settimane che ci martellano con articoli denigratori e dichiarazioni soddisfatte di Virano e del Prefetto, che alcune volte hanno parlato anche di beffa nei nostri confronti e operazioni ben riuscite. Ma in realtà proprio questa strategia ha dato come risultato quello di ieri sera: blitz notturni, un territorio militarizzato, una campagna stampa orchestrata ad arte, dove può portare? Può solo portare, alle forze dell'ordine non a noi, a perdere il controllo, a voler farla pagare a quelli che ti fanno sentire il peso dell'ingiustizia che stai commettendo. Solo a questo può portare, ad altro no perché il movimento no tav è lontano dalle famose "spirali di violenza", ha una responsabilità ed un buon senso oltre i limiti, e sebbene in situazioni di tensione estreme, ha sempre mantenuto i nervi saldi e ha messo in campo iniziative sempre puntuali quanto sensate, tutte però basate sulla lotta non sul lamento. Anche ieri sera, bloccando l'autostrada e le statali, a stretto contatto con le stesse forze dell'ordine che prima difendevano la trivella, ha fatto quello che voleva fare, cioè bloccare la trivella e non tollerare ulteriormente le sfilate di chi occupa la valle pestando chi vi si oppone.
Certo è che se Virano e la sua cricca vogliono cantar vittoria per quattro buchi fatti e centinaia di poliziotti utilizzati, facciano pure( se ci fosse un informazione "libera" sarebbe smentiti in fretta), ma sappiano che la responsabilità è tutta loro, compresa quella dei feriti di ieri, solo loro e basta.
Noi siamo colpevoli, lo devo ammettere, però colpevoli di non arrenderci, di non stare in isole felici a guardarli trivellare, colpevoli decisamente di credere che li fermeremo, e adoperandoci per farlo, con la lotta.

Lele Rizzo