Sono le 4 e 40 quando quella specie di dormiveglia vigile che ci
siamo concessi per un paio d'ore viene spazzato via dai botti dei fuochi
d'artificio che danno l'annuncio: arrivano!
finchè non lo vivi
non riesci a capire cosa vuol dire essere svegliato nel cuore della
notte, doverti preparare in fretta e furia per fronteggiare un attacco
imminente.
arriviamo di corsa nel piazzale dove tutti si stanno
organizzando per fronteggiare l'attacco annunciato. decidiamo di
scendere alla barricata della centrale elettrica, ma dopo quasi un'ora
di attesa decidiamo di risalire, anche perchè continuano ad arrivare
voci di tentativi di sfondamento della polizia sul fronte
dell'autostrada. Arriviamo appena in tempo per vedere Turi,
storico esponente della nonviolenza, scavalcare il guardrail ed essere
arrestato dai poliziotti. verrà rilasciato a fine mattinata. Dopo alcuni minuti di stallo, arrivano le ruspe e viene richiesta la presenza di quanta più gente possibile sulla barricata. Arriviamo
a dare il cambio ai compagni che da quasi 2 ore stanno attaccati alle
reti, mentre le ruspe, munite di pinze trancialamiere iniziano a
devastare il guardrail. è uno spettacolo penoso vedere le forze
dell'ordine distruggere un'autostrada per accerchiare poche centinaia di
manifestanti, mentre i vigili del fuoco (!!!) usano gli idranti per
fare da scudo alle ruspe. I compagni sul versante della montagna
lanciano bucce di verdura, olio e vernice per rallentare il lavoro della
ruspa, mentre altri scaricano gli estinori creando un effetto fumogeno. Finito
di distruggere il guardrail e le protezioni antirumore, la ruspa prova a
divellere la barricata, ma noi non scendiamo e loro non possono
rischiare un incidente con la pinza taglialamiere. Iniziano quindi a lanciare lacrimogeni. rimaniamo
subito intossicati, e vi racconto questo aneddoto per farvi capire
quale pericoloso facinoroso sono: mentre i poliziotti lanciavano i
lacrimogeni e i compagni muniti di guanti provavano a restituirli al
mittente, mi si avvicina una ragazza con mezzo limone, me lo da e scappa
via subito. guardo il limone, ho gli occhi che lacrimano, non riesco a
respirare, vomito bile e catarro.. allora mi avvicino a un compagno
anche lui munito di limone e gli chiedo: che cosa ci devoi fare con
questo??? lui mi guarda come se fossi uno dei muppet e mi dice: ma
cazzo, devi mangiarlo!!! io guardo il mio limone, sono evidenti i segni
di altri morsi, ma sento i colpi di altri lacrimogeni che arrivano...
chiudo gli occhi, e mordo il limone.
torniamo alla cronaca. cessa
il lancio di lacrimogeni e arrivano gli idranti. ormai saremo forse una
cinquantina di persone rimaste a presidiare la barricata. gli idranti
non hanno molto effetto, anzi ci aiutano a riprenderci dai lacrimogeni.
e
qui comincia l'incredibile. chiudono gli idranti, noi riprendiamo
posizione sulla barricata, e i poliziotti iniziano a sparare i
lacrimogeni con i fucili (o come diavolo si chiamano). i primi con una
parabola alta, per isolare quelli davanti da quelli dietro, poi
abbassano la mira e sparano altezza uomo, mirando alla testa. un
compagno viene colpito sul casco, io ho appena il tempo di girarmi per
gridare di non sparare ad altezza uomo e vengo colpito al braccio
sinistro. devo dire che fa male, ma è sopportabile. in testa però forse
ti ammazza. Il lancio di lacrimogeni è fittissimo, lo fanno per
disperderci, ma anche per creare una cortina di fumo fra loro e noi. e
da questa cortina sputa la pinza della ruspa che sfonda la barricata.
l'operatore sulla ruspa non poteva assolutamente vedere se sulla
barricata c'era qualche manifestante. ha sfodato la barricata alla
cieca, senza sapere se noi ci fossimo dispersi o meno. ma in un gruppo di circa dieci persone eravamo ancora li e solo il caso ha evitato che venissimo travolti. dissipatosi il fumo la ruspa apre decisamente un varco nella barricata. A questo punto siamo solo cinque o sei manifestanti. i poliziotti
avanzano a testuggine. io, che ho il viso scoperto e sono senza alcun
tipo di protezione, alzo le mani e inizio a ritirarmi. ripeto gridando
"arretriamo lentamente, arretriamo lentamente" non avrò il tempo di
dirlo una terza volta: un poliziotto fa uno scatto in avanti e mi da due
manganellate. schivo la prima, ma la seconda mi colpisce in pieno viso,
sul naso. inizia a colare tantissimo sangue, riesco a non cadere e a
girarmi. scappo, corro verso le barricate, che ora sono un ostacolo alla
nostra ritirata. scavalchiamo e corriamo verso l'infermeria, dove Ugo
mi medica come può. lascio il posto agli altri feriti e andiamo verso i
bagni dell'azienda agricola. abbiamo appena il tempo di entrare che
arriva la carica, ci sono lacrimogeni dappertutto, li tirano anche
dentro il bagno. scappiamo verso l'infermeria, sperando che la
risparmino. niente. arrivano i lacrimogeni anche sull'infermeria, la
evacuiamo di corsa appena prima della carica. Ormai è un'inutile
massacro, ci hanno disperso, hanno il controllo del presidio, ma
continuando a caricare e a sparare lacrimogeni nelle roulotte, nelle
cucine, sulle tende. Scappiamo dove non possono raggiungerci, sui
sentieri di montagna verso Ramat, dove arriveremo almeno un'ora e mezza
dopo, e dove ci aspettano le auto per fare spola verso la bassa valle e
un'ambulanza (solo una!) che medica i primi feriti.
Ivo Ghignoli