lunedì 31 maggio 2010

L'ennesima macelleria!!!

Quanti sono i morti della freedom Flottilla?

Nella notte commandos israeliani hanno assaltato alcune navi della freedom flottilla partita qualche giorno fa dalle coste cipriote in direzione di Gaza. La loro colpa: tentare di rompere l’assedio che da anni costringe la popolazione della Striscia alla fame e ad un continuo ricatto politico.
Non si sa ancora con esattezza quanto siano i morti: più di 16 a seconda delle fonti. Israele impedisce di conoscere il numero esetto di morti e feriti seguiti all’uso di armi da fuoco da parte dei suoi commandos-killer. Le navi sono ora dirottate sul porto israeliano di Haifa.
L'aggressione è avvenuta in acque internazionali, pertanto si tratta a tutti gli effetti di pirateria. È degno di nota il fatto che i partecipanti sono persone assolutamente pacifiche, disarmate, il cui unico scopo è quello di portare gli aiuti alla popolazione di Gaza.

Il Comunicato degli attivisti sulla Freedom Flotilla 

Nel cuore della notte, commandos israeliani hanno abbordato la nave passeggeri Turca "Mavi Marmara" sparandole contro. Il filmato in diretta streaming dall'imbarcazione mostra che 2 persone sono state uccise e 31 ferite. Al Jazeera ha appena confermato questi numeri. Israele ha dichiarato che sta entrando in possesso delle imbarcazioni. Lo streaming video mostra i soldati Israeliani che sparano a civili, e il nostro ultimo messaggio spot diceva: ‘Aiutateci, siamo stati abbordati dagli Israelian'. La coalizione formata dal Free Gaza Movement (Fg), European Campaign to End the Siege of Gaza (Ecesg), Insani Yardim Vakfi (Ihh), Perdana Global Peace Organisation , Ship to Gaza Greece, Ship to Gaza Sweden, e International Committee to Lift the Siege on Gaza lancia un appello alla comunità internazionale per chiedere a Israele di fermare questo brutale attacco contro civili che stavano tentando di portare aiuti di vitale importanza ai palestinesi imprigionati a Gaza e di consentire alle navi di continuare il loro cammino. L'attacco è avvenuto in acque internazionali, a 75 miglia al largo della costa di Israele, in violazione del diritto internazionale.


Cos'è la Freedom Flottilla?

Si tratta di sette navi con a bordo circa 700 attivisti, tra cui diversi italiani e una cinquantina di parlamentari europei e turchi, per portare oltre 10.000 tonnellate di aiuti umanitari e materiali per la ricostruzione alla popolazione di Gaza, da tre anni sotto embargo.

Non possiamoo restare in silenzio di fronte a tanta impunita macelleria!

PRESIDIO-CONCENTRAMENTO h 16.30 PALAZZO NUOVO


Israele assalta Freedom Flotilla in acque internazionali! Almeno 16 morti, decine i feriti



Non bastano le parole per commentare l'ennesimo attacco infame d'Israele. Un massacro ingiustificabile, una prova di forza folle, anche dal punto di vista d'Israele (...). La riproposizione della violenza e della morte contro ogni movenza palestinese, contro ogni azione di solidarietà reale che agita le contraddizioni e le sembianze dello Stato sionista. Dopo il sangue del convoglio Free Gaza, oggi quello della Freedom Flotilla.

Un attacco furioso consumato, da quanto rimbalzato a più voci, da quanto riferito da Al Jazeera e dai media mediorientali, in acque internazionali: mai, nelle passate missioni navali pacifiste, era stato possibile per i pacifisti entrare nelle acque territoriali di Gaza (controllate dalla marina israeliana, che li aveva sempre bloccati prima), Israele ci ha tenuto a non creare un precedente, al costo di morti e feriti. Israele conferma i dati essenziali, inventa balle sulle dinamiche e i perchè. I pacifisti della Freedom Flotilla avrebbero, prima, opposto resistenza fisica al raid militare della marina, poi la versione sarebbe cambiata con l'aggiunta dell'esplosione di colpi da fuoco come origine dell'assalto... Ma che imparino almeno la dignità del silenzio piuttosto di queste castronerie! Le navi della Freedom Flotilla portavano più di 700 passeggeri di 40 nazionalità diverse e volevano consegnare 10mila tonnellate di aiuti umanitari, tra cui cemento, medicine, generi alimentari, e altri beni fondamentali per la popolazione di Gaza. A bordo anche case prefabbricate, 500 sedie a rotelle elettriche e 5 parlamentari (di Irlanda, Italia, Svezia, Norvegia e Bulgaria) oltre a esponenti di ong, associazioni e semplici cittadini. L'obiettivo della spedizione era rompere l'assedio disumano vigente a Gaza.

Hamas ha rivolto un appello perchè siano le ambasciate israeliane di tutto il mondo il teatro della protesta e della rabbia contro la violenza sionista, per domani, ha comunicato il premier Ismail Haniyeh, è stato indetto uno sciopero generale nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania. Abu Mazen condanna e indice 3 giorni di lutto... Mentre diversi Stati stanno convocando gli ambasciatori israeliani nei palazzi dei governi, altri (più discretamente) stanno chiedendo ad Israele di dare spiegazioni sull'accaduto. La Turchia è la più attiva, conformemente al ruolo che si sta costruendo nello scacchiere geopolitico del Medio Oriente.


Forti tensioni si registrano in Turchia, ad Istanbul, sotto l'ambasciata israeliana, così come ad Amman, in Giordania, dove i manifestanti pretendono che si chiuda la sede diplomatica sionista...

vedi anche:

Il video dell'assalto dalle immagine del quotidiano turco Hurriyet:




Dalla Freedom Flottilla, così InfoPal, riporta dell'attacco sionista subito in mare:
Israele attacca la Freedom Flotilla: almeno dieci morti e vari feriti tra i partecipanti

[Acque internazionali, al largo della Striscia di Gaza - Infopal] All'alba di quest'oggi, 31 maggio, Israele ha aggredito con navi da guerra della Marina militare appoggiata da elicotteri la Freedom Flotilla, che trasporta tonnellate di aiuti per la popolazione della Striscia di Gaza, sotto embargo da circa quattro anni. Vi sono almeno dieci morti (ma probabilmente di più) e vari feriti sulla nave turca della Flotilla. L'aggressione - che è ancora in corso - è avvenuta in acque internazionali, pertanto si tratta a tutti gli effetti di pirateria. È degno di nota il fatto che i partecipanti sono persone assolutamente pacifiche, disarmate, il cui unico scopo è quello di portare gli aiuti alla popolazione di Gaza.


Il Comunicato degli attivisti sulla Freedom Flotilla

Nel cuore della notte, commandos israeliani hanno abbordato la nave passeggeri Turca "Mavi Marmara" sparandole contro. Il filmato in diretta streaming dall'imbarcazione mostra che 2 persone sono state uccise e 31 ferite. Al Jazeera ha appena confermato questi numeri. Israele ha dichiarato che sta entrando in possesso delle imbarcazioni. Lo streaming video mostra i soldati Israeliani che sparano a civili, e il nostro ultimo messaggio spot diceva: ‘Aiutateci, siamo stati abbordati dagli Israelian'. La coalizione formata dal Free Gaza Movement (Fg), European Campaign to End the Siege of Gaza (Ecesg), Insani Yardim Vakfi (Ihh), Perdana Global Peace Organisation , Ship to Gaza Greece, Ship to Gaza Sweden, e International Committee to Lift the Siege on Gaza lancia un appello alla comunità internazionale per chiedere a Israele di fermare questo brutale attacco contro civili che stavano tentando di portare aiuti di vitale importanza ai palestinesi imprigionati a Gaza e di consentire alle navi di continuare il loro cammino. L'attacco è avvenuto in acque internazionali, a 75 miglia al largo della costa di Israele, in violazione del diritto internazionale.

vedi anche:

giovedì 27 maggio 2010

Spegni la censura, accendi Blackout!!!


La musica alternativa torinese si mobilita.Come nei grandi raduni di inizio Anni 90, tutti si stringono intorno a Radio Blackout nella kermesse gratuita in programma giovedì 27 dalle 18 a mezzanotte in piazza Castello. È un cartellone che i grandi promoter di festival sottoscriverebbero al volo; e che invece non servirà a far cassa per chissà quale azienda, bensì a sostenere l'emittente auto gestita torinese, sotto sfratto dallo stabile di via Cecchi 21/a in cui ha sede con canone a tariffa politica. Per una parte di città, Blackout è la radio dei cattivi, quella che sobilla rivolte e incita a far danni; per un'altra fetta è uno spazio libero, in cui la musica circola per merito e non per prospettiva commerciale.

Questa seconda Torino difende le frequenze 105.250, le uniche libere da pubblicità, con orgoglio, musica e cabaret. La lista dei partecipanti al megaconcerto è ricca e varia, con elenco rigidamente in ordine alfabetico, nello stile paritario dell'emittente. Ecco allora il reggae degli Africa Unite, il combat folk degli Egin, gli spaghetti western di El Tres, l’energia dei Fratelli di Soledad, il nuovo crossover d'autore dei Linea 77; e poi i Monelli Antonelliani post Fratelli Sberlicchio, il groove dei Motorcity di Cato e Parpaglione, Samuel e Max in versione acustica a portare la solidarietà dei Subsonica tutti, lo ska dei Rimozione Koatta, O' Zulù della 99 Posse in arrivo da Napoli.


Mao & Santabarba e gli sketch dei Senso D’Oppio provvedono a cucire gli spazi tra un live e l'altro, ma molto è ancora in via di definizione e c'è da scommettere su sorprese dell' ultima ora. Certo è che la serata, apice della campagna «Spegni la censura, accendi Blackout» che ha già invaso a più riprese decine di locali cittadini, è concepita anche come snodo per tante altre realtà in movimento. Sul palco transiteranno dunque i ragazzi dell'Onda e gli esponenti No - Tav, i curatori del portale
infoaut.org e quelli della palestra Antifa Boxe, il Comitato di Quartiere Vanchiglia e quello per la difesa dell' acqua pubblica.

Sono inoltre in corso contatti con i lavoratori di aziende ed enti a rischio occupazionale, in primis quelli del Teatro Regio, per dare voce anche a loro. Via etere, Blackout trasmette l'evento in diretta streaming, e ampi collegamenti sono garantiti da Radio Flash. Aggiornamenti sulle nuove adesioni e maggiori dettagli sull'happening sul sito
www.radioblackout.org.


lunedì 24 maggio 2010

Chiomonte: Mettiamo radici in prima fila!!!

Chiomonte 23/05/2010
Giornata splendida quella che si è andata a concludere oggi a Chiomonte. Splendida sia metereologicamente -spendeva finalmente un caldo sole- sia per la riuscita iniziativa organizzata dal movimento no tav “Mettiamo radici in prima fila”.
L’appuntamento è in località Maddalena dove, tra fine anno e inizio gennaio, Ltf vorrebbe aprire il cantiere per il tunnel geognostico. Ma certo che a vedere la giornata di oggi abbiamo forti dubbi che ciò accadrà. L’iniziativa ha visto la partecipazione di più di mille persone: come sempre famiglie, bambini, anziani, tutti intenti a piantare il proprio alberello sui terreni di proprietà del movimento no tav e che dovrebbero un giorno diventare cantiere di Ltf. Il tutto accompagnato da solito clima di festa con cibo, musiche e tanta allegria. Ma anche tanta determinazione nel voler impedire qualunque costo l’inizio lavori.


venerdì 21 maggio 2010

Le Suggestioni di Virano


Continua la tornata mediatica dell'architetto Virano in risposta alle ultime mobilitazioni No Tav e al viaggio di Strasburgo. Questa volta sono le pagine de La Valsusa settimanale locale a riempirsi delle famose "suggestioni" dell'osservatorio che oggi diventano progetti e plastici e domani vorrebbero diventare cantieri. Il percorso è il medesimo, piccoli passi, finti dialoghi, slide grafiche, incontri truffa e dichiarazioni ad effetto del tipo "la Val di Susa ha vinto, il tav passerà interamente in galleria". Non è questo sicuramente il momento per riscrivere venti anni di storia e ragioni del No Tav, le documentazioni prodotte dal movimento sono reali e corpose, saltano però all'occhio alcune dichiarazioni raccolte dal cronista nel corso della conferenza stampa di martedì 18 maggio e pubblicate sull'edizione del 20 maggio. Partiamo da Virano che definirebbe la piattaforma di Susa in questo modo "...non è solo un progetto ferroviario ma un'operazione di riqualificazione territoriale, paesaggistica e funzionale di un'area compromessa". Interessante visione di un plastico-progetto che parla da solo, lo scippo nella piana di Susa dell'ultima area verde rimasta dopo l'impatto dell'autostrada  A32. Passiamo poi all'ultima invitata che si è aggiunta al carrozzone tav, la sindaca di Susa Gemma Amprimo che ci lascia a bocca aperta "Guardando il plastico visualizzo idealmente dove sono le case dei miei concittadini. Ho la percezione che ci sia la massima attenzione al territorio... conosco l'architetto Virano da diversi anni e so che queste attenzioni fanno parte del suo profilo". Indecente forse è il termine che meglio si addice al personaggio e alle parole. Sembra il commento a una fiction tv di basso livello piuttosto che parole di un sindaco il cui comune verrà colpito da un'opera devastante che ne comprometterà il futuro definitivamente. In conclusione per un finale che si rispetti ecco il presidente della provincia di Torino Antonio Saitta che si rivolge a tutti gli amministratori valsusini che hanno deciso di abbandonare il tavolo dell'osservatorio tecnico "Rientrate al tavolo di discussione. Per quanto ci riguarda, la porta è sempre aperta". La parabola del figliol prodigo qui però è inversa, gli sperperatori di denaro in questo caso sono quelli che chiedono agli amministratori della Val di Susa di tornare al tavolo del furto. Insomma, passano i giorni e l'incontro di martedì sembra sempre più una bella festa di compleanno, tutti contenti, tutti sorridenti al tavolo imbandito del nuovo progetto tav con la sua bella torta da dividere, peccato per loro però che tra il coltello e la torta da dividere c'è la val di Susa e i valsusini...


giovedì 20 maggio 2010

Presidio di Susa Autoporto

Stamattina al Presidio di Susa Autoporto si sono presentati dei tecnici della SMAT per effettuare lo stato di consistenza dell'appezzamento motivando che tale appezzamento farà parte dei lavori per l'acquedotto di valle. Ovviamente è scattato immediatamente l'allarme ed il movimento si è mobilitato. Continuano ancora adesso i rimbalzi della vicenda sui canali internet. 



Alle ore 13,30 la situazone è la seguente:
L'allarme è rientrato ma bisogna mantenere alta l'attenzione e presidiare, cercando di limitare gli allarmismi ma vigilando attentamente e costantemente.

Sarà durissima per loro!!!

I media, la Tav e i No tav


 
Di Claudio Giorno
tratto da Carta
Ieri i No Tav europei sono stati ricevuti al parlamento europeo e hanno consegnato la Carta di Hendaye, dove si spiegano le ragioni dei movimenti no tav europei. Una notizia oscurata dai giornali che parlano invece della presunta vittoria dei No Tav perché il tracciato della tav valsusina sarebbe in galleria. Notizie vecchie e per nulla affidabili.
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Difficile non farsi prendere da tentazioni dietrologiche dopo aver visto il telegiornale provinciale del Piemonte di ieri o aver letto come il cronista embedded di Repubblica [con un glorioso passato rivoluzionario al Manifesto] hanno scelto di informare i tele-cittadini e i lettori-urbani sull’argomento TAV tra la merenda di ieri e il cappuccino di stamane…
Si, perché quella di ieri è stata in qualche modo una giornata storica per il Movimento No Tav, come sa chi non si contenta di quel che passa il convento [dell’«informazione»] al parco buoi chiamato a impegnare magre pensioni e incerti stipendi per salvare sempre più spesso il culo di banchieri spericolati e speculatori efferati.
Avevamo preannunciato con largo anticipo la trasferta a Strasburgo di una folta delegazione di cittadini che affrontando ancora una volta diciannove ore di pullman per trascorrerne una decina nello smisurato palazzo un po’ colosseo e un po’ centro commerciale della Unione Europea vi avrebbero consegnato la «Carta di Hendaye». Una carta che vuole essere il manifesto politico di tutti i movimenti No tav d’Europa e che chiede perentoriamente la moratoria dell’approvazione e del finanziamento di nuove grandi infrastrutture. Una svolta che ponga termine allo sperpero di risorse dei cittadini del vecchio continente a scapito non solo di quella politica sociale a misura d’uomo che tutti [a parole] invocano, ma di una vera destinazione al capitolo dei trasporti della montagna di soldi ingoiati anno dopo anno dalla bulimica betoniera delle «Grandi opere». Avevamo mandato a quelle stesse «fabbriche di notizie», a quegli stessi «operai dell’informazione» anticipazioni e approfondimenti su quel che ci si apprestava a fare in quel parlamento dove proprio gli artefici della politica che lo sta mandando a picco fingono di vegliare l’agonia dell’Euro…
Non ci aspettavamo – certo – titoli di prima pagina o l’interruzione della cronaca d’arrivo di una tappa del «Giro d’Italia» per dare una diretta del nostro tour «dal Mediterraneo all’Atlantico», ma almeno un po’ di diligente attenzione agli sforzi generosi e tenaci di chi ha ancora a cuore il concetto [forse un po’ romantico] di una Europa dei cittadini piuttosto che di quella delle lobby…E invece è andata ancora una volta in scena la replica di un copione logoro e scontato, ma sapientemente riciclato come fosse l’ultima e più attesa delle novità. Come i fondi di magazzino dell’industria automobilistica vengono camuffati con cromature e fregi per poter essere rifilati ai gonzi [in vista del lancio «segreto» del nuovo modello] i progetti dell’Osservatorio tecnico per la Tav Torino-Lione vengono costantemente «ristilizzati». E come del povero maiale non si butta niente…
E Paolo Griseri [l’ex passionario della mirafiori operaia passato prima ancora di Riotta dalla periferia proletaria al salotto buono della finanza] si dedica con passione al compito: replicata nelle pagine nazionali del quotidiano di De Benedetti la sua cronaca cittadina vale una marchetta di un settimanale automobilistico «specializzato» per far fuori una vecchia panda sgangherata ma riverniciata rosso-Ferrari: «La vittoria dei No tav, il tracciato in galleria» titola a tutta pagina, «orientando» fin dall’apertura un romano che teme di ustionarsi con la marmellata bollente del cornetto [o un salernitano che rischia di soffocarsi per lo zucchero a velo troppo abbondante di una sfogliatella] contro gli anarcoinsurrezionalisti valsusini cui fa dire che «la battaglia non è finita» nonostante – subito dopo sottolinei che «dei 47 chilometri di binari che passeranno in valle, meno di 3 saranno in superficie e saranno una stazione, quella di Susa. Tutto il resto andrà in galleria», gli suggerisce il committente che sottolinea come il progetto [che verrà presentato a giugno, ma è stato la notizia del giorno, proprio ieri] non sarà solo un buon elaborato tecnico ma diventerà così un’opera di ingegneria non solo ferroviaria ma anche politica.
Si perché «è un fatto che tutta la bassa valle, quella che ha contestato in tutti i modi il progetto, verrà tagliata fuori dal tracciato: dopo la stazione internazionale di Susa la nuova linea correrà in galleria e sbucherà 36 chilometri dopo nella valle a fianco, al centro intermodale di Orbassano. Da qui altri 18 chilometri di galleria sotto l’abitato di Torino fino a Settimo Torinese, a nord della città sulla linea di alta velocità per Milano oggi già in funzione?».
Ma soprattutto «I punti nevralgici del progetto sono stati previsti sui territori amministrati da sindaci favorevoli alla Tav, naturalmente del Pdl» il che fa concludere con sincero rammarico all’ex leader della protesta istituzionale Antonioferrentino che «Il paradosso è che dopo tanti anni di battaglie e dopo aver ottenuto la modifica del progetto originario, i sindaci di centrodestra che erano rimasti alla finestra e non si erano impegnati, ora passano all’incasso». Col che anche un «metal mezzadro» padano, svegliatosi all’alba per passare l’erpice sulle colture, mentre si concede una meritata pausa con mezza mica ammorbidita con qualche bicchiere di bianco, si convincerà che ha fatto bene a votare Lega, perché questi di sinistra [e libertà] son proprio un po’ coglioni…Sicuramente capirà meglio la vera natura del problema un contadino di Borgo San Lorenzo che già diffidente di suo nei confronti della stampa padronale, ma soprattutto danneggiato per sempre [e non risarcito neanche temporaneamente] dallo scavo del Mugello, faticherà a mandar giù sia la pagnotta del giorno prima che l’articolo fresco di stampa: lui si ricorda ancora quando «il griseri de La Nazione» l’aveva rassicurato perché la Firenze Bologna sarebbe stata addirittura tutta in galleria e non avrebbe arrecato alcun danno ma solo benefici agli abitanti della zona: quegli stessi che si aspetta Gemmamprino, sindaca Piddielle di Susa cui il cronista mette in bocca che «con la stazione ferroviaria internazionale e il deposito dei treni pensiamo di dare lavoro a 150 persone».
Chissà se a uno sfortunato turista di Cortina – costretto in rifugio da questa primavera fredda e piovosa – verrà in mente tra uno vasetto di yogurt e un vassoio di speck, che con 20 miliardi di euro si potrebbe forse dar lavoro stabile, utile e sicuro anche a 150 mila persone… Ma neanche un pellegrino in coda, e proprio a Torino, per l’esposizione della Sacra Sindone – con tutta la mattinata a disposizione per meditare sul sacro testo del chierichetto della Tav subalpina, potrebbe resistere alla tentazione di condannare l’impazienza di quei senzadio delle valli [che anche il cardinale – uscente – della diocesi del lenzuolo ha spesso apertamente condannato]: «Il primo treno nel 2023 e poi 7 anni di rodaggio», sostiene senza senso del ridicolo l’architetto chiamato a suo tempo all’alto compito di presiedere l’Osservatorio che è anche stato rassicurantemente soprannominato «il vescovo rosso»: Ma perché diavolo allora c’è un’«area che non ci sta e promette battaglia in autunno a Chiomonte»?
Chiomonte [al posto di Venaus, ma anche questa è una notizia riscaldata] è un piccolo comune costretto fra alta e bassa Val di Susa dove – a gennaio, dice sempre il presidente dell’Osservatorio, si dovrebbe aprire un «piccolo» cantiere per scavare una galleria di 7 km per esplorare le viscere del massiccio d’Ambin. L’Ambin è la montagna che si oppone da alcuni milioni di anni a consentire ai Lyonnesi di scendere velocemente a Torino magari a prendere da noi [nei bei caffè della Realcasa] quel cappuccino che loro si ostinano a «chiamare caffè al latte» e che – malauguratamente – non sono ancora riusciti a capire come si fa a farlo buono…E siamo tornati alla colazione e al distratto interrogarsi tra una tazzina e – questa volta – una «brioche»: «ma in fin dei conti ‘sto treno non lo si voleva’ nel nostro giardino? Se quella è la logica, il movimento No Tav ha vinto: il progetto preliminare scansa accuratamente tutti i comuni dove più forte è stata la protesta di questi ultimi 20 anni» ammicca sempre Griseri sin dall’incipit della sua tesi ideologica camuffata da resoconto giornalistico…Un inizio convincente persino per ex dirigente che la crisi [modelloTav] dovesse aver ridotto a barbone che dovesse tra qualche mese trovare una copia di repubblica tra i giornali che adopererà sulla «sua» panchina [come coperta leggera non appena scoppierà finalmente l’estate]: perché avrà la netta sensazione che qualcuno è sempre contro, ma solo perché ha dei pregiudizi o – peggio – per principio, qualunque sia la proposta di chi ci governa – da destra o da sinistra – ma sempre con impegno e con passione e solo per il nostro bene.

...e brava Gemma!!!

Cartoline da Strasburgo






mercoledì 19 maggio 2010

Conferenza Stampa Virano


In contemporanea con il viaggio del movimento No Tav a Strasburgo presso il parlamento europeo, l'architetto Virano presidente dell'osservatorio tecnico sulla Torino-Lione ha convocato nella giornata di ieri martedì 18 maggio una conferenza stampa in pompa magna. Nella sala riunioni della prefettura ieri c'erano proprio tutti, prefetto Padoin, sindaco di Susa Gemma Amprimo, presidente della provincia di Torino, tecnici, ingegneri e carrozzone tav al gran completo. Ecco la novità, il nuovo tracciato della tav torino lione, il quarantesimo forse, a dir la verità tra uscite mediatiche e slide di propaganda si è veramente perso il conto.
Il taglio politico dato all'iniziativa risulta emblematico dal titolo dato da La Repubblica nelle pagine nazionali  "La Val di Susa ha vinto, Tav interamente in galleria" . Ancora una volta troviamo l'architetto Virano intento a mescolare le carte nel tentativo di distogliere l'attenzione dal viaggio a Strasburgo e spacciare come una vittoria per il No Tav il tracciato interamente in galleria. Ritorniamo quindi su di un piano di attacco alla Val di Susa strettamente mediatico. Togliere spazio alle iniziative del movimento esercitando tutto il potere e la forza che i promoter della tav hanno sui mass media, con conferenze stampa, presentazioni tecniche e altro che ci sembrano veramente inconsistenti nei contenuti presentati e fumo negli occhi per lettori frettolosi e disattenti. Altra è stata la forza espressa ieri dal movimento, un viaggio lungo ed estenuante, portando una documentazione reale e raccolta con inchieste affrontate sul campo e di cui già abbiamo parlato negli articoli precedenti. Questa è la forza di una valle che non si arrende e che continua a lottare, questi sono i messaggi che cerchiamo di diffondere, la nostra verità, le nostre ragioni. In allegato lasciamo gli articoli e i servizi tv affinchè ognuno possa valutare da sè. 


G8 - Diaz: in secondo grado arrivano le condanne. Meglio tardi che mai!!!

da Repubblica

G8 - Diaz, condannati i vertici della polizia, L'appello ribalta sentenza di primo grado

Condanne per un totale di 85 anni di carcere a 25 dei 27 imputati. Tra loro tutti i massimi esponenti delle forze dell'ordine. Nel primo grado di giudizio, nel 2008, erano stati assolti in 16

GENOVA - I giudici della Terza sezione della Corte d'Appello di Genova hanno ribaltato la sentenza di primo grado 1 per i disordini e l'irruzione alla scuola Diaz del luglio 2001 a Genova. Tutti i vertici della polizia che erano stati assolti hanno subito condanne comprese tra 3 anni e 8 mesi e 4 anni unitamente all'interdizione dai pubblici uffici per 5 anni. Nel complesso le pene superano gli 85 anni. In totale sono stati condannati 25 imputati sui 27.

Il capo dell'anticrimine Francesco Gratteri è stato condannato a quattro anni, l'ex comandante del primo reparto mobile di Roma Vincenzo Canterini a cinque anni, l'ex vicedirettore dell'Ucigos Giovanni Luperi (oggi all'Agenzia per le informazioni e la sicurezza interna) a quattro anni, l'ex dirigente della Digos di Genova Spartaco Mortola (ora vicequestore vicario a Torino) a tre anni e otto mesi, l'ex vicecapo dello Sco Gilberto Caldarozzi a tre anni e otto mesi.

Altri due dirigenti della Polizia, Pietro Troiani e Michele Burgio, accusati di aver portato le molotov nella scuola, sono stati condannati a tre anni e nove mesi. Non sono stati dichiarati prescritti i falsi ideologici e alcuni episodi di lesioni gravi. Sono invece stati dichiarati prescritti i reati di lesioni lievi, calunnie e arresti illegali. Per i 13 poliziotti condannati in primo grado le pene sono state inasprite.

Il procuratore generale, Pio Macchiavello, aveva chiesto oltre 110 anni di reclusione per i 27 imputati. In primo grado furono condannati 13 imputati e ne furono assolti 16, tutti i vertici della catena di comando. I pubblici ministeri Enrico Zucca e Francesco Cardona Albini avevano chiesto in primo grado 29 condanne per un ammontare complessivo di 109 anni e nove mesi di carcere. In primo grado furono assolti Francesco Gratteri, ex direttore dello Sco e oggi capo dell'Antiterrorismo, Giovanni Luperi; Gilberto Caldarozzi e Spartaco Mortola.

martedì 18 maggio 2010

I No Tav a Strasburgo



Oggi, 18 maggio 2010, una delegazione di tre autobus no tav ha raggiunto Strasburgo, sede del parlamento europero. Qui con le delgazioni no tav basche e francesi, anch’esse giunte in mattinata ha incontrato la commisione trasporti del parlamento. Ad accompagnare i no tav i parlamentari Joe Higgins irlandese dell’Irish Socialist Party, Sonia Alfano e Luigi De Magistris delegati italiani.
La trasferta a Strasburgo ha come obiettivo la consegna di un voluminoso dossier di cui alleghiamo copia. In sintesi si vuole ribadire la contrarietà al tav da parte delle popolazioni locali coinvolte, l’esorbitante costo dell’infrastruttura, la militarizzazione dei territori che viene operata ogni qual volta si aprono i cantieri e i suoi costi anch’essi esorbitanti. Le relazioni sono state presentate dai tecnici e dai rappresentanti no tav e da relazioni di appoggio dei parlamentari accompagnatori. In particolare la Alfano e De magistris hanno sottolineato le infiltrazioni mafiose costanti che si insinuano nei grandi appaltgi in Italia. Higgins poi presentandosi ha dichiarato di essere fiero di accompagnare la val di Susa e anzi di quasi essere incvidioso di non essere stato eletto in valle, terra di un popolo che resiste e lotta. Il tutto ovviamente si è concluso con una presa d’atto da parte della commissione che valuterà le criticità sottolineate negli interventi e nei documenti.
La giornata insomma si può definire più che positiva. Passaggio obbligato del movimento no tav nei confronti dell’Europa, reale finanziatore della tav. Momento di incontro però tra i popoli in lotta contro la tav, che da qui sapranno ripartire e organizzarsi per continuare a resistere, da domani con un percorso comune ancora più forte.
Sotto(in pdf) la documentezione completa presentata alla Commissione.

lunedì 17 maggio 2010

LTF pubblica il progetto del tunnel geognostico della Maddalena a Chiomonte.


LTF pubblica il progetto del tunnel geognostico della Maddalena a Chiomonte.
Come anticipato dal movimento no tav nei giorni scorsi attraverso numerosi comunicati e presidi informativi a Chiomonte, il progetto del tunnel geognostico della Maddalena è pronto. Da molto tempo infatti ltf, coadiuvata dall'architetto Virano, aveva pronto nel cassetto questo progetto la cui nascita deriva dalla sconfitta sul campo del 2005 a Venaus.  A Venaus appunto era previsto l'imbocco del tunnel geognostico ma grazie alle lotte dell'inverno 2005 e alla riconquista di quell'ormai famoso e passato alla storia 8 dicembre i cantieri erano stati bloccati. Poco male, basta girare il massiccio dell'Ambin dal lato nord e troviamo la Maddalena, oggi obiettivo della finestra di partenza del tunnel. E' bastato trovare un sindaco compiacente che per 30 denari svendesse la sua terra e il gioco è bello che fatto. A nulla iunfatti sono servite le rassicurazioni dei giorni scorsi di Pinard, sindaco di Chiomonte  "Sono solo incontri informali...non c'è nulla di deciso...siamo qui per capire e ascoltare...voglio il massimo per il mio territorio...ecc...". Il progetto c'è già e a quanto sembra non c'è proprio un bel niente da discutere, l'opera è di pubblica utilità e guarda un pò ci sono già pubblicati persino i nomi dei proprietari dei terreni coinvolti con i vari numeri di particella, pronti ad essere espropriati.  Siamo alle solite, con una parvenza di democrazia e confronto l'incontro di giovedì a Chiomonte è servito a ltf per poter dire di essersi confrontata con la popolazione e gli incontri con il sindaco per poter dire di avere coinvolto le amministrazioni locali. Ora non resta che scavare, ma quanta fretta però. La famosa valutazione di impatto ambientale poi neanche viene menzionata. Questa pubblicazione quindi sarà centrale nel viaggio a Strasburgo, inserita nel dossier informativo del movimento,  a sottolineare trasparenza e coinvolgimento delle popolazioni locali e linearità di operato di ltf. Intanto come più volte ricoradato si torna a Chiomonte domenica 23 con l'iniziativa "mettiamo radici in prima fila" e qui stavolta i buchi li fa il movimento, per rimboschire un'area abbandonata già discarica dell'autostrada e che domani vorrebbe essere utilizzata da ltf per lo smarino del tunnel. Come già fatto nel 2005 sapremo bloccare anche questo di cantiere e se sarà necessario ne bloccheremo anche altri. Non bastano due righe su un giornale o su un progetto per fare la tav, per fare la tav bisogna passare dalla Valle di Susa.

ora e sempre no tav!!!


Di lavoro si muore anche così!!!




Mariarca è morta. Il 13 maggio si è spenta per complicazioni dovute alla sua condizione fisica debilitata dell’ecletante protesta che aveva scelto di compiere: contestò la decisione della Regione Campania di sospendere il pagamento degli stipendi ai dipendenti della Asl Napoli 1 e perciò aveva cominciato a togliersi 150 ml di sangue al giorno, minacciando di farlo ogni giorno finchè il blocco non fosse stato revocato. Il prelievo ematico fu in effetti sospeso dopo pochi giorni, in seguito all’improvviso dietrofront deciso in seguito all’intervento del neopresidente della Regione Campania, Stefano Caldoro, lo scorso 3 maggio.
Come può una madre mettere a rischio la propria vita in questo modo? Perché lo fa? Sono le domande più frequenti che subito vengono alla mente quando si legge questa terribile storia.
La risposta è sempre quella: la disperazione. Come può una madre continuare a educare i propri figli, se non viene retribuita giustamente, e regolarmente.
Mariarca viene ricordata come un’attivista, una donna sempre in prima linea nel difendere gli interessi della categoria. Inoltre, aveva contratto di recente un mutuo per l’acquisto di una casa: causa il ritardo nel pagamento degli stipendi, per far fronte alla rata, Mariarca era stata costretta a chiedere un prestito. In questa triste storia di lavoro e morte, ci si chiede dove siano i sindacati e a che punto si sia arrivati. Abbiamo imparato dai nostri padri e della nostra madri che finchè non siamo tutti contenti nessuno lo può essere, soprattutto perché dalla ‘parte sbagliata’ potresti esserci tu. Non dovrebbero i Sindacati essere a fianco di chi lavora, di chi soffre ? Deve erano in questa vicenda, dove Mariarca ha preso questa decisione, in solitudine, quella che i sindacati e i politici dovrebbero evitare, far sentire meno sole le persone, le donne, le madri? Non servono per organizzare le lotta contro lo sfruttamento, o almeno rappresentare chi lavora, al meglio delle proprie possibilità?
Si parla di gestione approssimative, di bilancio in debito da anni : sono le parole dei padroni, noi ne abbiamo altre. Lotta, Organizzazione, Salvaguardia del giusto lavoro, Solidarietà.
Che la terra ti sia lieve, Mariarca.

Sarà Durà!!! - Nuovo numero!!!


E' uscito il nuovo numero di sara dura, voci del popolo no tav. 
L'occasione è particolare, martedì 18 maggio infatti una delegazione del movimento no tav sarà a Strasburgo, sede del parlamento europeo, per incontrare i deputati e spiegare come questa stagione di sondaggi e l'ultimo progetto presentato siano l'ennesima truffa ai danni dell'europa. Solo una settimana fa su tutti i quotidiani si confermava il finanziamento di oltre 600 milioni di euro per la tav. Questo viaggio vuole essere l'ennesimo tentativo di fare chiarezza, di spiegare l'inutilità di quest'opera e di proporre all'unione europea delle alternative per il nostro territorio, non di sviluppo bensì di recupero e conservazione di una valle alpina che già ha dato molto in infrastrutture e grandi opere. Per l'occasione appunto il numero di sarà dura è stato pensato in funzione di questo viaggio e può considerarsi un vero e proprio dossier con informazioni, foto e relazioni scientifiche che spiegano a chi ha seguito dall'esterno e solo attraverso i media la nostra lotta. Un modo per il movimento di dire la sua ma non solo. Molto spazio infatti è dedicato a Raul, nostro compagno di lotta e presidiante di Venaus mancato quest'inverno. A lui è dedicata quest'edizione, con racconti foto e testimonianze della sua vita, attraverso gli ochhi e i pensieri di chi gli ha voluto bene. Con un sorriso dedicato a lui presentiamo quindi questo numero che si potrà trovare nei presidi e nelle manifestazioni no tav.


Acqua pubblica: Ci metto la firma!!!


Dal 24 marzo in tutta Italia è partita una grande campagna referendaria che ha come obiettivo la difesa dell'acqua pubblica.  Promossa dal forum italiano dei movimenti per l'acqua questa campagna consiste nella raccolta di 420.000 firme necessarie per indire un referendum in difesa dell'acqua pubblica. Il governo Berlusconi con un raffazzolato e sbrigativo decreto "Ronchi" del 19 novembre 2009 approvato con la formula della "fiducia" al governo vorrebbe con un colpo di mano privatizzare una serie di beni pubblici regalandoli sostanzialmente ai privati e obbligando quelle amministrazioni che seppur con molta fatica ancora gesticono con società di diritto pubblico l'acqua potabile. I quesiti proposti dal forum sono tre. Il primo andrebbe a bloccare il decreto che accelera i tempi e obbliga gli enti a privatizzare la gestione dell'acqua, il secondo riapre la strada alla ripubblicizzazione di ciò che già è scivolato ai privati e il terzo negherebbe la possibilità a chiunque di lucrare e fare profitti sull'acqua che è e deve rimanere un bene di diritto e non una merce. Anche in valle di susa sono presenti i banchetti di raccolta firme che ad oggi hanno contribuito con circa settemila firme allo sforzo. Un migliaio quelle raccolte solo sabato e domenica 8 e 9 maggio a Bussoleno in via W.Fontan. L'invito è quindi a tutti di partecipare e informarsi

E' possibile aderire e firmare:

Bussoleno via W.Fontan 34 presso la sede di Bussoleno Provaci
Avigliana c.so laghi 84 presso la Coop Le Torri
Rivoli via po al mercato di Cascine Vica

per ulteriori info www.acquabenecomune.org


sabato 15 maggio 2010

Proggettisti? ...bah!

I COMITATI CONTESTANO PUNTO PER PUNTO E I PROGETTISTI FANNO LA FIGURA DEGLI INCOMPETENTI.
Questo il titolo che Luna Nuova, testata locale dà della giornata di giovedì 13 maggio a Chiomonte. Un resoconto che conferma quanto già detto nei giorni scorsi. Una giornata interlutoria in cui si poteva fare di più ma che sicuramente è servita a far uscire allo scoperto il sindaco e ltf. Come sostiene l'articolo il sindaco ha avuto la capacità di portare forse per la prima volta ltf a spiegare un progetto in val di susa. Dall'altra parte il movimento, con la sua scelta di stare al gioco, non ha però avuto torto. Sono infatte emerse tutte le lacune e la superficialità con cui la questione viene affrontata dal sindaco e dai tecnici di ltf. Ognuno come sempre ne trae le sue conclusioni. Tgr e giornali vendono la giornata come un primo passo per arrivare ai cantieri. Il movimento attraverso quest'assemblea che ha sovradeterminato in tutto (analisi scientifica con i suoi tecnici e politica con interventi articolati che andavano a delegittiamre l'operato supino del sindaco) ha saputo portare a casa un ottimo risultato, facendosi strada a Chiomonte, raccogliendo consensi e avvicinando la popolazione locale. Informare e coinvolgere la popolazione è sempre stato un punto di forza del movimento, cosa che il sindaco sicuramente non ha fatto. Ora la palla torna al centro, anzi ai no tav con l'iniziativa di domenica 23 maggi "METTIAMO RADICI IN PRIMA FILA".  Centinaia di alberi saranno piantati alla Maddalena di Chiomonte dove l'ingegner Gallarà di ltf vorrebbe depositare i milioni di metri cubi di smaniro del cunicolo "esplorativo". Iniziativa quella del rimboschimento che segue le precedenti di "Compra un posto in prima fila" in cui si acquistarono i terreni che verrebbero coinvolti dai cantieri. L'appuntamento è quindi per domenica 23 maggio alle ore 9.30 alla maddalena di Chiomonte.


Villarfocchiardo: Informazione & Censura



Partecipata serata quella di ieri sera a Villarfocchiardo.
Una platea attenta ha seguito e discusso uno dei temi forse più nuovi e importanti per il movimento no tav. In un'introduzione curata da Gianluca redattore di infoaut.org e notav.info si è cercato di capire come oggi media e potere influiscano sulle lotte ma anche e soprattutto sul modo di vivere e percorrere la società. Il movimento no tav che da ormai più di dieci anni vive una fase alta di mobilitazione ha subito nell'ultima stagione di lotta un attacco pressante dei media nazionali che hanno cercato di condizionare l'opinione pubblica con una criminalizzazione continua e un tentativo di riduzione della sua reale portata e partecipazione. Continui articoli e servizi televisivi che lo descrivevano come finito, ormai ridotto a piccoli numeri, quasi in estinzione e pacificazione. In mano ormai solo a pochi estremii anche a sacrificare donne e bambini come scudi umani.
La realtà degli ultimi anni è questa, carta stampata e tv unite in un infimo gioco di asservimento ai grandi poteri economici, "giornalisti" non più capaci di fare indagine con la fretta di scrivere senza dare opinione, consapevoli dei poteri a cui devono rendere conto, non più capaci in redazione di difendere e far passare in stampa o in video il loro punto di vista.
Al movimento no tav evidentemente questo gioco non piace, ecco quindi il bisogno di confrontarsi, di capire, di riorganizzarsi. Angela Lano di infopal.org, esperta di medio oriente ed in partciolare di palestina argomenta e spiega i limiti delle testate più importanti del nostro paese e internazionali. Le grandi testate  sono infatti tutte in mano a pochi gruppi finanziari che non hanno l'obiettivo primario di fare informazione ma che preferiscono invece condizionare l'opinione pubblica per difendere i loro interessi (vedi gruppo mediaset o Caltagirone in Italia). Poi Marco Revelli, importante e autorevole firma torinese, sempre voce fuori dal coro, grande conoscitore dei mutamenti sociali. Più volte vicino al movimento no tav e all'informazione libera. E poi ancora Alberto Perino, no tav da sempre, valsusino, che attraverso questa lotta, come molti di noi, ha imparato i limiti di una società mediatica, veloce, sempre alla ricerca di nuove immagini e notize, poco disposta forse ad approfondire e conoscere veramente. Poi Radio black out, una radio libera, che racconta i fatti senza censura e che proprio per questo subisce in questi mesi una dura campagna di criminalizzazione che vorrebe la sua chiusura. Da qui la spiegazioni della campagna in difesa della radio "spegni la censura accendi black out" che vede in questi mesi impegnato al suo fianco anche il movimento no tav, anche con serate come quella di ieri ma soprattutto con la partecipazione ai programmi, alle dirette, all'ascolto.
Il dibattito in sintesi si è articolato sulla comprensione del fenomeno e cosa importante sul come confrontarsi e reagire a questo che oggi è diventato per il movimento no tav e per i movimenti sociali in genere un vero e proprio campo di battaglia a tutti gli effetti. La nostra risposta è questa, provare ancora una volta a fare informazione indipendente, provare a dare un vero punto di vista, raccontare  i fatti, i pensieri, le lotte. Ancora una volta però un'informazione di parte, la nostra, quella della gente che vive e lotta sul territorio, non sicuramente quello di chi questo territorio lo vorrebbe vedere distrutto.


giovedì 13 maggio 2010

Incontro informativo a Chiomonte? ...Movimento No Tav presente!!!



Giornata movimentata oggi a chiomonte per il sindaco Pinard. 
Da circa una settimana correva voce di una probabile serata informativa con Ltf in paese, poi, quasi per magia, preso in contropiede dall'uscita pubblica di Virano, ieri in tutta fretta il sindaco ha avvisato i giornali e fissato una assemblea pubblica per la giornata di oggi alle ore 16.00. La cosa ovviamente risulta strana da molti punti di vista. Il movimento no tav aveva infatti convocato per la giornata di oggi dalle ore 17 una giornata informativa in piazza a Chiomonte per discutere delle prossime iniziative in programma e informare la popolazione sulla situazione tav e gli ultimi sviluppi. Tutto questo convocato con largo anticipo, alla luce del sole e con ogni mezzo disponibile.
L'esatto contrario è avvenuto da parte dell'amministrazione comunale che ha avvisato i cittadini solo questa mattina con uno scarno manifesto affisso in tutta fretta. Amministrazione che non ha esitato però a chiamare a raccolta giornali e televisioni, sicuramente più numerosi dei manifesti affissi. Il tutto anticipando di un'ora i tempi no tav e in pieno orario lavorativo, sicuramente non per agevolare la partecipazione e magari piuttosto per evitare possibili contestazioni.
Ci dispiace per Pinard ma la partecipazione è stata di massa e dato confortante con una presenza di abitanti di Chiomonte e paesi vicini massiccia. Il movimento no tav infatti ha saputo rispondere in forze alla giornata, anticipando i tempi e mantenendo anche una presenza nella piazza dove è continuata nonostante l'assemblea l'attività informativa con volantini e pannelli informativi.
Ma veniamo all'assemblea. Sembrava quasi di entrare in un teatrino medievale, come attori il sindaco, un impomatato ingegnere di ltf e come comparse alcuni sbigottiti e  forse muti assessori chimontini. La scena vine subito solcata dal sindaco che spiega il significato della giornata. Capire le caratteristiche delle opere che riguardano il comune di Chiomonte, le prospettive e le opportunità che queste genererebbero. Tutto spiegato con molta cura dall'ingegnere di ltf con alcune moderne slide di cui però non conosce quasi nulla e ovviamente non da lui preparte. Il pubblico però non assiste passivo ma anzi da subito contesta fino ad interrompere la spiegazione e prendere lui la scena. I punti importanti emersi durante l'assemblea sono molti e vanno a confermare quello che il movimento sostiene da tempo. Il cunicolo "esplorativo" della Maddalena sarà a tutti gli effeti non una discenderia bensì il vero e proprio tunnel di base per la Torino Lione. 
Il prospetto presentato oggi e discusso a porte chiuse con il sindaco nelle ormai famose sei sedute è a tutti gli effetti un progetto già pronto da tempo. Su questo progetto si baserà la valutazione di impatto ambientale che a questo punto è pura formalità. Lo scavo sarà di tipo tradionale con mine di dinamite per almeno un paio di chilometri e non con la famosa talpa. Questo andrà a compromettere definitivamentecome già successo al mugello e in altri grandi cantieri gli equilibri ambientali, smottamenti, frane, falde acquifere. Per quasi tutta la durata degli scavi non sarà possibile usare che le strade locali di accesso al sito per le movimentazioni degli inerti. Lo svincolo autostradale per chiomonte promesso dal sindaco se tutto andrà bene dovrebbe arrivare a fine cantieri, quando ormai il danno sarà creato e non riparabile. Nessuna legge poi sarà in grado di riproporre l'esempio francese demarche grand cantier, cioè l'assunzione di manodopera locale. Nessuno infatti, neanche il governo potrà imporre l'assunzione di manodopera locale al general contractor che per la legge italiana è libero di scegliere dove e come reperire i lavoratori. Non è stato fatto alcun esame  o studio sui fluidi, cioè le polveri derivanti dallo scavo, però l'ingegnere sostiene che non ci sono pericoli. Secondo ltf che negli anni passati aveva affrontato e pubblicato uno studio sullo scavo di una galleria nel massiccio dell'Ambin verrebbe perso un quantitativo di acqua sorgiva potabile in grado di dissetare una metropoli da 11 milioni di abitanti. Oggi questo studio viene accantonato nel cassetto e l'ingegnere non sembra esserne a conoscenza nonostante i tecnici del movimento gli rinfreschino la memoria. 
Ad un certo punto sono i tecnici del movimento no tav Beppe Ferrero, Mario Cavargna e Claudio Cancelli che prendono in mano l'assemblea e spiegano realmente il progetto all'ignaro ingegnere ltf che, sbigottito e frastornato ormai senza parole inizia ad ammettere la sua ignoranza. Il sindaco Pinard poi continua a sostenere che questa non è una trattativa ma solo un confronto e che nulla è stato firmato. I risultati però parlano chiaro, un progetto pronto, tecnici di ltf impreparati su tutta la linea, un osservatorio ormai cabina di regia delle operazioni di costruzione e i giornali che sembrano cantare vittoria. Purtroppo per loro la realtà è un'altra. La giornata di oggi lo ha dimostrato. Dove si parla di tav il movimento cresce, la popolazione si informa, controbatte e si prepara a lottare. Finita l'assemblea si è infatti svolta una partecipatissima riunione organizzativa sempre a Chiomonte per la giornata del 23 maggio in cui si pianteranno centinaia di alberi sui terreni sitaf in cui si dovrebbe collocare il cantiere del famoso tunnel della maddalena con l'iniziativa "Mettiamo radici in prima fila".
Quindi anche oggi giornata di rilancio per il movimento no tav che ha saputo rispondere e informare.


Presidio a Chiomonte, oggi ore 16 e ore 21 alla cappella di santa caterina (piazzetta dietro al municipio)


L'osservatorio tecnico della linea ferroviaria Torino - Lione ha dato l'ok all'iter per la V.I.A. (valutazione di impatto ambientale) relativa al tunnel geognostico di Chiomonte. Lo comunica alle agenzie Mario Virano, presidente dell'osservatorio. La valutazione include anche particolare attenzione alla salvaguardia del patrimonio archeologico e delle falde acquifere. Sembra tutto deciso quindi, grazie in particolare alla tre riunioni che si sono susseguite in questo periodo tra Virano e il sindaco di Chiomonte Pinard.
Anche in questo caso i conti non tonarno... per una V.I.A. è necessario consegnare il progetto alle amministrazioni interessate (Comuni, Comunità Montana, Parchi, Sovrintendenze, Provincia, Regione, Arpa, Asl...). COSI' NON E' STATO. Così come non ci risulta che esista ad oggi un vero progetto, non sappiamo che organo debba fare la V.I.A., conferenza dei servizi ecc...
E allora? ...Allora andiamo a chiedere all'architetto Virano come stanno le cose, e andiamoci di persona. La Valle ne ha le palle piene delle sue macchinazioni. Tra l'altro sembra che segretamente l'incontro con la popolazione stabilito per oggi alle 21 sia stato spostato alle 16 ...E allora noi ci saremo alle 16 e alle 21.
Il movimento NO TAV ha imparato a non fidarsi di chi viene a venderci le "opportunità" di quest'opera infame. Non ci interessano, le conosciamo bene... Cantieri per decine di anni, rischi altissimi per la nostra salute e uno spreco insostenibile di soldi pubblici.
Accorriamo in tanti, facciamo sentire per l'ennesima volta la nostra voce.
E' la voce di un popolo che si è informato, che ha capito, che ha visto...e che ha scelto da che parte stare.

A sarà dura!

mercoledì 12 maggio 2010

Virano: entro l'anno il via ai lavori TAV

Chiomonte: Mettiamo radici in prima fila!!!

Ancora scorie nucleari!!!


Ancora trasporti di scorie dal deposito nucleare di Saluggia verso l'Inghilterra.
Nella notte tra domenica 9 e lunedì 10 maggio è stato effettuato l'ennesimo trasporto di scorie radiottive dal deposito nazionale di Saluggia in provincia di Vercelli verso Sellafield in Inghilterra. Per l'Italia l'operazione è gestita dalla Sogin ditta referente per la gestione del nucleare dopo il referendum popolare dell'87 e l'abbandono dei progetti, per l'Inghilterra è la British nuclear fuel. L'Enel stipulò per l'Italia nel 1980 un contartto con la Bnfl per il riprocessamento di 105 tonnellate di biossido di Uranio. Ad oggi ne restano ancora 53 tonnellate divise in 259 barre. Il trasporto di queste scorie avviena in maniera multimodale, da Saluggia a Vercelli su gomma, da qui su rotaia passando dal tunnel del Frejus verso il porto di Dunquerque in Francia e poi via mare verso il porto di Barrow e da qui di nuovo su rotaia verso Sellafield. Domenica notte quindi la val di Susa è stata nuovamente invasa da ingenti forze di sicurezza che bloccavano tutti i passaggi a livello e le strade di accesso alla ferrovia. Tutti i treni sono stati fermati dall'una alle quattro di lunedì mattina. Ovviamente la popolazione non era stata informata di nulla e neanche le autorità locali, come invece vorrebbe il codice in  questi casi. Se infatti uno di questi convogli dovesse avere un incidente si incorrerebbe in quello che viene definito rischio di livello 1. Il più alto standard di pericolo in caso di incidente nucleare, per essere più chiari il livello affrontato dalla popolazione di chernobyl con tutte le conseguenze che oggi conosciamo.
A pochi mesi dagli slogan di Berlusconi in cui si rilanciava una nuova era di nucleare per l'Italia ecco i risultati della passata esperienza. 5 centesimo ogni kw di corrente su tutte le bollette Enel per pagare esclusivamente i trasporti di scorie di appena pochi anni di attività delle centrali. Un costo complessivo dell'operazione di 15 milioni di euro per i trasporti e 1 milione 224 mila euro per il riprocessamento di ogni singola tonnelata di materiale per un totale di 64 milioni 872 mila euro. Tutto questo con lo slogan che il nucleare costa meno e non inquina. Ancora oggi paghiamo il debito creato da quell'infausta decisione e questi sono i costi unicamente delle scorie, restano ancora tutti i costi gestione dei depositi e di costruzione e mantenimento delle centrali. Tutto questo con una particolarità all'italiana, non siamo stati infatti in grado, come su molti altri settori di essere autonomi nella gestione del progetto, pagando quindi a peso d'oro queste operazioni che svolgiamo all'estero. L'inquinamento poi neanche viene menzionato nei rapporti governativi. Il mare d'Irlanda sul quale si affaccia Sellafield è il più inquinato radiottivamente del mondo e da anni il governo irlandese chiede la chiusura della centrale di riprocessamento, ovviamente non quello inglese che ne è proprietario e che si riempie le tasche con questi traffici.
Alla luce del trasporto di lunedì e di tutti quelli che già sono stati fatti nel medesimo modo ci chiediamo con che logica viene affrontata questa situazione che sarebbe forse il caso di chiamare emergenza. Sembra quasi che il governo e il prefetto di Torino alzino il tappeto per nascondere lo sporco come se questo bastasse a dare una parvenza di pulito. I trasporti delle scorie nucleari sono il momento più delicato in assoluto del trattamento nucleare. Il numero di imprevisti e incidenti possibili non sono calcolabili. Il deposito Avogadro di Saluggia dal quale partono le scorie, da anni perde e ha inquinato completamente le falde acquifere del vercellese. Numerose sono le inchieste partite, con l'unico risultato di accelerare i trasporti senza ammissioni di colpa nè interventi seri di messa in sicurezza. Come molte cose in Italia questo doveva essere il sito provvisorio nazionale in attesa di quello idoneo definitivo. Il problema ovviamente sta nel "temporaneo" che in questo caso significa più di trent'anni.
 Come abbiamo voluto decidere noi sul futuro del nucleare in Italia, oggi chiediamo la medesima cosa, sapere, conoscere, decidere. E' impensabile continuare così, il problema del nucleare deve essere chiaro a tutti, tutti devono conoscere il rischio che corrono durante questi trasporti, tutti devono sapere per poter decidere. Non bastano gli slogan e le pubblicità "progresso" pro nucleare del governo. Vogliamo la verità sui costi, sui pericoli, sull'inquinamento. Più volte abbiamo ragionato sul problema in maniera complessiva, oggi è il momento di rilanciare e tornare a lottare, informare, discutere.  
Tutto questo per una nuova stagione di lotta contro il nucleare, in Italia e nel mondo.