Sono
loro la rivelazione di questa grande stagione di lotta che si sta
aprendo a Chiomonte. Sono i figli dei figli dei primi no tav, un’intera
generazione nata dal 2000 ad oggi. Sono tanti bambini e bambine nati
nella lotta, sulle barricate, che hanno mosso i primi passi da soli nei
cortei ed hanno imbracciato zaino e bicicletta nei presidi. Nel lungo
inverno del 2005 hanno portato i loro sguardi a Venaus e al seghino,
tempo e inverno permettendo. Molti di loro erano ancora nel pancione
delle loro mamme ma già sentivano di essere in un posto speciale. La
vita e la lotta in val di Susa si intrecciano in lunghi rami che
attraversano gli anni e le stagioni. A scuola molti di loro nel 2005
disegnavano i check point e gli scudi, sono stati fermati con i pulmini a
Monpantero e hanno vuotato i loro zaini di fronte ai carabinieri che li
perquisivano cercando chissa quale merenda esplosiva. I loro nonni sono
stati quelli che venti anni fa hanno iniziato a parlare di no tav, sono
quelli che hanno visto la loro valle distrutta dall’autostrada,
l’industrializzazione e l’inquinamento. I loro genitori sono invece
quelli che oggi prendono in mano il testimone della lotta, quelli che
lavorano e la sera arrivano di corsa ai presidi, quelli che fanno le
notti di guardia e raccontano storie di nonni partigiani e cantano
fischia il vento.
Questa è un pò la storia di tanti di noi ma
soprattutto la storia che questi bambini stanno scrivendo.
La storia di
una valle che non si arrende, che non ha paura.
La storia di una valle
che vive, che vive nella lotta no tav.