Tratto dall'articolo "Guccini, la ballata dell'Appennino".
Da Repubblica del 19 giugno 2011
Le Alpi toccano il cielo, sono iperuranie e spirituali. L’Appennino è più basso, terragno, spurio. Sarà anche per questo che sulle Alpi, in Val di Susa, il treno ad Alta Velocità non riesce ancora a sfondare le proteste e gli scudi
umani, mentre sull’Appennino tosco emiliano lo scavo delle gallerie è
andato avanti senza grandi opposizioni, finché non ci si è trovati di
fronte a danni irreparabili.
Strano, per una montagna la cui
storia è legata a doppio filo con la Resistenza, che in quei boschi
trovò l’arma in più per combattere il nemico. Del resto, solo una
retorica da quattro soldi dipinge i valsusini come montanari
ottusi, egoisti, che vogliono essere «padroni a casa loro».
In
realtà, la forza del movimento No Tav sta nella competenza diffusa e
nell’aver saputo coinvolgere anchela gente di pianura. Nulla di simile
è accaduto tra Bologna e Firenze, perché le due città voltano le spalle
all’Appennino, lo considerano un ostacolo alla viabilità e semmai un
luogo di villeggiatura “minore”, per anziani in fuga dal caldo.