pubblicata su Facebook da Davide Bono il giorno giovedì 7 ottobre 2010 alle ore 14.50
L’Assessore Bonino viene in Commissione Urbanistica ed Infrastrutture ad illustarci il futuribile ddl che istituirà gli indirizzi di un modello Demarche Grand Chantier, che la Francia starebbe attuando per i cantieri del TAV transalpino, il quale dovrebbe garantire una piena occupazione ai lavoratori locali.
In realtà scopriamo essere più un supplemento di promesse di compensazioni che una garanzia, difficile da garantire, di selezione dei lavoratori del cantiere dalla popolazione autoctona. Che se no sarebbe stato kafkiano: lavorare per distruggere la propria stessa valle!
Il ddl della giunta si chiamerà “cantiere, sviluppo territorio, promozione ed incentivi ai territori” ed è già stato concordato con la Provincia nelle persone di Foietta e Saitta, con l’Osservatorio nelle persone di Virano, e una prima passata nei vari Assessorati competenti.
L’Assessore si mostra orgoglioso in quanto la legge è sperimentale, la prima in italia, e sarà quindi necessario delegare questioni più tecniche a successivi regolamenti. Ad esempio il problema della “valorizzazione dello smarino” (che mi ricorda un po’ la termovalorizzazione dei rifiuti e mi fa rizzare il pelo) necessita di un tavolo interistituzionale per competenze di provincia, Regione, per seguire le migliori procedure. Usando lo strumento della concertazione, ma in modo flessibile (cioè praticamente ascoltando ma senza dare troppo peso che mica si può pensare di dare retta alla maggioranza, essendo il loro “il territorio dell’operatività, dove è necessario avere strutture snelle in cui tutti possono intervenire, ma dove non si può votare a maggioranza o esercitare il diritto di veto, perché loro hanno un’altra impostazione culturale”, cioè la cultura del FARE qualcosa pur di FARE), intende minimizzare gli impatti, operando per mitigare le opere di progettazione e di realizzazione con quelle di accompagnamento (insomma l’opera si fa e non rompete le balle, io sono io e voi non siete un c!).
La legge riguarderà le cosiddette Grandi infrastrutture ovverosia quelle della legge obiettivo, 443/2001 e quelle di interesse convergente stato-regione. A quale dei due gruppi appartenga la NLTL non è dato sapere. E udite, udite, siate felici di essere i primi: la prima applicazione (la Regione sceglie quale) sarà per la galleria geognostica Maddalena e tutta la NLTL. Vi sarà ovviamente un organo di pilotaggio politico con controllo in capo alla Regione, insieme al Commissario di governo-VIRANO e la provincia a cui spettano strategie, indirizzo, decisioni; un organo tecnico con tecnici apicali di Regione e Provincia a cui spetta programmazione e monitoraggio; uno consultivo su ambiti tematici specifici o territoriali che prevederà regione, province, enti locali e portatori di interesse, associazioni con contributi tecnico-operativi (ovviamente sul Come Tav).
Gli ambiti tematici di intervento riguardano la formazione, lo sviluppo di opportunità per le imprese locali, l’offertà abitativa-ricettiva, la salute e sicurezza, fiscalità agevolata, promozione progetti di territorio, attività espropriative, valorizzazione dei materiali di risulta.
A questo punto mi scappa un “sarà un autunno caldo”e “di andare in valle a raccontarle”, ovviamente fuori microfono che l’Assessore non gradisce.
Si chiude la prima parte con le competenze di cassa dell’Anno 2011 – 200 mila euro per spese di funzionamento. Risorse invece alla formazione/occupazione e altre compensazioni ricadranno sul bilancio della Regione richiesti agli assessori competenti (che però al momento hanno tagliato tutto il tagliabile). Vanno al di là quindi delle compensazioni già previste dalla legge obiettivo che sono il 5% dell’opera.
Interviene Gariglio, ex presidente del Consiglio Regionale, probabile candidato a sindaco di Torino del centro-sinistra che cerca palesemente di dire qualcosa di nì tav, citando i problemi di salute sollevati dai medici di base della Valle, e consiglia di istituire una copertura assicurativa come sulla Torino-Ceres a prevenire i danni sulle abitazioni provocati dalla risalita della falda. Siparietto in cui mi chiede perché reputo le compensazioni un male assoluto.
Interviene quindi l’ Artesio, che afferma che le scelte politiche di ognuno sono già note per cui giudicherà solo l’impianto normativo. Che i lavoratori siano locali è difficile, già per l’edilizia residenziale convenzionata negli anni passati con i costruttori a cui si chiese di assumere disoccupati del luogo o con disagio si andò ad un contenzioso che però venne poi apparentemente vinto dal committente. Certo in Francia la situazione è diversa in quando lì è prevista la partecipazione alle grandi opere (immagino parli del Debat Public, che comunque non ha mai potere di veto), che anche l’Europa ci chiede per concedere il finanziamento.
A questo punto intervengo io, chiedo subito se l’opera NLTL sia in legge obiettivo o come opera di interesse strategico nazionale e regionale, visto che non troviamo nulla al riguardo sul DPEF che ci ha segnalato in risposta alla nostra interrogazione. A quel punto passo in rassegna i punti del ddl:
- per sicurezza e salute, in qualità di medico tendo a preferire la prevenzione primaria da quella secondaria o terziaria, visto la presenza di rocce amiantifere e radioattive, anche sulla valorizzazione dello smarino abbiamo le nostre preoccupazioni.
- fiscalità agevolata, sottolineo come sono poche le leve fiscali su cui può agire la Regione come l’IRAP, ma mi chiedo quale azienda possa venire a localizzarsi lì o non fugga quando la valle sarà un cantiere per 20 anni con le strade intasate di camion e la linea storica a singhiozzo.
- promozione progetti sul territorio anche relativi al turismo, auguro che non siano tutti investimenti come quello del Museo della Maddalena di Chiomonte che sarà pressoché reso inagibile dai lavori del tunnel.
- offertà abitativa, la valuto il minimo visto che parecchie case verranno abbattute.
A questo punto succede il putiferio, la maggioranza scalpita, l’Assessore inizia a dire che il come si chiama Bono del moVimento 5 stelle (ma perché tutti sti geni fanno sempre il solito giochetto stupido di far finta di dimenticare il cognome?) è un falso e bugiardo, che sulla questione dell’interrogazione del Museo della Maddalena, è tutto in mano agli avvocati per le querele del caso per il riferimento al marito (anche se è stata fatta dal collega Biolè), giura e spergiura che le case abitate abbattute saranno nel numero di 1 (immagino l’ospizio di Susa per cui la Amprino è in difficoltà), che altre saranno capannoni o case interferite (o espropriate?), che mi assumo la responsabilità politica, intellettuale e morale dell’esacerbazione di animi che ci sono e ci saranno in valle e delle conseguenze anche in tema di ordine pubblico che addiverranno (come se servisse il moVimento 5 stelle alla Valsusa per informarsi ed incazzarsi).
A quel punto visivamente e sonoramente faccio capire che i miei dati a disposizione non concordano con quello dell’Assessorato; il presidente della Commissione, Angeleri, sospende un attimo la sessione, chiarendo che questo non è il bar sport, che lui non è il presidente della Bocciofila (magari in futuro!), Giovine, dei Pensionati, eletto sub iudice per delle firme tarocche, interviene dicendo che è inconcepibile mettere in discussione il Verbo dell’Assessore (non sapevamo che nel frattempo fosse assunta in Cielo) e l’Assessore riparte con un'altra tirata di improperi nei confronti del moVimento 5 stelle, di come-si-chiama Bono e dei 4 gatti No Tav.
Rispondo con calma ghandiana: che nell’interrogazione non v’erano estremi passibili di querela, visto che riportavamo quanto scritto da un giornale, ma che eravamo pronti a dare una mano agli avvocati italiani, per difenderci dall’assessore anche se preferiremmo investirli in progetti per il territorio; che le case a noi da abbattersi risultano in una cinquantina, come analizzato coi sindaci interessati, e che per amor di Verità vorremmo indire un confronto su questi dati ed eventualmente un’Assemblea Aperta a cui invitare i sindaci di Valle. Ciò nondimeno, a prescindere dal numero di case abbattute o interferite, restiamo contrari ad un’opera inutile dal punto di vista del trasporto merci, nettamente in calo, e devastante dal punto di vista ambientale ed economico.
L’Assessore risponde dicendo che ci fornirà una sua carta da cui si evincerebbe il dato riferito sull’unico edificio da abbattere: capiremmo così se stiamo guardando tutti lo stesso progetto.