da Notav.info
Certo trovare risposte da parte della
lobby del Tav alla manifestazione del 9 ottobre è difficile. La
partecipazione, l’unità dei sindaci, la Coldiretti, la Fiom e gli
altri, la forza mostrata dalla Valle che Resiste ha messo a segno un
risultato che ha fatto andare di traverso pranzo e cena a Virano e soci.
L’inizio è il cartello si tav e la complicità de La Stampa, egli
attacchi personali ad un No Tav. Ma fin da subito il buon
Architetto / Commissario / Tuttofare si è prodigato sui giornali e ai tg a
spiegare che la maniefstazione era una bella cosa perchè non avevamo
dato l’assalto a nulla, però non serviva a niente, tanto la linea ad
alta velocità è da fare, e chi si oppone, Presidente della Comunità
Montana in testa, deve spiegare al mondo cosa vuole, se tanto, ha
ribadito, bisogna farla! Il “buon” è scivolato qua e là con
analisi sociologiche e tecniche di lettura politica da vecchio PCI (non
si è scordato) sul bollare i movimenti come orde di provocatori
capeggiati dal movimento antagonista.
Ma è chiaro che la difficoltà aumenta e
quindi via con la campagna d’immagine: prima un «corto» di quattro
minuti e mezzo per spiegare le ragioni del Sì alla Tav rispondendo alle
cinque principali domande sul perché realizzare l’opera. organizzato
da Lyon Turin Ferroviarie per farci capire «gli effetti positivi della
realizzazione dell’opera», ha spiegato l’assessore regionale Barbara
Bonino. Il video/spot ha come protagonisti una coppia di giovani e tre
abitanti della Valsusa (?) che illustrano i dubbi e le speranze per
l’arrivo del Tav. Un filmino di dubbio gusto che potete vedere
qui:
E poi spazio alla fantasia, con cantieri
a impatto zero, i materiali di scavo del tunnel della Maddalena portato
via in treno ( anche se non c’è la ferrovia…) e magari cantieri che si
smontano e si rimontano da mattino a sera, con pulizie annesse.
Insomma una campagna di propaganda che
solo l’aggiustatutto Virano poteva creare, coadiuvato ormai dalla spalla
Bonino. Non solo anche l’assessore all’ambinete della regione Piemonte
Roberto Ravello, che dl cantare faccetta nera è passato all’oramai
distinto ruolo istituzionale, si è detto pronto ad accogliere tutte le
preoccupazioni dei sindaci e attivarsi per risolvere i problemi
all’ambiente causati dalla cantierizzazione.
Crederci è sempre più difficile.