giovedì 14 ottobre 2010

E i cantieri che si smontano la sera?


da Notav.info
Certo trovare risposte da parte della lobby del Tav alla manifestazione del 9 ottobre è difficile. La partecipazione, l’unità dei sindaci, la Coldiretti, la Fiom e gli altri,  la forza mostrata dalla Valle che Resiste ha messo a segno un risultato che ha fatto andare di traverso pranzo e cena a Virano e soci. L’inizio è il cartello si tav e la complicità de La Stampa, egli attacchi personali ad un No Tav. Ma fin da subito il buon Architetto / Commissario / Tuttofare si è prodigato sui giornali e ai tg a spiegare che la maniefstazione era una bella cosa perchè non avevamo dato l’assalto a nulla, però non serviva a niente, tanto la linea ad alta velocità è da fare, e chi si oppone, Presidente della Comunità Montana in testa, deve spiegare al mondo cosa vuole, se tanto, ha ribadito, bisogna farla! Il “buon” è scivolato qua e là con analisi sociologiche e tecniche di lettura politica da vecchio PCI (non si è scordato) sul bollare i movimenti come orde di provocatori capeggiati dal movimento antagonista.
Ma è chiaro che la difficoltà aumenta e quindi via con la campagna d’immagine: prima un «corto» di quattro minuti e mezzo per spiegare le ragioni del Sì alla Tav rispondendo alle cinque principali domande sul perché realizzare l’opera. organizzato da  Lyon Turin Ferroviarie per farci capire «gli effetti positivi della realizzazione dell’opera», ha spiegato l’assessore regionale Barbara Bonino. Il video/spot ha come protagonisti una coppia di giovani e tre abitanti della Valsusa (?) che illustrano i dubbi e le speranze per l’arrivo del Tav. Un filmino di dubbio gusto che potete vedere qui:

 
E poi spazio alla fantasia, con cantieri a impatto zero, i materiali di scavo del tunnel della Maddalena portato via in treno ( anche se non c’è la ferrovia…) e magari cantieri che si smontano e si rimontano da mattino a sera, con pulizie annesse.
Insomma una campagna di propaganda che solo l’aggiustatutto Virano poteva creare, coadiuvato ormai dalla spalla Bonino. Non solo anche l’assessore all’ambinete della regione Piemonte Roberto Ravello, che dl cantare faccetta nera è passato all’oramai distinto ruolo istituzionale, si è detto pronto ad accogliere tutte le preoccupazioni dei sindaci e attivarsi per risolvere i problemi all’ambiente causati dalla cantierizzazione.

Crederci è sempre più difficile.