lunedì 18 luglio 2011

Racconto di un pendolare sulla tratta Torino-Lione



Visto che molti lo fanno, esprimo anche io il mio parere sulla Torino Lyon, riprendendo un messaggio scritto di recente ad un amico.
Sono un ingegnere ambientale di Torino; lavoro a Lyon da 9 anni. In quanto cittadino italiano, ingegnere e pendolare sono fortemente contrario alla costruzione della linea Torino-Lyon.
Il punto é che questo progetto a fronte di un costo spropositato (15 miliardi per la parte italiana) é un colosso con i piedi d’argilla, per essere buoni. Una gran porcata, per esserlo un po’ meno…
Per cominciare cito una delle cose che piu’ mi avevano colpito. Il progetto originario (penso abbandonato nel 2006) prevedeva una stazione sotterranea a Modane (3.000 abitanti) ad una profondità di 300m da terra. Che tra l’altro sarebbe stata pagata con i soldi italiani visto che la ripartizione dei costi per la tratta internazionale é, dal 2001, 67% Italia e 33% Francia.
Il tutto per una tratta sempre meno trafficata, sia sulla ferrovia (il treno che prendevo fino al 2005 per andare a Torino da Lyon é stato soppresso per mancanza di passeggeri) che sull’autostrada (faccio 2 A/R al mese e ti posso garantire che é una delle autostrade meno trafficate dell’eurpa intera, per i dati ti rimando ai link che seguono).
Ma riprendo le cose con ordine, lasciando stare il folcklore : Askatasuna, polizia, beppegrillo…...
Gli argomenti che mi portano a bocciare il TAV/TAC in italia e la torino-lyon (che TAV tra l’atro non é piu’) sono sintetizzabili in due punti fondamentali :
1) Le linee AV in Italia sono state una truffa ai danni dello stato, nel senso che il loro costo al chilometro é stato 4, 5, 6 volte superiore a quello di una linea in Francia, costo che rappresentava in linea di massima il riferimento ‘a preventivo’.
(http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Speciali/2007/tav/speciale tav-finanziamenti-malan.shtml )
Insomma i costi sono lievitati, a seconda delle tratte, del 300, 400, 500, 600 per cento, senza che la ‘politica’ abbia avuto modo di denunciare tale scandalo.
Nel ’92 l’opinione pubblica italiana si scandalizzava per tangenti sulla metropolitana Milanese che ammontavano al 20% del costo dell’opera. Che dire? I tempi cambiano…
Questo ci costa quasi 2 miliardi di euro l’anno, per i prossimi 15/20 anni. Per capire a come si é arrivati a cio’ ti consiglio la lettura dei libri di Ivan Cicconi.
Ma non é tutto. Come molti sanno, in Italia si é parlato di AC (alta capacità) per giustificare la costruzioni di tali costosissime linee. Poiché i flussi passeggeri erano, con tutta evidenza, troppo esigui per giustificare tale investimento, si é detto che quelle linee sarebbero servite per trasportare merci. L’Italia in questo sarebbe stata un unicum al mondo, avendo linee alta velocità per trasportare merci, con tutti i problemi tecnici che questo puo’ comportare (se vuole possiamo ritornare su questo punto). Dico sarebbe, perché questa era semplicemente una balla, e a qualche anno ormai dall’apertura delle linee non UN solo treno merci vi é transitato.
Per me questo é troppo. Non si possono dire castronerie e mettere le mani sui soldi pubblici con tale disinvoltura.
In sunto, se le linee AV in Francia rappresentano l’efficienza dello stato e dell’amministrazione francese, quelle italiane, purtroppo per noi, rappresentano il degrado e la corruzione della politica italiana. Cio’ accade quando l’interesse di chi costruisce sopravanza di gran lunga l’interesse della collettività.
Purtroppo é anche il caso della Torino Lyon.
2) Nel caso della Torino-Lyon i numeri parlano chiaro. Non esiste nessun dato fattuale che possa far pensare ad un incremento sensibile dei flussi di merci sulla tratta.
A tal proposito, i grafici presentati (Fig 1 a pag 31 e Fig 7 a pag 47) nel documento qui linkato sono espliciti.
http://www.notavtorino.org/documenti/oss-cmvss-prelim-rfi-2011.pdf
Il primo grafico (Fig 1 a pag 31 ) mostra l’andamento del traffico merci su rotaia, in calo dalla fine degli anni novanta. Il secondo grafico (Fig 7 a pag 47) mostra l’andamento del traffico su gomma, anch’essi i calo.
In entrambi i casi i modelli di crescita previsti dai proponenti dell’opera sono alquanto in disaccordo, per usare un eufemismo, con i dati reali.
E lo sono a tal punto che purtroppo viene da dubitare (visti anche i pregressi della rete AV affrontati al punto 1) dell’onestà (e non solo quella intellettuale) di chi li ha formulati.
Comunque, i fatti (ovvero le misure dei flussi di traffico) ci dicono che non abbiamo nessun elemento per predire una saturazione della linea esistente per i prossimi 30 anni (a dir poco).
Per arrivare a tale scenario bisogna utilizzare una serie di artifici. Bisogna ad esempio conteggiare, come fanno Virano and company , tutto il traffico (sia su gomma che su rotaia) che attraversa l’arco alpino nel nord-ovest e proiettarlo magicamente sulla linea ferroviaria torino-modane-chambery-lyon. Due colpi di bacchetta magica: concentrazione dei traffici su una sola linea e completo trasferimento modale gomma/ferro. Ma questo é del tutto arbitrario. Con tale procedimento sarei in grado di giustificare qualsiasi tipo di tunnel o infrastruttura in qualsiasi valico dell’arco alpino. Non penso che la logistica o l’ingegneria dei trasporti sia una scienza esatta. Pero’ un livello minimo di scientificit& agrave; va salvaguardata. Perché mai uno scenario del genere dovrebbe un giorno verificarsi ? Potremo quanto meno convenire sul fatto che tale scenario é quanto meno molto poco probabile ?
E per rispondere alle esigenze indotte da questo scenario noi saremmo disposti a spendere 15 miliardi di euro ? Dico 15 ben sapendo che, come per il resto della rete AV italiana, i costi potranno lievitare del 300, 400 percento , portando I costi a 40, 50, 60 miliardi… chissà…
Non credi che questi soldi potrebbero essere spesi rilanciando i settori di ricerca e sviluppo in Italia (http://www.lavoce.info/articoli/pagina1068.html), o che potrebbero essere semplicemente risparmiati per evitare tagli ulteriori all’istruzione o alla sanità pubblica?
A questi argomenti devo aggiungere poi un’appendice, visto che la mia amica Sara dice che non tocco due punti cari ai "buon-sensanti" :
a) a livello simbolico non farlo vuol dire accettare che il piemonte sia tagliato fuori da tutto ;
b) ci danno un sacco di soldi e lavoro.
a) « Piemonte tagliato fuori »
Per rispondere a questo argomento, purtroppo, é difficile usare argomenti ben circonstanziati poiché si entra nel dominio delle leggende metropolitane.
Fassino in una recente intervista parla di percorsi alternativi che passano da Ventimiglia o da Ginevra, la cui approvazione sancirebbe il nostro isolamento. Queste argomenti, per chi si é occupato un po’ del problema valgono tanto quanto i proclami per un premio nobel a Lampedusa agli occhi di chi si occupa di problemi di immigrazione clandestina. E anche difficile trovare parole per contraddirli. Come quando ti senti dire che la legge sul ‘legittimo sospetto’ salvaguarda l’imputato nel caso in cui questi avesse avuto una relazione intima con la moglie del giudice (ricordate ?).
Comunque provo a rispondere con argomenti razionali :
Io penso che se fosse cosi’ urgente uscire dall’isolamento tramite un collegamento strategico con Lyon, il sindaco di Torino ed i presidenti di Regione Provincia della camera di commercio etc… etc.. etc… avrebbero potuto, in questi anni, quanto meno impegnarsi affinché non fosse soppresso (dal 2005) il collegamento diretto tra le due città, per non dire potenziato, incentivato, favorito, pubblicizzato…
Facendo il pendolare su Lyon da quasi 10 anni una cosa mi é chiara, tutto interessa fuorché l’efficienza di questo collegamento ferroviario. Aggiungo, purtroppo per me, e per quelli come me che fanno Torino-Lyon due,tre, volte al mese.
Per questi motivi, parlare di « isolamento » mi pare del tutto pretestuoso.
Anzi, per me chi tra i politici locali lo invoca ha la stessa credibilità di chi annuncia di voler la scuole dell 3 I e poi taglia le classi di inglese.
Penso invece che l’isolamento si romperà valorizzando intempi rapidi la linea esistente e facendo in modo che Torino ed il Piemonte ri-diventino un meta, in quanto di polo di ricerca, di produzione, di sviluppo tecnologico e di saperi.
Certo non é affatto semplice, ma di certo non sarà un risultato che si ottiene investendo tutte le risorse a noi destinate scavando un buco per vent’anni (se va bene).
b) « ci danno un sacco di soldi e lavoro »
Questo argomento a mio avviso riduce le ambizioni politiche piemontesi a quelle che hanno animato per quarant’anni la cassa del mezzogiorno.
Se ci danno i soldi facciamo… o peggio, troviamo un pretesto per costruire….
Cominciamo, poi chissà come e quando finiremo... e il giorno in cui avremo finito vedremo a cosa servirà... Con quest’ottica la piana di Termini Imerese è oggi invasa da capannoni industriali inutilizzati e il sud italia disseminato di opere pubbliche piu’ o meno inutili che sono rimaste incompiute.
Si svende il territorio e si seleziona una classe politica che si adatti a queste logiche localistiche, che ben si prestano a diventare clientelari. In fondo se l’obiettivo é dare lavoro e se l’utilità dell’opera non é cosi’ prioritaria, perché mai dovrebbe essere prioritaria la competenza di che si vedrà assegnati lavori, studi, incarichi…..
Questi argomenti hanno poco a che vedere con uno spirito d’efficenza europea tanto invocato ed molto con il clientelarismo e l’assistenzialismo italico.
Oggi tutti reclamano finanziamenti per uscire dai loro ‘isolamenti’ con un bel buco :
Genova : http://genova.repubblica.it/cronaca/2011/07/04/news/contro_in_no_tav_industriali_in_corteo-18619986/?ref=HRER3-1
Macugnaga –Cervinia-Zermatt :
( http://www.travelblog.it/post/5490/in-treno-sul-ghiacciaio-il-walser-express e
http://www.discoveryalps.it/media/Monte_Rosa_Walser_Express.pdf )
e potrei andare avanti, paese che vai, progetto di buco che trovi…
Per finire, si parla di 4000 posti di lavoro su vent’anni, al costo di quindi di almeno 4 milioni l’uno.
Posti di lavoro a bassisimo valore aggiunto (perlopiu’ si tratta di fare cemento). Con quei soldi si finanzia una generazione di ricercatori….

Direi che é tutto

Pietro Salizzoni