Movimento
NO TAV
Una
garanzia per il futuro
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Comunicato
Stampa
dalla
Valle che Resiste e Non Si Arrende, 14 luglio 2011
una DELEGAZIONE
ISTITUZIONale FA VISITA AL “FORTINO” DE LA MADDALENA
LA DELEGAZIONE HA CONSTATATO CHE IL CANTIERE DELLA GALLERIA DI
SERVIZIO DE LA MADDALENA
NON E’ STATO APERTO
IL
GOVERNO RITIRI LE TRUPPE DI OCCUPAZIONE E L’UNIONE EUROPEA IL FINANZIAMENTO AL
PROGETTO PRIORITARIO TEN-T N. 6 LYON – TORINO
Questa mattina una delegazione composta da Gianni Vattimo,
Parlamentare Europeo delegato in questa occasione da altri cinque Eurodeputati,
dal Vice Presidente e da un assessore della Comunità Montana Valle Susa e
Sangone, dal Vice Sindaco di Giaglione, da una Consigliera di maggioranza di
Chiomonte e da altri amministratori della Valle Susa è entrato nel “fortino” de
La Maddalena
di Chiomonte e vi è rimasto per circa 1,5 ore.
Non sono stati autorizzati a partecipare alla delegazione
cittadini in rappresentanza del Movimento No TAV.
I giornalisti de La
Stampa, La
Repubblica, Il Fatto Quotidiano, Luna Nuova e Sky News non
sono stati ammessi dal Questore di Torino, responsabile delle operazioni presso
il “fortino” de La Maddalena
di Chiomonte. Il Movimento No TAV stigmatizza questo comportamento lesivo della
libertà di stampa e di informazione: la richiesta nominativa dei partecipanti
era stata presentata dal deputato Gianni Vattimo secondo le regole del caso.
Ricordando anche il costo di circa 187 milioni di € all’anno - il Movimento No TAV ha richiesto l’immediato ritiro
del dispositivo di sicurezza militare che fa la guardia ad un cantiere
inesistente, stigmatizzando il prossimo invio di truppe alpine che
formalizzerebbero ulteriormente la militarizzazione dei questo territorio.
Il Movimento No TAV rammenta che questo fortino è posto a circa
mezzo chilometro dall’area del futuro cantiere della galleria di servizio al
tunnel di base di 57 km
della nuova linea ferroviaria Torino – Lione (Progetto prioritario TEN-T n. 6).
Gli attivisti No TAV presenti all’esterno del fortino hanno
dichiarato che quando uno Stato usa la forza contro i suoi cittadini - che si
oppongono da 22 anni contro quest’opera inutile e devastante - significa la
sconfitta dello Stato perché ha perso la capacità di dialogare e di disegnare
il futuro insieme ai suoi cittadini.
Lo sgombero forzato dei cittadini all’alba del 27 giugno che
presidiavano La Maddalena
da 45 giorni su un terreno regolarmente concesso dal comune di Chiomonte per il
quale era stato pagato il plateatico e la gigantesca manifestazione del 3
luglio tra Exilles e Chiomonte fortemente contrastata dalle forse dell’ordine con il lancio di migliaia di
lacrimogeni, hanno imposto una visita istituzionale innanzitutto per verificare
se, come affermato dai media, è stato attivato il cantiere della galleria
"La Maddalena"
che era l’obiettivo governativo per evitare l’annunciata cancellazione del
finanziamento europeo.
Il risultato dell’ispezione è stato chiaro: il
cantiere non esiste, né è prossima la sua realizzazione.
Il Movimento No TAV invita i media a fare
chiarezza su questo punto e ad evitare la locuzione “cantiere”. Gli unici
lavori realizzati riguardano una recinzione di carattere, prettamente militare,
di aree esterne ai terreni destinati al futuribile cantiere. Una mappa che
dettaglia questo verità è disponibile sui siti No TAV.
La visita è stata articolata in quanto ha constatato -
planimetrie alla mano - che non solo non
è stato realizzato il “cantiere della galleria de La Maddalena”
(come affermato dai fans dell’opera
e dal Governo) ma ha esaminato le caratteristiche della caserma in termini
tecnici e operativi, ha valutato l’impegno quantitativo e qualitativo degli
appartenenti alle varie forze impiegate (Carabinieri, Polizia di Stato Guardia
di Finanza, Forestale).
Sono state inoltre fatte con l’ing. Maurizio Bufalini di LTF sas
accurate valutazioni circa l’uso degli edifici e dei terreni requisiti manu militari, delle strade di acceso e
dei gravi inconvenienti alla viabilità dell’autostrada che ha sacrificato per
molti chilometri una delle due corsie creando enormi code soprattutto nei
rientri domenicali con grave danno al turismo dell’alta Valle Susa.
Una relazione dettagliata con fotografie e video sarà presto
pubblicata nei siti No TAV.
E stato inoltre annunciato che questa non è altro che la prima
di una serie di visite tecniche che saranno richieste regolarmente per valutare
in ogni momento le attività che si svolgono in quel luogo con particolare
riguardo al sito archeologico e alle attività agricole di questo territorio.
“né qui né altrove”