venerdì 15 luglio 2011

Il Cantiere che non c'è...


Movimento NO TAV

Comunicato Stampa
dalla Valle che Resiste e Non Si Arrende, 14 luglio 2011

una DELEGAZIONE
ISTITUZIONale FA VISITA AL “FORTINO” DE LA MADDALENA
LA DELEGAZIONE HA CONSTATATO CHE IL CANTIERE DELLA GALLERIA DI SERVIZIO DE LA MADDALENA NON E’ STATO APERTO
IL GOVERNO RITIRI LE TRUPPE DI OCCUPAZIONE E L’UNIONE EUROPEA IL FINANZIAMENTO AL PROGETTO PRIORITARIO TEN-T N. 6 LYON – TORINO

Questa mattina una delegazione composta da Gianni Vattimo, Parlamentare Europeo delegato in questa occasione da altri cinque Eurodeputati, dal Vice Presidente e da un assessore della Comunità Montana Valle Susa e Sangone, dal Vice Sindaco di Giaglione, da una Consigliera di maggioranza di Chiomonte e da altri amministratori della Valle Susa è entrato nel “fortino” de La Maddalena di Chiomonte e vi è rimasto per circa 1,5  ore.
Non sono stati autorizzati a partecipare alla delegazione cittadini in rappresentanza del Movimento No TAV.
I giornalisti de La Stampa, La Repubblica, Il Fatto Quotidiano, Luna Nuova e Sky News non sono stati ammessi dal Questore di Torino, responsabile delle operazioni presso il “fortino” de La Maddalena di Chiomonte. Il Movimento No TAV stigmatizza questo comportamento lesivo della libertà di stampa e di informazione: la richiesta nominativa dei partecipanti era stata presentata dal deputato Gianni Vattimo secondo le regole del caso.
Ricordando anche il costo di circa 187 milioni di € all’anno - il Movimento No TAV ha richiesto l’immediato ritiro del dispositivo di sicurezza militare che fa la guardia ad un cantiere inesistente, stigmatizzando il prossimo invio di truppe alpine che formalizzerebbero ulteriormente la militarizzazione dei questo territorio.
Il Movimento No TAV rammenta che questo fortino è posto a circa mezzo chilometro dall’area del futuro cantiere della galleria di servizio al tunnel di base di 57 km della nuova linea ferroviaria Torino – Lione (Progetto prioritario TEN-T n. 6).
Gli attivisti No TAV presenti all’esterno del fortino hanno dichiarato che quando uno Stato usa la forza contro i suoi cittadini - che si oppongono da 22 anni contro quest’opera inutile e devastante - significa la sconfitta dello Stato perché ha perso la capacità di dialogare e di disegnare il futuro insieme ai suoi cittadini.
Lo sgombero forzato dei cittadini all’alba del 27 giugno che presidiavano La Maddalena da 45 giorni su un terreno regolarmente concesso dal comune di Chiomonte per il quale era stato pagato il plateatico e la gigantesca manifestazione del 3 luglio tra Exilles e Chiomonte  fortemente contrastata dalle forse dell’ordine con il lancio di migliaia di lacrimogeni, hanno imposto una visita istituzionale innanzitutto per verificare se, come affermato dai media, è stato attivato il cantiere della galleria "La Maddalena" che era l’obiettivo governativo per evitare l’annunciata cancellazione del finanziamento europeo.
Il risultato dell’ispezione è stato chiaro: il cantiere non esiste, né è prossima la sua realizzazione.
Il Movimento No TAV invita i media a fare chiarezza su questo punto e ad evitare la locuzione “cantiere”. Gli unici lavori realizzati riguardano una recinzione di carattere, prettamente militare, di aree esterne ai terreni destinati al futuribile cantiere. Una mappa che dettaglia questo verità è disponibile sui siti No TAV.
La visita è stata articolata in quanto ha constatato - planimetrie alla mano -  che non solo non è stato realizzato il “cantiere della galleria de La Maddalena” (come affermato dai fans dell’opera e dal Governo) ma ha esaminato le caratteristiche della caserma in termini tecnici e operativi, ha valutato l’impegno quantitativo e qualitativo degli appartenenti alle varie forze impiegate (Carabinieri, Polizia di Stato Guardia di Finanza, Forestale).
Sono state inoltre fatte con l’ing. Maurizio Bufalini di LTF sas accurate valutazioni circa l’uso degli edifici e dei terreni requisiti manu militari, delle strade di acceso e dei gravi inconvenienti alla viabilità dell’autostrada che ha sacrificato per molti chilometri una delle due corsie creando enormi code soprattutto nei rientri domenicali con grave danno al turismo dell’alta Valle Susa.
Una relazione dettagliata con fotografie e video sarà presto pubblicata nei siti No TAV.
E stato inoltre annunciato che questa non è altro che la prima di una serie di visite tecniche che saranno richieste regolarmente per valutare in ogni momento le attività che si svolgono in quel luogo con particolare riguardo al sito archeologico e alle attività agricole di questo territorio.

“né qui né altrove”