“Decine
di migliaia di donne e uomini, abitanti della Valle e proveniente da
tutto il paese, si sono ritrovate unite, pur nella diversità di
ideologia, stile e metodo di lotta, per dire un no deciso all’ inizio
di un’ opera pubblica concepita in un momento storico-politico quanto
mai lontano da quello attuale. Un’opera faraonica, figlia di un modello
di sviluppo energivoro e superato, per la quale non ci sono i fondi, e
che certamente infliggerà danni al territorio e sofferenze alla
popolazione della Val di Susa. La grande crisi economica del 2008 e la
vittoria referendaria contro il nucleare e la privatizzazione dell’
acqua, costituiscono cambiamenti al contorno che indicano la necessità
di invertire la rotta rispetto ad un consenso bipartisan (quel
famigerato Washington Consensus) che non è più in grado di proporre un
modello di sviluppo sostenibile ed accettabile. La
vertenza della Valle di Susa contro la TAV ed il grande consenso
popolare che è stata capace di raggiungere in tutto il paese mostra come
la sensibilità per i beni comuni, categoria politico-giuridica feconda e
di grande significato, sia stata capace di conquistare l’ egemonia
presso il popolo della sinistra e, stando all’ esito referendario, anche
oltre la stessa. Esiste oggi un discrimine fra chi sostiene che un
diverso modo, basato sul pieno riconoscimento dei beni comuni è
possibile e chi, per incapacità culturale di interpretare il cambiamento
della società, si trincera dietro un decisionismo anche autoritario
che, lungi dall’essere realista appare, nell’ attuale situazione
economica ed ecologica, sempre più velleitario. “
Cari
amici e compagni di Genova 2011, le frasi che abbiamo citato erano
l’appello che abbiamo promosso per una fiaccolata Notav Bene Comune e
che si e’ svolta 8 luglio scorso a Torino e sono anche lo stesso
sentimento e ragionamento che vogliamo proporvi per legare
l’appuntamento di “Genova 10 anni dopo” con il conflitto attuale più
acceso ed emblematico, quello sulla Tav Torino Lione. Ancora prima di
questa nostra lettera e di questi nostri ragionamenti, è nella gente che
si identificava nel richiamo del luglio 2001 a Genova – in quella che è
l’evoluzione attuale di quella gente – che riteniamo stia facendo presa
il richiamo della Val Susa e della sua lotta. Non è di per sè la
questione dell’uso delle forze dell’ordine quella in cui vediamo un
legame importante con Genova 2001-2011, ma è la solidarietà con una
lotta in cui si avverte – dentro e accanto gli aspetti tecnici – la
protesta contro l’ingiustizia, contro la riduzione dei diritti e delle
libertà nei luoghi di lavoro e nella società, contro lo strapotere della
lobby del cemento e delle ruspe e l’aspirazione a una gestione invece
partecipata e consapevole del territorio e del denaro pubblico.
Parliamo
di queste cose, mettiamole al centro dell’agenda. La nostra proposta è
di trovare il modo per unire in forma evidente l’appuntamento di Genova e
il movimento No Tav. Ad esempio proponiamo che Genova 2011 veda nella
sua apertura la presenza del movimento No Tav e che si concluda tutti
insieme , domenica 24 luglio in Val di Susa con un appuntamento o un
insieme di appuntamenti di dibattito e di iniziative da convenire con i
Valsusini
I Firmatari della Fiaccolata No Tav Bene Comune di Torino