da "il Corrosivo" di Marco Cedolin
Chi ha avuto lo stomaco per riuscire a
farlo, ha potuto godere in questi ultimi due giorni, della
rappresentazione scenica “mandata in onda” dai media mainstream
riguardo alla grande manifestazione NO TAV di domenica 3 luglio in Val di Susa.
Dal fiume d’inchiostro dispensato a profusione e dal ragliare querulo dei mezzibusti in TV, tutti i lettori e gli ascoltatori che fossero stati all’oscuro dell’argomento, avrebbero potuto purtroppo cogliere solamente un vasto campionario di amenità assortite, finalizzate a rinchiuderli a doppia mandata all’interno dell’oscurità pregressa.
Non una testata o un TG che abbia ritenuto giusto contestualizzare quello che stava accadendo in Val di Susa, magari tentando di spiegare per quale ragione da 20 anni gli abitanti di una valle alpina stiano portando avanti una lotta che impegna le loro giornate e le loro notti, a detrimento degli affetti, della salute e del portafoglio.
Non una testata o un TG che si sia soffermato sui numeri straripanti di un corteo che raccoglieva aderenti da ogni angolo d’Italia e anche dall’estero, a dimostrazione di come sempre più persone stiano prendendo coscienza del senso di una lotta che riguarda gli interessi di tutti.
Non una testata o un TG che abbiano “posato gli occhi” sulla moltitudine eterogenea dei manifestanti, che comprendeva tutte le classi sociali, tutte le fasce d’età, tutte le sensibilità politiche, unite per l’occasione in un percorso comune che pennivendoli e cantastorie non sono assolutamente stati in grado di cogliere….
Dal fiume d’inchiostro dispensato a profusione e dal ragliare querulo dei mezzibusti in TV, tutti i lettori e gli ascoltatori che fossero stati all’oscuro dell’argomento, avrebbero potuto purtroppo cogliere solamente un vasto campionario di amenità assortite, finalizzate a rinchiuderli a doppia mandata all’interno dell’oscurità pregressa.
Non una testata o un TG che abbia ritenuto giusto contestualizzare quello che stava accadendo in Val di Susa, magari tentando di spiegare per quale ragione da 20 anni gli abitanti di una valle alpina stiano portando avanti una lotta che impegna le loro giornate e le loro notti, a detrimento degli affetti, della salute e del portafoglio.
Non una testata o un TG che si sia soffermato sui numeri straripanti di un corteo che raccoglieva aderenti da ogni angolo d’Italia e anche dall’estero, a dimostrazione di come sempre più persone stiano prendendo coscienza del senso di una lotta che riguarda gli interessi di tutti.
Non una testata o un TG che abbiano “posato gli occhi” sulla moltitudine eterogenea dei manifestanti, che comprendeva tutte le classi sociali, tutte le fasce d’età, tutte le sensibilità politiche, unite per l’occasione in un percorso comune che pennivendoli e cantastorie non sono assolutamente stati in grado di cogliere….
In compenso tutti i giornali e le TV, che quotidianamente tacciono in merito ai massacri compiuti dai nostri soldati in Libia ed in Afghanistan,
per ordine di Washington, che fingono sistematicamente di dimenticare
che l’Italia è un paese in guerra, che domenica non hanno visto le forze
dell’ordine tirare pietre dai cavalcavia
(nonostante in rete esistano filmati a profusione che documentano
l’accaduto) e non si sono accorti dei poliziotti che lanciavano i lacrimogeni ad altezza uomo , colpendo in faccia i manifestanti, e non sono a conoscenza del fatto che in Val di Susa i cittadini sono stati gasati con un gas tossico
vietato dalla convenzione di Ginevra (mentre in rete la cosa è
documentata da almeno una settimana), e si sono scordati di raccogliere
le testimonianze dei feriti, torturati dalla polizia prima e dopo il ricovero in ospedale, ed erano voltati dall’altra parte quando qualche teppista in divisa defecava sulle tende del campeggio, o dormivano mentre il camper del movimento NO TAV veniva dato alle fiamme , e si appisolavano di fronte agli anziani che non respiravano e alle ragazzine che vomitavano in mezzo al gas.
Si sono scoperti improvvisamente
pacifisti, scandalizzati e intrisi di “genuino” stupore, di fronte alle
orde di black block che a loro dire avrebbero assalito selvaggiamente
le forze dell’ordine, barricate da tutto il giorno all’interno di un
fortino inespugnabile.
Pacifisti
pronti, solo allora, a condannare fermamente qualche microgrammo di
violenza, sopraggiunto come conseguenza delle tonnellate che erano
passate dinanzi ai loro occhi quando pacifisti ancora non erano. Unici
veri black block dell’informazione (gli altri allignano solamente nella
fantasia della “buona stampa”) pronti ad assassinare la realtà per il
tozzo di pane pietosamente lanciato dal padrone.
Pacifisti per una notte, passata a scrivere articoli spazzatura e montare servizi che trasudano vergogna, con l’intento di produrre indignazione nell’opinione pubblica ed incanalare il dissenso laddove esso non possa nuocere.
Pacifisti per una notte, passata a scrivere articoli spazzatura e montare servizi che trasudano vergogna, con l’intento di produrre indignazione nell’opinione pubblica ed incanalare il dissenso laddove esso non possa nuocere.
E dal giorno dopo nuovamente
guerrafondai, o ciechi, o colpiti da paralisi cerebrale, quando la vera
violenza meriterebbe di essere raccontata.