domenica 7 marzo 2010

ESPOSITO IL PROFESSIONISTA DELLA POLITICA di Lele Rizzo


Affanno. Questo leggo nelle varie ricostruzioni giornalistiche e prese di posizione che sono venute dopo la fiaccolata di Buttigliera di giovedì sera. Affanno perché c’è in ballo una gara a chi la spara più grossa, ben più delle pietre da mezzo chilo che la questura dice di aver rinvenuto. Sono tre mesi che il piano sondaggistico dell’Osservatorio è partito e inizia a perdere colpi. Le trivelle fino a qui piazzate sono state tutte installate in terreni della Sitaf, di Rfi e di qualche comune compiacente. La maggioranza sono avvenute in ex discariche. La Valle di Susa nelle sue zone più rappresentative è inviolata.
Ogni trivella è stata piazzata tra l’una e le tre del mattino con il supporto di almeno duecento agenti, con l’aggiunta, per quella di Bottigliera, della Guardia Forestale, quarta forza armata dello stato, ma impiegata solo raramente e in casi eccezionali, come ordine pubblico.
Ad ogni trivella c’è stata una risposta del movimento no tav, che non ha mai fatto passare sotto silenzio quella che riteniamo una truffa ai danni di tutti i contribuenti italiani. Le mobilitazioni sono state molteplici e di varie forme, tutte inquadrate in un livello di conflittualità bassissimo. L’unico atto violento a cui abbiamo assistito sono le cariche e i feriti di Coldimosso, per il quale a differenza degli altri casi, non ho visto né video né foto della Questura di Torino.
Il voler trasformare quattro petardi e i quattro laser (che vendono anche dai tabaccai) di Buttigliera in un “assalto degli autonomi”, di “professionisti della violenza” e quant’altro è stato scritto e detto denota ancora una volta l’affanno della controparte. Soprassediamo se due giorni di articoli della carta stampata sono stati redatti da una conferenza stampa della questura e nessuno dei firmatari degli articoli era sul posto per farsi un’idea propria su cosa è o non è avvenuto quella sera. Chi è interessato può leggero sui siti e sui blog del movimento.
Ma ora, leggere le dichiarazioni di Stefano Esposito, assente dalla Valle di Susa dal giugno 2005 mi fa veramente ridere. Il buon Esposito, che ha sempre demolito il movimento no tav in ogni circostanza, ora vista la strada che si è aperta per tentare di metterci in difficoltà, forza sulle differenze all’interno del movimento, che giudica ora addirittura legittimo (basta che non disturbi troppo), e vi si appella perché allontani i “professionisti”.
Si spinge anche più in là, chiedendo se alcuni di noi sono pagati per fare i presidianti, come e dove viviamo, insomma, chi ci paga?
Caro Esposito, è da quando ero studente delle scuole superiori che ci incrociamo, (combinazione sempre su strade diverse) e ancora oggi che ho 34 anni, tu continui a campare di politica. Mi sa che tra i due sei tu l’unico professionista, che vive alle spalle mie e degli altri del movimento che pagano le tasse e ti mantengono lo stipendio. E’ per questo che non ha senso risponderti, tu con i tuoi 10.000 euro al mese per fare un “duro lavoro”, che ne sai di affitti, di arrivare a fine mese con difficoltà, di rette sempre troppo alte dell’asilo e di tutte le difficoltà che incontra gente come me che non arriva neanche a 1000 euro al mese, grazie al tuo lavoro.
Io difendo la Valle di Susa senza stipendio, non mi paga nessuno, più sono presente meno guadagno alla fine del mese, ma tu che ne sai? Il tuo accanimento nel voler la realizzazione del tav mi farebbe pensare che magari riuscirai a guadagnare qualcosina anche da li (in fama intendo sia mai…).
Anche tu sei in affanno come gli altri, si sente, si legge nelle tue parole; io e gli altri no tav siamo solo colpevoli di non arrenderci, di non lasciarvi mettere in atto il più grande sperpero di soldi pubblici della storia, a te e agli professionisti che fanno il tuo stesso mestiere.

Lele Rizzo