Pubblichiamo l'interessante risposta di Luciano Davì alla lettere di Patrizia Ferrarini, titolare dell'Hotel Napoleon di Susa e Presidente dell'ASCOM di Susa.
Ho letto con molto interesse ed attenzione la lettera scritta dalla
sig.ra Patrizia Ferrarini, è stata, almeno per me, molto istruttiva, in quanto
non sapevo che l’Associazione Commercianti fosse una Istituzione, credo
che andrò a ristudiarmi la
Costituzione della Repubblica Italiana, magari prestando
maggior attenzione alle ultime modifiche.
A parte quello, io non credo che “la questione TAV sia
superata”, anche se gli organi istituzionali (esclusi i comuni) si sono
espressi favorevolmente. Siamo in Italia quindi…….. In questo
momento di crisi economica ci sarebbe ben altro da fare e con ritorni
sull’economia molto più rapidi e sicuri. Ed inoltre, la Francia è interessata alla
Torino_Lione, ma solo se paghiamo noi quindi….. Personalmente, sono anni
che aspetto qualcuno che mi dimostri l’effettiva utilità di una nuova
linea ferroviaria e che la volontà di realizzarla non sia finalizzata
unicamente ad ottenere lauti e non sempre leciti guadagni a spese della
collettività.
Non mi pare che sia molto corretto affermare che 20.000 manifestanti
(magari un po’ di più, forse almeno il doppio) rappresentino una
minoranza dei circa 80.000 valsusini; quando mai scendono tutti in piazza? Un
quarto degli interessati sembra poco? In base a questo principio nelle
manifestazioni Nazionali dovrebbero partecipare decine di milioni di persone,
ma quando mai è successo?
Per quanto riguarda le elezioni in cui i voti sono andati (anche da parte
NO TAV) quasi esclusivamente partiti che si dichiarano per il TAV, la
spiegazione è evidente e semplice: il NO TAV è un movimento trasversale con un
minimo comun denominatore: NO TAV, appunto, e quindi sono altre le valutazioni
politiche che hanno indotto gli elettori a votare quei partiti. Valga come
esempio il Referendum sul Nucleare, all’epoca l’unico partito
dichiaratamente e sicuramente antinucleare era il Partito Radicale (promotore
del Referendum) che raccoglieva circa il 4% dei voti eppure ha vinto alla
grande il Referendum.
A tutti gli imprenditori vorrei porre alcune semplici domande:
1) Bisogna fare delle opere quando e perché servono, o solo per farvi
“lavorare”/guadagnare?
2) Dopo il TAV quale altra opera bisognerà inventare?
3) Dobbiamo forse distruggere il mondo solo per farvi lavorare?
4) Perché invece non cominciate a lavorare in qualità ed onestamente
accontentandovi di un giusto guadagno?
5) Perché, se non c’è lavoro, quando serve l’opera di un
muratore o di un idraulico bisogna aspettare un anno e più?
6) Chi lavora con il Pubblico, (ovviamente anche gli Amministratori ed
i Burocrati) perché non rinuncia all’accanimento di difesa nei processi
per tangenti (che ovviamente nessuno ha mai pagato e quindi incassato) o
malversazioni varie e si fa processare rapidamente accettando la giusta
sentenza?
7) Lo sapete a cosa serve la stazione internazionale a Susa?
A rallentare un po’ i treni veloci ed a portare gli sciatori
italiani in Francia, dove sanno come accoglierli; altro che favorire il turismo
in alta valle, questa sarà “tagliata fuori” e questo anche grazie a
voi “imprenditori”!!! Se voi imprenditori e politici siete onesti e
credete in quello che dite, perché non garantite le vostre promesse con i
vostri capitali personali magari facendo una bella fideiussione, piazzata in
Svizzera? Credo che saremmo tutti più tranquilli e magari disposti ad accettare
qualche disagio in più, se rischiate veramente qualcosa di vostro.
Signori imprenditori, ammesso che siate veramente tali, lo sapete che
in uno stato capitalista, e fino a prova contraria, L’Italia è uno Stato
capitalista, l’iniziativa imprenditoriale appunto, è da voi che deve
partire e non dovete sempre aspettare l’intervento dello Stato. Perché
altrimenti si chiama assistenzialismo, che ovviamente nessuno più vuole (per
gli altri) e non sareste più imprenditori ma semplici burocrati statali.
Compito dello Stato caso mai è non ostacolare, ma favorire la libera iniziativa
ed intervenire per “regolamentare” e per dare gli indirizzi che
rientrano nella politica economica generale.. Giovanni Agnelli per fondare la Fiat ha mica aspettato lo
Stato, è pur vero che è intervenuto, ma molto tempo dopo; lo stesso dicasi per
Camillo Olivetti e molti altri.
Per i commercianti permettetemi una “battuta”, che non è
propriamente tale: non esaltatevi troppo perché se Gesù cacciò i mercanti dal
Tempio, (Matteo 21,12; Marco 11,15; Luca 19,45; Giovanni 2,13) avrà
senz’altro avuto delle ottime ragioni.
Cordiali Saluti
Luciano DAVI’ - CHIANOCCO