da: Il Post
Robert J. Samuelson sostiene su Newsweek che negli Stati Uniti i treni superveloci non servono a nulla
L’alta velocità ferroviaria è un tema molto dibattuto non solo in
Italia, dove opinione pubblica, cittadini della Val di Susa e autorità
si accapigliano da anni per la tratta tra Torino e Lione. La linea veloce
dei record tra Shanghai e Hangzhou ha dimostrato gli enormi progressi
raggiunti dalla Cina sul fronte dei trasporti, riaccendendo anche il
dibattito negli Stati Uniti, dove l’amministrazione Obama ha varato un
progetto molto ambizioso per costruire nuove linee ad alta velocità tra i
principali centri urbani statunitensi.
Il piano, in un paese abituato a spostarsi principalmente con
automobili e aeroplani, è visto con molto scetticismo e negli ultimi
mesi ha raccolto numerosi detrattori di rilievo. Ieri, Robert J.
Samuelson, firma storica di Newsweek e di altri grandi giornali americani, esperto in temi economici, ha bocciato senza mezzi termini il piano di Obama sull’alta velocità.
In qualche modo, è diventato di moda pensare che i treni ad alta velocità che collegheranno le città più grandi aiuteranno a “salvare il pianeta”. Non lo faranno. Sono un esempio perfetto di spreco di denaro mascherato da buona causa per la società. I treni ad alta velocità saranno un peso ulteriore per i governi e sottrarranno denaro da piani e programmi migliori per la scuola, la difesa e la ricerca.
Secondo Samuelson, se l’amministrazione Obama riuscisse a mettere in
cantiere tutte le 13 nuove linee ad alta velocità previste, la spesa
complessiva per la realizzazione delle infrastrutture potrebbe
rapidamente superare i 200 miliardi di dollari, buona parte dei quali
dovrebbero essere anticipati dal governo. L’amministrazione ha già messo
in campo 10,5 miliardi di dollari per l’avvio dei lavori, e numerosi
stati hanno già fatto domanda per ottenere i finanziamenti. La
California, per esempio, vuole 19 miliardi di dollari per la costruzione
di una nuova tratta da Anaheim (periferia di Los Angeles) a San
Francisco.
Per il giornalista di Newsweek, una spesa simile non sarebbe
affatto giustificata dai possibili vantaggi ottenuti in cambio. Le
linee ad alta velocità, sostiene Samuelson, non porterebbero alcun
beneficio per la riduzione del traffico, dei gas serra, del consumo di
petrolio o della congestione delle tratte aeree. Ecco perché.
I treni ad alta velocità da città a città (non quelli per pendolari) viaggiano fino a 400 chilometri all’ora e sono molto competitivi rispetto agli aeroplani e alle automobili per coprire le distanze inferiori agli 800 chilometri. In un rapporto sulle linee ad alta velocità, l’indipendente Congressional Research Service ha esaminato le 12 tratte aeree da 800 chilometri prendendo in considerazione le giornate più trafficate. La tratta tra Los Angeles e San Francisco guidava la classifica con 13.838 passeggeri; complessivamente, i passeggeri in tutte e 12 le rotte aeree arrivavano a 52.934. Se tutti questi passeggeri avessero usato il treno, il numero di passeggeri sulle linee aeree, circa due milioni al giorno, sarebbe diminuito solamente del 2,5%. Qualsiasi risparmio sul fronte del combustibile sarebbe ancor più inferiore, anche i treni devono essere alimentati.
Samuelson rivela come ogni giorno ci siano circa 140 milioni di
statunitensi che si devono spostare per raggiungere il loro posto di
lavoro. L’85% lo fa guidando un’automobile per almeno 25 minuti. Anche
se i treni ad alta velocità riuscissero a trasportare 250mila
passeggeri, non ci sarebbe alcun effetto tangibile sul pendolarismo per
lavoro. L’Amtrak, una delle compagnie ferroviarie americane, trasporta
ogni giorno 28.500 persone nella propria linea nord-est che interessa
un’area abitata da 45 milioni di persone, scrive il giornalista, «se i
treni dovessero sparire domani, nessuno se ne accorgerebbe a parte i
passeggeri».
Ma allora perché Obama e la sua amministrazione avrebbero deciso di
darsi da fare per mettere in piedi un progetto destinato a fallire o,
nella migliore delle ipotesi, a non incidere per nulla nella vita di
milioni di americani? Secondo Samuelson, il presidente e il governo
avrebbero scelto questa strada per semplice ignoranza o per nutrire la
speranza dei cittadini: «La gente preferisce poter credere in qualcosa
di affascinante rispetto alla realtà deludente. Immagina benefici
pubblici che non esistono e ignora il loro effettivo costo».
La California sembra essere un buon esempio, in questo senso. A causa
della crisi economica e di una gestione poco oculata dei fondi, lo
stato è da mesi sull’orlo del fallimento, eppure il piano di
investimento per costruire una costosa nuova linea ad alta velocità
piace alla popolazione. L’operazione potrebbe portare a nuovi miliardi
di spesa per consentire alla California di avere nuove linee ferroviarie
che inciderebbero solamente per il 4% sul sistema dei trasporti e non
prima del 2030, stima Samuelson.
L’assurdità è evidente. Le linee ad alta velocità favorirebbero un piccolo gruppo di viaggiatori e poco altro. Se gli stati vogliono seguire questi progetti, dovrebbero farlo pagando tutti i costi di tasca propria perché non ci sono alcuni ritorni economici significativi a livello federale. La difesa e la messa in campo dei sussidi da parte dell’attuale amministrazione – con denaro che peggiora il deficit di bilancio nel lungo periodo – dimostra la miopia e la sventatezza del governo.