martedì 16 novembre 2010

La distanza tra la realtà della valle e quella dipinta dai media è sempre più abissale


La distanza tra la realtà della valle e quella dipinta dai media è sempre più abissale
Più si confermano le ragioni dei NoTav e più si alza il volume delle bugie mediatiche e della propaganda politica
scritto da FabioNews - Megachip
Ormai in Val di Susa ci sono abituati: più aumenta la forza e le vittorie del movimento NoTav più i media e i politici si danno da fare per convincere coloro che vivono fuori dalla valle che il progetto della Torino-Lione sia ormai cosa fatta. Non ci si stupisce quindi se chi conosce la val di Susa solo attraverso la descrizione dei nostri media, quando gli si comunica che in Val di Susa non c'è ancora nessun cantiere TAV aperto, reagisca con: "Ma come, avevo capito che ormai da 10 anni i lavori fossero iniziati! "L'informazione in questi anni ha fatto un lavoro certosino dando rilievo ad ogni incontro in cui i nostri politici, senza distinzione di colore, lanciavano i loro proclami a favore del'opera tutti concordi e unanimi sull’importanza strategica e oscurando qualsiasi notizia a favore delle ragioni dei NoTav. Tra le tante bugie ripetute come un mantra: la volontà dell'Europa che impone la necessità di quest'opera e che finanzierebbe i suoi enormi costi, l'assenza assoluta di rischi per la salute legati alla presenza di amianto (notizia spesso bollata come terrorismo NoTav) e il superamento ormai definitivo delle ultime resistenze da parte della valle tranne che per l’opposizione di minoranze di irriducibili anarco-insurrezionalisti. I fatti di questi ultimi mesi smentiscono queste bugie e, proprio per questo, non dovevano e non hanno avuto eco nei nostri media. 
L’Europa boccia la Torino-Lione
Se non è una bocciatura definitiva possiamo sicuramente affermare che è stata rimandata a settembre (2015).Il 27 Ottobre la Commissione UE ha operato una revisione dei progetti infrastrutturali facenti parte delle reti transeuropee (TEN-T) (1) sulla base dell'effettivo rispetto dei programmi e dei tempi. In seguito a questa revisione la Tav Torino Lione (2), è stata retrocessa alla categoria “Conditional extension”(3) comportando un taglio di 9,18 milioni di Euro, sui 671,8 originali; dallo stanziamento europeo .Al contempo ha ottenuto una “proroga condizionata” fino al 2015: tre le condizioni della proroga: Francia e Italia perderanno il finanziamento se entro il 2010 non rinnovano il trattato di Torino del 2001, se non dimostrano di poter garantire il finanziamento per l’intera opera, se non si darà il via ai lavori per il tunnel esplorativo della Maddalena entro l'inizio del 2011.(4)Insomma sulla TAV, che dovrebbe essere pagata solo in parte dall’Europa (5), sempre più scetticismo circola a Bruxelles soprattutto per quanto riguarda il rispetto degli impegni da parte degli stati interessati.

Confermata la presenza di amianto dalla stessa LTF
Nello studio preliminare presentato da LTF per la tratta internazionale è data per scontata la presenza di amianto nelle rocce dei settori interessati dal tunnel di base e dal tunnel dell'Orsiera (volume stimato almeno 76.000 metri cubi), «Gli studi precedenti, realizzati dal Politecnico di Torino (2003, 2004, 2005), dal Dipartimento di scienze della terra dell'Università degli studi di Torino (2005) e da Ltf stessa (2009) hanno messo in evidenza come in alcuni campioni di roccia prelevati in superficie siano state riconosciute mineralizzazioni contenenti amianto con caratteristiche asbestiformi»(6). Ltf nello stesso documento, oltre sostenere la necessità di precedere i lavori con nuovi carotaggi e “analisi preventive finalizzate alla determinazione della concentrazione del materiale amiantifero”; descrive una serie di misure cautelative nell'estrazione (incapsulamenti, decontaminazioni) e di successivi trattamenti (fusione, ceramizzazione, vetrificazione) in una sequenza così delicata e complessa che palesa l’enorme rischio a cui sarebbero sottoposte le popolazioni che vivono nei pressi dei luoghi dove dovrebbero sorgere (e restare per decine di anni) i cantieri della TAV.

La politica non vede
In seguito a questi fatti si potrebbe pensare che vi sia un ripensamento da parte della politica e dei politici che fin’ora, senza alcun tentennamento, hanno spinto per la realizzazione di quest’opera, ma così non è e le posizioni ufficiali rimangono quelle risultanti dal bollettino ufficiale della Regione del 14 Ottobre 2010 che riporta la notizia della delibera (dgr_00768_900_07102010) con cui la Giunta Regionale del Piemonte esprime parere favorevole al progetto definitivo per la galleria della Maddalena di Chiomonte nonostante nella stessa delibera vengano elencati infiniti rilievi tecnici di gravi mancanze negli elaborati progettuali nei quali mancano intere parti ed altre non sono adeguate alle norme di legge, non sono ben trattati gli aspetti di impatto e sicurezza del cantiere ed i costi esposti sono solo parziali. Una decisione di natura esclusivamente politica che ha confermato l’allineamento della giunta regionale Piemontese (qualsiasi sia il colore) alle posizioni nazionali che hanno portato alla votazione unanime di ben 5 mozioni (rispettivamente di centro sx, centro-dx, centro centro, Lega e MPA-Alleati per il Sud) il cui senso comune è “il TAV Torino-Lione è strategico; il governo si deve impegnare a realizzarlo"(7)I Valsusini ci vedono benissimo.
Ma se nelle sedi istituzionali si ravvede ostracismo verso i sindaci dissidenti che vengono esclusi dai tavoli di confronto e riproposizione di antichi giuramenti di fedeltà alla Torino-Lione e nelle sedi di partito voglie di epurazione e richieste di aprire i cantieri con l'esercito(8) l’aria che si respira in valle è completamente diversa sia tra gli amministratori locali che tra i semplici cittadini. Risalgono ai primi di ottobre le delibere contrarie a TAV e opere connesse da parte della Comunità montana e 24 Comuni della valle (9). Nel frattempo abbiamo assistito a partecipate e rumorose manifestazioni (25 Settembre Marcia Rivalta-Rivoli, 9 ottobre marcia Vaie-S.Ambrogio, 31 ottobre anniversario della “battaglia del seghino”) che hanno confermato come le ragioni dei NoTav stiano trovando sempre più consenso, nonostante la propaganda, anche al di fuori dei confini valsusini.
Fino ad oggi, come dichiarato dal Movimento, le uniche Grandi opere che sono partite in Val di Susa sono state quelle per la costruzione di due nuovi presidi permanenti Vaie (15 ottobre) e Chiomonte; la gente, almeno in Val di Susa, non è così facilmente manipolabile e i sogni spacciati come realtà dai nostri politici attraverso i media si infrangono sulle rocce del Rocciamelone che saluta chi entra in val di Susa con le firme lasciate dai NoTav e che ricorda a tutti che: “A SARA DURA”!