tratto da Nuova Società
di
Davide Pelanda
Non è
bastato il video per spiegare la Torino-Lione dove comparivano anche lì facce
di persone comuni, giovani ed anziani, «ideato con un linguaggio diretto,
presenta le principali caratteristiche dell'opera e le condizioni della futura cantierizzazione»
come si legge nel sito di Transpadana.
Neanche il famoso camper che avrebbe dovuto rispondere alla domande dei cittadini ed illustrare i vantaggi dell'opera: che fine ha fatto? Quello dove dovevano esserci il fior fior di esperti per informare la popolazione. Chi l'ha più visto?
Neanche il famoso camper che avrebbe dovuto rispondere alla domande dei cittadini ed illustrare i vantaggi dell'opera: che fine ha fatto? Quello dove dovevano esserci il fior fior di esperti per informare la popolazione. Chi l'ha più visto?
Ora
si è voluto fare di più.
Perchè,
come dice l'assessore ai trasporti della Regione Piemonte «E' venuto il momento
di rivoluzionare il metodo di comunicazione istituzionale sulla Tav: scatta
l'ora dell'operazione verita' ». Et voilà, un tavolo tecnico per pianificare e
coordinare una campagna di comunicazione ad hoc.
Infatti una ulteriore campagna pubblicitaria fatta con manifesti comparsi a tutta pagina per ora comparsa il 7 novembre scorso solo sul quotidiano La Stampa.
Infatti una ulteriore campagna pubblicitaria fatta con manifesti comparsi a tutta pagina per ora comparsa il 7 novembre scorso solo sul quotidiano La Stampa.
Ed è
subito scoppiata la polemica per il "taroccamento" della suddetta
pagina da parte dei Notav che hanno ridisegnato a modo loro quella dei Protav
titolata "La Torino-Lione è per tutti anche per te" con tanti bei
faccioni sorridenti in primo piano di gente qualunque.
A tutti noi però, alla gente di strada, ai cittadini piemontesi e non la domanda sorge spontanea: ma quanti soldi è costata quell'operazione di immagine? A quale studio grafico-pubblicitario la Transpadana, società che gestisce il sistema dei corridoi europei (per il Piemonte è formata da Camera di Commercio di Torino, Confindustria Piemonte, Provincia di Torino, S.I. To Interporto di Orbassano, Unioncamere Piemonte, Unione Industriale di Torino, Intesa Sanpaolo S.p.A.) si è affidata?
Da ciò che abbiamo potuto vedere tra le sigle che l'hanno firmato compaiono, oltre ad alcuni enti appartenenti già a Transpadana, anche Legacoop Piemonte, l'ANCE Piemonte, la Confartigianato Piemonte, la Confederazione nazionale artigianato del Piemonte, la Confcooperative, la Casartigiani, la Confesercenti e la Confai Piemonte.
A tutti noi però, alla gente di strada, ai cittadini piemontesi e non la domanda sorge spontanea: ma quanti soldi è costata quell'operazione di immagine? A quale studio grafico-pubblicitario la Transpadana, società che gestisce il sistema dei corridoi europei (per il Piemonte è formata da Camera di Commercio di Torino, Confindustria Piemonte, Provincia di Torino, S.I. To Interporto di Orbassano, Unioncamere Piemonte, Unione Industriale di Torino, Intesa Sanpaolo S.p.A.) si è affidata?
Da ciò che abbiamo potuto vedere tra le sigle che l'hanno firmato compaiono, oltre ad alcuni enti appartenenti già a Transpadana, anche Legacoop Piemonte, l'ANCE Piemonte, la Confartigianato Piemonte, la Confederazione nazionale artigianato del Piemonte, la Confcooperative, la Casartigiani, la Confesercenti e la Confai Piemonte.
Inoltre
per poter fare una qualsiasi pubblicità sul quotidiano La Stampa bisogna
passare per l'agenzia Publikompass spa la quale ha un tariffario abbastanza
caruccio: per una pagina intera sulle edizioni provinciali si viene a spendere
sui 25.956,00 euro, mentre invece nell'edizione nazionale una pagina intera
dentro al giornale costa 228.660,00 euro. A noi invece non è dato sapere se gli
enti come Transpadana abbiamo delle agevolazioni particolari per una operazione
del genere, magari esiste anche una forma gratuita di questo tipo di
informazione pubblicitaria.
Ecco dunque che, alla nostra domanda ufficiale
posta via mail appunto a www.transpadana.org
(inviata in data venerdì 12 novembre 2010 ore 7.36), la risposta è stata
testualmente:
«Caro Davide, rispondiamo alle Sue domande.
1.
Il lavoro è stato fatto
tutto all'interno di Transpadana, quindi praticamente a costo zero fatto salvo
il costo del personale ed i costi vivi dell'acquisto delle fotografie.
2. La
pubblicità è costata quindi unicamente l'acquisto delle pagine sui quotidiani,
al miglior prezzo che siamo riusciti a spuntare, che è stato diviso in quote
parte tra i 13 firmatari. Sperando di essere stati d'aiuto. La Segreteria»
(mail di lunedì 15 novembre 2010 ore 9.03)
Da notare la curiosa confidenza di questo messaggio
che risponde con un "Caro Davide" come se ci si conoscesse in modo
quasi amicale. Da un certo punto di vista potrebbe anche fare piacere, anche
perché da un ente così grande, alla domanda formale a cui io alla fine ho posto
con il classico linguaggio burocratico è seguita la classica formula:
"Fiducioso di una vostra positiva risposta nell'attesa si porgono Cordiali
Saluti". Ora mi sarei aspettato una altrettanto formale risposta e formale
saluto. E invece no, risposta confidenziale. Forse che anche gli enti ed i
burocrati sotto sotto hanno un cuore? Però poi l'ente-interlocutore si è
nascosto per così dire nell'anonima firma de "La Segreteria", una
entità immateriale senza né nomi né cognomi. E dunque noi, contenti dell'umanità
che trasudava dalla mail, ma non altrettanto appagati e soddisfatti della
risposta che avete letto anche voi qui sopra, abbiamo nuovamente inoltrato una
richiesta ulteriore per sapere a quanto ammonta in cifre la quota parte di
ciascuno dei firmatari del cartellone pubblicitario e quale è stato in cifre il
prezzo migliore spuntato a Publikompass.
E mentre aspettavamo con trepidazione questo
ulteriore dato (la nostra seconda mail era datata lunedì 15 novembre ore 10.50)
abbiamo tentato di chiedere queste cosa all'onorevole Stefano Esposito del PD
(mail di sabto 13 novembre 2010 ore 10.44). Pensavamo che chissà, con le sue
mille conoscenze nei meandri degli enti e nella politica, riuscisse a darci una
mano. Ma temevamo anche una sua risposta negativa. Ed invece, meraviglia della
cose, ci ha risposto positivamente dicendoci «Per quanto riguarda i dati proverò
a chiedere e le farò sapere» (mail di sabato 13 novembre 2010 ore 22.40). Sono
passate dalla risposta ufficiale di Transpadana ben 9 ore di tempo (mentre
scriviamo sono le ore 18.00 sempre del lunedì 15 novembre 2010 ed ancora tutto
tace. Nessuna ulteriore spiegazione, nessuna mail che approfondisca da parte
del gentile signore che si forma "La Segreteria" e che mi aveva
trattato amicalmente. Niente. Dopo mia sollecitazione ecco la seguente
risposta: «Egregio Signor Pelanda, non siamo autorizzati a fornirle ulteriori
informazioni, peraltro irrilevanti ai fini del nuovo progetto. Con i nostri
migliori saluti. La Segreteria». Tranchant, ed un formale "Egregio
Signor", con distacco burocratico.
Intanto veniamo a sapere che la manovra economica
del 2011, varata dal ministro Giulio Tremonti, pesca i soldi necessari per la
costruzione del cunicolo esplorativo de La Maddalena di Chiomonte dal Fondo
infrastrutture di cui all'articolo 6-quinquies del dl n. 112/2008 (convertito
dalla legge n. 133/2008) istituito, tra le altre cose, anche per finanziare le
infrastrutture museali e archeologiche, la messa in sicurezza delle scuole, le
opere di risanamento ambientale, l'edilizia carceraria, e l'innovazione
tecnologica.
Come dire: crollino scuole, siti archeologici e
culturali come Pompei, ma anche le carceri perché tanto noi dobbiamo fare la
Tav.
C'è un opuscolo del PD che ha fatto sobbalzare
sulla sedia in molti. E' gratuito e lo abbiamo letto allegato ad un inserto del
quotidiano La Repubblica. E testualmente c'è scritto: «DAL GOVERNO SOLO FALSE PROMESSE (...)
INFRASTRUTTURE E MOBILITA': Avevano promesso grandi opere, hanno tagliato del
30% i fondi per i pendolari e il trasporto pubblico in città».
Mentre tra le proposte del PD c'è scritto: «RIMBOCCHIAMOCI LE MANICHE (...) INFRASTRUTTURE E MOBILITA'. Un piano di piccole e medie opere subito realizzabili e rilancio del trasporto pubblico».
Mentre tra le proposte del PD c'è scritto: «RIMBOCCHIAMOCI LE MANICHE (...) INFRASTRUTTURE E MOBILITA'. Un piano di piccole e medie opere subito realizzabili e rilancio del trasporto pubblico».
Paradossale! Ma ancor più paradossale rimane la
situazione della stazione di Porta Susa dove non potranno più passare e sostare
i treni con locomotive diesel perché inquinano evidenziando un peggioramento
della situazione nell'aria dei Pm10 e idrocarburi policiclici aromatici
altamente cancerogeni.
E da dove arrivano i locomotori diesel così pericolosi? Facile, dalla Valle d'Aosta che non ha ancora elettrificato la linea ad un solo binario, linea che tempo addietro stava per essere chiusa perché considerata uno dei rami secchi e costosi per le Ferrovie dello Stato.
Questa limitazione ai soli locomotori elettrici da far arrivare a Torino, crea anche un enorme problema a tutti quei pendolari che ogni giorno emigrano per studio e per lavoro verso il capoluogo torinese. Tant'è che, ai già esistenti ed enormi disagi di valdostani che attualmente impiegano anche più di due ore per percorrere 125 chilometri, si aggiungerà il disagio del cambio di locomotore a trazione elettrica a Ivrea o a Chivasso.
E da dove arrivano i locomotori diesel così pericolosi? Facile, dalla Valle d'Aosta che non ha ancora elettrificato la linea ad un solo binario, linea che tempo addietro stava per essere chiusa perché considerata uno dei rami secchi e costosi per le Ferrovie dello Stato.
Questa limitazione ai soli locomotori elettrici da far arrivare a Torino, crea anche un enorme problema a tutti quei pendolari che ogni giorno emigrano per studio e per lavoro verso il capoluogo torinese. Tant'è che, ai già esistenti ed enormi disagi di valdostani che attualmente impiegano anche più di due ore per percorrere 125 chilometri, si aggiungerà il disagio del cambio di locomotore a trazione elettrica a Ivrea o a Chivasso.
A chi giova tutto questo?