Forse è per il fatto che l’autore di
Pietre, nota canzone lanciata da Antoine
al festival di Sanremo nel 67, è Gian Pieretti che rientra nei legami della mia
famiglia, che vorrei fare alcune considerazioni sul recente lancio di pietre
sull’autostrada Torino Bardonecchia sottolineando, da subito, che nessuno è
stato colpito.
Non posso dire di essere favorevole al
lancio di pietre e mi riconosco nel carattere pacifico e determinato del
Movimento No Tav, ma credo che la questione debba essere vista senza ipocrisie
e strumentalizzazioni di parte.
Non credo che nei momenti di tensione
si possano lanciare petali di rose o piume di gallina: il problema è evitare di
arrivare a situazioni di scontro la cui
responsabilità ricade, al di là delle ricostruzioni faziose di molti
giornali, sui grandi burattinai che, seduti nelle loro comode poltrone, usano
le Forze di Polizia per tentare di risolvere i problemi con l’uso della
forza, quando non hanno ragione.
E sulla Torino Lyon, i grandi
burattinai non hanno ragione perché diversamente la comunità valsusina non si
opporrebbe, e se quella nazionale non fosse tenuta all’oscuro dei dati tecnici
ed economici della Torino Lyon in gran parte sarebbe al nostro fianco.
Le pietre possono fare male, meglio
non tirarle, ma fanno male anche i manganelli quando massacrano persone
indifese e stese a terra come è avvenuto durante la mobilitazione contro i
sondaggi vicino a Coldimosso: un ragazzo in coma e una donna, Marinella,
irriconoscibile per le botte ricevute.
Hanno fatto male i manganelli sulla
schiena e sulla testa dei presidianti di Venaus
con i poliziotti assolti solo per l’impossibilità di identificarli
individualmente (vedi il Decreto di Archiviazione).
Fanno male i manganelli sulla testa
degli operai della Fincantieri che protestano a Genova e a Castellammare di
Stabia: licenziati e manganellati.
Sul lancio di pietre si
è espresso anche il responsabile della Cisl Bonanni…..che dire?
Nelle
sue parole c’è qualche sbavatura di troppo però, in fondo, nel settore pietre
lui è un maxi esperto perché in questi anni ne ha tirate molte in testa
agli operai sostenendo, di volta in volta, o le strategie del Governo, ad
esempio nelle continue controriforme delle pensioni, o la strategia di
Marchionne nel ricattare gli operai
FIAT costringendoli a subire un
peggioramento delle condizioni di lavoro.
O forse il signor Bonanni, alleato di
Marchionne e avversario della Fiom, (dovrebbe essere il contrario !) crede che
il peggioramento delle condizioni di lavoro non siano pietre dolorose che
colpiscono la vita reale delle persone ?
Di pietre ha parlato anche Antonio
Ferrentino, che non riesce proprio a fare il necessario passo indietro e non vuole riconoscere che anche questa
ennesima situazione difficile, in fondo, è figlia dei danni causati dalla sua
linea di tenere in piedi, sempre e comunque, l’Osservatorio; lo strumento che
ha permesso a Virano di far recuperare
terreno al fronte SI TAV precipitato in fortissima difficoltà dopo la
“Liberazione di Venaus”.
Ferrentino sulla Stampa sostiene che
il lancio delle pietre cambia le carte del gioco e nessuna copertura può essere
data al Movimento.
In realtà le cose sono sempre andate
diversamente: è senza l’azione di migliaia di valsusini, che in prima persona si sono mobilitati ed
esposti, che lui non avrebbe mai avuto
alcuna copertura per arrivare a confrontarsi ai massimi livelli istituzionali.
C’è stato un divorzio tra Antonio
Ferrentino e gran parte della comunità valsusina: ne prenda definitivamente
atto.
Prenda atto che non c’è proprio
alcuna necessità dei suoi continui
distinguo dall’azione degli altri amministratori No Tav e tanto meno nei
confronti del Movimento di cui non fa più parte.
Ne possiamo guadagnare tutti senza più
cadere in inutili polemiche dove, inoltre, il personale travalica l’aspetto
politico.
Giovanni
Vighetti
Bussoleno