Martedì 3 maggio, palazzo Chigi,
l’ennesimo tavolo istituzionale sulla tav Torino Lione, con una novità,
parteciperanno solo i sindaci favorevoli all’opera. In val di Susa sono
solo quattro però e tutti di area pdl, gli altri 21, con un comunicato,
dichiarano per l’ennesima volta la loro contrarietà all’opera e
annunciano un presidio fuori dal palazzo, in segno di protesta. Di
seguito il comunicato e gli aggiornamenti da Roma.
Di
seguito una prima diretta da Roma alle 13.30 con Loredana Bellone
sindaco della Val di Susa del comune di San Didero fuori da Palazzo
Chigi. Seconda anomalia della giornata, ai sindaci non invitati non è
stato permesso di avvicinarsi alla piazza. Con transenne e schieramento
di polizia il No Tav della Val di Susa è stato tenuto lontano dalla
vetrina mediatica del palazzo.
intervista loredana bellone
COMUNICATO
Tavolo Istituzionale di Palazzo Chigi sulla nuova linea ferroviaria tra Torino e Lione
Il Governo ha indetto il Tavolo
Istituzionale il 3 maggio a Roma, convocando solo otto dei venti Sindaci
interessati dal tracciato in Valle di Susa, ed escludendo la Comunità
montana. Tale criterio nella scelta della delegazione contrasta con le
esigenze di rappresentanza del territorio su un tema così delicato e
complesso anche in considerazione della decisione politica di invitare
alcuni Sindaci non coinvolti dall’opera, che oltre tutto non hanno mai
partecipato a momenti di riflessione sul tema organizzati dall’Assemblea
dei Sindaci della Comunità Montana. Sul tema della Torino-Lione la
Comunità Montana Valle Susa e Val Sangone ha sempre messo a disposizione
dei Comuni competenze tecnico-legali e ha sempreavuto un riconosciuto
ruolo di coordinamento e di rappresentanza delle Amministrazioni locali.
Non è pertanto condivisibile la sua esclusione dal tavolo di confronto
per aver assunto posizioni critiche sulla necessità e sulla
sostenibilità, economica e ambientale di una nuova linea. Questa
posizione critica, peraltro condivisa dalla maggioranza delle
Amministrazionicoinvolte dal progetto e confermata dalle delibere dei
Consigli Comunali, è rafforzatadalla difficile congiuntura finanziaria
internazionale e nazionale, tant’è che è emersal’ipotesi di una
realizzazione parziale per fasi. Questa proposta che prevede la
realizzazione del tunnel di base unitamente agliinterventi sul nodo di
Torino contraddice completamente la filosofia dell’ipotesi metodologica
“FARE”, presentata nel 2008 dalla Comunità Montana Bassa Val di Susa e
Cenischia, che invece parte solo dall’Opzione zero e dal nodo di
Torino.Si richiede che ogni ipotesi progettuale sia presentata
formalmente agli Enti Locali come previsto dalla normativa in vigore e
si ribadisce come sempre la disponibilità ad un confronto nel rispetto
delle diverse posizioni e ruoli istituzionali.