Liaison ferroviaire transalpine chentier du siècle, mais quel siècle?
nico
intervento tra le relazioni iniziali degno di nota quello del
commissario Virano che riconosce come l’opposizione a quest’opera in
Italia ci sia e ci sia anche una diversa visione sui modelli di sviluppo
tra chi quest’opera la vuole costruire e chi si oppone. Evidentemente
dopo alcuni anni di “lavoro” in val di susa si è accorto anche il
commissario che il futuro concepito dal movimento no tav per la valle di
Susa è sicuramente diverso da quello di chi questa valle la vorrebbe
distruggere. Sempre linerare quando prosegue dicendo che evidentemente
ci sarà un problema di democrazia, e qui ci chiediamo, quale, la sua e
della casta di poltronari che rappresenta o quella di chi ogni giorno da
anni si confronta in assemblee pubbliche aperte a tutti e cerca di
costruire un futuro migliore per i propri figli? Quella dei deputati
Esposito e Merlo con i loro stipendi da migliai di euro o quella dei
comuni della valle di Susa che si vedono chiudere le scuole, gli
ospedali, le fabbriche per carenze di fondi e progettualità? Questo
il titolo di una conferenza che si è svolta la mattina del 5 febbraio
2011 a Sain Jean de Mauirienne in Francia. Organizzata da CER (comitè
d’establissement regional des cheminots), sindacato “giallo” dei
ferrovieri francesi con la collaborazione di politici locali, un
rappresentante del prefetto per la regione Rhone Alpes, il commisario
italiano per la Torino Lione Mario Virano e il responsabile per la
Francia della commissione intergovernativa Louis Besson. Vista
l’occasione anche il movimento no tav ha deciso di essere presente
trattandosi di una località molto vicina alla val di susa e gli
argomenti trattati centrali. Si parla di Torino Lione e come al solito
nel modo peggiore, con argomenti di parte, tanti dati falsi e
soprattutto per bocca di chi su quest’opera ha grandi interessi e magari
come nel caso dei relatori una poltrona calda e comoda su cui sedersi
con tanto di megastipendio annesso. Per questi motivi diventa
fondamentale una presenza di contraddittorio, una presenza costante che
sappia smontare con metodo questo mare di bugie, ben raccolte in un
opuscolo distribuito all’ingresso. Cartellina divisa fondamentalmente in
tre parti, la prima in cui la Cer si fregia di aver cavalcato
l’iniziativa, la seconda in cui con metodo vengono sviscerati falsi dati
sull’aumento dei traffici tra i valichi alpini e la terza in cui viene
venduto in pompa magna il lavoro di conferenze intergovernative e firme
di protocolli di intesa tra i governi francese e italiano negli ultimi
venti anni. Tra gli interventi dal pubblico Marina Clerico, rappresentante per la
comunità montana Bassa val Susa e val Sangone che ai falsi dati forniti e
alla fumosità di Virano porta i dati politici. 25 comuni della valle di
susa che hanno deliberato contro quest’opera, 3 in più di quando si
iniziò il lavoro di “dialogo” attraverso l’osservatorio presieduto
proprio da Mario Virano. Insomma più si studia quest’opera e più
maturano le ragioni per essere contrari. Con la giornata di oggi si
spera che anche in Francia iniziando a parlare di Tav si apra un
dibattito dal basso che sappia creare opposizione a questa inutile e
devastante opera. Dibattito che però deve ripartire da che non ha nulla
da perdere ma molto da difendere, non dai politici o da tecnici corrotti
ma da persone oneste che di questo sistema non ne possono più e hanno
voglia di decidere in proprio del loro futuro e del loro paese.