da NoTav.info
Sandro
Plano, presidente della comunità montana bassa val di Susa e val
Sangone, si è dimesso dal suo incarico di dirigente Sitaf (società
pubblica che gestisce l’autostrada A32 che collega Torino, attraverso la
val di Susa, alla Francia. Detta così sembrerebbe una normale scelta
aziendale o personale ma dietro c’è molto di più e i titoli e
l’interesse dei quotidiani nazionali spiegano meglio. Cerchiamo di
capire quindi la situazione.
i fatti
Ieri mercoledì 16 febbraio dopo
esplicite pressioni della direzione aziendale Plano si dimette. In
sostanza amministratore delegato e presidente dell’azienda impongono a
Plano una scelta, o l’incarico di direttore di esercizio dell’A32 o
l’incarico come presidente di comunità montana con le relative posizioni
di netta contrarietà sue e della sua maggioranza alla tav. In parole
povere o con noi o con il movimento no tav. Immediatamente Plano
risponde alla direzione di preparare la lettera di dimissioni e lascia
l’incarico in azienda.
gli attori della partita
SITAF Società parastatale a maggioranza pubblica che gestisce l’autostrada A32 Torino Bardonecchia.
SANDRO PLANO Vicesindaco di Venaus,
presidente della comunità montana della valle di Susa, da sempre parte e
voce istituzionale nelle mobilitazioni no tav, tesserato PD e colpevole
secondo i probi viri di avere stretto un patto con gli amministratori
delle liste civiche vicine al movimento no tav. Direttore di esercizio
fino a ieri della Siatf.Incensurato (e non a caso sottolineiamo questo
dato)
GIUSEPPE CERUTTI e GIANNI LUCIANI
Rispettivamente presidente e amministratore delegato della Sitaf. Autori
delle pressioni su Plano. Entrambi appena condannati a un anno in primo grado per l’affidamento dei lavori della variante di Avigliana all’agenzia Torino 2006
SALVATORE GALLO Presidente di Sitalfa,
controllata Sitaf, vero regista della”operazione Plano”. Area PD vicina
ai corrotti gruppi di costruttori valsusini e vera mano oscura di molte
trame. Garante di voti per il suo partito,
pluripregiudicato, tra le sue perle si ricorda la condanna a un anno e
quattro mesi per lo scandalo dell’ospedale S.Luigi (Fu accusato di
tentata concussione, abuso in atti d’ufficio, interesse privato)
una breve analisi
Un presidente di comunità montana
evidentemente scomodo per aver scelto di fare politica nella sua valle e
soprattutto per la sua valle. Un panorama istituzionale corrotto,
attore oscuro dell’economia di questo paese, a cui i non corrotti non
vanno bene e sono visti come ostacolo. Una pressione, quella a Plano che
voleva provare a rompere la sua giunta colpevole di essere no tav e
quindi di opporsi all’opera. Un presidente che però non cede e rinuncia
alla poltrona in azienda per difendere la sua valle. Un caso politico
pesante come un macigno, la libertà di opinione e di fare politica per
un lavoratore, e ancor peggio in una società pubblica che dovrebbe
essere garante e esempio di diritto. Società pubblica, gestita con i
soldi di tutti, gestita però dalla punta di diamante dello schifo che si
potesse reperire in Piemonte. Una levata di scudi di una valle intera e
sottolineiamo intera, a difendere un uomo della valle e la sua scelta
di libertà con la L maiuscola.