venerdì 11 febbraio 2011

Il buco dei giornali sulle condanne dei padroni della TAV


di Davide Pelanda- Megachip.
 
E’ davvero inspiegabile come nemmeno le cronache cartacee locali piemontesi de La Stampa e La Repubblica abbiamo dato conto delle otto condanne inflitte ai vertici di Lyon-Turin Férroviaire, l’impresa del Tav, e della Sitaf, la società che gestisce l'autostrada Torino-Bardonecchia ed il traforo del Fréjus, in merito alla discenderia di Venaus.
Di questa sentenza della terza sezione penale del tribunale di Torino (presidente Capello, giudici Bertinetti e Gallino) – che sanziona una serie di irregolarità nell'assegnazione di appalti legati, tra l'altro, alla linea ferroviaria ad alta velocità (TAV) e alle Olimpiadi invernali del 2006 – nessuna traccia, se non nella versione on line di Repubblica con un pezzo non firmato.
Neanche il Tg Regionale della Rai ne ha dato notizia: nessun servizio. Eppure l’Ansa il lancio l’ha fatto alle ore 16,44 dell’8 febbraio 2011. Solo in cinque righe, peraltro.
Tutti battuti inesorabilmente dal sito www.alessandriaoggi.it, con un pezzo buono e approfondito.
Forse a disturba la pena più alta comminata, un anno e tre mesi a carico dell’imprenditore Vincenzo Procopio, progettista e direttore dei lavori dell’autostrada, otto mesi a Paolo Comastri direttore generale di Ltf (la società mista italo-francese che si occupa della Torino-Lione) più l'interdizione per lo stesso periodo dalla contrattazione con la pubblica amministrazione, mentre è stata inflitta una pena di un anno a testa di reclusione per i dirigenti della Sitaf Giuseppe Cerutti (presidente Sitaf, società di gestione del Frejus), Gianni Lucani, Walter Benedetto, responsabile della divisione costruzioni di Ltf.
Per completezza di informazione va detto che ci sono state anche sei assoluzioni: quella di Michele Colistro, dirigente del ministero, di Mauro Coletta, direttore dell'Anas per le autostrade, di Elio Perotto, dell'Agenzia Torino 2006 (l'organismo che si occupò delle opere olimpiche)
Nel processo figurava anche il nome dell'imprenditore di Castelnuovo Scrivia Marcellino Gavio, scomparso nel novembre del 2009. La causa riguardava pure l'ex viceministro alle infrastrutture Ugo Martinat, nel frattempo deceduto.
Il pm Cesare Parodi aveva chiesto la condanna di tutti gli imputati partendo da quattro anni di carcere. I reati ipotizzati, a seconda delle singole posizioni, erano l'abuso e la turbativa d'asta. Le opere in questione erano il cunicolo esplorativo di Venaus (Torino)la variante di Avigliana (Torino); la galleria di Fenestrelle (Torino). per la ferrovia ad alta velocità; la variante Cossato-Valle Mosso (Biella); la messa in sicurezza della statale 589 a Pinerolo; la variante esterna di Tortona; il raccordo ponte di Gassino (Torino);
Rimane comunque incomprensibile questo “buco” nelle pagine de La Stampa, La Repubblica e della Rai locale, quando invece hanno da sempre dato conto con una certa enfasi di notizie e avvenimenti proTAV. Misteri…