lunedì 28 febbraio 2011

L'isola che non c'è...

 
Susa, 28 febbraio 2011 - Che non sarebbe stata una gran bella giornata lo si poteva capire già dal tempo. Neve, pioggia e nuvole basse, proprio come quelle che accompagnano la Torino-Lione. Alle 14,30 l'architetto Mario Virano arriva all'autoporto di Susa atteso ed accolto, come sempre, da un nutrito numero di attivisti del movimento No Tav. Sin dalle prime parole sembra avere di fronte un muro di gomma. Virano di gomma lo è. Riesce a dire di tutto e a negarlo poco dopo, ma appare come non scalfibile da nulla. In vertità ad osservarlo bene, ha il volto segnato e lo sguardo tipico di chi ha mille e una preoccupazioni. Cerca di ostentare sicurezza ma il senso di solitudine dell'uomo solo al comando traspare evidentemente dal volto. Sembra il capitano di una nave alla deriva. Se la nave affonderà lo si vedrà presto, alla Maddalena, vero cruccio dei favorevoli all'opera e baluardo del Movimento. 
All'autoporto si è in attesa dei 300 imprenditori che a gran voce chiedono la Tav, ad attenderli anche un folto numero di Carabinieri impegnati, per ora, a tenere libero il passaggio per eventuali arrivi. Di certo nessun Valsusino, di certo nessun imprenditore, solo pochi e sparuti rappresentanti di categoria invitati dall'ANCE che organizzava l'incontro.

Come sempre le dichiarazioni roboanti dei giorni prima non sono supportate dalla schiera degli imprenditori in arrivo. Questa volta oltretutto, a differenza dell'incontro passato che si era tenuto sempre all'autoporto mesi addietro, mancavano anche il sindaco di Susa Gemma Amprino, la Signora Ferrarini proprietaria dell'Hotel Napoleon e rappresentante dell'Ascom ed anche l'assessore regionale ai trasporti Barbara Bonino che pare fosse impegnata nella celebrazione a ricordo del "compianto" Ugo Martinat. Dunque l'Architetto sembrava privo quanto meno delle "sponde" valsusine, ma ecco giungere in suo soccorso, per altro alla spicciolata, l'onnipresente presidente della Proviancia di Torino Saitta. Che subissato dalla contestazione e protetto (da cosa poi?) dai Carabinieri, con un sospiro di sollievo guadagnava l'entrata dell'Autoporto. 
Ma al secondo piano della CONSEPI chi c'era? Dov'era la schiera di chi vuole far partire i cantieri e quanti sono in attesa del convegno? Occorre salire per entrare in un salone vuoto con i pochi presenti muniti di imbarazzati sorrisi di circostanza per capire che la Tav, ora più che mai è una scatola vuota, destinata a rimanere vuota. Sono circa una ventina, contornati da alcune hostess della Consepi, Virano, Saitta e Provisiero dell'ANCE. Sono sicuramente di più i Carabinieri all'esterno disposti a "difesa" (...che difesa?) delle scale di accesso. Sopra è possibile scattare alcune fotografie del nulla e poi i giornalisti vengono allontanati, così, tanto per essere fedeli alla decantata trasparenza di Virano. Gli unici a rimanere, anzi a salire a convegno aperto, sono quelli del TG3 del Piemonte, sempre prodighi nel decantare l'opera e le gesta del legionario Virano. 

Morale? ...Nulla!...o meglio il vuoto, il vuoto di una sala che solo nelle fantasie dei proponenti l'opera avrebbe potuto essere stracolma. Nessun imprenditore, nessuna ragione, nessun progetto, nessuno che si spende, nessun cantiere,...nulla dunque, come sempre avviene parlando di Tav in Vallesusa ai valsusini.
C'è da dire che su una cosa ha ragione l'architetto Virano: i Valsusini sono tutti d'accordo...in fondo lo sono sempre stati, ed ora più che mai ...di quà, lor signori non passeranno mai!!! ...Nè oggi, nè domani, nè sopra, nè sotto, nè a destra, nè a sinistra... ed intanto la nave solitaria di virano sembra sempre più un vascello fantasma nella nebbia della Isola che non c'è ...un isola chiamata Tav!