martedì 2 agosto 2011

Riapre la strada delle vigne


tratto da La Stampa

Smantellato il primo check point delle forze dell’ordine: filari e cantina sociale da oggi sono di nuovo raggiungibili. A Chiomonte si avvicina la seconda fase dei lavori: i comitati preparano la protesta sui loro terreni da espropriare.

di MAURIZIO TROPEANO

Da questa mattina la strada delle vigne di Chiomonte riapre per permettere ai viticoltori l’accesso ai filari e alla cantina sociale. Ltf, la società di progettazione della Torino-Lione, si è incaricata di aprire un collegamento che da via dell’Avanà permetterà di raggiungere allargando il sentiero esistente di raggiungere il piazzale della Maddalena. Vigneti e cantina saranno raggiungibili anche da Giaglione attraverso un sentiero che correrà a monte dell’area recintata e difesa dalle forze dell’ordine e dagli alpini. Contestualmente sarà riorganizzato anche il presidio di protezione in vista dell’avvio della seconda fase dei lavori preparatori allo scavo della galleria.

Nei giorni scorsi i viticoltori e la Coldiretti hanno incontrato i dirigenti di Ltf, la società di progettazione della Torino-Lione, e il prefetto, Alberto Di Pace, per trovare una soluzione in vista della prossima vendemmia. Una soluzione che prevede lo smantellamento del primo check point di polizia, carabinieri e guardia di finanza collocato a fianco della centrale elettrica. È qui che nei giorni del campeggio si sono verificati gli attacchi più violenti da parte dell’ala più radicale del movimento. La fine del camping e la sua trasformazione in presidio hanno permesso di ripristinare l’accesso ai vigneti.

Del resto il cunicolo esplorativo sarà scavato in una zona senza coltivazioni agricole vicino alla Clarea e alla baita abusiva del movimento No Tav. E lì nei prossimi giorni le società che lavorano per Ltf inizieranno ad allargare la recinzione sui terreni di proprietà della Sitaf. Per quanto riguarda i privati nei prossimi giorni dovrebbero partire le lettere per gli espropri. Lettere che arriveranno anche ai No Tav che hanno acquistato due appezzamenti. In quelle aree il movimento è intenzionato a collocare le tende per impedire l’allargamento delle recinzioni. Lo ha spiegato nei giorni scorsi uno dei leader del movimento, Alberto Perino: «Quello sarà un punto di appoggio per la protesta in quanto è proprio lì che dovranno cominciare i lavori del cantiere per l’alta velocità».

Ieri, intanto, al Comune di Giaglione è arrivata la proroga fino alla fine di settembre dell’ordinanza prefettizia con cui il 22 giugno è stata requisita l’area della Maddalena di Chiomonte per consegnarla ad Ltf. Un’ordinanza che è stata impugnata davanti al Tar del Piemonte dalla comunità Montana Valsusa e Sangone, da aziende agricole e da privati cittadini. I ricorrenti chiedono ai giudici la sospensione del provvedimento e il risarcimento dei danni subiti «in relazione alle coltivazioni presenti nell’area requisita, e alle coltivazioni esterne a questa, ma raggiungibili solo attraverso l’area requisita». Secondo i legali non esistono i presupposti per l’ordinanza e dunque si chiede ai giudici amministrativi di dichiarare illegittimo il provvedimento «perché non siamo ancora in una fase di urgenza del cantiere, non ci sono ancora i decreti di esproprio dei terreni e c’è una sostanziale acquisizione delle aree da parte di Ltf senza che vi siano le condizioni».

Intanto il coordinatore regionale del Pdl, Enzo Ghigo, attacca il segretario piemontese della Fiom, Giorgio Airaudo, per la sua proposta di replicare come movimento No Tav la protesta degli Indignados spagnoli a Torino: «Ormai le sue esternazioni sono quelle di un leader politico e non di un sindacalista. Non comprendo come un sindacato possa invitare alla protesta contro un’opera che crea ricadute occupazionali».