L’articolo apparso stamattina su LA STAMPA di Torino a nome di Massimo Numa è quanto meno da considerarsi come una delle pagine più sporche ed infami del giornalismo italiano. Definirlo articolo di stampa è un insulto alla professione dei veri giornalisti che rischiano la pelle in scenari di guerra o di fronte alle intimidazioni della criminalità organizzata. Numa invece è uno scribacchino abituato a razzolare in questura ed a sporcare ogni foglio di carta che trova. Seduto in uno squallido ufficio della redazione piuttosto che nella macchina di servizio con i vetri scuri. Non ci mette mai la faccia, lui usa altre parti.
Stavolta le lettere minatorie a Cribari, i proiettili, gli estremisti, gli anarco-insurrezionalisti, pluto e topolino. Questo è il suo mondo e il suo modo di imbrattare un foglio con fandonie e spregio ci danno il senso della statura morale di questo sordido personaggio.
Cosa diversa sono Stefano e Marco. Loro si che hanno un volto e che ci mettono la faccia come chiunque altro che faccia parte del Movimento No Tav. La loro storia passata non ci sfiora e non ci turba minimamente. Ci conforta vederli ai presidi e alle manifestazioni, ci fa piacere scambiare idee e pensieri insieme a loro. Siamo onorati della loro presenza come quella di chi arriva da lontano per lottare insieme a noi.
Numa questo non lo potrà mai capire, mai!!!
Numa questo non lo potrà mai capire, mai!!!
E’ vero che esiste un filo che unisce la Resistenza con le lotte operaie e con la lotta all’Alta Velocità, non c’è bisogno che a dirlo sia proprio un omuncolo che di questi valori non ne ha neppure la percezione. Le motivazioni di una lotta stanno proprio in quei valori di altruismo, di dedizione e di sacrificio proprie di chi resiste.
Stefano e Marco, che sono da sempre al nostro fianco, e tra i primi a condannare nel 2005 i ritrovamenti di bombe di provenienza dubbia, almeno quanto questi proiettili, meritano tutta la nostra solidarietà e la nostra stima.
Ricordiamoci bene invece chi sono i personaggi da isolare, quelli sono davvero i peggiori estremisti!!!
P.S.: Per chi non avesse avuto la fortuna di leggere il pezzo di grande giornalismo di Numa eccolo qui sotto, prendete magari prima di farlo un paio di pasticche per lo stomaco!
http://www3.lastampa.it/torino/sezioni/cronaca/articolo/lstp/135992/
MINACCE DI MORTE AL LEADER SI TAV
Lettera a Cribari: "Ti spariamo in macchina, attento alla tua famiglia"
MINACCE DI MORTE AL LEADER SI TAV
Lettera a Cribari: "Ti spariamo in macchina, attento alla tua famiglia"
torino
«Non ho paura per me, mi spiace per le gravi minacce rivolte anche alla mia famiglia. Ma non smetterò per questo di credere che la Tav sia un’opportunità di lavoro per la valle, per i giovani e di agire in modo conseguente. Non riusciranno a intimidirci. Questi attacchi sono solo un segno di debolezza, di paura».
Michele Cribari, imprenditore della Val Susa, tra i promotori della manifestazione SiTav al Lingotto, ha ricevuto due lettere anonime. Una conteneva un proiettile calibro nove. Altre ne sono arrivate, sempre nei giorni scorsi. Anche al sindaco Chiamparino. Stesso tenore, stessi toni.
Dopo gli attacchi alla Geomont, che sta effettuando i sondaggi in vista del progetto preliminare della Tav, dopo gli incendi che hanno distrutto due presidi NoTav, in Val Susa si respira un’aria pesante. «E’ in atto una strategia della tensione - spiega Cribari - che potrebbe degenerare anche in atti più gravi, in intimidazioni concrete». «Lurido bastardo, state bruciando i simboli della lotta NoTav noi siamo molto meno democratici dei nostri fratelli di lotta, ma vi assicuriamo che avrete una punizione esemplare. Luridi cani mafiosi non coinvolgete volontariamente i vostri familiari, viaggiate da soli perchè vi spareremo in faccia, in qualsiasi momento». Firma, «Fronte Nero NoTav».
Le lettere, inviate per posta, indirizzate sia nelle residenze private che nelle aziende, sono state acquisite dalla Digos e sono già partite le indagini per risalire agli autori. Altre intimidazioni sono state rivolte alle aziende, comprese quelle della Val Susa, che stanno effettuando i sondaggi per conto dell’Osservatorio. Minacce di «attaccare le trivelle» sono state diffuse da Radio Black Out e da alcuni esponenti dei centri sociali torinesi e degli anarco-insurrezionalisti che hanno scelto la Val Susa come teatro per le proprie imprese. I carabinieri della compagnia di Susa hanno identificato decine di estremisti, al centro degli ultimi scontri, dall’occupazione della stazione di Condove e di Sant’Antonino di Susa sino al tentativo - fallito - di raggiungere le trivelle tuttora in azione nell’autoporto.
I NoTav, che hanno lanciato contro la polizia e i carabinieri, pietre e altri oggetti, sino a sfondarne gli scudi, hanno denunciato che tre militanti sono rimasti «feriti per le manganellate».
Tra i contusi, tre, anche l’ex di Prima Linea Stefano Milanesi, legato da sempre a Marco Fagiano, considerato il capo storico del terrorismo rosso in Val Susa, coinvolto nell’omicidio di William Waccher (febbraio ‘80), un militante di Pl accusato di collaborare con i pm che indagavano sulla morte del giudice Emilio Alessandrini, assassinato dal gruppo di fuoco della stessa organizzazione criminale, più volte condannato, per una lunga serie di attentati, compresa una rivolta carceraria. La presenza degli ex terroristi tra le fila dei NoTav non è un mistero. Nel 2008, in un’intervista, Fagiano precisò: «C’è una continuità tra la Resistenza, le lotte degli anni ’60 e ’70 e la lotta al Tav...E’ la caratteristica di questa valle: comunque, resistere e ribellarsi. Se si seguono i percorsi storici, si nota subito. Questo movimento di oggi ha rimesso in piedi gente che ha vissuto quegli anni e poi si era persa nei mille rivoli del riflusso, chi in carcere, chi da altre parti. Qui, oggi, si sono rimesse in gioco tante persone che non facevano politica da anni, sia quelli che nel ’69 erano davanti ai cancelli dei cotonifici che quelli che hanno fatto politica dopo. Il bello di questa esperienza è che ha unito gente giovane, che non ha conosciuto quelle esperienze, tanta gente comune e quelli che ci erano usciti, nel bene e nel male». Infatti, nel bene e nel male.
Michele Cribari, imprenditore della Val Susa, tra i promotori della manifestazione SiTav al Lingotto, ha ricevuto due lettere anonime. Una conteneva un proiettile calibro nove. Altre ne sono arrivate, sempre nei giorni scorsi. Anche al sindaco Chiamparino. Stesso tenore, stessi toni.
Dopo gli attacchi alla Geomont, che sta effettuando i sondaggi in vista del progetto preliminare della Tav, dopo gli incendi che hanno distrutto due presidi NoTav, in Val Susa si respira un’aria pesante. «E’ in atto una strategia della tensione - spiega Cribari - che potrebbe degenerare anche in atti più gravi, in intimidazioni concrete». «Lurido bastardo, state bruciando i simboli della lotta NoTav noi siamo molto meno democratici dei nostri fratelli di lotta, ma vi assicuriamo che avrete una punizione esemplare. Luridi cani mafiosi non coinvolgete volontariamente i vostri familiari, viaggiate da soli perchè vi spareremo in faccia, in qualsiasi momento». Firma, «Fronte Nero NoTav».
Le lettere, inviate per posta, indirizzate sia nelle residenze private che nelle aziende, sono state acquisite dalla Digos e sono già partite le indagini per risalire agli autori. Altre intimidazioni sono state rivolte alle aziende, comprese quelle della Val Susa, che stanno effettuando i sondaggi per conto dell’Osservatorio. Minacce di «attaccare le trivelle» sono state diffuse da Radio Black Out e da alcuni esponenti dei centri sociali torinesi e degli anarco-insurrezionalisti che hanno scelto la Val Susa come teatro per le proprie imprese. I carabinieri della compagnia di Susa hanno identificato decine di estremisti, al centro degli ultimi scontri, dall’occupazione della stazione di Condove e di Sant’Antonino di Susa sino al tentativo - fallito - di raggiungere le trivelle tuttora in azione nell’autoporto.
I NoTav, che hanno lanciato contro la polizia e i carabinieri, pietre e altri oggetti, sino a sfondarne gli scudi, hanno denunciato che tre militanti sono rimasti «feriti per le manganellate».
Tra i contusi, tre, anche l’ex di Prima Linea Stefano Milanesi, legato da sempre a Marco Fagiano, considerato il capo storico del terrorismo rosso in Val Susa, coinvolto nell’omicidio di William Waccher (febbraio ‘80), un militante di Pl accusato di collaborare con i pm che indagavano sulla morte del giudice Emilio Alessandrini, assassinato dal gruppo di fuoco della stessa organizzazione criminale, più volte condannato, per una lunga serie di attentati, compresa una rivolta carceraria. La presenza degli ex terroristi tra le fila dei NoTav non è un mistero. Nel 2008, in un’intervista, Fagiano precisò: «C’è una continuità tra la Resistenza, le lotte degli anni ’60 e ’70 e la lotta al Tav...E’ la caratteristica di questa valle: comunque, resistere e ribellarsi. Se si seguono i percorsi storici, si nota subito. Questo movimento di oggi ha rimesso in piedi gente che ha vissuto quegli anni e poi si era persa nei mille rivoli del riflusso, chi in carcere, chi da altre parti. Qui, oggi, si sono rimesse in gioco tante persone che non facevano politica da anni, sia quelli che nel ’69 erano davanti ai cancelli dei cotonifici che quelli che hanno fatto politica dopo. Il bello di questa esperienza è che ha unito gente giovane, che non ha conosciuto quelle esperienze, tanta gente comune e quelli che ci erano usciti, nel bene e nel male». Infatti, nel bene e nel male.