Una giornata movimentata quella di quest'oggi a Genova, soprattutto per chi pensava di sancire in pompa magna un liscio start all'ennesimo ed inutile tassello dentro il progetto di realizzazione delle grandi opere nel nostro paese...
La giornata agitata. Sampiedarena il teatro dell'operazione per la costruzione della Gronda, raccordo autostradale in cantiere nel ponente ligure, sul quale è però calato ben presto il sipario nella fallita celebrazione mediatica dell'opera...: il presidente della regione Liguria, Claudio Burlando, si è rifiutato di sottoscrivere il progetto che il ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Altero Matteoli, gli ha messo sotto il naso; ma soprattutto, i 15 comitati No Gronda che si sono formati in opposizione al nuovo raccordo autostradale si sono fatti trovare pronti, contestando la sfilata istituzionale, contrapponendosi con la polizia, ed infine, risultato comunque non da poco, del quale si è avuto conferma nella mattinata, inducendo Burlando a non firmare e mettendolo ben in allerta dal prepararsi a farlo! Il presidente Burlando certamente pensa alle prossime elezioni regionali, assumendo un atteggiamento che lo porta a non scherzare con fuoco dinnanzi alla pressione politica esercitata in questi anni dai comitati No Gronda e allo schieramento bipartisan dei sindaci della vallata che non hanno dato il loro assenso all'opera.
Contro auto blu e istituzioni, polizia e speculazione. Indubbiamente una grande ed importante giornata per il movimento contro il tunnel della Fontanabuona, nella capacità di attraversare conflittualmente la giornata, di palesare l'opposizione del territorio contro un altro capitolo della speculazione in Liguria. La protesta No Gronda è partita con presidi in via Degola, all'angolo con largo Jursè, sotto il luogo dove doveva essere firmato il protocollo, bloccato il traffico di tutta la zona. Molte le bandiere No Gronda, ma anche No Tav, nel ponte naturale per battaglie della stessa natura, contro la speculazione e a difesa del territorio, per la salvaguardia della vivibilità di comunità che dicono no alla devastazione ambientale giustificata celatamente dagli interessi economici (e politici). "Mafiosi, collusi, bastardi": questo hanno urlato diverse decine di ambientalisti contro il ministro Altero Matteoli e contro i rappresentanti delle istituzioni locali. Il passaggio delle auto blu è stato infatti per nulla indolore: contestato pesantemente al suo arrivo il presidente liguere Claudio Burlando, i manifestanti hanno attaccato volantini sulla sua auto, presa ripetutamente a calci; stessa sorte per il presidente della provincia Alessandro Repetto. I No Gronda, nella contestazione della sfilata automobilistica, hanno al contempo dovuto anche respinfere la risposta delle forze dell'ordine, che hanno caricato i manifestanti che impedivano il passaggio alle auto.
Un esponente dei comitati No Gronda ha ribadito (alcune del)le ragioni per le quali i comitati si stanno battendo da tempo, che hanno riesplicitato anche oggi: "La Gronda non serve alla città, non vogliamo che venga realizzata. Le nostre colline sono piene d'amianto, per anni lo trasporteranno. E poi Genova ha già tre valichi".