venerdì 19 febbraio 2010

GRIDAVO BASTA, BASTA...MA I QUATTRO POLIZIOTTI CONTINUAVANO A COLPIRE!!!

Nessuna sassaiola: «La carica è partita senza che lanciassimo alcuna provocazione»

Torino
Un’aggressione terribile che mi segnerà tutta la vita. Mai avuto tanta paura. Mi stavano ammazzando di botte». Marinella Alotto, 46 anni, ambulante di Borgone parla a fatica da un letto della stanza 9 del reparto di ortopedia dell’ospedale di Susa dov’è ricoverata dalla tarda serata dell’altro ieri. I medici dopo i primi accertamenti effettuati nella mattinata anche alle Molinette di Torino l'hanno giudicata guaribile in 30 giorni. Ha una frattura al setto nasale, un trauma cranico con ferita lacero contusa, piccole fratture agli zigomi sotto gli occhi e lesioni varie in tutto il corpo, in particolare sul braccio destro e al basso ventre, dove oggi sarà sottoposta a esami più approfonditi. «E' come se fosse stata investita da un'auto» dice il marito Paolo Ala, anche lui ambulante, seduto accanto al suo letto. Marinella e Paolo erano fra quei circa trecento No Tav che alle 19 dell’altra sera si sono scontrati con le forze dell’ordine che li hanno caricati per difendere il sito S72 in frazione Coldimosso di Susa.
Cosa è accaduto? Almeno secondo la vostra versione?
«Era la solita protesta No Tav. Come abbiamo sempre fatto. Non abbiamo attuato particolari gesti provocatori. Non è vero che abbiamo lanciato pietre. Sono partiti in direzione dei poliziotti solo alcuni palloncini colorati e pieni di acqua e poi i soliti slogan come "Sarà Dura, non ci piegherete” e altri ma niente di più».
Ma allora?
«Ad un certo punto ho sentito delle urla tremende che arrivavano dai poliziotti in tenuta antisommossa. Era partita la carica contro di noi ma ce ne siamo accorti in ritardo perché era notte e avevamo i fari contro. C’è stato un fuggi-fuggi generale verso i boschi. Purtroppo sono caduta. In quattro mi sono arrivati sopra ed hanno iniziato a colpirmi con i manganelli sul viso e sul braccio con il quale cercavo di proteggermi. Urlavo ”basta, basta”, ma loro continuavano a picchiarmi. Sono poi arrivati, un ragazzo e una ragazza, che mi hanno aiutata ad alzarmi ed a raggiungere la statale 24».
Poi vi siete persi di vista, vero signor Paolo?
«Solo quando sono arrivato sulla statale 24 sono riuscito a parlare con Marinella ed ho saputo che era ferita. Quando sono arrivato al presidio dell'autoporto mi sono accorto della gravità del fatto, aveva il viso cosparso di sangue. L'ho caricata in auto e subito accompagnata al pronto soccorso. Domattina (oggi, ndr) sarà sottoposta ad intervento chirurgico, in seguito alla frattura del setto nasale, la operano alle Molinette di Torino».