venerdì 12 febbraio 2010

Che simpatico umorista!!!

Ehi!!! ...ma quest'uomo(?) è proprio un simpatico umorista!!!
Credo starebbe benissimo nel cast di Zelig, sarebbe il caso di proporlo a Bisio.
Saitta è fantastico, esilarante e terribilmente comico. Le studia e le spara senza fatica alcuna...irresistibile direi!!!
Come potrete leggere qui sotto, le case non s'hanno da fare, ma una bella linea ad alta velocità, quella si che è necessaria. Il comico ha mai sentito parlare di ediliza popolare? Ha presente quanti giovani sono alla costante ricerca di un abitazione che non costi la pelle?
Sembra che Saitta, come per altro gli altri due suoi compari BRESSOCHIAMPARINO siano solo attratti da grattacieli, ferrovie ed altre amenità. 
...In qule pianeta vivono i comici???


Da Repubblica del 12/02/2010
Saitta: 'Il territorio è una risorsa stop alle nuove costruzioni'
La Provincia cambia le regole urbanistiche. In 16 anni sono andati persi 7500 ettari: è come se si fosse creata un'altra Torino. Il presidente: "Capisco le esigenze dei sindaci di fare cassa, ma è ora di impedirlo". Plaude alla decisione Riccardo Bedrone, presidente dell'Ordine degli architetti: "Non c'è alcuna necessità di costruire a dismisura"
Stop a nuove costruzioni, alle villette a schiera, ai capannoni e alla finte case rurali poi trasformate in abitazioni di lusso in mezzo ai campi. La Provincia cambia le regole urbanistiche con il nuovo piano di coordinamento. Spiega il presidente Antonio Saitta: «Mettendo insieme tutti i terreni dove si sono realizzati recenti insediamenti, in 16 anni si sono persi 7.500 ettari: come se si fosse realizzata un´altra Torino. Salvaguardiamo il suolo». Plaude alla decisione Riccardo Bedrone, presidente dell´Ordine degli architetti: «Non c´è alcuna necessità di costruire a dismisura».
Stop alle villette a schiera, ai capannoni e alle finte case rurali, poi trasformate in abitazioni di lusso, in mezzo ai campi. Con il nuovo piano territoriale di coordinamento approvato dalla giunta Saitta non si potrà più costruire sui terreni vergini, non ancora intaccati dal cemento. E si tratta della prima Provincia in Italia che mette un freno al consumo del suolo. Negli ultimi sedici anni nella sola provincia di Torino, nell´area tra Pinerolo e Ivrea, sono andati persi 7.500 ettari. Mettendo insieme tutti i terreni dove si sono realizzati nuovi insediamenti, abitativi, industriali e commerciali, si è costruita una seconda Torino. E dal 2000 si è registrata una vera impennata con una media di utilizzo di 860 ettari ogni anno contro i 260 del periodo precedente. «Peccato che la popolazione non sia aumentata - sottolinea il presidente della Provincia, Antonio Saitta - purtroppo le amministrazioni, dalle grandi alle piccole, usano il territorio a fini di bilancio. Con gli oneri di urbanizzazione, semplificando, i Comuni si pagano la gestione dell´asilo. Capisco le ragioni e le difficoltà, ma è arrivato il momento di impedirlo».
Con l´aggiornamento del piano territoriale di coordinamento si pongono vincoli e norme precisi. Documento che verrà approvato entro l´estate dal Consiglio provinciale e poi dovrà essere ratificato dal Consiglio regionale, diventando di fatto legge. «Il suolo è una risorsa che si deve preservare - aggiunge Saitta - una garanzia, anche in una chiave agricola-alimentare, che deve essere preservata. Quando il piano sarà approvato i Comuni, nelle loro varianti ai piani regolatori, dovranno tenere conto di queste norme». In pratica vengono individuate tre zone, secondo le norme studiate dai tecnici guidati da Paolo Foietta. Aree dense: sono quelle già costruire, i centri abitati, le città. Superfici dove il piano privilegia il riuso e la ristrutturazione, soprattutto dei capannoni industriali dismessi. Aree di transizione: sono le zone già compromesse, anche se non c´è una vera identità. Ad esempio le porzioni di campagna dove si trovano villette e capannoni. «Aree da ricucire - spiega Foietta - occupando gli spazi vuoti e le strutture abbandonate». E poi ci sono le aree libere: tutto ciò che non è ancora compromesso deve rimanere intatto. Unica deroga? «L´interesse pubblico - dice Foietta - rispetto ad infrastrutture e opere».
È lo stesso piano a prevedere zone di salvaguardia, come il corridoio della tangenziale Est e corso Marche, dove non si potrà più costruire nulla non appena il piano sarà approvato dal Consiglio provinciale. E quando sarà varato il progetto preliminare anche i terreni del tracciato della linea ad alta capacità Torino-Lione diventeranno zona "protetta". «Si tratta di infrastrutture che hanno un interesse sovracomunale - spiega Saitta - non si può permettere che la costruzione di una chiesa o di un palazzo intralcino poi la realizzazione dell´opera».
(12 febbraio 2010)