giovedì 30 settembre 2010

Comunicato Presidio Vaie - Sant'Antonino

 
Come è stato ricordato in più sedi il sondaggio S85 che, nella precedente campagna sondaggi, era ubicato nel piazzale della stazione di S.Antonino, nel progetto preliminare è stato spostato a Vaie in località “Pradera”.

All’assemblea  tenutasi a Vaie lunedì 27/09, nel luogo dove sta sorgendo il nuovo presidio, i comitati che hanno animato l’ormai ex presidio di S.Antonino (Condove, Vaie, S.Antonino, Chiusa, Almese, Villardora, S.Didero, comitato di lotta popolare Bussoleno, Villarfocchiardo) si sono espressi all’unanimità nello smontaggio dello stesso e nel trasferimento al sito di Vaie.
L’ex presidio di S.Antonino è stato smontato completamente nella giornata odierna e lanciamo un appello a tutti i comitati per far sì che nella giornata di sabato 02/10 si possa far pulizia del piazzale in modo da poterlo consegnare nello stesso modo in cui l’abbiamo trovato come è nella migliore tradizione del movimento.


Pertanto qualunque altra iniziativa possa prendere forma nel parcheggio della stazione di S.Antonino non riguarda più il movimento No Tav.
 
L’assemblea di Vaie del 27/09

Da Messina a Firenze alla Val di Susa Comitati uniti contro le Grandi Opere


da l'Altracitta
La prima settimana di ottobre 2010 vede una serie di iniziative  che interessano, non solo simbolicamente, tutta Italia: il 2 ottobre cominciano i “NOPONTE” tra Sicilia e Calabria per dire “no al ponte” più assurdo che sia mai stato immaginato; continueranno il 9 ottobre a Firenze i “NOTUNNEL”, i comitati che si oppongono ad un pericolosissimo tunnel TAV di 7 chilometri sotto una delle più importanti città d’arte; sempre il 9 i “NOTAV” della Val di Susa parteciperanno ad una manifestazione indetta dalla Comunità Montana e dai sindaci della loro valle per dire “no al corridoio ferroviario” che esiste solo nella mente di chi vuol lucrare dalla costruzione di opere inutili. Tre luoghi simbolici che riuniscono, dall’estremo Nord al profondo Sud, passando dal centro, una Italia impoverita dalla speculazione, rassegnata al degrado, narcotizzata da una informazione distorta, devastata da una enorme colata di cemento.
Le grandi opere sono ormai una delle anomalie più gravi che attanagliano l’Italia. La serie di luoghi comuni a sostegno di questi inutili progetti, ripetuti dai governi che si sono succeduti negli ultimi venti anni, sono smentiti ogni giorno di più:
  • Non generano occupazione: la realizzazione di opere ad alta concentrazione di capitali e mezzi genera alti profitti, ma se queste risorse pubbliche fossero destinate alla messa in sicurezza sismica ed idrogeologica dei territori, nel sostegno ad una mobilità utile e sostenibile garantirebbero un saldo occupazionale nettamente favorevole.
  • Non sono utili: se analizziamo tutte le grandi opere contestate in questo periodo vediamo che rispondono a bisogni inesistenti o sono formule sbagliate per la soluzione dei problemi; questo consente di poter proporre sempre nuove infrastrutture da realizzare e generare nuovi appalti.
  • Sono dannosi: tutti i progetti di cui ci occupiamo provocheranno danni enormi all’ambiente e alle città interessate; questo consentirà ulteriori appalti ai costruttori che naturalmente si propongono per realizzare opere compensative, sempre a carico dello stato, cioè dei contribuenti.
  • Hanno costi smisurati: l’Italia è il paese dove queste opere raggiungono oneri quattro o cinque volte più alti che in tutte le altre parti del mondo; la struttura dei contratti che generano questi costi smisurati è molto pericolosa in quanto garantisce ai costruttori addirittura di controllare il flusso dei finanziamenti e di non avere alcun rischio economico.
  • Sono concentrazione di ricchezza a scapito della collettività: acquisire una tale massa di risorse economiche collettive per realizzare opere di nessuna utilità pubblica, addirittura causando danni enormi, equivale ad un furto di ricchezza per i cittadini a favore dei soliti noti.
Questo convergere di lotte in punti altamente simbolici del nostro paese non è frutto solo del caso, ma sintomo del forte disagio che attanaglia il nostro paese, segno che la difesa del proprio territorio, della propria città, della salute e delle condizioni di vita è ancora un baluardo contro un anomalo sviluppo guidato da un sistema economico/politico/mafioso che non esita a sacrificare ambiente e viventi per il proprio profitto.
Questa “settimana contro la grandi opere” potrebbe essere uno dei primi sintomi di una rinascita della politica italiana, stimolata dai cittadini stessi, davvero stanchi del livello culturale della politica istituzionale ormai prossimo al collasso morale e della rappresentatività.
Qualsiasi nuovo governo dotato di un minimo di credibilità politico-programmatica non può che muovere dalla CANCELLAZIONE della Legge Obiettivo e dal ritorno ad una vera pianificazione nazionale dei trasporti, che muova da reali istanze di mobilità sostenibile, evitando gli sprechi e gli sfasci favoriti da questa normativa.

mercoledì 29 settembre 2010

Liguria: Gronda, effetto 'No Tav'. La gente blocca le prime trivelle


La guerra dei No Gronda entra nel vivo con la battaglia delle trivelle.
Come è accaduto (ma con molte differenze) in val Susa per i No Tav, da ieri anche il progetto per la bretella autostradale genovese ha il suo presidio permanente di oppositori. La storia dirà se quel banchetto pieno di cartografie e volantini sormontati da un vassoio di pancetta, collocato in via privata Monterosso nel cuore di Murta, coincida con l´inizio di una vera e propria "resistenza" pacifica in grado di coinvolgere attivamente molti abitanti della Valpolcevera o se, invece, il grosso della popolazione, pur se a malincuore, accetterà l´arrivo di un cantiere decennale e poi la distesa di gallerie e viadotti.
Per ora la "guerriglia" ha buon gioco. Ieri a Monterosso una ventina di militanti del movimento ha impedito l´ingresso dei tecnici e degli operai dell´impresa triestina Imprefond che due giorni prima, con quella che viene raccontata come una vera e propria "incursione", era riuscita a collocare una trivella per i carotaggi necessari all´avvio dei lavori.
Ma se il proprietario del terreno di Monterosso ha dato il suo benestare («io non sono contrario alla Gronda - ha detto - e non credo che ci sia il pericolo della polvere d´amianto»), altri due analoghi blitz della Imprefond a Geminiano e a Begato, giovedì e venerdì scorsi, sono stati respinti dai rispettivi proprietari dei terreni, in un caso una combattiva pensionata.
«Abbiamo deciso di partire con il presidio permanente a Murta - racconta Paolo Putti, una delle voci del comitato - perché qui c´è una comunità storicamente molto compatta, solidale e che sente molto il problema della gronda».
«Il fatto è che qui siamo nel cerchio del fuoco» aggiungono altri due militanti, Francesco De Domenico e Davide Spinella, e per chiarire il concetto dispiegano una grande cartografia dove le due linee arancioni che rappresentano le gallerie della gronda, si incrociano con altre cinque linee rosse che sono invece i vari tunnel del percorso del Terzo Valico ferroviario. «In un raggio di tre chilometri - continuano - ci vorrebbero far passare sotto tutta questa roba. Per questo lo abbiamo chiamato cerchio del fuoco. Per noi è inaccettabile. Come lo sono i metodi dell´autorità».
L´arrivo della trivella a Murta, secondo i No Gronda, è stato organizzato con metodi arroganti - e lo racconta nell´articolo a fianco il parroco - e con una violazione. Betty Crosa è una delle comproprietarie della strada privata di Monterosso: «Nei prossimi giorni - dice - presenterò un esposto alla procura. Non possono entrare in questa strada senza avvisarci e senza un valido motivo che riguardi la sicurezza o un´emergenza».
Un altro punto che indispettisce la gente del paesino è la serie di smottamenti che segnano il territorio. Un fenomeno talmente noto che nella piazza del paese un grande cartello del Comune, con tutte le note tecniche e cartografiche, è intitolato a caratteri cubitali "Frana di Murta".
Difficile far digerire a una comunità che le scaveranno sotto i piedi un dedalo di gallerie mentre la terra qui continua a muoversi come le pare.
Da ieri, comunque impiegati, operai, pensionati, studenti, liberi professionisti si danno il cambio per far vivere il presidio. Ai No Gronda è arrivata la solidarietà della Federazione della Sinistra, di Rifondazione Comunista e di Sinistra e Libertà. I Capigruppo in Consiglio Regionale degli stessi partiti Alessandro Benzi e Matteo Rossi, oggi presenteranno una interrogazione urgente in merito ad una serie di incontri tematici sulla Gronda che la Regione ha convocato la settimana scorsa invitando Comune, Provincia, Autostrade ed Anas per discutere delle varie problematiche. «E´ singolare - dicono Benzi e Rossi - che la Regione, che non ha ancora firmato il protocollo d´intesa, convochi questi incontri, di cui siamo venuti casualmente a conoscenza. Ci appare ancora più sorprendente che il coordinamento antigronda non solo non venga ascoltato ma neanche avvisato e coinvolto negli incontri su questioni che attengono anche alla salute dei cittadini».

Repubblica Genova
MARCO PREVE

domenica 26 settembre 2010

Soprattutto...



Tanti.
Ecco la dimensione della Marcia No Tav tra Rivalta e Rivoli di ieri pomeriggio.
Tanti, colorati, allegri, vivi, ma soprattutto caparbi, soprattutto determinati e consapevoli che niente e nessuno potrà fermarci. Che ne dica Mr. Trivella, il buon Esposito o quella gran donna della Bonino. Noi siamo sempre più vivi, loro sempre più soli, insicuri, ma soprattutto perdenti!!! Alla fine, in piazza a Rivoli, siamo arrivati in circa 6.000 loro saranno stati 4 o 5 rinchiusi nei loro uffici o nelle segreterie del partito. Non sono nessuno e soprattutto non sanno più che fare, non sanno più che dire, insomma, soprattutto non hanno capito proprio nulla di noi No Tav. Razzolano come polli nell'aia della politica.
La denuncia e la richiesta di risarcimento danni a Perino, Vair e Bellone avrebbe secondo loro dovuto essere il loro geniale cambio di strategia. Se con le botte, la paura non hanno mai ottenuto nessun risultato, facciamoli pagare stì No Tav ...invece? Niente! ...Invece una marcia che a Rivoli nessuno ha mai veduto. Invece? ...Il popolo No Tav di nuovo in marcia, più determinato di prima, più convinto dei propri mezzi e delle proprie ragioni. Dal palco di Rivoli numerosi interventi e la piazza che applaude. "La gente non pagherà i danni a LTF, ma è disposta a pagare per fare la lotta No Tav!" questo dice Alberto dal palco, la gente applaude perchè è il segno che "loro", di noi, non hanno capito proprio niente!
Il teatrino della politica, le lobby del Tondino e del Cemento, i sottosegretari, gli Osservatori, i politucoli da mezza tacca ieri sono rimasti alla finestra, e lo saranno anche il 9 ottobre come nei giorni a venire, tagliati fuori da un Movimento che da anni combatte, parla, studia e cammina. A testa alta e schiena diritta.
Lor signori si convincano che ...soprattutto sono già finiti. 

Dal palco di Rivoli (fine manifestazione):
  • A proposito di lavoro: Nicoletta del comitato No Tav di Bussolena ricorda un minatore morto da poco cha ha anche lavorato nella tratta del Mugello del Tav, denunciandone le condizioni (ascolta)
  • L’intervento di Enzo, presidiante della val sangone, ha donato il suo terreno per la costruzione del presidio (Ascolta)
  • Sandro Plano, in rappresentanza dgli amministratori della Val Susa, ribadisce la posizione ed in vita alla manifestazione del 9 ottobre (Ascolta)
  • Alberto Perino tranquillizza i manifestanti e annuncia battaglia nei tribunali contro LTF (riproduciamo un estratto del lungo intervento) (ascolta )
  • L’intervento di Lele Rizzo

venerdì 24 settembre 2010

Marcia RIVALTA-RIVOLI sabato 25 settembre



TUTTE LE INFORMAZIONI
ecco tutte le informazioni per la marcia in un colpo solo facciamo circolare !

PARTENZA
da RIVALTA, piazzale del Mulino ore 14.00
ARRIVO a RIVOLI, piazza Martiri della Libertà – Concerto del gruppo Polveriera Nobel

PERCORSO
(circa 5 km con un dislivello di circa 75 m):
Rivalta :  piazzale del Mulino, piazza Gerbidi, via Balma, via Griva, via Einaudi
Rivoli : via Rivalta, corso 25 Aprile, piazza Principe Eugenio, piazza Martiri della Libertà
http://www.notav-valsangone.eu/documenti/457_info&percorso25set.png

NAVETTA
: dalle 17.00 alle 20.00, ritorno da Rivoli, piazza Martiri della Libertà a Rivalta, piazzale del Mulino
http://www.notav-valsangone.eu/documenti/457_info&percorso25set.png

PARCHEGGI
alla partenza (Rivalta): Mulino, Scuola Don Milani, viale Vif, Cimitero, via Balma

MEZZI PUBBLICI
per Rivalta, piazzale del Mulino da Torino, piazzale Caio Mario : autobus GTT 43, partenze 12:58  13:26 13:42 (scendere alla fermata “Gerbidi”)
da Rivoli, piazza Martiri della Libertà per Torino, piazza Massaua : autobus GTT 36

mercoledì 22 settembre 2010

Ciao Michele!!!


Oggi se ne andato Michele Giai, l'ultimo dei reduci di Cefalonia e Corfù, se ne andato appena dopo avere inaugurato il monumento restaurato e dedicato ai sui commilitoni morti nelle isole greche dopo l'8 settembre del '43, monumento per altro sorto grazie alla sua volontà di ricordare una delle pagine più aspre del secondo conflitto mondiale ed allo stesso tempo uno dei primi atti di Resistenza alla furia nazifascista. Michele l'abbiamo incontrato proprio domenica scorsa nella piazzetta dell'Argiassera in occasione della inaugurazione del monumento. Perfetto, in giacca e gravatta, i capelli bianchi al vento ed il suo sorriso grande e luminoso, visibilmente emozionato, ma allo stesso tempo compunto ed orgoglioso. Michele se ne andato stamattina in punta dei piedi, come ha sempre vissuto ed ora finalmente potrà riabracciare la sua sposa scomparsa solo qualche mese fa. Lo ricordiamo le volte che lo si cercava per comunicargli qualche accadimento o per inviatarlo ufficialmente alle celebrazione annuali del 25 Aprile, cui non mancava mai. Recandoci all'Argiassera, presso la sua abitazione, lo si poteva trovare o dietro alle sua capre o intento a curare la vigna. Nel rincuorarlo per la perdita della moglie ci rispose così come visse: "...fina a l'ultim, cume an sulda!". Ciao Michele!!! ...buon viaggio!


un breve ricordo degli alunni dell' I.T.C. Pascal di Giaveno - 5 B amministrativo 2002-2004 che ebbero occasione di conoscerlo:


Michele Giai, nato nel 1917, abita alla Borgata Argiassera di Bussoleno, dove si è fatto promotore del ricordo del sacrificio della divisione Acqui, erigendo tra l'altro un monumento ai Caduti di Cefalonia all'ingresso dell'abitato e curando ogni anno la commemorazione dei caduti di Cefalonia. Le sue peripezie di guerra cominciano dal fronte alpino, dove fu inviato allo scoppio della guerra tra Italia e Francia il 10 giugno 1940. Venne poi inviato con la Divisione Acqui a presidiare le Isole Ionie e qui lo sorprese l'armistizio dell'8 settembre 1943:
"lo ero a Corfù e il 13 settembre venne dato l'ordine di attaccare i Tedeschi; a sera tutta la guarnigione dell'isola era già nostra prigioniera: ben 500 Tedeschi vennero concentrati nel campo di aviazione di Corfù e due o tre giorni dopo imbarcati e spediti agli Alleati.
Noi restammo a combattere fino al 26 settembre, in mezzo a bombardamenti e mitragliamenti, con gli aerei che ci passavano sulla testa tutto il giorno. Il 23 sera sbarcarono i Tedeschi provenienti da Cefaionia, in dodicimila, contro, il nostro solo reggimento di quattromila uomini ... Casualmente sbarcarono dove era situata la terza compagnia, di cui facevo parte anch'io. Riuscimmo a contrastare i nemici tutta la notte, fino al mattino quando sorse il sole. Allora arrivò una squadriglia di 21 Stukas, tutti in formazione, che cominciarono una picchiata con le loro terribili sirene; sganciavano giù 5 bombe ciascuno, facendo una strage. Non c'era più via di scampo tra l'artiglieria, le mitragliatrici, le bombe ... lo' mi buttai in una buca, un cratere formato dalla caduta di una bomba; quelle bombe scavavano buche grosse come una casa ... Rimasi in quel buco perché difficilmente le bombe cadono nello stesso posto e mi salvai così. A un certo punto ci fu un silenzio assoluto: non c'era più anima viva ... Quando vidi una pattuglia di Tedeschi ebbi molta paura, ma ero nascosto dall'ombra dei sole, e non mi videro. La pattuglia proseguì avanti, ma poi ritornò indietro; io saltai fuori con le mani in alto, e un sergente tedesco, che sogno ancora adesso, tutto sfregiato in faccia, perché aveva partecipato alla campagna di Russia, mi prese, mi sbattè contro una pianta e mi puntò il fucile alla nuca, ma non sparò. Allora seguii la pattuglia e, strada facendo, incontrammo due vecchi, in una borgata tutta in fiamme per il bombardamento, appena sopra un paese. Il vecchio camminava, quando uno dei tedeschi gli gridò e gli sparò nella schiena: cadde giù dalla terrazza sotto il muro, con la testa in basso e tutte le budella fuori della pancia squarciata ..La moglie urlava e i membri della pattuglia tedesca, dopo aver ucciso quel vecchio, ridevano ... Scesi, poi al paese, dove incontrai un amico, nato ai Mafiotti, che adesso abita a Giaglione: Angelo Vair (classe 1913), un richiamato, che aveva combattuto in Africa nel 1935.. Da li ci portarono in un paesetto in fondo all~isola di Corfù, e ci chiusero nel cimitero di Perivoli per tre giorni... "
Il 29 settembre Giai venne imbarcato con altri prigionieri per la Grecia e poi da Igumenitza raggiunse il campo di concentramento di Pancevo presso Belgrado, in Serbia. Nell'ottobre del 1944 venne trasferito in Ungheria e poi in Austria, presso Graz dove fece illegnaiolo. Sul treno che lo trasferiva in Tirolo nell'aprile del 1945 colse l'occasione di fuggire e a piedi valicando le montagne raggiunse l'Italia. Da Bolzano con mezzi di fortuna raggiunse Milano e poi a piedi e su un camion Porta Palazzo e infine Bussoleno, dove i partigiani avevano già avvisato la famiglia e i compaesani che lo attendevano alla stazione ... "non ci sono parole per descrivere quei momenti".

Chiesti i danni ai No Tav: "Risarcite 220 mila euro"!!!


La società che progetta la linea cita i leader che bloccano i carotaggi. In tribunale Alberto Perino con il sindaco e il vicesindaco di San Didero.
TORINO - La causa civile sarà discussa il 16 novembre nel Tribunale di Susa. Ltf, la società incaricata della progettazione della Torino-Lione, ha chiesto un risarcimento danni di 220 mila euro per l’impossibilità di svolgere il carotaggio S68 all’interporto di Susa programmato per il 12 gennaio 2010. Ltf ha chiamato in causa uno dei leader dei No Tav, Alberto Perino. E poi il sindaco di San Didero, Loredana Bellone, e il suo vice, Giorgio Vair. Si tratta delle tre persone che in quella fredda alba invernale si opposero pacificamente - insieme ad alcune centinaia di militanti - alla presa di possesso dell’area da parte dei tecnici di Ltf. Perino, Bellone e Vair risposero negativamente all’invito dell’allora questore vicario, Spartaco Mortola, a non bloccare la partenza del cantiere. L’alto dirigente affiancato dal capo della Digos, Giuseppe Petronzi, li avvisò delle conseguenze penali e civili di quella che Perino definì «disobbedienza civile in stile gandhiano». Inutilmente.

Da quel mattino sul sito S68 si è consolidato il presidio dei No Tav. E da quel mattino è scattata la quantificazione dei danni subiti da Ltf. Secondo gli avvocati Alberto e Luciano Mittone, che curano sotto il profilo penale e civile gli interessi di Ltf, l’impossibilità di avviare la trivella ha costretto la società a non adempiere ai contratti stipulati - sia per l’affitto dei terreni a Consepi sia per i lavori di scavo - e a pagare le spese di locazione e le penali. Secondo Alberto Mittone «si tratta non solo di recuperare queste spese ma di tutelare la società che utilizza soldi pubblici da possibili interventi della Corte dei Conti». L’avvocato Gianluca Vitale, che difende le ragioni dei tre esponenti No Tav, definisce «assolutamente infondata la richiesta» e spiega che la difesa, in sede processuale, presenterà un’adeguata documentazione che contesta la legittimità delle procedure adottate per l’avvio dei carotaggi. Tra i documenti ci sarà, con ogni probabilità, l’esposto inviato all’Olaf, l’organismo anti-frode dell’Unione Europea, sull’utilizzo dei fondi comunitari. Ed è probabile che il movimento No Tav non si limiterà all’azione legale (atti alla Corte dei Conti ed esposto alla Procura) ma avvierà anche una campagna politica di solidarietà. La questione sarà affrontata sabato dopo la marcia da Rivalta a Rivoli.

L’udienza del 16 novembre, comunque, si preannuncia come l’avvio di una lunga battaglia legale che potrebbe anche condizionare il futuro della mobilitazione. L’esito del procedimento legale potrebbe diventare in qualche modo una causa pilota. Per la prima volta, infatti, esponenti No Tav sono chiamati a rispondere individualmente e, in caso di condanna, a risarcire personalmente, delle conseguenze dell’attività di opposizione collettiva. Il ricorso alla causa civile contro i No Tav potrebbe così diventare uno strumento di dissuasione che i soggetti incaricati della progettazione o dell’esecuzione dei lavori, potrebbero utilizzare per contenere la protesta. Non è un caso che il presidente dell’Osservatorio, Mario Virano, pur non essendo parte in causa, segua con estrema attenzione la vicenda.


Secondo quanto esposto nell’articolo di Maurizio Tropeano e del fenomeno del giornalismo italiano Massimo Numa, LTF chiede i danni per aver negato il passaggio ai devastatori in occasione dell’avvio del sondaggio S86. Si potrebbero fare alcune considerazioni sulla vicenda:
Spartaco e i lanzichenecchi si limitarono a chiedere di poter passare, ma di fatto non ci provarono neppure, dunque di fatto nulla gli fu impedito. Avrebbero potuto tentare di passare e raggiungere il sito cosicchè da tentare il sondaggio. Il fatto che qualcuno dica: “non vi faremo passare, faremo disobbedienza civile in stile gandhiano” certo non può significare impedire di fatto il passaggio o configurarsi come reato. Reato, contro la morale e il buonsenso semmai sono le spese sostenute per dislocare, alloggiare, mantenere le centinaia di forze dell’ordine(?) che di fatto hanno bloccato la libera circolazione degli individui, deviato il traffico creando grossi disagi alla circolazione stradale, come di reato si può parlare dei sondaggi farsa effettuati da LTF su un terrapieno dell’autoporto prima ed in una ex-discarica di rifiuti a Coldimosso dopo.
Ipotesi di reato potrebbero configurasi invece le procedure inerenti la cantierizzazione dei sondaggi svolti nella completa inosservanza delle leggi che regolamentano la sicurezza sul lavoro (D. Lgs 626/94). Ad esempio: dispositivi di protezione individuale non indossati, cartellonistica di cantiere non presente...
Reato potrebbe essere la reazione spropositata e violenta delle forze dell’ordine(?) agli sberlfeffi del movimento No Tav presso il sondaggio di Coldimosso, dove due manifestanti sono stati malmenati e ricoverati in ospedale in gravi condizioni.
LTF intanto spieghi ai cittadini come mai i costi della Tav sono di 21 miliardi di euro, magari li in mezzo qualche reatuccio potremmo anche trovarlo, l’architetto Virano che segue con estrema attenzione la vicenda, inizi a seguire con attenzione anche i consigli che da anni il movimento da ai proponenti dell’opera, ovvero: mettevi il cuore in pace, di qui non si passa!!!


martedì 21 settembre 2010

La TAV & il Buon Senso

Lettera di un Giovane Democratico di Torino ai delegati dell'Assemblea Regionale del PD Piemonte

Carissima/o delegata/o dell’Assemblea Regionale del Partito Democratico Piemontese. Sono un ragazzo che crede che la tav Torino-Lione sia un’opera un tantino folle. Voi direte: ah è un grillino! No, sono un Giovane Democratico. E’ della Val di Susa! No sono di Torino e studio Economia. Vi chiederete perché sono contro quest’opera?  I motivi:

1. l’opera serve per raggiungere Parigi solo in 1 ora e 5 minuti in meno.

Treni Passeggeri oggi Torino > Lione > Parigi: 2 al giorno (fonte FS) Massimo 24 treni passeggeri AV al giorno nel 2035 (fonte LTF – Progetto Preliminare) su una disponibilità aggiuntiva di oltre 330 treni ad alta velocità!

2. l’opera, direte, servirà almeno per il trasporto merci. I treni Merci sulla linea attuale portano circa 5 milioni di tonnellate annui e sono in diminuzione da 10 anni. Capacità di trasporto merci attuali sulla linea Torino-Modane: 15 milioni di tonnellate. Capacità tra qualche anno finiti i lavori ammodernamento tunnel ferroviario Frejus: 20 milioni di tonnellate. Occupazione linea ferrovia 1/3-1/4 delle sue possibilità! Nel traforo Autostradale del Frejus nel 2000 sono transitati circa 1.550.000 mezzi (pesanti + Bus). Nel 2009: 701475 mezzi: -55% in 9 anni! Il traffico merci ferrovia+camion dall’Italia verso la Francia è stabile da 15 anni: 50 milioni di tonnellate annui (fonte Alpinfo, FS, ANAS). Capacità attuale dei trafori stradali sul versante alpino nord-occidentale: 1,5 milioni di veicoli pesanti su una capacità di 5 milioni annui (Fonte: elaborazione dati GEIE TMB, SITAF SpA). Traffico merci su attuale linea TAV –AC Torino-Napoli: 0. Costa troppo per le imprese, rovinerebbero i binari per i treni passeggeri (essendo i treni merci molto pesanti) con l’esplosione dei costi di manutenzione.

3. Ambiente: l’opera ci libererà dall’inquinamento?

NO, se anche tutti i tir della Val Susa si trasformassero in treni merci la riduzione sarebbe pari all’-1% dell’inquinamento su scala Piemontese e -0,1 % su scala Nazionale ottenuto con rapporto merci su tir in Val di Susa/merci su tir totali (dati Sitaf, Anas). Inoltre i tir inquinano sempre di meno. Nel 2035, quando sarà interamente completata l’opera, vi saranno motori poco inquinanti. Il problema dell’inquinamento fuori dai grandi centri abitati non sono i tir o le automobili ma le centrali elettriche.
Sergio Marchionne: “l’Alta Velocità rappresenta la più grande occasione che l’Italia ha per modernizzare la propria rete infrastrutturale e per porre le basi dello sviluppo economico che lasceremo alle prossime generazioni”. Marchionne è un masochista? No, sa bene che i Tir continueranno a viaggiare in Val di Susa mentre la FIAT può entrare nell’appalto di costruzione dell’opera come già fatto per la TAV Torino-Napoli.
Inquinamento per trasformazione territorio in un mega cantiere: rischio prosciugamento falde acquifere per costruzione di oltre 80 km di tunnel e malattie causa danni collaterali (esposizione a amianto,uranio, ecc): tumori, bronchite cronica, ecc..

4. Costo (e siamo solo al preventivo) 20,5 Miliardi di Euro in 10 anni!! (Finanziaria 2010 24 miliardi di euro). L’opera è ad altissima intensità di capitale e quindi porta anche poco lavoro (max 1500 addetti) e, considerando anche i tagli all’istruzione di 8 miliardi, ne vale la pena? Vi ricordate il ragazzo morto in una scuola a Rivoli perché gli era crollato il soffitto sulla testa? Sapete che con un piano di edilizia scolastica da 13 Miliardi di Euro si potrebbero mettere in SICUREZZA TUTTE LE SCUOLE D’ITALIA? Sapete che con 6 miliardi di euro potremo avere a Torino l’università di studi scientifici più grande e prestigiosa al Mondo? Per me Politica = Responsabilità. E per voi?

Marco Titli

Giovane Democratico di Torino
Email: marco.bw@gmail.com

 

A proposito di lavoro in Valle...



Grande scalpore ha fatto la notizia sui Media, della contestazione a Bonanni, da parte del centro sociale Askatasuna, di lavoratori Cobas e altre realtà antagoniste. Il lancio del fumogeno che ha provocato danni per  meno di 300 euro, è stato letto in mille modi: clima da anni '70 (Piero Fassino,parlamentare PD), tentato omicidio (Roberto Maroni, ministro degli interni), con il diretto interessato che si dice sconvolto ('Poteva ammazzarmi', dichiara). Ci sembra incredibile, perchè nella fattispecie, stiamo parlando di un fumogeno, quelli che riempivano di colore gli stadi italiani (prima della repressione), che vengono usati per festeggiare i (ormai pochi) goal della nazionale italiana, questo era, niente di più, niente di meno.
Ma perchè parlare di queste cose, distogliere l'attenzione sul fatto (di entità nulla, se considerata in chiave violenta) e mettere le foto delle persone coinvolte mentre sono al mare, in costume, far vedere che sono 'figlie di...', come se fosse una colpa, o se i problemi e i conflitti che questa persona combatte siano 'fighetteria', roba da figli di papà che giocano a fare gli antagonisti ?
La risposta sta nelle bacheche delle fabbriche e degli uffici: in nessuno di questi appare un messaggio di solidarietà a Bonanni, neanche dai rappresentanti sindacali della CISL, soprattutto nel Torinese, vicino a dove il fatto è accaduto. Il potere ha paura di essere contestato, ha paura che il castello costruito Confindustria-Politica-Sindacati entri nel mirino della contestazione, loro i colpevoli della crisi hanno paura che si smontino i pezzi incastrati a colpi di denaro, esattamente quello che il movimento No Tav fa da 21 anni, una vera anomalia territoriale. Ed è sempre il movimento chiamato in causa, per le foto di Rubina con noi, su in Valle.
La volontà di alcuni noti giornalisti nel far vedere che c'è chi trama, chi vuole trasformare il movimento in qualcosa che non è, proprio come provarono a fare a Febbraio in tempi di trivelle, risulta sempre più incredibile in Valle, come peraltro, furono le accuse di Esposito (parlamentare PD) direttamente rivolte a Lele e Luca; ma la Val di Susa ha rotto il muro dell'omertà giornalistica da tempo, ormai ci fa sorridere quello che scrivono e dicono, ci infastidisce solo che il personale entri in modo viscido e subdolo in una vicenda che ha tutt'altro valore.

venerdì 17 settembre 2010

Ecco il presidio di Vaie (S85)

da NOTAV.info

Nuova mappa di sondaggi appena uscita ed ecco i nuovi presidi…
Visti i mutati interessi di LTF in Val di Susa il movimento No Tav ha riaperto con le prove tecniche di resistenza a Chiomonte una nuova fase di studio e di lotta. La nuova opzione progettuale uscita ai primi di agosto esclude il territorio di Sant’antonino di Susa e di conseguenza il sondaggio previsto nel piazzale della stazione ferroviaria. Visto il mutare degli scenari si è quindi deciso dopo alcune assemblee popolari molto partecipare di spostare alcuni presidi ed in particolare quello di Sant’antonino verso i nuovi luoghi di carotaggio. Per la vicinanza geografica un primo pezzo di presidio è stato spostato oggi a Vaie. Una roulotte che questo inverno era servita per i turni notturni è stata posizionata nell’area archeologica ai margini del paese sul sito S85. L’area, di proprietà comunale è stata recuperata con fatica negli anni dalla popolazione che oggi è schierata con la bandiera No Tav per difenderla.
Questo un primo passo di un cammino che porterà il movimento NoTav verso i nuovi siti interessati dal tracciato tav, con presidi, cortei e numerose iniziative che apriranno una nuova stagione di lotta e resistenza.

mercoledì 15 settembre 2010

Scarica le cartine del nuovo piano sondaggi inerente al progetto preliminare!!!


Cliccando quì a destra, puoi scaricare il necessario per identificare e trovare tutti i 20 sondaggi previsti dal nuovo progetto preliminare presentato in Agosto 2010.

Nella tabella riassuntiva puoi anche trovare le indicazioni tecniche del sondaggio, quali: quota del sondaggio, profondità, direzione, orientamento, località, comune e proprietà del sito.

Dobbiamo assolutamente essere perfettamente informati delle varie ubicazioni dei siti prescelti e dobbiamo conoscere il territorio che li ospita!!!
Faremo in modo che anche stavolta sia Durissima...ma per loro!!!

martedì 14 settembre 2010

Che paura il Pd si muove…

da NoTav.info
Il partito della depressione cronica

Si è chiusa ieri domenica 12 settembre la festa del partito democratico, quest’anno con sede a torino. Festa bersaglio di innumerevoli contestazioni, che ha svelato il vero volto del partito, compromesso, incapace di analizzare una fase politico sociale in continuo mutamento. Festa organizzata da una dirigenza di partito le cui posizioni sono ormai allineate alla casta di potere che oggi governa il nostro paese, con l’unica differenza del non esercitare realmente il potere e quindi costretta a inseguire dai banchi “dell’opposizione”.  Tanti i temi toccati, lavoro, scuola, sanità, nessuno con un briciolo di dignità. Tanti gli inviti eccellenti, tutti riservati alla casta, Schifani, Bonanni, Angeletti… nessuno spazio a voci fuori dal coro, solo tanti fischi dal pubblico e tanti malcontenti tra i tesserati  presenti intervistati dai media. Per ultimo ma non meno importante il nodo tav. E qui ci sentiamo chiamati in causa. Sabato 11 settembre a Chiomonte una marcia  no tav con migliaia di partecipanti, il popolo no tav al completo nella sua trasversalità, uomini, donne, bambini, anziani. Marcia che ha riaperto la conflittualità e la stagione autunnale di resistenza al nuovo progetto, nel migliore dei modi, con una ritrovata unità tra amministratori e movimento. Una quindicina le fasce tricolori in testa al corteo dietro lo striscione “amministratori valsusa”. Dato polititco importante la proposta di una grande manifestazione unitaria per il 9 ottobre dal comune di Vaie a quello di Sant’ambrogio fortemente compromessi dal nuovo progetto (770 le case da abbattere in questi territori) indetta dai sindaci. Immediata scatta la replica dal palco pd, con il sindaco Chiamparino in testa. Impossibile per il partito la coesistenza tra un’anima nazionale e regionale favorevole alla tav e un’anima valsusina  dichiaratamente no tav e ora nuovamente protagonista nelle mobilitazioni. Chiamparino dice “Non credo che la strada da seguire per far prevalere una linea del partito che è favorevole alla realizzazione dell’opera  senza se e senza ma sia quella di ricorrere a provvedimenti amministrativi. Usiamo la politica e proviamo a far prevalere questa linea anche tra i nostri iscritti in valsusa”. Il “mossone” tattico politico consisterebbe nell’inviare ai congressi delle sezioni valsusine previste intorno a metà ottobre il commissario straordinario del partito  ——- affinchè convinca e sposti le assisi su posizioni si tav. Staremo a vedere… Per ora prendiamo atto dell’ennesima contraddizione interna al pd. Ennesimo segnale da una valle che resiste, capace di tenere dritta la barra e ritrovare unità al suo interno nei momenti determinanti…


domenica 12 settembre 2010

NoTav: 6000 resistenti fanno “prove tecniche”

Audio fine manifestazione [Da infoaut.org]
[Da Infoaut.org]

Amministratori e movimento di nuovo insieme. Il 25 marcia Rivoli-Rivalta. Il prossimo 9 ottobre nuova manifestazione da Vaie a chiusa.
 
Chiomonte (Alta Val Susa) – E’ stato di nuovo un sabato di grandi occasioni, quello di ieri, un undici settembre particolare quello valsusino. 6000 persone, valligiani e non, tutti rigorosamente No Tav, hanno coperto la distanza che separa il comune di Chiomonte da quello di Giaglione, lungo il cammino delle Gorge.

Il significato della marcia
: scoprire e indicare i terreni in cui si svolgerà la
madre di tutte le battaglie del popolo No Tav, l’opposizione contro la costruzione del “tunnel di base”, sventata nel 2005 a Venaus, ora riproponentesi ora in località Maddalena.
Durante la marcia sono stati illustrati i luoghi in cui andranno a costruirsi i nuovi presidi del popolo no Tav, nel cuore delle Gorge, di fronte ai nuovi ipotizzati cantieri, dove il movimento ha comprato negli scorsi anni “posti in prima fila” , mettendovi radici.
Il dato politico più importante
della giornata, oltre ad una partecipazione come sempre generosissima (uomini , donne, anziani, bambini e delegazioni di compagni di strada che giungono anche da molto lontano), è la ritrovata unione tra sindaci, amministratori e movimento no tav.
Una quindicina di fasce tricolori aprivano il corteo portando lo striscione “Amministratori Valle Susa”, conseguenza delle decisioni prese durante una riunione avvenuta martedì scorso in cui la maggioranza degli amministratori ha optato per una più decisa presenza al fianco del movimento, contro i nuovi piani di realizzazione della grande opera, “più costosa, inutile e impattante che nei progetti precedenti”.
Per il prossimo 9 ottobre, su loro iniziativa, amministratori e sindaci, hanno indetto una nuova marcia che da Vaie muoverà verso Chusa San Michele. Il movimento ha aderito e costruirà capillarmente la manifestazione. Aderisce all’iniziativa e appoggia il nuovo corso della Comunità Montana (come sempre, senza alcuna delega in bianco, nella reciproca autonomia di posizioni).
Un’altra occasione di mobilitazione sarà anche quella di sabato 25 settembre, con una manifestazione da Rivalta a Rivoli, sul percorso della linea progettata per la Gronda Ovest di Torino.
Da ieri e guardando in avanti alle prossime settimane, come si può ben vedere, il movimento No tav è in ottima forma e ha già i programma una fitta serie di iniziative in calendario, aspettando la variabile dei numerosi sondaggi ancora da fare in numerosi siti di montagna, rimasti incompiuti dall’inverno-primavera scorsi per la decisa opposizione popolare.
Ancora una volta, a sarà düra… per loro!

Il PD organizza i No Tav??? ...



Dall'annuncio degli amministratori No Tav della Valle di Susa di ricompattare le fila e di marciare insieme alle decine di migliaia di cittadini No Tav, ecco da quel giorno i media titolano: "Il PD organizza i No Tav..." e poi "La marcia dei Sindaci imbarazza il PD..."
Che gli amministratori siano insieme ai loro cittadini è ormai un dato di fatto, meglio che il PD si metta il cuore in pace. Di certo non è il partito dell'inventore della Tav, Bersani, ad organizzare i No Tav, tantomeno il democraticissimo Esposito. I No Tav non li organizza proprio nessuno. Gli amministratori vicini a quell'area politica(?) che aderiscono al Movimento lo fanno alla pari con chiunque altro. Sono le ragioni dettate dalla logica e dall'intelletto, piuttosto che quelle della ricerca del bene comune e della salvaguardia vera di un territorio che di infrastrutture ha già dato sin troppo a fare sì che Sindaci, Assessori, Presidenti, Consiglieri si schierino in fascia tricolore a fianco del popolo in marcia. Male fanno quei giornali e quei giornalai da sempre incollati alle protezioni di partito a scriverne in quei termini. Sono proprio quelli in fascia che marciano da Chiomonte a Giaglione gli amministratori attenti al bene dei propri elettori, non lo sono certo quelli solo attenti ai richiami di partito. Sarebbe un buon amministratore colui che decidesse chiudere l'acquedotto comunale alle abitazioni private solo perchè il Nano o il Bersani di turno lo impongono con un diktat di partito?
Ben vengano le voci fuori dal coro che non si curano ne del "cadreghino" ne delle turbe psichiche dei vari Esposito, Morgando, Letta o Marengo, quest'ultimo già disposto a riunire il coordinamento del PD di Valle per prendere una posizione univoca. A me sembra che il buon Marengo non veda e non senta: la posizione univoca gli amministratori l'hanno già presa e per loro sfortuna (del PD ndr.) è una posizione No Tav in tutto e per tutto. Forse, "il partito" dovrebbe convocare un oculista e un otorino per comprendere meglio gli amministratori.
Marengo asserisce, nell'intervista di oggi a La Stampa, che gli amministratori ribelli così facendo favoriscono il centrodestra. Io dico che così facendo favoriscono la valle ed i suoi abitanti, poichè nulla del bene comune è riconducibile a meri giochi di partito. Si mettano il cuore in pace, le elezioni non gli hanno insegnato proprio nulla!
Discorso a parte meriterebbero le esternazioni della signora Barbara Bonino, che continua a perdere da tempo la possibilità di tacere piuttosto che lanciare panzanate da rivista. La "delfina" di Martinat (un nome, una garanzia) continua a ciarlare sull'incollamento alla potrona di Plano e C., quando proprio la sua compagine politica dovrebbe pensare seriamente di scollare il deretano dalle proltrone della Regione se il riconteggio delle schede dovesse dare lo stesso esito dei seggi di Asti. Costei parla di come organizzare le ricadute economiche sulla valle, di come gestire imprese e lavoratori della Tav. Pensate è persino disposta a ristrutturare le balme della valle dove poi mettere i lavoratori che verrebbero a lavorare nei cantieri. Qui è d’obbligo la citazione delle righe de La Stampa: “L’iposesi è garantire il vitto e il pernottamento sfruttando le risorse locali disponibili e riqualificando le abitazioni delle vecchie borgate in residenze temporanee. Ambienti ristrutturati che poi saranno lasciati alla gestione degli enti locali che nelle intenzioni di Regione e Provincia li dovrebbero utilizzare per l’accoglienza turistica un volta terminati i lavori.” Capito? Dunque vediamo un attimo… ma se il Tav porta lavoro in valle ed utilizza manodopera locale, i lavoratori dovrebbero già avere vitto ed alloggio a casa propria, o no? Sul termine “sfruttando le risorse locali” non avevamo il benchè minimo dubbio. Ma che siano disposti anche a ristrutturare le balme delle vecchie borgate di montagna, beh…questo va ben oltre ogni aspettativa. Si potrebbero alloggiare gli operai alle Combe di Chianocco, piuttosto che al Chiamberlando, magari al Pampalu, in fondo non è male l’idea. Già, poi una volta ristrutturate, secondo Bonino, andrebbero agli enti locali per l’accoglienza turistica… ma cosa dici Barbara? Li portiamo a vedere le meraviglie della grande opera che ovviamente sarà incompiuta? O a visitare i boschi desertificati del Parco Desertificato dell’Osiera-Rocciavre? O a visitare le montagne olimpiche con i treni della neve che il fantastico progetto preliminare ha così chiaramente illustrato?
Alla domanda di Tropeano su La Stampa di ieri, ove il giornalista sottolineava le preoccupazioni di Plano e dei Sindaci a riguardo dei cantieri e dell’effetto di questi sul territorio, la bionda laureata rispondeva che: “il presidente Plano, invece di difendere il suo territorio, continua ad utilizzare la protesta per motivi politici e per mantenere la sua poltrona”. Bonino…ma che di chi stai parlando? …cosa dici? Di questi tempi l’unico che tenta di mantenere un equilibrio invece di difendere il suo paese e per non perdere la poltrona è il tuo amatissimo presidente Berlusca, che pur di non comparire in tribunale è disposto a fare salti mortali carpiati a livello olimpico. Se poi asserisci pure che gli unici amministratori degni di essere convocati sono Pinard e la Amprino, beh allora hai già detto tutto. Loro fanno gli interessi del territorio poiché “non contestano la realizzazione dell’opera e portano suggerimenti e indicazioni che poi si trasformano in prescrizioni vincolanti”. La signora Amprino che prescrizioni ha lasciato sin’ora? Su come indossare il vestitino d’ordinanza e su quale pettinatura sfoggiare a seconda del plinto da gettare o della casa da abbattere? E Pinard invece? Facci sapere siamo molto curiosi.
Bonino, prima di predicare bene occorre non razzolare male. Te e il suo partito che (aihmè!) ora governate la nostra regione ed il nostro paese dovreste preoccuparvi di come raccogliere i cocci di una nazione allo sbando sul fronte economico, civile e sociale. Dovreste occuparvi della gente cui non frega nulla arrivare a Lione cinque minuti prima, ma a cui frega molto arrivare a fine mese, magari dando da mangiare ai propri figli.
Questo interessa alla gente, solo questo!

Mario Solara jr.

mercoledì 8 settembre 2010

Prove Tecniche di Resistenza


VENERDI 10
  • ore 18 Chiomonte -Giardini Levis(struttura coperta): assemblea di accoglienza e presentazione dell’iniziativa
  • ore 19.30 cena buffet
  • ore 21.00 spettacolo teatrale (monologo) “Il racconto del fiume rubato” sulla storia della Valle Bormida inquinata per 100 anni dalla fabbrica ACNA di Cengio poi chiusa grazie anche alle lotte dei valligiani, tratto dal libro “Cent’anni di veleno” edito da Stampa Alternativa. (narrazione del cantastorie Andrea Pierdicca accompagnato dalla chitarra di Federico Canibus) [PRESENTAZIONE][LOCANDINA]
SABATO 11
  • ore 14.30 ritrovo alla Stazione di Chiomonte per la marcia NO TAV Chiomonte-Giaglione [il percorso]
  • ore 18 circa arrivo a Giaglione (campi sportivi), assemblea e musica
Informazioni logistiche:
si invitano tutti quanti a organizzarsi tra amici, conoscenti e comitati per lasciare, mettendosi daccordo, alcune macchine a Giaglione e altre a Chiomonte in modo da potersi poi trasbordare vicendevolmente per andare a recuperare le vetture.
Per chi volesse usare il treno :
Torino 13,15 _ Chiomonte 14,29
Susa 18,42  Torino 19,45
Susa 19,45  Torino 20,55
Susa 20,43  Torino 21,55
da Giaglione a Susa sono 3,7 Km

DOMENICA 12 - alla Maddalena di Chiomonte in concomitanza con la giornata ARCHEOLOGIA A PORTE APERTE organizzata dalle Istituzioni
-visite guidate a cura di archeologi no tav
  • ore 10 tavola rotonda DIFESA DELLA TERRA E PRODOTTI LOCALI, QUALI PROSPETTIVE PER LE VIGNE DI CHIOMONTE e mercatino di produttori agricoli locali [COMUNICATO]
  • ore 13.00 pranzo base di prodotti locali
  • ore 16.00 assemblea di chiusura per il rilancio della mobilitazione no tav

martedì 7 settembre 2010

Ripartiamo da Chiusa!!!


Dopo un'estate ricca di sorprese per la valle di Susa si riparte con il movimento no tav protagonista. Nella serata di lunedì 6 settembre si è svolta nel comune di Chiusa San Michele situato a centro valle una assemblea informativa sui nuovi progetti della linea ad alta velocità Torino-Lione. A convocare questa serata sono stati gli amministratori dei comuni Chiusa, Sant'ambrogio e Vaie, confinanti come territorio e con questa nuova opzione di tracciato sicuramente i più compromessi.  Serata molto partecipata, centinaia  di abitanti della zona hanno infatti potuto vedere finalmente i famosi progetti, presentati furtivamente ad agosto da LTF e mandati in un "comodo pacchetto" da 17 giga byte in hard disk ai comuni interessati. Vacanze d'agosto occupate dai tecnici del movimento ad analizzare i documenti complessi per poterli ridurre e renderli fruibili. Anche qui il tempo risulta importante infatti il 30 settembre scade il termine per presentare da parte dei comuni le osservazioni in merito e lasciamo a chi legge immaginare di fronte a una mole così complessa e aggrovigliata di dati come rispondere.
Ma il dato più importante oltre alla partecipazione e al livello tecnico scientifico affrontato è sicuramente politico. Ancora una volta una comunità intera si è ritrovata unita nella contrarietà a quest'opera. Amministratori, di maggioranza e minoranza, semplici cittadini, famiglie intere che la sera si impegnano, discutono, sviluppano i progetti di resistenza per salvare il proprio futuro e la propria terra. Tra i primi interventi quello del presidente della Comunità Montana, Sandro Plano, che ricorda il problema del lavoro, più di cinquemila disoccupati in valle, per loro nulla, solo cantieri fantasma con manodopera importata ad hoc che segue il carrozzone tav. Nessun progetto reale di risanamento economico di quest'area che si rivela una delle più depresse del Piemonte.
Prosegue poi il sindaco di Vaie, Lionello Gioberto, che ricorda il problema delle fonti d'acqua, per queste un progetto tav che ammette sulla carta, non la possibilità di un prosciugamento, ma la certezza di questo e come soluzione, per un comune di alcune migliaia di abitanti, un pompaggio di appena 9 l/sec. Progetto che prevede il passaggio a Vaie sotto una frana delicatissima, nei pressi dell'abitato, dove l'amministrazione non consente neanche la ristrutturazione di una mansarda. Siamo al ridicolo, il sindaco di Sant'Ambrogio, Dario Fracchia, prende in mano i dossier, 770 abitazioni da abbattere, con tanto di foto e schede accurate, realizzate senza che neanche un proprietario sia stato avvisato o quantomeno informato della schedatura o della fotografia inerente la propria casa. Numerosi anche gli interventi dal pubblico, molte le domande, tanti i dubbi. Si chiude poi con alcuni interventi significativi, in particolare quello di Luigi Casel, portavoce delle liste civiche, che invita tutti gli amministratori a tornare nelle prossime manifestazioni con la fascia tricolore in piazza, alla testa dei cortei come si era fatto nella stagione di lotta del 2005.
Sembra quasi di essere tornati indietro nel tempo.
Cinque anni, una vittoria schiacciante e siamo ancora qui. Un altro progetto devastante, un mare di soldi in arrivo e tutti lì pronti a metterci le mani sopra. Una comunità che si trova costretta a reagire, a resistere, a lottare. Sindaci che convocano assemblee, comitati che programmano iniziative, cortei, presidi. Insomma tutti gli ingredienti giusti per un ottimo inverno di lotta. Sicuramente la strada da fare è ancora tanta ma la voglia non manca e i primi passi sembrano essere di nuovo quelli giusti.