venerdì 29 aprile 2011
Facce Si Tav?
giovedì 28 aprile 2011
Domani a Susa convegno degli "imprenditori" SI TAV (???)
L'incontro è indetto alle 15 nella sala del Seminario in Piazza Savoia 2.
mercoledì 27 aprile 2011
A nome di chi parla Antonio Ferrentino ?
Ecco a voi l'articolo : http://www3.lastampa.it/torino/sezioni/cronaca/articolo/lstp/399665/
lunedì 25 aprile 2011
Finesettimana resistente
La giornata di oggi chiude un ciclo di appuntamenti che come ogni anno non hanno avuto solo l'obiettivo di commemorare chi sulle nostre montagne ha combattuto per un futuro migliore, ma di ribadire ancora una volta che quel futuro che oggi sembra sgretolarsi, lo dobbiamo conquistare in prima persona. Senza delegare, come hanno fatto i Partigiani di ieri e come fanno i Partigiani di oggi. In questo senso abbiamo sentito il dovere di ricordare Vittorio Arrigoni durante tutte le iniziative che ci hanno visti coinvolti. Un compagno, un partigiano di oggi che ha combattuto documentando con penna e telecamera le condizioni del popolo palestinese e che per questo è stato ucciso alcuni gironi fà. Il nostro pensiero più sentito và a lui e tutti coloro che hanno lottato e che lottano contro qualsiasi forma di oppressione.
venerdì 22 aprile 2011
giovedì 21 aprile 2011
Un 25 Aprile portatore di valori e diritti.
Domani c'è Musy a Chiomonte!!!
USIAMO TUTTI I CANALI PER AVVERTIRE PRESIDIAMO IL TERRITORIO RESPINGIAMO I TRUFFATORI!!!!
Un buon resoconto della mattinata di oggi 22/04/11 pubblicato da repubblica online:
Il candidato del Terzo Polo"processato" dai "No Tav"
Alberto Musy, candidato per Palazzo di Città da Fli, Api e Udc aveva in programma un comizio a Chiomone, in Valsusa, per parlare della Tav. Ma è stato bloccato all'imbocco da una cinquantina di "No Tav" che lo hanno interrogato e gli hanno impedito di raggiungere il paese
di MARIACHIARA GIACOSA
"Partiamo con i lavori a Torino e Orbassano e poi vedrete che anche in valle la situazione sara' più semplice". E' l'unica frase che Alberto Musy e' riuscito a completare questa mattina nel suo "sopralluogo" al futuro cantiere di Chiomonte. Il candidato a sindaco di Torino del Nuovo Polo ha pero' "visto" l'area solo da lontano: ad accoglierlo al ritrovo una cinquantina di no tav. "Viene qui solo per risparmiare sui manifesti elettorali: vergogna se ne torni a Torino" gli hanno urlato, nel fuoco di fila di domande tecniche sul progetto che hanno colto Musy un po' impreparato. "Io sono un avvocato e mi candido a guidare la citta': sono qui per testimoniare che questo'opera e' fondamentale per Torino. So che ci sono dei problemi - ha aggiunto rivolgendosi ai valsusini - ma la Tav e' una questione strategica per tutto il Piemonte e se la impedirete dovrete prendervi la responsabilita' di cancellare Torino dal tracciato. Se non passa da qui - ha concluso - la Tav passera' da Milano e dalla Liguria, condannandoci all'isolamento". Dopo mezz'ora di acceso confronto con i no tav, Musy, consigliato anche dalle forze dell'ordine, ha rinunciato alla visita all'area di cantiere ed e' tornato a Torino. Tra i manifestanti anche il candidato sindaco del Movimento 5 stelle, Vittorio Bertola: "Non hanno la minima idea di cos'e' il progetto e di cosa significa per la valle: e' la dimostrazione che la politica e' lontana dalla gente".
lunedì 18 aprile 2011
Che aria tira nei Consultori?
Che aria tira nei consultori?
domenica 17 aprile 2011
Scarica il Piano di Emergenza per i trasporti nucleari!!!
venerdì 15 aprile 2011
No Tav in tutte le lingue!!!
Il movimento No Tav organizza corsi di lingue!
Per Vittorio, un compagno come pochi.
Alla fine Vittorio non ce l'ha fatta. Il suo corpo è stato trovato privo di vita ieri notte dalle forze di sicurezza di Hamas, soffocato dai suoi rapitori. Si è avverato purtroppo quello che tutt* scongiuravamo e ritenevamo totalmente privo di senso, umanamente e politicamente. Questo assassinio è un atto contro il popolo palestinese e un favore insperato per il suo nemico dichiarato, lo stato di Israele, oggi facilitato nel mostrare al mondo il presunto fanatismo dei palestinesi di Gaza. La cosa insopportabile è che oggi sentiremo parole dolci di circostanza e lacrime di coccodrillo versate da uomini che Vittorio lo detestavano. Ciò che fa più male, è il suo essere diventato martire per mano palestinese. Chi ha conosciuto Vittorio in questi anni sa quanto era "preparato" (se lo si può essere) alla morte. Ci conviveva quotidianamente, visitando e aiutando le vittime dei tanti raid israeliani, sentendo fischiare a pochi centimetri del proprio corpo i proiettili israeliani che i cecchini di Tsahal sparavano per divertirsi ai contadini e pastori che Vittorio e altri scudi umani internazionali accompagnavano nelle loro uscite. Chi l'ha ucciso è un nemico del popolo palestinese. Lo stanno dicendo da ore i post che in rete, su facebook e gli altri social network, testimoniano l'amore che il popolo di Gaza e tanti altri uomini e donne in giro per il mondo, stanno dimostrando per Vittorio, riconoscendo in lui un compagno prezioso e un testimone insostituibile. La frase più tipica che potete trovare in questi messaggi è questa: "Vittorio era più palestinese di chi l'ha sequestrato". Il coraggio e l'umiltà che lo contraddistinguevano erano quanto di più lontano dall'olografia celebrativa e sterile dell'eroe senza paura. Nei suoi racconti, nelle sue preziose testimonianze, non nascondeva mai gli effetti traumatici e terrorizzanti del vivere assediato in una terra percorsa dalla guerra. Raccontava con grande semplicità le paure e le tensioni dell'essere bersaglio mobile dei cecchini israeliani o vittima statistica di una bomba piovuta dal cielo. La sua stessa fisicità, il tono della sua voce, erano in qualche modo testimonianza vivente e concreta degli orrori perpetrati da Israele contro il popolo palestinese. Confessava senza falsi pudori la paura del corpo che trema sotto i bombardamenti e l'essere afflitto cronicamente da disturbi da stress post-traumatico, la condizione "normale" dei/le palestinesi della Striscia.Una testimonianza molto umana la sua. "Restiamo umani" era infatti il sigillo con cui chiudeva ogni sua corrispondenza.Oltre alla grandezza della figura umana, vorremmo qui ricordare anche lo spessore politico della sua persona. Vittorio si definiva e riconosceva nella pratica della resistenza non-violenta. Ma questa sua scelta di condotta e disciplina era quanto di più lontano dall'abito comodo di tanti personaggi che ne adottano la veste per appoggiare poi una guerra no e due sì. Distante anni-luce dal pacifismo moralizzatore, quello della solidarietà pelosa e inconcludente che alle nostre latitudini fa tanto rima con compatibilità. Vittorio era prima di tutto incompatibile con un mondo che permette tragedie come quelle vissute dal popolo palestinese. La sua non era una scelta morale che pretendeva d'insegnare o evangelizzare chi praticava altre forme di lotta e opposizione al crimine israeliano. Mai una volta che gli fosse scappata di bocca una condanna o un'insopportabile "equidistanza". Vittorio sapeva sempre chi erano le vittime e chi i carnefici. La sua scelta, per quanto intrisa di una spessa eticità, era soprattutto l'opzione politica che giudicava migliore e più efficace per portare avanti il suo lavoro quotidiano. Nessuna traccia di presunzione o superiorità morale nel suo agire. Oggi il popolo palestinese e noi tutti perdiamo un compagno di strada, un collaboratore, un amico prezioso. La sua è una morte che pesa come una montagna, lo sanno per primi gli uomini e le donne della Striscia di Gaza che nelle prossime ore gli tributeranno un omaggio come pochi altri. Anche se politicamente si dovrebbe dire il contrario, sappiamo tutt* fin troppo bene che la sua morte lascia un vuoto al momento insostituibile.
Pulman per la manifestazione di Trino
Partenza sabato 23 aprile 2011, ore 12.30, da Bussoleno in piazza del Mercato, fermate lungo la Valle su richiesta dei partecipanti.
per prenotare:
giovedì 14 aprile 2011
Ciao Fabio...
Il funerale si terrà OGGI alle 15 nella chiesa parrocchiale di Sant'Antonino, con partenza dall'ospedale di Susa alle 14,20.
Come da desiderio della famiglia portiamo le bandiere.
Comunicato del Movimento NO TAV
I processi civili e penali che in questi giorni coinvolgono numerosi esponenti del momivmento no tav sono un attacco su larga scala al movimento, fatto dal braccio giudiziario delle lobby di affari interessate ad iniziare i cantieri dell’alta velocità ferroviaria in val di Susa. Sono processi truffa, con accuse ridicole e castelli di prove artefatte e false che si svolgono con una spettacolarizzazione degli eventi, con tanto di aule bunker e gabbie. La realtà è che con queste azioni si vuole intimidire il movimento e le persone che attivamente partecipano alle sue iniziative. Una cosa grande in questi anni di ci ha contraddistinto, l’unità e la trasversalità della lotta, popolare, fatta da giovani, anziani, famiglie e amministratori. Non permettiamo che la magistratura compia un lavoro di selezione e giudizio di singoli. Nel 2005 durante la stagione di Venaus e nel 2010 durante la stagione dei sondaggi c’eravamo tutti. Siamo tutti colpevoli, colpevoli di aver attivamente difeso la nostra valle, la nostra terra, l’unico vero valore e progetto che abbiamo per il futuro. Sì siamo colpevoli, colpevoli di non arrenderci!
Movimento No Tav, 13 aprile 2011
mercoledì 13 aprile 2011
Sindaci No Tav alla sbarra nell’aula bunker di brigatisti e mafiosi
Il blocco della Val di Susa – Il mattino del 6 dicembre 2005, dopo una notte passata a sgomberare il presidio No Tav al cantiere di Venaus per la linea ad alta velocità tra Torino e Lione, gli agenti di polizia cercano di tornare in città, ma vengono bloccati a Bussoleno da una barriera composta da cassonetti e reti metalliche costruita dai circa 300 manifestanti. Dopo una mediazione della Digos, parte un lancio di palle di neve, sassi, sacchi della spazzatura e altro. Gli agenti si schierano, fanno una carica leggera e poi arretrano. In quel momento intervengono i sindaci e gli amministratori della Val di Susa, molti dei quali presenti in aula a sostegno dei colleghi imputati. Vogliono che la polizia passi per altre vie, ma entrano in contatto diretto col cordone e la situazione peggiora. In quegli istanti, per il pm Patrizia Caputo, Pognant ha spinto sul fianco un poliziotto, Francesco De Rosa, parte civile al processo, mentre Russo ha dato una gomitata sul casco di un altro agente, Marco Avola, anche lui parte civile. Secondo la ricostruzione, il sindaco di Chianocco stava respingendo l’agente e nella foga la sua spinta è diventata una gomitata capace di rompere “l’apice delle ossa nasali”, nonostante il casco del poliziotto.
La difesa, rappresentata dall’avvocato Roberto Lamacchia, non crede che ciò sia possibile. Per l’ex presidente della comunità montana della Val di Susa Antonio Ferrentino resta una sorpresa che si sia andati a processo: “Noi sindaci e amministratori facevamo da cuscinetto tra il movimento e le forze dell’ordine per evitare episodi violenti. Botte ne abbiamo prese anche noi, ma proprio per la collaborazione con gli agenti abbiamo pensato di abbassare i toni”. Nonostante ciò si dice “assolutamente certo che le accuse contro i colleghi cadranno”. E lo sono anche loro, Pognant e Russo, che hanno preferito non risarcire le parti lese in cambio del ritiro della querela, così da fare chiarezza fino in fondo.
Una questione di ordine pubblico – La competenza territoriale spetta al tribunale di Susa, ma le sue aule non sono abbastanza grandi per contenere il pubblico e tenere lontani i contestatori. E non lo sono neanche le aule del palazzo di giustizia torinese, quelle dei maxiprocessi Eternit e ThyssenKrupp, al punto che il presidente del tribunale Luciano Panzani ha chiesto di svolgerlo nel bunker: “In passato ci sono state manifestazioni No Tav molto nutrite, per cui abbiamo deciso di fare il processo in quest’aula appena rinnovata”, spiega a ilfattoquotidiano.it. Ecco allora che torna utile uno spazio inutilizzato da dieci anni, se non per girare le scene di alcuni film, come Il Divo, per un paio di concorsi a procuratore e per il riconteggio delle schede delle elezioni regionali 2010: “Doveva essere usato già prima per un altro processo e in futuro sarà usato ancora per grandi procedimenti. Se Thyssen iniziasse oggi lo terremmo nell’aula bunker”, aggiunge il presidente del Tribunale. “L’idea di mettere due sindaci in un bunker, come se fossero dei mafiosi, è un accostamento infelice”, afferma il sindaco di Venaus Nilo Durbiano. Per Ferrentino, l’aula scelta “è un luogo simbolo troppo carico di significati”, mentre per l’attuale presidente comunità montana della Val di Susa Sandro Plano è semplicemente “un’esagerazione”. “Non c’entra nulla – ribatte Panzani –. Non credo che all’epoca il presidente del Tribunale andasse a parlare con gli imputati come ho fatto io oggi”.
Un processo politico...
Ieri a Susa c’era un’atmosfera surreale: via Palazzo di città completamente bloccata da poliziotti e carabinieri in tenuta antisommossa, divieto di circolazione e sosta per le auto, e la strada davanti al tribunale vuota, deserta. D’altronde i NO TAV l’avevano detto e spiegato in un comunicato stampa, messo sui siti, e ripreso dai giornali: NON ABBIAMO TEMPO DA PERDERE DIETRO A LTF; A SUSA CI VANNO I NOSTRI AVVOCATI CHE HANNO TUTTA LA NOSTRA FIDUCIA, BASTANO E AVANZANO.
Ecco il dato “politico” della citazione: la fretta di far condannare dei NO TAV (ritenuti particolarmente “in vista” all’interno del movimento) a risarcire LTF per i presunti danni derivanti dal fantomatico blocco del sondaggio S68, PRIMA dell’apertura del cantiere della Maddalena, per usare questa richiesta di risarcimento danni come una clava contro chi si oppone al TAV Torino Lione e all’impianto del cantiere per il tunnel geognostico a Chiomonte.
Anche il tentativo dei legali di LTF a porre una tradiva pezza alla mancanza di delega al D.G. Comastri per adire in giudizio (delega non prevista dallo statuto di LTF) con una delibera a posteriori con la quale si ratificava l’operato dell’ex D.G. Comastri è stata contestata dagli avvocati NO TAV per ragioni di diritto.
Su entrambe le questioni il Giudice Unico dott. Latella si è riservato su tutto e comunicherà alle parti l’ordinanza.
L'Ospedale di Avigliana non si tocca!!!
Così i cittadini della bassa valle si dovranno rivolgere solo più escusivamente all'ospedale di rivoli che già oggi è congestionato per la mancanza di spazi e personale.
lunedì 11 aprile 2011
Ciao Fabio!!!
domenica 10 aprile 2011
venerdì 8 aprile 2011
Falso allarme ...Alta la guardia
Da NoTav.info
lunedì 4 aprile 2011
Serata Informativa a Foresto
Chi abbiamo di fronte?
Segnalo per altro che il Sig. Gian Luca Matlì capogruppo di “Avigliana nel cuore” si è affrettato a scrivere il seguente comunicato stampa:
Ancora una volta si è impedito il libero esprimersi di una forza politica e di esponenti istituzionali. Era già accaduto con Piero Fassino e, poi, con Mercedes Bresso. Alla Lega Nord di Avigliana va la nostra solidarietà, come già la indirizzammo al Partito Democratico quando toccò a loro essere “impediti e posti sotto assedio”. Questa non è democrazia! La manifestazione leghista era improntata al confronto, quella dei No Tav ad impedirlo. La “diversità” ed “alterità” rivendicata dagli esponenti del movimento, certifica in modo inequivocabile chi siano i malati di localismi e i propugnatori di fatto di una secessione. Lo squadrismo rimane sempre tale, anche se condito con la musica sparata ad alto volume e la retorica barricadera. Non possiamo non dirci preoccupati di questa situazione. Ci chiediamo, inoltre, se questo stato di cose sia considerato positivamente dal sindaco, che è al governo della città grazie al determinante supporto, aritmetico ed ideologico, degli esponenti che nel movimento No Tav si riconoscono. Se senta anche lei lo stesso fastidio per un disprezzo delle istituzioni che si camuffa da “democrazia di base”. Al “blocco” anti-Cota ha aderito ufficialmente “Spinta dal Bass”/ “Takuma”, che ci risulta essere una realtà che ha un rapporto politico e di sostegno con l’amministrazione comunale. Confidiamo che ci si vorrà dissociare. Faremo sicuramente in modo che se ne parli in Consiglio Comunale. Al presidio non ha partecipato alcun amministratore, almeno attuale, aviglianese. Vogliamo sperare che si tratti di una dissociazione dal metodo e non il comodo tacito “appaltare del disturbo” ad altre frange del “movimento”. Oggi ad Avigliana si è vissuta una triste vicenda. Auspichiamo che tutte le forze politiche responsabili vogliano dissociarsi dall’operato di queste minoranze, segnando una concreta discontinuità. E’ triste dover contastare che, in questa Valle, per svolgere una libera manifestazione politica si debba avere la protezione della forze dell’ordine, cui va, ancora una volta, il nostro grazie.
Costoro si spacciano parlano di Democrazia, di tolleranza, praticamente di termini di cui neppure conoscono né il senso, né il significato. Ma come? Proprio loro che sparerebbero sui barconi di migranti? Loro che in qualsiasi momento sono pronti ad imbracciare il fucile per la secessione? …Ma non dovremo essere noi i secessionisti?...boh! Proprio loro che tra i dirigenti di partito hanno quel buon uomo di Borghezio condannato in via definitiva per aver dato fuoco ad alcuni barboni che dormivano sotto un ponte a Torino? E poi ci accusano di avere impedito un incontro pensato apposta per avere un confronto con il governatore su alcuni temi. Già! Questo l’abbiamo fatto sicuramente. Certo che se Cota fosse arrivato, sarebbe stato più stimolante, ma lui ha un grande senso di responsabilità, lo stesso che usa per chiudere la chirugia dell’ospedale di Susa e per ridurre ad ambulatorio quello di Avigliana, fatto salvo poi usare la sanità come ricatto. E poi il confronto con chi avrebbe voluto farlo? …Con la Ruffino, con Napoli, o solo con i sui sostenitori, pochi per la precisione, che lo attendevano vuori dal ristorante? Ah! Gli piace vincere facile eh?...che dire invece dei suoi sotenitori?
Li ho visti arrivare al Cota party, tirati a lucido, con il vestito buono della domenica, lo stesso che usano per la messa domenicale e che sa ancora di naftalina, perché sennò si rovina, impomatati e raggianti come alla Festa del Po. Le signore con la messa in piega appena fatta dalla figlia o dalla suocera e le calze a rete acquistate per l’occasione dal mercandino di Giaveno, che ne ha buona scorta per averle ritirate da uno stock fallimentare, tutte eccitate dall’idea di toccare la mano di quel fustaccio padano di Roberto. La macchina appena lavata all’automatico dal figlio più grande, il trota della famiglia, rigorosamente con l’adesivo Piemunt sul lunotto posteriore. Grandi sorrisi tra loro e coda tra le gambe quando si trovano di fronte la massaia No Tav, attempata, ma incazzata come un puma. Che dire poi del neonato sul passeggino con il foulard No Tav, eh, quello sì che incute terrore. Morde persino!
A dar loro man forte anche i celoduristi del Partito Democratico, che anche in questo caso di democratico hanno veramente poco, per non dire nulla. Questa gente parla la stessa lingua, usa gli stessi termini, gli stessi slogan fatti di comunicati stampa e proclami populisti, tutti sempre pronti a dare solidarietà a tutti e lezioni di morale. Morale? …perché? Hanno una morale costroro? Tra Bunga Bunga e xenofobia il centro destra. Militaristi convinti quelli del centro sinistra, anche in Valsusa secondo i proclami da piazzista di Stefano Esposito. E poi dai, dovrebbero essere contenti quelli del centro destra, gli amichetti del PD gli tengono la manina, ed avere Fassino come badante non ha prezzo. Sono uguali in tutto e per tutto e poi saremo noi ad avere il pensiero unico?
A dire il vero, noi non abbiamo il pensiero unico, ma un unico pensiero. Cattolici, antagonisti, anarco insurrezionalisti, sinistra extraparlamentare, agnostici, uomini, donne, vecchi e bambini, operai, cassaintegrati, precari, insegnanti, liberi professionisti, piccoli imprenditori, medici e sanitari, preti, frati, vigili urbani, ambulanti. Tutti con un unico pensiero che non lascia e non può lasciare spazio a fraintendimenti: No Tav!
Questa gente è il vecchio che si sgretola giorno per giorno e che trascina il paese alla deriva, moralisti senza morale, perbenisti low cost, insomma roba di poco conto. Roba che non ci spaventa e non ci scalfisce, anzì …ci stimola!
Mario