Il commissario Virano: ragionevole che il cantiere parta a giugno
di Maurizo Tropeano
Trenta giorni in più. Alla vigilia dell’apertura della Conferenza dei Servizi che dovrà esaminare il piano di gestione dei cantieri della Torino-Lione, l’Unione Europea annuncia che la data ultima per la soluzione delle questioni ancora in sospeso per la conferma dei fondi comunitari è la fine di giugno e non maggio. Lo spiega il commissario ai Trasporti, Sim Kallas, rispondendo ad un’interrogazione dell’europarlamentare Pd Gianluca Susta. Trenta giorni in più per arrivare al nuovo trattato internazionale e per l’avvio dei lavori del cunicolo esplorativo di Chiomonte perché «è ragionevole - spiega il commissario straordinario Mario Virano - che le due questioni siano collegate». Kallas spiega che i servizi della Commissione stanno verificando con i due stati le modalità per garantire che l’importo di 662,5 milioni possa essere utilizzato nella misura maggiore possibile». Tra le condizioni poste da Bruxelles c’è la «tempestiva conclusione del trattato internazionale» e che da questo punto di vista Roma e Parigi hanno concordato di «raggiungere un accordo sulle questioni ancora sospese entro la fine di giugno». Trenta giorni in più potrebbero servire al governo italiano per convocare il tavolo istituzionale di Palazzo Chigi e permettere al Consiglio regionale del Piemonte un’approvazione più agevole della legge che regola le ricadute economiche sui territori delle grandi opere. A partire dalla Torino-Lione. E a partire dalla norma che prevede la possibilità per gli enti locali di incassare denaro dalla vendita sul mercato di una parte dello smarino proveniente dagli scavi delle gallerie. È proprio sulla criticità del piano di gestione dei cantieri presentato da Ltf che si concentra il no della Comunità Montana Valsusa e Valsangone. Su indicazione dell’Osservatorio tecnico lo smaltimento del materiale di scavo avverrà solo attraverso treni e non più con teleferiche e camion come inizialmente previsto dalla società incaricata della progettazione del Tav. Sandro Plano, presidente della comunità montana, però chiede «chiarezza» e spiega: «Vorremmo capire perché per lo smaltimento di una quantità di materiale simile a 6-7 piramidi di Cheope nel progetto iniziale ci è stata consegnata una m ole di documentazione tecnica mentre adesso la questione viene risolta in quattro paginette». Plano sottolinea come «restino in piedi discariche e nastri trasportatori» e parla di soluzione tecniche «condizionate va vincoli politici posti dai sindaci di Susa e di Chiomonte». Plano parla di criticità legate ad interferenze con il traffico ferroviario quotidiano passeggeri e merci provocate dai treni che dovrebbero trasportare lo smarino verso le discariche di pianura.