Ieri, 5 giugno 2010, un folto gruppo di antifascisti e antifasciste valsusini ha preso parte alla fiaccolata dei "Vignoletti", a Foresto. Anche quest'anno l'iniziativa è stata sentita e partecipata, a testimonianza che anche dopo più di 60 anni dagli eventi che hanno segnato quella montagna e la sua gente risulta importante mantenere viva la memoria. Specialmente guardando alle generazioni che non hanno vissuto in quel tempo e che si trovano oggi ad affrontare un mondo che per molti aspetti non è dissimile da allora.
Come ogni anno i partecipanti, tra i quali una buona parte di giovani, dopo essere saliti ai Vignoletti hanno voluto portare un omaggio alla lapide situtata poco distante, posta in ricordo di Battista Casel, di 52 anni, trucidato dai fascisti il 16 novembre 1944, durante un rastrellamento. I fascisti che eseguirono questo atto di crudeltà feroce scesero in paese dicendo a tutti che avevano ucciso un partigiano, ben sapendo che si trattava invece di un contadino inerme. Il rastrellamento aveva come obiettivo i ribelli di quella zona: facevano parte del distaccamento "Leschiera" della "42 Brigata Garibaldi", che fungeva da protezione al Comando di Balmafol situato più a monte, teatro della famosa battaglia.
Al funerale che si celebrò due giorni dopo vollero partecipare anche i partigiani, che fortunatamente non vennero riconosciuti dai fascisti.
La serata è proseguita con la consueta fiaccolta che si è snodata lungo il sentiero che riporta a Foresto, illuminando la montagna e lasciando spazio a suggestioni e riflessioni su cosa voglia dire essere antifascisti oggi. Cosa voglia dire esserlo in questa valle. Cosa voglia dire esserlo di fronte ai fatti che apprendiamo tutti i giorni dai nostri canali di comunicazione.
Al funerale che si celebrò due giorni dopo vollero partecipare anche i partigiani, che fortunatamente non vennero riconosciuti dai fascisti.
La serata è proseguita con la consueta fiaccolta che si è snodata lungo il sentiero che riporta a Foresto, illuminando la montagna e lasciando spazio a suggestioni e riflessioni su cosa voglia dire essere antifascisti oggi. Cosa voglia dire esserlo in questa valle. Cosa voglia dire esserlo di fronte ai fatti che apprendiamo tutti i giorni dai nostri canali di comunicazione.
I valori per i quali hanno lottato i nostri partigiani sono gli stessi per i quali si continua a lottare ancora oggi. Libertà, giustizia, democrazia...non sono ancora messi al sicuro. Forse non lo saranno mai. Sono valori che oggi come ieri vanno conquistati e difesi, con forza e costanza. Per non vanificare gli sforzi di chi per questi ideali ha dato la vita e continua dare. Per un popolo di valle come il nostro, che si batte per affermare il diritto di dire no alle decisioni di effetto devastante che arrivano dall'alto. Per un popolo come quello della Palestina, che lotta per non essere schiacciato da chi è più forte, da chi può permettersi tutto, che uccide e respinge ogni forma di aiuto a questo popolo oppresso in cerca di libertà. Per chiunque al mondo abbia deciso di stare dalla parte degli oppressi e non dell'oppressore.
All'arrivo in paese si sono aggiunte molte persone alla fiaccolata, tutte con lo stesso spirito, giungendo al tendone per assistere a uno spettacolo teatrale dal titolo "Diario Di Un Partigiano", a cura del gruppo teatrale "I Nani Sulle Spalle Dei Giganti".
ORA E SEMPRE RESISTENZA!