mercoledì 29 settembre 2010

Liguria: Gronda, effetto 'No Tav'. La gente blocca le prime trivelle


La guerra dei No Gronda entra nel vivo con la battaglia delle trivelle.
Come è accaduto (ma con molte differenze) in val Susa per i No Tav, da ieri anche il progetto per la bretella autostradale genovese ha il suo presidio permanente di oppositori. La storia dirà se quel banchetto pieno di cartografie e volantini sormontati da un vassoio di pancetta, collocato in via privata Monterosso nel cuore di Murta, coincida con l´inizio di una vera e propria "resistenza" pacifica in grado di coinvolgere attivamente molti abitanti della Valpolcevera o se, invece, il grosso della popolazione, pur se a malincuore, accetterà l´arrivo di un cantiere decennale e poi la distesa di gallerie e viadotti.
Per ora la "guerriglia" ha buon gioco. Ieri a Monterosso una ventina di militanti del movimento ha impedito l´ingresso dei tecnici e degli operai dell´impresa triestina Imprefond che due giorni prima, con quella che viene raccontata come una vera e propria "incursione", era riuscita a collocare una trivella per i carotaggi necessari all´avvio dei lavori.
Ma se il proprietario del terreno di Monterosso ha dato il suo benestare («io non sono contrario alla Gronda - ha detto - e non credo che ci sia il pericolo della polvere d´amianto»), altri due analoghi blitz della Imprefond a Geminiano e a Begato, giovedì e venerdì scorsi, sono stati respinti dai rispettivi proprietari dei terreni, in un caso una combattiva pensionata.
«Abbiamo deciso di partire con il presidio permanente a Murta - racconta Paolo Putti, una delle voci del comitato - perché qui c´è una comunità storicamente molto compatta, solidale e che sente molto il problema della gronda».
«Il fatto è che qui siamo nel cerchio del fuoco» aggiungono altri due militanti, Francesco De Domenico e Davide Spinella, e per chiarire il concetto dispiegano una grande cartografia dove le due linee arancioni che rappresentano le gallerie della gronda, si incrociano con altre cinque linee rosse che sono invece i vari tunnel del percorso del Terzo Valico ferroviario. «In un raggio di tre chilometri - continuano - ci vorrebbero far passare sotto tutta questa roba. Per questo lo abbiamo chiamato cerchio del fuoco. Per noi è inaccettabile. Come lo sono i metodi dell´autorità».
L´arrivo della trivella a Murta, secondo i No Gronda, è stato organizzato con metodi arroganti - e lo racconta nell´articolo a fianco il parroco - e con una violazione. Betty Crosa è una delle comproprietarie della strada privata di Monterosso: «Nei prossimi giorni - dice - presenterò un esposto alla procura. Non possono entrare in questa strada senza avvisarci e senza un valido motivo che riguardi la sicurezza o un´emergenza».
Un altro punto che indispettisce la gente del paesino è la serie di smottamenti che segnano il territorio. Un fenomeno talmente noto che nella piazza del paese un grande cartello del Comune, con tutte le note tecniche e cartografiche, è intitolato a caratteri cubitali "Frana di Murta".
Difficile far digerire a una comunità che le scaveranno sotto i piedi un dedalo di gallerie mentre la terra qui continua a muoversi come le pare.
Da ieri, comunque impiegati, operai, pensionati, studenti, liberi professionisti si danno il cambio per far vivere il presidio. Ai No Gronda è arrivata la solidarietà della Federazione della Sinistra, di Rifondazione Comunista e di Sinistra e Libertà. I Capigruppo in Consiglio Regionale degli stessi partiti Alessandro Benzi e Matteo Rossi, oggi presenteranno una interrogazione urgente in merito ad una serie di incontri tematici sulla Gronda che la Regione ha convocato la settimana scorsa invitando Comune, Provincia, Autostrade ed Anas per discutere delle varie problematiche. «E´ singolare - dicono Benzi e Rossi - che la Regione, che non ha ancora firmato il protocollo d´intesa, convochi questi incontri, di cui siamo venuti casualmente a conoscenza. Ci appare ancora più sorprendente che il coordinamento antigronda non solo non venga ascoltato ma neanche avvisato e coinvolto negli incontri su questioni che attengono anche alla salute dei cittadini».

Repubblica Genova
MARCO PREVE