lunedì 4 aprile 2011

Chi abbiamo di fronte?



Sabato ho partecipato al presidio di Avigliana in attesa, come altre persone, del governatore Cota, invitato dalla locale sezione della Lega Nord. Tralascio qui la cronaca delle due ore cui è durato il presidio per la pochezza della cosa, ma vorrei analizzare chi erano gli invitati al Cota party. 
Segnalo per altro che il Sig. Gian Luca Matlì capogruppo di “Avigliana nel cuore” si è affrettato a scrivere il seguente comunicato stampa:
La “mobilitazione” della solita minoranza autoritaria rappresentata dai No Tav ha impedito ai cittadini, agli amministratori comunali, agli esponenti della società civile intervenuti all’Hotel Caprice di incontrare il presidente Roberto Cota. La prevista presenza alla manifestazione organizzata dagli amici della sezione aviglianese della Lega Nord, infatti, è stata con senso di responsabilità evitata, visto gli allarmanti messaggi girati negli scorsi giorni, sui siti del movimento trenocrociato, con cui si invita a “presidiare” la zona oggetto dell’incontro.
Ancora una volta si è impedito il libero esprimersi di una forza politica e di esponenti istituzionali. Era già accaduto con Piero Fassino e, poi, con Mercedes Bresso. Alla Lega Nord di Avigliana va la nostra solidarietà, come già la indirizzammo al Partito Democratico quando toccò a loro essere “impediti e posti sotto assedio”. Questa non è democrazia! La manifestazione leghista era improntata al confronto, quella dei No Tav ad impedirlo. La  “diversità” ed “alterità” rivendicata dagli esponenti del movimento, certifica in modo inequivocabile chi siano i malati di localismi e i propugnatori di fatto di una secessione. Lo squadrismo rimane sempre tale, anche se condito con la musica sparata ad alto volume e la retorica barricadera. Non possiamo non dirci preoccupati di questa situazione. Ci chiediamo, inoltre, se questo stato di cose sia considerato positivamente dal sindaco, che è al governo della città grazie al determinante supporto, aritmetico ed ideologico, degli esponenti che nel movimento No Tav si riconoscono. Se senta anche lei lo stesso fastidio per un disprezzo delle istituzioni che si camuffa da “democrazia di base”. Al “blocco” anti-Cota ha aderito ufficialmente “Spinta dal Bass”/ “Takuma”, che ci risulta essere una realtà che ha un rapporto politico e di sostegno con l’amministrazione comunale. Confidiamo che ci si vorrà dissociare. Faremo sicuramente in modo che se ne parli in Consiglio Comunale. Al presidio non ha partecipato alcun amministratore, almeno attuale, aviglianese. Vogliamo sperare che si tratti di una dissociazione dal metodo e non il comodo tacito “appaltare del disturbo” ad altre frange del “movimento”. Oggi ad Avigliana si è vissuta una triste vicenda. Auspichiamo che tutte le forze politiche responsabili vogliano dissociarsi dall’operato di queste minoranze, segnando una concreta discontinuità. E’ triste dover contastare che, in questa Valle, per svolgere una libera manifestazione politica si debba avere la protezione della forze dell’ordine, cui va, ancora una volta, il nostro grazie.
Ora, a parte la pochezza di contenuto del sopraccitato comunicato (magari leggetevi i commenti se ne avete voglia), vediamo un po’ il pulpito da cui è partito. Costoro ci apostrofano sempre come squadristi, violenti, perdenti, ignoranti. Nel comunicato qui sopra ci danno anche dei secessionisti. A chi? …A noi? Direi che costoro hanno persino perso il lume. Un leghista che da del secessionista ai No Tav, proprio non pensavo potesse esistere. 
Costoro si spacciano parlano di Democrazia, di tolleranza, praticamente di termini di cui neppure conoscono né il senso, né il significato. Ma come? Proprio loro che sparerebbero sui barconi di migranti? Loro che in qualsiasi momento sono pronti ad imbracciare il fucile per la secessione? …Ma non dovremo essere noi i secessionisti?...boh! Proprio loro che tra i dirigenti di partito hanno quel buon uomo di Borghezio condannato in via definitiva per aver dato fuoco ad alcuni barboni che dormivano sotto un ponte a Torino? E poi ci accusano di avere impedito un incontro pensato apposta per avere un confronto con il governatore su alcuni temi. Già! Questo l’abbiamo fatto sicuramente. Certo che se Cota fosse arrivato, sarebbe stato più stimolante, ma lui ha un grande senso di responsabilità, lo stesso che usa per chiudere la chirugia dell’ospedale di Susa e per ridurre ad ambulatorio quello di Avigliana, fatto salvo poi usare la sanità come ricatto. E poi il confronto con chi avrebbe voluto farlo? …Con la Ruffino, con Napoli, o solo con i sui sostenitori, pochi per la precisione, che lo attendevano vuori dal ristorante? Ah! Gli piace vincere facile eh?...che dire invece dei suoi sotenitori? 
Li ho visti arrivare al Cota party, tirati a lucido, con il vestito buono della domenica, lo stesso che usano per la messa domenicale e che sa ancora di naftalina, perché sennò si rovina, impomatati e raggianti come alla Festa del Po. Le signore con la messa in piega appena fatta dalla figlia o dalla suocera e le calze a rete acquistate per l’occasione dal mercandino di Giaveno, che ne ha buona scorta per averle ritirate da uno stock fallimentare, tutte eccitate dall’idea di toccare la mano di quel fustaccio padano di Roberto. La macchina appena lavata all’automatico dal figlio più grande, il trota della famiglia, rigorosamente con l’adesivo Piemunt sul lunotto posteriore. Grandi sorrisi tra loro e coda tra le gambe quando si trovano di fronte la massaia No Tav, attempata, ma incazzata come un puma. Che dire poi del neonato sul passeggino con il foulard No Tav, eh, quello sì che incute terrore. Morde persino!
Costoro sono talmente fuori dal tempo e dal mondo che non si rendono conto di essere i popolani di una commedia medioevale di scarso gusto, assomigliano all’effige del loro partito, Alberto da Giussano (XII sec.). Medioevale appunto. Sono il vecchio ed il peggio dal dopoguerra ad oggi. Anche con calze a rete e doppiopetto. Sono borghesi piccoli piccoli con la puzza sotto il naso e che aspirano a rappresentare l’interezza del paese, ma che in realtà non rappresentano neppure la più piccola delle borgate d’alta montagna. 
A dar loro man forte anche i celoduristi del Partito Democratico, che anche in questo caso di democratico hanno veramente poco, per non dire nulla. Questa gente parla la stessa lingua, usa gli stessi termini, gli stessi slogan fatti di comunicati stampa e proclami populisti, tutti sempre pronti a dare solidarietà a tutti e lezioni di morale. Morale? …perché?  Hanno una morale costroro? Tra Bunga Bunga e xenofobia il centro destra. Militaristi convinti quelli del centro sinistra, anche in Valsusa secondo i proclami da piazzista di Stefano Esposito. E poi dai, dovrebbero essere contenti quelli del centro destra, gli amichetti del PD gli tengono la manina, ed avere Fassino come badante non ha prezzo. Sono uguali in tutto e per tutto e poi saremo noi ad avere il pensiero unico? 
A dire il vero, noi non abbiamo il pensiero unico, ma un unico pensiero. Cattolici, antagonisti, anarco insurrezionalisti, sinistra extraparlamentare, agnostici, uomini, donne, vecchi e bambini, operai, cassaintegrati, precari, insegnanti, liberi professionisti, piccoli imprenditori, medici e sanitari, preti, frati, vigili urbani, ambulanti. Tutti con un unico pensiero che non lascia e non può lasciare spazio a fraintendimenti: No Tav! 
Questa gente è il vecchio che si sgretola giorno per giorno e che trascina il paese alla deriva, moralisti senza morale, perbenisti low cost, insomma roba di poco conto. Roba che non ci spaventa e non ci scalfisce, anzì …ci stimola! 

Mario