martedì 21 dicembre 2010

Il fratello nello staff dell'assessore. Contratto da cocopro per Stefano Bonino

Tratto da Repubblica

Il fratello nello staff dell'assessore
Contratto da cocopro per Stefano Bonino

Ha un curriculum prestigioso e innegabili competenze nel campo della logistica. Compenso, pare, molto basso, ma è parente stretto della responsabile dei Trasporti. E la cosa fa a pugni con la "carta etica" della Giunta Cota

di MARIACHIARA GIACOSA
Il fratello nello staff dell'assessore Contratto da cocopro per Stefano Bonino
L'assessore Barbara Bonino con l'ad delle Ferrovie, Moretti
 
 
Ha un curriculum di prestigio, esperienza nel settore, è giovane, competente e lavora bene. Si è occupato di logistica, ha ricoperto per un triennio, fino al 2007, l'incarico di amministratore delegato del Cim, il centro intermodale merci di Novara, e collaborato con il ministero dell'Ambiente all'interno delle commissioni di Via (valutazione di impatto ambientale). La sua professionalità è stata riconosciuta, a destra come a sinistra. Insomma è uno "che ci capisce" e avrebbe il profilo perfetto per lavorare nello staff dell'assessore ai Trasporti della Regione Piemonte. A parte un piccolo difetto di fabbrica: si chiama Stefano Bonino e con la responsabile di una delle poltrone più scottanti della giunta Cota condivide ben più del cognome. E' il fratello dell'assessore in carica e da alcuni mesi anche il suo braccio destro nella gestione delle delicate faccende legate a quella delega.

La polemica era già scoppiata prima dell'estate, quando da più parti era stata denunciata la sua presenza a una serie di riunioni tecniche e "non aperte al pubblico". Tra i casi più eclatanti la firma dell'accordo con Gtt, e la partecipazione a tutte le riunioni preparatorie a quell'intesa, partecipazione che era costata alla sorella Barbara anche un attacco dell'opposizione in Consiglio regionale. Il "fratellino", anche se più grande di lei di un paio d'anni, aveva inoltre preso parte ad alcuni incontri dedicati alla logistica e con le società partecipate. All'epoca si sprecarono le battute: "Chi è il vero assessore?" attaccava chi si chiedeva a che titolo un estraneo partecipasse a riunioni riservate in cui si decidevano le linee di programmazione strategica della Regione.

Ciò nonostante da allora la presenza di Stefano Bonino, negli uffici di via Belfiore 23 è stata notata parecchie volte. Forse pensando di far bene, l'assessore, Barbara Bonino, ha pensato di regolarizzarne la posizione, offrendo al fratello un contratto. Un cococo, una collaborazione coordinata e continuativa, nel suo ufficio di comunicazione: la stanza dei bottoni, dove i politici radunano i fedelissimi e dove si decide l'azione politica dell'assessorato. L'ultimo contratto risale al 15 novembre e dovrebbe andare a naturale scadenza il 31 dicembre. Sull'eventuale rinnovo non c'è notizia, sul compenso nemmeno: pochi euro al mese, ma fa poca differenza. Il problema è: come è possibile che un fatto del genere avvenga in Piemonte? La Regione ha appena approvato, il 7 dicembre, con tanto di conferenza stampa con il presidente della giunta Roberto Cota e quello del Consiglio Valerio Cattaneo, la "carta etica": un vero manuale di comportamento del politico serio e dal profilo morale ineccepibile. Che questa condizione passi attraverso il rifiuto della parentopoli è scritto nero su bianco: "E' fatto divieto a chi governa di reclutare collaboratori che potranno assisterlo efficientemente ed efficacemente nell'esercizio del suo mandato", ricorrendo a "parenti o affini fino al quarto grado" per gli incarichi retribuiti con budget ad uso discrezionale, ovvero i contratti di collaboratori stretti e staffisti. E un fratello, per quanto in gamba, efficiente ed efficace, resta pur sempre un parente molto stretto.