mercoledì 7 luglio 2010

L'Aquila rialza la testa. Tremano i politici



L'Aquila rialza la testa e l'Italia riscopre L'Aquila. Non la città, non le sue opere d'arte. Riscopre la sua dignità: una dignità che sembrava persa sotto quelle macerie e quella mancata dissidenza, quando lo scorso anno in questi giorni 8 Capi di Stato si abbuffavano, si dividevano gli incassi e si facevano fotografare davanti alle macerie, un pò sconvolti, un pò in fase digestiva.
Forse c'è voluto Bertolaso e il suo scandalo, un popolo non solo distrutto, ma umiliato e calpestato, da chi ha riso di quel dolore. Oggi in 5000 hanno ridato dignità a loro stessi, a chi lotta con loro, a chi vuole cambiare il sistema. Hanno affrontato la polizia, hanno fatto schierare lo stato contro di loro, che dopo 15 mesi vivono ancora in roulotte o tende ( a parte quei 10.000 nelle case che il Premier Berlusconi ha sfruttato a sua immagine, solo lo scorso Natale).
Oggi l'Aquila deve pagare: oltre al costo umano, il costo economico, di nuovo le tasse, di nuove il tributo a Roma, ai Berlusconi, ai Bertolaso. Hanno detto no. Noi come loro, 21 anni fa ormai. Nei loro occhi, nei gonfaloni dei vigili urbani, nella polizia davanti a loro, c'era anche la nostra rabbia.

SOLIDARIETA' AL POPOLO AQUILANO.