venerdì 15 luglio 2011

Ramats 13 Luglio: Una Storia resistente d' acqua e di Vino. No Tav


E’ stato semplicemente come voler ritornare in quei luoghi dove si sa benissimo che per l’ estrema e intensa passione vissuta sei sicuro che quel luogo continuerà a parlarti.  Per sempre. O sicuramente per molto. E lo sai ed è per quello che vuoi tornarci. Per riascoltarne la voce. O il silenzio. Che poi è gran bella voce ugualmente.

Ma silenzio, come già pensavamo che fosse, non ce n’ è stato.
La voglia di parlare è ancora molta. Quella di ascoltare ancor di più.
La borgata di Ramats ( Chiomonte) si presentava cosi ieri pomeriggio 13 Luglio nel primo pomeriggio:

Come sempre incantevole. Semplicemente spettinata, e quindi ancor più bella, da una fittissima pioggia poi tramutatasi in acquazzone. Era acqua da ovunque. Sulle strade, dai tombini, dal cielo, dalle montagne la vedevi scendere fittissima come fiumiciattolo in piena. Era acqua da ovunque. E il rumore intenso delle Fontane, entrambe le due,  non faceva altro che rafforzare il crescendo del rumore dell’ acqua. Che arrivava da ovunque. Era acqua da ovunque. Quelle Fontane cosi generose sono state le prime ad averci parlato. Ci hanno ricordato qualcosa che era stato. Quello straordinario flusso di manifestanti No Tav che dopo lo sgombero violento di quel Lunedì mattino cercava rinfresco e sollievo agli occhi. Alla gola.  Le avevamo circondate quelle fontane. Loro sono state generosissime. A noi è bastato aspettare un poco in coda. Neanche poi troppo. Il loro flusso è abbondante. Nessuno ne è venuto via non soddisfatto. Acqua buona. Potente. Generosa. Sono state fontane eccezionali. Ce n’ è stata per tutti di acqua. Ed eravamo tantissimi quel Lunedì mattino. E così è stato la Domenica 3 Luglio. Quella della memorabile manifestazione nazionale. Stessa storia di Generosità. Stessa storia d’ Acqua a Ramats. Fontane straordinarie ci hanno salvato da sensazioni di soffocamenti, bruciori inimagginabili.  Ci hanno dissetato e rinfrescato. E gli abitanti hanno poi fatto il resto. Belli generosi e solidali hanno fatto il resto. Hanno fatto tanto. Ed è stato proprio sotto una di quelle Fontane, entrambe riparate da tettoia in cemento raccolgono l’ acqua in due enormi vasconi fungenti da lavatoio e abbeveratoio, che ho riconosciuto il Sig Mario.  Aveva un mastello e una cazzuola in mano intento a svolgere qualche lavoro si è avvicinato alla fontana per ripulire il secchiello. Si avvicinava a noi. Non mi sono fatto scappare l’ occasione. Il rumore dell’ acqua era certamente favoloso. Ma ieri probabilmente non ci bastava. Ci serviva una voce umana. Uno scambio di oralità. Ci siamo velocemente riconosciuti.
Si ricordava perfettamente di avermi raccontato di quel Partigiano che lui, quando era piccolo, osservava tutti i giorni nascondersi tra le montagne che si affacciano davanti casa sua. Un partigiano che lo aveva colpito profondamente per il suo straordinario muoversi solitario con azioni altrettanto straordinarie in quella Zona.  Fino a quando intercettato da Tedeschi e Fascisti venne probabilmente annientato, ucciso.  Lui semplicemente da un bel giorno non lo vide più. Si ricordava di avermi detto che quel Lunedi mattino, quello dello sgombero della Maddalena da parte dei mafiosi Si Tav, lui e la moglie erano sul Pratone della Ramats a tentare di scorgere qualcosa ma a farsi sentire e vedere era solo il botto e il fumo dei lacrimogeni. Tanto tantissimo da doverli fare andar via. Tanto era il bruciore. E il lacrimare. A raggiungerci sotto la fontana anche la moglie del Sig Mario. Mi riconobbe come quel ragazzo che, quel Lunedi mattino,  con lei si era scusata con un po’ di imbarazzo perché mi ero ritrovato in mutande praticamente nel suo cortile per ricambiarmi dal sozzo dei vestiti bagnati e interrati con cui mi trascinai nella mulattiera dalla Maddalena alla Ramats.  Lei aveva sorriso dicendomi ci mancherebbe fai pure.
E anche ieri ha sorriso. A me, ad Enrico. E al Marito.
Sotto quella fontana abbiamo chiacchierato tutti e quattro, abbiamo ricordato quelle giornate. Loro perfettamente accordati e sposati su un minimo comune denominatore : “..E’ una vergogna...!” E ci dicono che è una vergogna... che è una vergogna tutta questa schifezza della Tav,  e poi quanto tempo andranno avanti... ci dicono che tanto tutto questo serve solo per papparsi gli appalti e per riempirsi le tasche ma poi tanto non riusciranno a fare un bel niente. Che è una vergogna questo non poter raggiungere le loro vigne, dover attendere il permesso per poter accedere a quello che è loro. Che a passare dalla Centrale ( la strada oggi bloccata dalle Forze del’ Ordine con cancelli e filo spinato) è un casino.  Devi attendere ore.  E una Vergogna. Spesso non riesci a passare. E allora meglio passare dalla mulattiera dove si riesce a raggiungere un altro loro piccolo Lotto di Vigna...ma loro non hanno più trent’ anni.  Che non possono piu permettersi di fare su e giu come grilli. E che presto arriverà Settembre e così la vendemmia e hanno già il terrore perché tanto non potranno prendersi nessuno che li aiuta perché non faranno passare nessuno. Non daranno permessi. Ci dicono che è una vergogna che il Sindaco non abbia dato da subito la lista degli aventi terreni sulla zona ora occupata da quei delinquenti. Ed è un’ area immensa. E aumenterà ancora. E una Vergogna la Tav. Che a un loro amico che ha una piccola casetta li sotto, quella Off Limits,  gli hanno proposto di darla via in cambio di un appartamentino al Sestriere. Ci dicono che è una Vergogna proporre una cosa del genere ad un anziano della loro età. Ci dicono che quando lavori nel campo, quando riesci a passare, alzi la testa e gli omini blu della Polizia ti scrutano, ti seguono. A distanza ma ti seguono. E’ una vergogna ci dicono, ci dicono che una volta hanno trovato un Poliziotto più gentile di altri che gli ha suggerito di sbrigare i lavori prima delle giornate di Fine Settimana ... perché sapete nò, dice il Poliziotto, magari nel Fine Settimana ci sono i cortei e le proteste .... ma delinquente d un poliziotto, ci accordiamo in quattro sotto la Fontana,  le manifestazioni e le proteste non hanno mai impedito l’ accesso alle vigne di nessuno ci diciamo unanimi in quattro. E la natura stupido coglione non si ferma il Sabato e la Domenica. E’ una vergogna ci dicono Mario e Lucia. Quando c’ èrano i No Tav nessuno si è mai visto impedito nulla. E poi cosa credono che siamo tutti scemi qui ci dicono.
Ci dicono che  passano sbirri tutto il giorno in borghese e in divisa da loro alla Ramats, fino alle 22 di sera. Passano a piedi, in moto, in Defender. E poi fanno come facevano i Fascisti. Cercano di aggraziarsi la popolazione. E intanto studiano e vogliono capire chi passa chi attraversa durante la giornata la Ramats. Chiedono. Indagano. Mario ha la vista avvezza e acuta. “ Guardali qui” ci dice. Ci giriamo con Enrico e da lontano 6 Ragazzoni bardati di mantella per la pioggia da cui escono scontati manganello e insegna Polizia di Stato ci sfilano davanti. Ci guardiamo. Non ci salutiamo. Mario e Lucia si accodano ai nostri silenzi. Nulla da spartire con l occupante. Poveri idioti neanche la Pioggia li inibisce di infestare e occupare strade e boschi. Che tutto questo è una vergogna ci dicono ... che il Sindaco di Chiomonte e tra i piu vergognosi di tutti. Sapeva già tutto da tempo e ha pensato bene di vendere a Tempo le sue vigne che sorgevano nel territorio oggi presidiato dai mafiosi Si Tav  e ne ha comprate delle altre. Oggi al sicuro dal Treno ad Alta Velocità.
Che è una vergogna che ..... l’ enfasi e l’ incazzatura nei confronti di quel losco figuro del sindaco si fa alta. Noi ci accodiamo. La rafforziamo. E’ una giornata stupenda. Di parte. Come quelle che piacciono a mè! E poi torniamo sull’ acqua. Continua a farci da sfondo la splendida fontana. E’ una vergogna che rischieremo di non avere più l’ acqua ... acqua pulita, questi lavori mineranno la falda acquifera.
E Mario e Lucia ci fanno vedere dove stà la sorgente. Ci indicano con il dito il punto in cui ora i rivoli che scendono dalla montagna sono abbondantissimi. Li all’ altezza de Le Grange Pertuso dove tra le altre cose oltre alla sorgente è interessantissimo il traforo lungo circa 500 mt che porta l’ acqua dal rio Thullie sul versante Nord ai territori di Ramats sul versante Sud, scavato da Colombano Romean dal 1526 al 1533 e si raggiunge la Vetta dei Denti di Sant’ Antonio. Si parla anche di escursioni con Mario e Lucia, della bellezza di questi Luoghi che ancor più rafforzano il loro e il nostro  “E’ UNA VERGOGNA TUTTO QUESTO!”
Lucia si allontana un attimo. E’ andata a preparare il cafè. Torna, ci chiama. Ci ospitano in casa. Passando vicino al loro cortile ci indicano una maglietta di una tuta lasciata sul muretto del loro cortile. Qualche manifestante la lasciata lì il 3 Luglio. Loro anche non la toccano. Chissà magari qualcuno passa a riprenderla.
Entriamo in casa. E’ antica, calda, accogliente. Ora il rumore dell’ acqua arriva da fuori, non ci lascia un istante. Si alza anche il vento, forte fortissimo. Riprendiamo il racconto delle Vergogne, delle manganellate fatte davanti alle case di Ramats il 3 Luglio e il fitto lancio di lacrimogeni contro la gente che stava abbandonando il luogo per fuggire.
Ci chiedono quando e se ci sarà un altro grande corteo come quello. Diciamo speriamo presto. Ci sorridiamo tutti. Poi Mario ci dice che a Ramats, e ci indica anche l’ abitazione, c’ è qualche sparuto gruppuscolo di Si Tav. Due massimo tre. Stanno in silenzio come giusto che sia. Quando parlano lo fanno per dare indicazioni sbagliate ai manifestanti che magari sventuratamente sono caduti sotto le loro trame. L’ ultima volta a chi gli chiedeva dove era la Maddalena le loro indicazioni erano finalizzate a fargli sbagliare strada. Li mandavano verso il Cels ci dice Mario. Poi precisa. Sono parenti del Sindaco di Chiomonte. E’ tutto più chiaro. Fuori piove ancora piu forte. Oggi è una splendida storia d’ acqua. Ma siamo a Ramats.  E quindi anche e soprattutto di Vino! Lucia ci chiede se vogliamo un bicchiere. Cavolo! Mario non può bere per un importante problema di salute che risale ad anni fa, ma lo fa buonissimo il vino. Enrico si è preso una pausa temporanea. Rimaniamo io e Lucia. Le dico solo un goccio grazie, devo guidare.
Lei me ne da un goccio ma come in tutti i posti dove il vino è sublime il goccio è un'unica grande goccia che riempie il bicchiere. E’ vino buonissimo. Riprendono i racconti,.. i “Che Vergogna”. Mario e Lucia temono per le loro vigne, forse dovranno darne via una, se continua cosi dove andiamo a finire ci dicono. Dovremo andare a prendere il vino ad Asti ci dicono ... o forse andremo tutti a vendemmiare le vigne del Sindaco di Chiomonte.
Si magari ci arruoliamo anche io ed Enrico, e sai che bella “Vendemmiata” li facciamo.
Sorridiamo. Beviamo. Anzi io e Lucia beviamo. Finisce il primo bicchiere. Mi riempio il secondo. Tanto devo guidare. Continuiamo a chiacchierare. Enrico e Mario, io e Lucia, io e Mario Enrico e Lucia. E’ un quartetto interessante. Tutti siamo accordati sulla stesa melodia in armonia: CHE VERGOGNA LA TAV.
Sono passate ore. E ora di togliere il disturbo. Tornate quando volete noi siamo qui ci dicono Mario e Lucia. E poi ci sono le escursioni. Io ed Enrico promettiamo di tornare presto. Per loro, per Ramats, per il vino, per la bellissima vetta dei Denti di Sant- Antonio, per il foro di Colombano di Romean. Per il No Tav. E poi per scendere da Ramats alla Maddalena. Quello che avremmo voluto fare se solo non avesse alluvionato. Ma poi quando alluviona non si va in montagna. Lo avrebbero dovuto sapere anche quei 6 sbirri che ci sono passati infradiciati davanti.
Dovrebbero sapere che in Italia quando piove poco i terreni sono in pericolo, figuriamoci quando alluviona. Chissa forse sarebbe il caso che dopo la lezione sui Lacrimogeni Cs gli si regali una lezione di Alpinismo e Geomorfologia. Salutiamo Lucia e Mario, li ringraziamo per la bellissima giornata. Per la bellissima esperienza di acqua vino e oralita. E indignazione rabbia e voglia di partecipazione contro la tav.
Io ed Enrico torniamo verso la macchia. Torneremo presto. Magari in una giornata di sole. Magari riuscendo a fare quello che non abbiamo potuto fare ieri per la pioggia. Camminare fin giu, fin verso la Maddalena per rivedere da vicino l impatto tragico plotonico dei difensori della Tav.
Per oggi tra i boschi facciamo camminare solitari i poliziotti. A bagnarsi e infradiciarsi. Alla ricerca dei fantasmi della loro limitata e pericolosa mente. Già a breve ci saranno anche gli Alpini a scorazzare tra questi monti.
Forse, con le loro divise  si amalgameranno cromaticamente meglio al  paesaggio rispetto a quello che hanno fatto fino ad ora gli inguardabili Blu di carabinieri e poliziotti, forse si intenderanno di vino un po di piu di quello che fino ad ora hanno fatto Polizia e Carabinieri con i loro lacrimogeni pesticidi. Ma tutto questo non bastera certamente  per imbambolare e aggraziare gli abitanti di Ramats.
Che sanno bene riconoscere nemici ed occupanti. Lucia e Mario ne sono l'esempio.
CHE VERGOGNA LA TAV.

W la Resistenza No Tav
Fuori le truppe dalla Val Susa.
W l'acqua e il vino di Ramats

Cristian Castellano