martedì 31 maggio 2011

Il treno che non porta lavoro...



Confederazione Unitaria di Base
Federazione del Piemonte
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IL TRENO CHE NON PORTA LAVORO

Mille euro di recupero sugli arretrati di febbraio NON SONO LAVORO.  Queste sono le condizioni alle quali sottostanno i dipendenti Italcoge di Susa. Tutelare i diritti dei lavoratori è uno dei compiti del sindacato, ma da un po’ di tempo a questa parte assistiamo alla svendita di lavoratori, allo smantellamento del Contratto Nazionale, alla sottoscrizione di “piani anticrisi”, alla firma di accordi in deroga ai contratti esistenti che colpiscono – questi sì colpiscono – i lavoratori nel salario e nelle condizioni di lavoro. Ne sanno qualcosa i lavoratori di Fincantieri che da tempo lottano contro un piano di ristrutturazione che comporta licenziamenti massicci, ridimensionamento dei diritti e aumento dello sfruttamento.
Vogliamo citare le parole di solidarietà che questi lavoratori hanno inviato in questi giorni al movimento NO TAV:
Per riuscire a farci ascoltare siamo stati costretti a diventare un problema di ordine pubblico e così abbiamo letto sui giornali il giorno dopo che lo stesso era successo a voi.”
Tra le ragioni dei NO TAV c’è anche la difesa della qualità del lavoro e del salario che vent’anni di scavi, di trasporto materiale, di cantieri non garantiscono.
Così scrive il movimento NO TAV agli imprenditori della Valle:
“Noi come voi vogliamo il lavoro per le imprese locali e lo sviluppo della Valle e riteniamo che possano e debbano essere raggiunti, ma non attraverso il TAV bensì, come abbiamo affermato più volte, programmando una politica dedicata alle opere di edilizia pubblica e di manutenzione del territorio, a cui esse possano davvero partecipare direttamente e senza doversi indebitare oltremodo per investimenti che rischierebbero di portarle al fallimento.”
A onor di cronaca, nessun lavoratore è stato bersaglio dei NO TAV- se mai la telecamera puntata sui manifestanti-  ma purtroppo la stampa  alimenta la criminalizzazione di questo movimento e non ci sono spazi istituzionali per smentire le false notizie.
Denunciamo la falsa indignazione della FILCA - CISL che utilizzando un frasario ricattatorio risponde agli interessi di tutti coloro che vogliono l’opera, compresi coloro che si illudono di ricavare qualcosa dalle compensazioni. 

“Servi dei padroni” si diceva una volta, ma è ancora valido.