Oggi la Valle di Susa ha scritto un'altra importante pagina di
storia. 10-15 mila persone hanno sfilato per circa 4 ore
ininterrottamente da Giaglione a Chiomonte lambendo le recinzioni del
fortino. (non del cantiere, che ancora non esiste)
Due i dati importanti: è il movimento e la gente della Valle a determinare le situazioni: se
deve essere assedio assedio è, oggi doveva essere una marcia e così è
stato. A scegliere tempi e modi non sono nè frange violente nè
black-block. La manifestazione di oggi è stata la dimostrazione della
forza di un movimento ormai da anni maturo e capace di dare risposte
calibrate in ogni frangente. Vedere bambini, genitori, nonni
arrampicarsi per i boschi e sfilare sfiorando il filo spinato con
all'interno un vero schieramento da guerra ci fa capire che nulla potrà
fermare una popolazione così determinata. In Valle di Susa la paura non è di casa: nonostante gli appelli di
rimanere a casa, lanciati dal ministro degli interni Maroni fino ad
arrivare giù giù al sindaco di S.Antonino Ferrentino, la gente non ha
ascolatato ed è salita per i sentieri. Importante la presenza poi di
moltissimi amministatori di ogni paese e dei sindaci di S.Didero, di
Villarfocchiardo, di S.Ambrogio, di Vaie e di Venaus, quest'ultimo del
pd e disobbediente ai diktac del partito che da giorni ha chiesto ai
suoi amministratori di non partecipare alla marcia.
Nessuna
paura perchè a decidere cosa e come fare siamo noi che la Valle la
abitiamo, noi che, innamorati di questa terra, non indietreggiamo,
nonostante i vili attacchi che da mesi subiamo sia fisicamente, da parte
delle forze dell'ordine, sia politicamente e mediaticamente da politici
e giornali. Oggi abbiamo dimostrato una volta in più che al nostro futuro non rinunceremo!
comitato no tav spinta dal bass - spazio sociale libertario Takuma
Sabato
30 luglio si chiude il campeggio no tav e da qui riparte il presidio
permanente che per tutto agosto animerà Chiomonte e la Baita Presidio
della Maddalena. Per chiudere in modo ampio e popolare il programma ci è
sembrato importante proporre UN’INIZIATIVA CHE DIA LA POSSIBILITA’ A TUTTI DI TORNARE A CHIOMONTE e riprendere un percorso che vedrà il mese di settembre come punto di arrivo-inizio.
Sarà un’iniziativa POPOLARE, PACIFICA E DETERMINATA,
che permetterà a tutti di dimostrare a Ferrentino e a chi dice, la
questura, di non venire ai cortei no tav quanto contano, nulla. La
maturità del movimento va ben oltre gli auguri di chi gufa la sua morte,
venti anni di lotte hanno dimostrato di che pasta è fatta la val di
Susa e sabato è la giornata per dimostrarlo ancora una volta. Lavoriamo
quindi tutti per tornare a Chiomonte, uscire dal recinto mediatico in
cui cercano di chiudere una lotta reale e vera che fa paura e di cui
forse chi la vive neanche bene si rende conto dell’ampiezza di consenso
che in tutta Italia sta cogliendo.
Chiudiamo con l’invito a tutti di
venire, non saranno importanti i numeri e riprendendo una stupenda frase
che da giorni scorre sui social network ...E’ COLPA DEI NO TAV SE E’
RINATA UNA SPERANZA…
Il compito di un giornalista è quello di descrivere la realtà dei fatti e degli accadimenti in modo più oggettivo possibile. Il compito di un giornalista è anche quello di essere onesto nei confronti delle persone che leggono i suoi articoli, ma anche nei confronti di se stesso. Se ci pensiamo un attimo, è veramente meraviglioso il mestiere del giornalista, ed è altresì meraviglioso poter leggere ciò che accade in tutto il mondo, nel giro di spazi di tempo veramente esigui; questo grazie a persone che affrontano problematiche diverse, al solo scopo di renderci partecipi degli eventi, già al mattino presto, in quell’istante in cui ancora nel tepore delle coperte sorseggiamo il primo caffè della giornata. Ma questo è squisito tuziorismo.
Purtroppo non sempre però è così, poiché tra le tante persone che hanno scelto questo mestiere, esistono alcuni personaggi che rifiutando l’onestà intellettuale e le sane regole che fanno di un giornalista un ottimo giornalista, presumo abbiano preferito la deriva morale e deontologica. In questo periodo, in cui più che mai la protesta dei NO TAV è all’ordine del giorno, molti giornalisti eticamente disonesti si sono ritrovati in coda con il loro numerino in mano, per poter inzuppare il pane in una vicenda che dipingono in toni faziosi, aberranti e distorti fino all’inverosimile. In questo marasma di scribacchini che hanno fatto del servilismo estremo uno stile di vita, ne spicca uno in particolare. Non è un personaggio brillante e non ha un intelletto particolarmente vivace, ma in ciò che scrive sembra essere guidato dal fuoco sacro della verità. Ho scritto “sembra” poiché ciò che scrive è talmente al di fuori dalla realtà, che dubito persino che i lettori che lo seguivano di “default” gli credano più arrivati a questo punto. Io ho avuto modo di conoscerlo nel 2009, fu una conoscenza telefonica, in forza di un articolo inerente un personaggio dello spettacolo. Mi colpì subito la sua bramosia di informazioni da poter distorcere e plasmare a suo piacimento. Sembrava attratto da tutto ciò che avrebbe potuto utilizzare per infangare il malcapitato del momento. Insomma, una perfetta macchina giornalistica demolitrice. Rispetto ad altri suo colleghi conosciuti in passato decisamente di altra caratura, aveva però una caratteristica singolare, tutti i suoi atteggiamenti giornalistici erano guidati da qualcosa di personale, ogni suo scritto sembrava celare una vendetta molto intima.
Orbene, il personaggio in questione in questi giorni è particolarmente attivo e ogni suo sforzo nel descrivere gli accadimenti di Chiomonte confluisce nell’obiettivo di screditare al massimo il movimento NO TAV. Lo abbiamo potuto vedere al “fortino” del “non cantiere”, ma non all’esterno, bensì all’interno, in compagnia di personaggi inviati a soffocare con la violenza ogni tipo di protesta legittima. Molto probabilmente però, questo individuo è inviso alle stesse truppe di occupazione ed è potuto restare in quel frangente a guardarci, solo perché ne provavano pena. Vorrei scrivere a questo personaggio che non è colpa dei no tav, se il suo amico fraterno è saltato in aria da qualche parte nel mondo dopo aver operato scelte che hanno fatto tornare a casa le sue spoglie nella bandiera, legata stretta perché sembrassero intere. E di certo non è colpa dei no tav, se la sua vita intima presumo sia il ritratto della decadenza morale . L’unico colpevole dei suoi fallimenti, è da imputare al soggetto che vede ogni mattina riflesso nello specchio. Fallimenti che si ripercuotono giornalmente nel tenore di bassissimo profilo dei suoi articoli, pieni di acredine personale e livore, quel tipo di livore che provoca sensi insoddisfatti di rivalsa e bruciori di stomaco.
Questo personaggio può definirci con qualsiasi aggettivo o epiteto, da quello che lui crede uno scranno privilegiato, ma la realtà dei fatti racconta un’altra verità, fatta di complessi di inferiorità e di colpa. Questi ultimi forse proprio in forza di quel preciso episodio, la scomparsa precoce di un intima amicizia. Noi no tav “viviamo bene” moralmente e intellettualmente e di certo non abbiamo bisogno di rivalerci con i nostri scritti su nessuno per motivi personali. In parole povere, il concetto che vorrei esprimere a questo sedicente giornalista, è che forse gli vogliamo anche un po’ bene, fosse solo per lo scampato pericolo, infatti se nascevamo noi come lui sarebbe stato molto peggio, ben più drammatico e avvilente.
Ancora
una giornata di lotta in val di Susa. Uscire dall’assedio per
comunicare e rafforzare la lotta no tav oggi diventa centrale. Dalle ore
9.00 al mercato di Chiomonte un folto gruppo di no tav ha voluto
portare al sindaco del paese Renzo Pinard i “prodotti tipici del tav”, i
lacrimogeni. Grazie ad una amministrazione comunale assente o in alcuni
casi anche accondiscendente oggi una vasta porzione di territorio di
questo comune è militarizzato. Per liberare l’area del fortino della
Maddalena poi, le forze dell’ordine hanno usato e usano quantità enormi
di gas lacrimogeni. Parliamo di migliaia di candelotti lanciati ogni
qual volta la popolazione si avvicina alle reti del fortino chiedendo la
liberazione del proprio territorio. Uno dei colpevoli di questo è il
sindaco e per questo appunto che oggi i no tav hanno voluto portare a
lui un sacco pieno di candelotti lanciati e raccolti nei boschi di
Chiomonte. Sono rifiuti speciali e molto pericolosi come dimostrano le
numerose schede tecniche informative prodotte dal movimento nella
persona del prof. Massimo Zucchetti (docente ordinario del politecnico
di Torino). I boschi sono pieni di questi rifiuti e con un notevole
dispendio di energie dal campeggio no tav ogni giorno i ragazzi vanno
sui sentieri a raccoglierne centinaia di borse. Il tutto è stato
protocollato in comune e insieme ai lacrimogeni molti no tav hanno
voluto scrivere dei pensieri da dedicare a Pinard. Ancora una volta
prima di andare via dal mercato sono stati distribuiti molti volantini
che spiegano ai turisti che in questi giorni affollano Chiomonte la
situazione di militarizzazione del territorio.
Su
La Stampa del 27/07/2011, Antonio Ferrentino accusa gli Amministratori
delle Liste civiche di rimanere il silenzio e di non schierarsi contro
la violenza. Accusa anche il Presidente della Comunità Montana di fare
come Ponzio Pilato senza assumersi le responsabilità delle derive
violente e dice che nel 2005 (quando lui era alla guida della Comunità
Montana bassa valle di Susa) nulla di tutto ciò accadeva. Premesso che
la situazione è radicalmente diversa e che il confronto/analisi dei due
momenti storici (2005 e 2011) richiederebbe ampio spazio che non può
essere oggetto della presente, ci permettiamo solo di ricordare, al
nostro, che l’8 dicembre 2005 (quando lui, con altri, era alla testa del
corteo “pacifico” furono abbattute tutte le recinzioni del cantiere di
Venaus e furono irreparabilmente danneggiati alcuni camper all’interno
del recinto. Pressoché tutti gli amministratori (ma anche la quasi
totalità dei manifestanti) condannarono il danneggiamento ai camper ma
invasero le aree e si compiacquero delle recinzioni abbattute. Oggi noi
continuiamo a dire che quel cantiere era illegittimo, come lo è il
fortino che recinta il museo della Maddalena (non esiste il cantiere del
cunicolo), ma che questo non giustifica la violenza. Abbiamo
stigmatizzato (e continuiamo a farlo) ogni forma di violenza che va dal
lancio di pietre al lancio dei lacrimogeni -in particolare quelli
sparati ad altezza d’uomo-, dall’incendio del camper no tav a quello dei
mezzi meccanici delle imprese, ma anche all’incendio dei presidi o al
danneggiamento a tappeto di tutte le tende presenti nei giorni dello
sgombero. Tutte le volte che ci è stato possibile siamo stati
fisicamente presenti, così come i legali ed i medici, per dare il nostro
contributo affinché le manifestazioni e le proteste si svolgessero in
forma non violenta, anche se determinata. Le diverse fiaccolate, la
manifestazione del 3-7 con oltre 70.000 persone ne sono la
testimonianza. In altri casi non ci siamo riusciti, o non eravamo
presenti, ma vogliamo qui denunciare, pubblicamente, l’informazione
distorta confezionata in questi ultimi mesi dalla quasi totalità degli
operatori televisivi e dai quotidiani torinesi e non. Informazione
distorta assecondata senza verifiche e senza riscontri da continue ed
esagerate dichiarazioni dei politici torinesi, dei rappresentanti del
Comune di Torino, della Provincia e della Regione oltreché del Governo.
Crediamo quindi che, in una situazione di preponderante disparità di
forze e di mezzi, la responsabilità dell’accentuazione dei momenti di
tensione (che preoccupano grandemente anche noi) ricada sul Governo e
sui politici e rappresentanti precitati che hanno voluto trasformare
tutta la questione TAV in valle in una mera questione di ordine
pubblico. Non è una questione di ordine pubblico e le ragioni di chi è
contrario all’opera sono ampie e motivate e mirano a tutelare la valle
ma anche l’economia italiana ed i servizi al cittadino. Per questo
motivo crediamo giusto continuare nella nostro lavoro di amministratori
delle liste civiche (quindi al di fuori della “casta”) mettendo in atto
ogni iniziativa amministrativa e legale per contrastare quest’opera
inutile e dannosa ed anche partecipando (con lo spirito e gli intenti
precitati) a manifestazioni non organizzate da noi.
Al: Capo di Stato Maggiore della Difesa
Generale Biagio Abrate
Al: Comandante Brigata Alpina Taurinense
Generale Francesco Paolo Figliuolo
Oggetto: presenza truppe della Brigata Alpina Taurinense alla Maddalena di Chiomonte.
Signori Capo di Stato Maggiore dell’Esercito e Comandante Brigata Alpina Taurinense, come noto, a far data dal 19 luglio u.s., truppe appartenenti alla
Brigata Alpina Taurinense sono giunte, quale supporto alle FF.OO. nella
sorveglianza/gestione dell’ordine pubblico relativamente alla
realizzazione del cosiddetto cantiere per il tunnel geognostico, alla
Maddalena di Chiomonte.
La popolazione locale ha percepito da subito la presenza delle Truppe
Alpine a difesa di un’opera che vede la contrarietà della stragrande
maggioranza dei valligiani, come una vera e propria occupazione militare
della propria terra. Non è possibile ed anzi riteniamo offensivo per l’onore dell’Esercito la
comparazione, come da qualche parte è stata avanzata, tra questo suo
impiego e quanto avvenne nel 1992 con l’operazione Vespri Siciliani; là
si trattava di rispondere ad una vera e propria emergenza “criminale”
culminata con le stragi dove vennero assassinati i giudici Falcone e
Borsellino e le loro scorte, qui si tratta di fare esattamente l’opposto
ovvero proteggere un progetto ( il TAV) dove, stando alle risultanze
della Commissione Antimafia non solo le infiltrazioni criminali sono
provate e certificate ma, stando ad alcuni analisti, si tratta di un
progetto concepito proprio per arricchire quella zona grigia che opera e
prospera con le grandi opere pubbliche. Riteniamo inconcepibile che l’Esercito venga utilizzato per regolare
questioni che la politica ha originato e poi, per via della sua
incapacità, non riesce più a controllare. Noi siamo ben consapevoli che la scelta di inviare l’Esercito, per di
più le Truppe Alpine, è una infelice scelta politica e non militare, ed
proprio per questo che ci rivolgiamo a voi e non al Ministro della
Difesa in quanto, per la vostra storia personale, siete gli unici
rappresentanti istituzionali in grado di comprendere il sentimento di
disagio e di rabbia che stiamo provando. Ci rivolgiamo in primis al Capo di Stato Maggiore della Difesa,
piemontese di nascita, già comandante della compagnia AUC e poi Capo di
Stato Maggiore della SMALP e quindi appartenente alla schiera di coloro
che hanno instillato nei giovani ufficiali di complemento il vero
spirito alpino, poi comandante della Taurinense e quindi profondo
conoscitore delle tradizioni alpine della nostra Valle, ci rivolgiamo
altresì all’attuale Comandante della Taurinense quale responsabile
operativo dell’invio delle truppe alla Maddalena. Noi non entriamo nel merito della trasformazione dell’esercito di leva
in un esercito di professionisti con la conseguente progressiva perdita
dello “Spirito Alpino” che era tale proprio per la coscrizione
obbligatoria, ne sul’impiego delle Truppe Alpine in lontani teatri di
guerra, anche se abbiamo le nostre idee in merito. Noi contrastiamo l’utilizzo delle Truppe Alpine con modalità che nulla
hanno a che fare con lo spirito che le ha sempre animate e per di più
con aspetti vessatori proprio nei confronti della popolazione locale
che, ricordiamo, ha dato decine di migliaia di alpini ed artiglieri al
nostro Esercito e, come si può vedere nelle lapidi presenti in ogni
comune, anche migliaia di morti nelle varie guerre a cui il nostro Paese
ha partecipato. Probabilmente sarete a conoscenza del raduno spontaneo avvenuto domenica
24 luglio a Chiomonte, raduno che ha visto centinaia di penne nere che
portavano orgogliosamente il loro cappello ed altre centinaia a capo
scoperto semplicemente per rispettare una, riteniamo infelice, scelta
della loro associazione, ebbene tutti questi alpini in congedo erano li
per manifestare il loro totale dissenso al’utilizzo delle Truppe Alpine
a guardia di un fortino (non esiste nessun cantiere) simbolo di quella
che tutti noi riteniamo (supportati da una imponente mole documentale)
un’opera inutile, infiltrata dalla criminalità organizzata e che
depaupererà le risorse del nostro Paese. Vi invitiamo ad agire tempestivamente affinchè le truppe della
Taurinense vengano ritirate dalla Maddalena, in caso contrario purtroppo
si creerà una frattura insanabile non solo tra le molte centinaia di
ex alpini ma tra la popolazione della valle Susa e l’Esercito e, cosa
ancor più tragica per voi e per tutti noi che ne siamo detentori, si
perderà quello “Spirito Alpino” che alberga in noi da generazioni. Concludiamo domandandovi se ritenete che valga la pena assumervi la
responsabilità del rischio di far pressochè scomparire lo “Spirito
Alpino” dalla Valle di Susa oppure preferiate salvaguardare le nostre
tradizioni ed ordinare il ritiro dei soldati di stanza alla Maddalena
dove, oltre ad essere occupate in modo svilente per la loro
professionalità, sono poste al servizio di interessi politco/finanziari
che a nostro avviso nulla dovrebbero avere a che fare con le Truppe
Alpine. Nel porgervi i nostri saluti, vi ricordiamo che qualora vogliate
constatare di persona il reale stato d’animo nostro e della popolazione
della Val Susa, saremo lieti di accogliervi.
Chiomonte, 26 luglio 2011
Firmato: Ufficiali, Sottufficiali ed Alpini in congedo della Val Susa appartenenti al Movimento No Tav
Vorrei presentarmi alle persone sopra citate. Scusate se non vi chiamo signori ma qui in Valle di Susa siamo un po’ francesi e il nostro “signore” equivale al francese “monsieur”, termine con il quale i nostri “cugini d’oltralpe” chiamano le persone perbene. Mi chiamo Walter Neirotti e vivo in Valle di Susa da quasi cinquantanove anni. Da quando sono stati presentati i molti progetti della linea ferroviaria Torino – Lyon mi sono sempre opposto, prima di tutto come uomo che crede in un mondo diverso (dal vostro), ma anche dal punto di vista tecnico, grazie a qualche conoscenza maturata in tanti anni di lavoro ferroviario ( ma adesso sono “ritirato dal lavoro” quindi un parassita a carico dell’INPS). Non essendo un tipo da “prima linea” la mia opposizione non è mai apparsa, anche se ho partecipato a molte delle iniziative proposte dai comitati NO TAV o dalle istituzioni locali. Naturalmente, seguendo le mie inclinazioni culturali e caratteriali, sempre in modo pacifico e sono certo che questo sarà per voi ulteriore motivo di dispiacere perché è ovvio (per voi) che i valsusini sono tutti violenti. In ultimo poi, avendo tra l’altro raggiunto la pensione (non dopo il breve arco di una legislatura come tanti vostri compari ma avendo lavorato una vita) ho più tempo da dedicare non certo solo al problema della Torino – Lyon ma soprattutto ad altre forme di volontariato, che pratico almeno da quando ho finito gli studi (immagino che per voi anche questo rappresenti un punto a mio sfavore). Sappiate inoltre che, come tanti altri black block, sono stato gasato alla Maddalena di Chiomonte il 27 giugno e il 3 luglio, mentre il 24 luglio era ancora lì con il mio vecchio cappello alpino. Per questi motivi vi pregherei, nelle vostre ringhiate contro i no tav, di includere almeno una volta il mio nome. Per quel poco che ho fatto non pretendo di esser chiamato terrorista (sarebbe troppo onore), ma almeno facinoroso, teppista o altri termini similari che non faticherete a trovare in quanto fanno da sempre parte del vostro vocabolario. Resto quindi in attesa di vostro gradito riscontro.
P.S.: Dimenticavo di darmi la “mazzata finale”. Come mi ha insegnato Don Gallo anche io mi sento “angelicamente anarchico”.
Ho letto oggi l’articolo di
Repubblica a firma Trabucco e Giacosa e ne sono stato schifato, nauseato ed indignato,
evito altri termini poiché a differenza di chi ha scritto l’articolo in
questione penso di avere un limite di decenza. Hanno scritto dei trascorsi di
alcuni di noi, già, perché di noi si tratta. Si tratta di amici e Compagni, ma
Compagni con la “C” maiuscola, quando chi scrive è solo un pennivendolo che non
merita neppure la minuscola. Alcuni di loro hanno commesso ciò che è stato, ma
tutti hanno pagato sulla loro vita e di persona il debito con la società,
quella di cui voi improvvisati scribacchini ardite a continuare dire civile
come i vostri vomitevoli articoli o come i lacrimogeni di Chiomonte. Ribrezzo è
ciò che provo per voi, per la vostra quotidiana meschinità di servi dei poteri
forti e del dio denaro. Ribrezzo per il vostro lavoro sporco e che per altro
non sapete neppur fare, tanti sono gli errori in quello che potrebbe sembrare
un articolo di giornale, ma che è e rimane un rimestare nel torbido, un
insulto, una vergogna.
Sono tutti miei amici, Stefano,
Marco, Guido e Silvano. Amici che hanno pagato il loro debito e a cui voi,
miserabili, continuate dare pugni nello stomaco. Con che diritto fate ciòche
fate? Con che coscienza scrivete ciò che scrivete? Con quale viltà svendete la
vita delle persone?
Stefano è un mio amico. Ed io
ne sono fiero ed orgoglioso. Vale mille di voi! Da quando l’ho conosciuto una
sera a cena a casa di amici posso dire che mi ha subito colpito per il suo
garbo e la sua schiettezza. Dopo, dal 2005 in avanti l’ho conosciuto, insieme
agli altri amici di cui scrivete, durante la lotta No Tav, e con i fatti, ha
saputo dimostrare la sua generosità e la sua amicizia. Stefano è mio amico e
mio Compagno, poiché a differenza vostra che vi trincerate dietro alle pagine
di un giornale, egli ci mette sempre la faccia, scoperta, da uomo libero e non
da servo. Stefano è mio amico perché ama la terra che lo ospita, la lavora con
amore e fatica, la rispetta ed insieme ad essa rispetta anche l’ultimo di noi.
Stefano è mio amico perché non lascia indietro nessuno, perché tra un colpo di
tosse e l’altro sa metterci sempre un sorriso. Stefano e mio amico ed io ne
sono fiero ed orgoglioso, e lo stesso vale per Marco, Guido e Silvano, per voi invece disprezzo e rabbia.
Ferrentino (Sel) al cantiere."Doveroso per gli operai".
Il consigliere provinciale di Sel ed ex leader della protesta contro il supertreno va a Chiomonte per portare la solidarietà ai dipendenti delle ditte impegnate nei lavori di preparazione del cantiere.
di MARIACHIARA GIACOSA - Questa mattina visiterà il cantiere anche il consigliere provinciale di Sel Antonio Ferrentino, leader del movimento contro il supertreno ai tempi di Venaus e sindaco di Sant'Antonino di Susa. Ferrentino ha richiesto la visita come consigliere provinciale eletto nel Collegio di Susa. "Credo sia un gesto doveroso anche alla luce dei fatti, intollerabili, degli ultimi giorni contro gli operai che svolgono il loro lavoro all'interno di quel cantiere".
E bravo Ferrentino!!! Eh Già! Adesso è doveroso portare solidarietà agli operai impegnati nel NON CANTIERE …eh? Compitino di partito o cos’altro? Contrario al treno, ma non troppo; sempre il piedino in due o tre scarpe, è questo il tuo modo di fare politica e soprattutto gli interessi della gente che ti ha eletto? Forse perché con la gente della Valsusa hai perso tutto il credito, provi a cercarlo la dove possono magari dartene ancora un po’? Diventerai amico o lo sei già dell’architetto antisociale Virano? Quali sono i fatti intollerabili verso gli operai di cui parli?
Sono invece forse tollerabili coloro che svendono per trenta denari la propria valle e la salute dei suoi abitanti? Sono tollerabili i gesti di coloro che guidano le ruspe a sfondare il cancello della Maddalena? È tollerabile l’operaio che guida a bordo del caterpillar l’assalto della polizia nella necropoli della Maddalena devastandola?
Rassegnati Ferrentino, qui, in Valle di Susa, tutti ti hanno pesato e hanno capito che l’unico vero intollerabile sei tu, ormai solo più doppiogiochista senza né credito, né valore!!!
Perché il 24 luglio ho messo il cappello da alpino alla Maddalena di Chiomonte.
Premesso
che quanto dirò sono esclusivamente mie riflessioni, in quanto sono un
ex alpino non iscritto all'ANA, per formazione culturale e caratteriale
da sempre antitetico a qualsiasi forma di struttura militare. Pur tuttavia domenica ho messo anch'io con molti altri il cappello con la penna nera davanti al “fortino” della Maddalena.
L'ho
messo innanzitutto perché il cappello l'ho portato (con la divisa)
quasi quarant'anni fa per tredici mesi sulle nostre montagne,
condividendo quei momenti non solo con tanti altri ragazzi come me, ma
soprattutto con la gente di montagna, che come sempre ci vedeva e ci
accoglieva come amici fraterni.
Almeno
in tempo di pace le truppe alpine sono state viste non solo come un
baluardo in difesa degli ultimi (la gente di montagna) ma come un aiuto
concreto ed efficiente in caso di avversità e calamità naturali,
soprattutto gli alpini in congedo della Protezione Civile, sempre
presenti e disponibili ad ogni chiamata e ai quali va il mio plauso
incondizionato.
Per
questo la presenza degli alpini professionisti a difesa dell'ordine
pubblico alla Maddalena contro la popolazione della Valle di Susa suona
come un'offesa e una provocazione. Tanto maggiore se si pensa che questa
Valle ha pagato con i suoi alpini (soprattutto nelle due guerre
mondiali) un pesante tributo di sangue. Basta soffermarsi a guardare le
lapidi nei nostri villaggi di montagna o nelle piccole borgate, con le
lunghe file di nomi dei caduti (quasi tutti alpini).
Queste
guerre (assurde come tutte le guerre) hanno privato i nostri paesi
della “meglio gioventù” e hanno gettato nel dolore e nel lutto migliaia
di famiglie. Eppure queste umili genti di montagna non hanno mai perso
la loro fiducia negli alpini e nelle istituzioni di quello Stato che
oggi manda questi professionisti con la penna nera (forse stanchi di
esportare la democrazia in Afghanistan) a “mettere in riga” la Valle di
Susa.
Se
l'obiettivo dei nostri politici bipartisan SITAV era quello di
umiliarci e ferirci nell'animo, hanno sicuramente raggiunto lo scopo.
Peccato che non abbiano ancora capito che, come le canne, ci pieghiamo
al vento forte, ma subito dopo siamo di nuovo dritti. Le centinaia di
penne nere (e di altri valsusini) convenuti domenica alla Maddalena lo
stanno a dimostrare.
Ci hanno solo dato un motivo in più per indignarci. Walter Neirotti - Bussoleno
Sarà presentato oggi, contemporanemente al volantinaggio al mercato di Susa, il banchetto con i prodotti tipici del TAV. Vi si potranno trovare tutti i tipi di lacrimogeni CS, da quello da lancio a mano a quello per caricatore cal. 40. Quella esposta sul banchetto è la ricetta della democrazia italiana odierna, fatta di botte, lacrimogeni, denigrazione ed isolamento di coloro che camminano a schiena diritta, a discpito di coloro che pescano nel torbido per i loro miserabili affari o per la poltroncina da politucolo arrogante. Recati al mercato di Susa per supportare gli attivisti No Tav e per informare la gente dei rischi sanitari legati al CS e al vuoto di democrazia che, soprattutto, in Valle di Susa stiamo vivendo.
Ciao, sono una cantautrice romana. Questa mia canzone e per voi, per tutte le donne e gli uomini che ogni
giorno lottano per difendere la Val di Susa da quel progetto mafioso
chiamato TAV.
Un abbraccio da roma,
Apprendiamo dai quotidiani on line la notizia che ieri notte alcuni
mezzi dell’Italcoge sono stati danneggiati nella sede della ditta.
Riteniamo questo gesto non un favore al movimento notav, ma anzi un
danno e un modo d’intendere la lotta che non ci appartiene. Martedì
prossimo era calendarizzato un volantinaggio a Susa proprio per spiegare
la situazione e denunciare il coinvolgimento della ditta segusina nella
distruzione del territorio. Questo atto va nel senso contrario alle
inziative notav, che fanno della partecipazione e della resistenza di
massa il nodo centrale di una battaglia che non fa sconti a nessuno,
però ferma su alcune prerogative che non sono rappresentate da gesti
simili. Anzi, tal modo d’intendere la lotta avvalla le tesi fantasiose e
falsate di una parte della stampa, indotta dai comunicati giornalieri
delle forze dell’ordine, che vorrebbero ridurre la lotta a una cosa di
pochi, non riuscendo a giustificare come per un’opera ingiusta,
miliritarizzata e prepotente, sia un popolo intero che la osteggia.
Nella valle che resiste un uomo che decide di stare al
posto giusto, nel momento giusto, diventa l'uomo sbagliato nel momento
sbagliato, nel luogo peggiore. Era giusto esserci, oggi, insieme a chi ha
scelto di indossare il cappello degli alpini e passeggiare al di là delle reti
di un cantiere che non c'è. Ed era giusto esserci, questa sera, per partecipare
all'evento NO TAV = NO MAFIA organizzato per ricordare Borsellino, Falcone e
tutte le vittime della mafia, inclusi gli uomini e le donne della scorta che
per lottare contro la mafia hanno perso la vita. Al contrario di chi, oggi, ha
ancora una volta attaccato cittadini disarmati, sparando NON per allontanarli
per effetto dei gas lacrimogeni (peraltro tossici, al CS), ma con il preciso
intento di COLPIRLI con i proiettili, troppo spesso sparati ad altezza uomo,
puntando non tanto chi si avvicina al cancello, ma chi si avvicina con una
fotocamera o una telecamera in mano. Già, perché di questo hanno paura più che
di una pietra, di chi si "arma" di pericolose videocamere e poi è pronto
a raccontare la verità, quella che non sentirete a nessun TG.
La verità è che non è stato possibile commemorare le
vittime della mafia, non è stato possibile ricordare i nomi di Agostino, Claudio, Emanuela, Vincenzo, Eddie Walter,
uccisi per mano della mafia e schegge deviate di quello stato che con la mafia
aveva scelto di venire a patti piuttosto che combatterla. A.L., Valsusino
doc over 45, come tutti noi, voleva tenere viva la memoria di questi uomini e
queste donne, ricordandoli nel luogo dove oggi un'intera popolazione resiste e
lotta contro l'ennesima grande opera inutile e devastante che
vogliono imporre con la forza per favorire gli interessi di pochi, consapevoli
e noncuranti dell'altissimo rischio di infiltrazioni di mafia e 'ndrangheta.
Alle 19:45 stava preparando, insieme ai
compagni di Resistenza Viola, il materiale per allestire la videoproiezione del
film "IO RICORDO" davanti alla centrale, poiché era previsto di
estendere l'invito anche alle forze dell'ordine, alle quali avremmo regalato
alcune Agende Rosse. Poi gli spari, alcuni lacrimogeni arrivano
nell'area tende ed è il caos. A.L. ha già vissuto quella scena, lo sgombero, il
3 luglio, le notti... è pronto, indossa la maschera antigas, gli occhialini e
corre nella zona dove si stava recando per preparare l'evento, tiene in mano la
macchina fotografica per documentare ed è pronto ad aiutare chi ne avesse
bisogno. Raggiunge il ponte tra una marea di gente che corre, occhi gonfi,
tosse, qualcuno sembra disorientato. C'è molto fumo, troppo per capire da dove
stanno sparando, quasi una coltre di nebbia. A.L. tenta di filmare e, poco
prima di essere colpito al volto riesce a filmare il lancio di un lacrimogeno
che parte, presumibilmente, dai mezzi mobili, quelli che hanno montati dei piccoli
"cannoni" usati soprattutto per lanciare lacrimogeni a lunghe
distanze. Ma qui parliamo di 20, forse 30 metri. Con quei mezzi, infatti,
stavano sparando NON SOLO nell'area tende, ma anche sui NO TAV che ancora
resistevano nella zona del ponte, a pochi metri dal cancello dietro il quale
erano fermi i blindati. UN SECONDO è il tempo impiegato dal colpo che dal
blindato raggiunge il ponte. Poi il video s'interrompe. A.L. viene colpito in
pieno volto pochi secondi dopo, la maschera distrutta, il colpo è talmente
forte da farlo cadere a terra. Alcuni compagni lo aiutano a sollevarsi e
allontanarsi, ha il volto coperto di sangue, è confuso, non riesce a parlare.
Raggiunge l'area tende dove subito arrivano alcuni medici presenti alla
manifestazione e gli prestano le prime cure, la situazione è grave, naso e
mascella sono gonfi, perde molto sangue, ha lacerazioni interne, sotto il
palato, viene portato in auto al pronto soccorso di Susa.
Arrivato al pronto soccorso i medici,
vista la gravità della situazione, lo sottopongono ad una TAC, che rivelerà
fratture multiple a naso, mascella, lacerazioni profonde che vengono suturate
immediatamente, ma la prognosi resta riservata, in attesa di trasferimento al
reparto di chirurgia maxilo facciale di un ospedale di Torino, dove verrà
sottoposto ad intervento chirurgico.
Doveva essere una giornata colorata,
pacifica, resistente ancora una volta all'insegna della non violenza che da
sempre contraddistingue le azioni del movimento NO TAV. Ma la frangia violenta
ha agito ancora, presumibilmente usando nel modo peggiore (sparando a distanza
troppo ravvicinata) un'arma che avrebbe lo scopo di allontanare le persone per
effetto dei GAS e non per la spinta dei PROIETTILI! In questo modo la frangia
violenta è quella in divisa, l'ingiustizia è coperta ancora una volta da una
legalità svuotata ormai di ogni significato, se non quello di garantire
l'impunità a chi commette forse la peggiore delle violenze, perché di questo si
tratta quando un esercito armato fino ai denti spara a cittadini disarmati. La
macchina del fango ha continuato per giorni nell'azione preventiva di costruire
quanto oggi è accaduto, parlando di "infiltrati" reduci dalle
manifestazioni per il decimo anniversario del G8 di Genova, oltre ai black bloc
dei quali si continua a parlare, ma che nessuno evidentemente è in grado di
identificare e arrestare (sarà che sono sempre un'invenzione?), quindi dovevano
agire, dovevano creare gli scontri e l'hanno fatto prima del solito. Perché le
altre sere attendevano una certa ora, ma questa volta no: hanno gasato il
campeggio, dove c'erano anche anziani, donne e bambini, tra le 19:30 e le
20:00, annullando così gli eventi previsti, perché nella valle che resiste non
si può dire che NO TAV = NO MAFIA!
Dall'ospedale A.L. manda un messaggio a
tutti: "non mollate, ragazzi. Non molliamo. Resistere! Resistere!
Resistere!". Uno dei medici che lo ha accolto al pronto soccorso ha
semplicemente detto, dopo averlo esaminato "Lo stato è morto, la
democrazia è morta, ma te ne rendi conto solo quando vedi queste cose".
Queste cose noi non vogliamo più vederle. Abbiamo il diritto di conoscere
le regole d'ingaggio, e di sapere chi ha ordinato di sparare sulle persone
(altezza uomo) da quei blindati, con una potenza che ha rischiato di UCCIDERE
perché avrebbe potuto finire così se A.L. fosse stato, come tanti, sprovvisto
di maschera. Sappiamo che gli uomini in divisa hanno filmato tutto, sta a
loro identificare esecutori e mandanti, inclusi i responsabili politici. Perché
ancora una volta è stata ridotto ad una questione di ordine pubblico un
problema che ha a che fare con la democrazia, con il fallimento della politica,
con uno stato assente. Ora è giusto che nelle forze dell'ordine sia avviata
un'inchiesta ed è tempo che la politica torni ad affrontare la questione che da
22 anni non trova soluzione. E' tempo di riportare il tema sul piano politico,
dove da sempre avrebbe dovuto essere affrontato democraticamente. La Valsusa è
pronta, ma non chiedeteci di ascoltare, o di discutere "come" accettare
quest'opera inutile e devastante, e non tentate di farcela digerire spostandola
in Liguria perché il messaggio è sempre stato forte e chiaro: né qui, né
altrove.
E' arrivato il momento di fare
allontanare le truppe e riaprire il dialogo. La Valsusa è pronta a spiegare le
ragioni del NO, come lo è gran parte degli italiani.
Bellissimo
e commovente l’intervento di Heidi Giuliani al campeggio No Tav “Il G8
oggi è alla Maddalena”. Nel corso dell’intervento la mamma di Carlo
Giuliani ha parlato a lungo della situazione della Maddalena, di Carlo
che venne a Torino per manifestare al corteo per la morte di Edo e Sole e
si è concentrata sul ruolo dell’informazione embedded e sotto padrone.
Con l’elicottero della polizia che sorvolava il campeggio
continuamente, il ricordo di Carlo si è alzato in cielo molto più in
alto delle stupide pale del controllo statale.
La giornata appena trascorsa porta con sè le due facce della medaglia
della situazione che stiamo vivendo: da un lato la ricchezza, l’unità,
la solidarietà del movimento notav e dall’altra l’arroganza di un potere
sempre più in difficoltà che sa rispondere a un popolo che difende il
suo territorio solo con idranti, lacrimogeni e manganelli.
La giornata inziata con uan gita al Rocciamelone, la cui vetta
allieta sempre i nostri sguardi ricordandoci la potenza della montagna,
ha avuto due grandi appuntamenti che si sono dimostrati unici: alle 16
il raduno degli alpini notav,
che in oltre trecento si sono ritrovati davanti al cancello della
centrale per manifestare contro la presenza degli alpini all’interno
del non-cantiere di Chiomonte. L’orgoglio di un popolo di montagna, che
ha sempre inteso il cappello con la penna come una missione di defa
del territorio e della popolazione, non per la guerra e per difendere
con il proprio operato, la militarizzazione della Valsusa. Un comunicato stampa dell’ANA ,
diffidava gli alpini a prtecipare al raduno, in barba agli ordini, gli
alpini, ribelli e notav, non solo si sono radunati, ma hanno percorso
il sentiero che dalla centrale va alla Maddalena, fermandosi poi anche
successivamente.
Alle 18 l’incontro con Heidi Giuliani e Giuliano Giuliani,
madre e padre di Carlo. Heidi ci ha riempito il cuore con la
determinazione e il suo affetto, parlandoci di Carlo, della loro
esperienza con un informazione allineata ai voleri del proprietario di
turno. “il g8 oggi è alla Maddalena” ci ha detto heidi ricordando come
Carlo venne a manifestare a Torino per la morte di Edo e Sole.
Un’intervento toccante che si è tenuto sotto il ritmo insulso
dell’elicottero delle forze dell’ordine, che per ore ha sorvolato
l’area.
Durante tutto il pomeriggio si è protratta la libera battitura delle
rete e dei guard rail. Migliaia di notav hanno frequentato il
campeggio/presidio per tutta la giornata e intorno alle 20 hanno dovuto
fronteggiare l’ennesima arroganza da parte delle forze dell’ordine, che
hano lanciato lacrimogeni e getti d’idranta per dispendere l’assedio
continuo al non cantiere. Ad un tratto, come per incanto, il fortino più
difeso del mondo si è trovato sprovvisto della sua entrata centrale, e
il suo cancello è stato aperto, permettendo l’ingresso di alcuni No Tav,
che sono stati respinti dall’idrante e dal cs in quantità. Incuranti
della presenza di centinaia di famiglie, i solerti difensori del partito
trasversale degli affari, hanno pensato bene di lanciare i lacrimogeni
ovunque, ad altezza d’uomo come all’area del campeggio. Sono riusciti,
sparando in faccia a poca distanza a ferire un No Tav con, fratture
naso e mandibola, lacerazioni interne a palato e gengiva, maschera
antigas dilaniata. La democrazia tanto invocata dal politico di turno e
tanto ricercata dal giornalista di settore si è manifestata
immediatamente con l’uso delle armi e dell’oramai continuo attacco alle
persone.
In seguito, per difendere il cancello aperto e per fronteggiare un
pavido No Tav nascosto nel bosco, le forze dell’ordine sono uscite a
fronteggiare i No Tav e contemporaneamente incuranti del fdanno
possibile, hanno lanciato lacrimogeni nel bosco, riuscendio a creare
l’ennesimo incendio, che ci augriamo non ci si volgia attribuire anche
questa volta. Ne è nato un lungo fronteggiamento, dove il popolo No Tav
non è indietreggiato e solo poi grazie ad un estremo senso di
responsabilità, intorno alle 21.30 è stato sciolto.
Dalle 20 un presidio di donne No Tav si è formato alla baita di
Chiomonte, “la notte delle streghe” che ha visto motissime donne di
tutte le età maledire il cantiere, sbeffeggiarlo,osteggiarlo con la
cratività e la determinazione che solo le donne hanno.
Si sprecano le cronache fatte con il copia- incolla dall’ennesimo
comunicato stampa della Questura di Torino, la realtà è sotto gli occhi
di tutti. E anche il fortino più difeso a volte…può essere aperto!
Oggi, secondo gli organi di informazione e l’intelligence della
Questura, era il giorno in cui i manifestant di Genova venivano in Val
Susa. Invece ieri la Valsusa è andata a Genova, trovando braccia aperte
in ogni luogo, ed oggi, ancora una volta la Genova dei gas Cs e
dell’arroganza di stato, l’hanno portata gli stessi che dieci anni fa
massacravano uomini e donne su quel lungomare.
Apriamo la cronaca con questa precisazione visto il massiccio utilizzo di candelotti lacrimogeni sparati in val Clarea in mezzo alla vegetazione secca. Un utilizzo criminale sia dal punto di vista della quantità di gas che dal pericolo di incendi che si è verificato. Tutti i roghi sono stati spenti dai no tav che la terra in cui viono la difendono. Gli idranti della polizia che si vedranno nelle immagini sono stati unicamente usati contro i manifestanti e mai per spegnere un incendio.
Dalla mezzanotte alle tre circa di questa mattina circa tremila no tav hanno accerchiato il fortino della Maddalena. L’appuntamento era dalle ore 18 alla Baita Presidio Clarea dal lato Giaglione dove dopo una cena al sacco i no tav hanno acceso un grande falò che avevano preparato nel pomeriggio. Dal lato del campeggio no tav di Chiomonte invece dopo la cena è iniziato il dibattito organizzato con Ivan Cicconi e Claudio Cancelli da titolo “IL MODELLO TAV COME STRUMENTO DI APPROPRIAZIONE DEL DENARO E DELLA RICCHEZZA PUBBLICA”. Al termine del dibattito alcune centinaia di no tav sono partiti anche da qui attraverso i sentieri alla volta del fortino della Maddalena. Anche dal lato della centrale elettrica poi, chi non era riuscito a praticare il sentiero, ha partecipato facendo pressione al cancello che chiude via Avanà. Un’area militare, difesa con i denti da Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza e Alpini. La difesa del fortino la medesima da ogni lato, centinaia di lacrimogeni e idranti, il tutto sotto l’occhio soddisfatto dei dirigenti in cerca di promozione. Ore di assedio determinato, con protezione improvvisate ma efficaci, fatto con il cuore grande che la Val Susa ha. In tanti hanno resistito e impegnato la Polizia per ore, tagliando simbolicamente le reti e lanciando grandi mortaretti luminosi. I cori da ogni lato riempivano l’aria della valle e il fumo dei lacrimogeni intanto saliva ancora. Verso le tre circa è terminato di fatto l’assedio notturno che ha prodotto in ogni caso dei buoni risultati. Vergognosa poi la ricostruzione oggi dei media che parlano di incendi nei boschi e guerriglia. L’unico fuoco acceso dai no tav è stato il falo’ in val Clarea a fianco del pilone votivo no tav. Gli altri roghi che si sono accesi sporadici nella notte sono stati provocati dai candelotti lacrimogeni lanciati verso i no tav dalla Polizia. La medesima situazione si era creata nella giornata del 3 luglio ed i roghi, come anche ieri sera erano stati spenti dal movimento, che ha a cuore la sua valle. Chi oggi sta nel fortino vive e lavora per distruggere questo territorio, il movimento no tav lotta per il futuro di questa valle.
L’appuntamento per l’accerchiamento notturno sarà alla baita Clarea dalle ore 18.00 per una cena condivisa. A seguire un grande falò che darà inizio all’accerchiamento.
Per chi parte da Giaglione non c'è nessun concentramento, la strada è libera e si può raggiungere autonomamente partendo dal campo sportivo.
Per chi preferisce si può invece partire dal Campeggio No Tav alle ore 18:00, arrivando abbastanza agevolmente alla baita in mezz'ora circa, seguendo il sentiero che è stato creato questa settimana e che parte 100m circa a monte della cantrale, sulla strada della Ramat. Questa mattina sono state aggiunte delle tacche colorate che segnalano il percorso.
Per chi volesse invece seguire il dibattito di Ivan Cicconi e Claudio Cancelli è alle ore 20.00 al campeggio no tav di Chiomonte per la cena e il dibattito dalle ore 21.00. A seguire anche dal lato chiomonte inizierà l’accerchiamento. Importante portare una pila per orientarsi nella notte no tav.
L'orchestra di Nando e i prefisso ha suonato ieri sera sul ponte della Centrale di Kiomontistan per un folto gruppo di ballerini No Tav, che sino a poco prima hanno potuto seguire le operazioni di posa della nuova cancellata difensiva del NON CANTIERE posizionata pochi metri prima della precedente. Operazioni "scortate" da un ingente numero di carabinieri, poliziotti e militari e seguiti in prima persona dai titolari delle aziende che hanno vinto l'appalto. Prima del ballo si è anche tenuto un resoconto sulla devstazione pel parco archeologico della Maddalena in risposta alle dichiarazioni "miopi" e deliranti della signora Bonino. Mirabolante anche la performance pacifica e pacifista di Turi che ha elargito una lezione di Yoga ai militi dalla punta del larice a lato della centrale elettrica. Putroppo, appena terminata la serata danzante mentre Nando smontava la strumentazione, la voglia irrefrenabile di giocare con l'acqua ha fatto sì che la Polizia utilizzasse il mezzo con gli idranti di Acqualand per fare la doccia ai presenti che nel frattempo avevano iniziato il concerto di battitura, si è dunque scatenata una bella sfida a gavettoni tra la polizia ed i No Tav. ...aspettando l'inverno per fare i pupazzi e giocare a palle di neve.
Dopo la visita al NON CANTIERE della Maddalena la signora Bonino si è cosi espressa:
"Abbiamo constatato di persona lo stadio di avanzamento dei
lavori di preparazione allo scavo della galleria geognostica: un
cantiere realizzato nel pieno rispetto dell'ambiente, delle proprieta'
confinanti, nonche' delle esigenze di chi vive e lavora li.''
e poi ancora: ''I lavori sono osteggiati e disturbati continuamente da pochi
agitatori, che in piu' alimentano un clima inaccettabile con insulti e
provocazioni costanti nei confronti degli agenti e degli operai. Senza
considerare le devastazioni e la sporcizia delle zone circostanti, che
segnano il passaggio dei No tav.''
ed ancora: ''la devastazione arrecata alla necropoli preistorica dai No tav nel
corso della battaglia del 3 luglio. Hanno rovinato il sito
archeologico per prelevare le pietre da tirare in testa alle forze
dell'ordine e alle maestranze, un danno che probabilmente e'
irreparabile; e' curioso che coloro i quali si vorrebbero
ergere a difensori del territorio siano i primi a devastarlo.''
Forse Barbarella ignora che un terreno recintato NON E' UN CANTIERE, rimane un terreno recintato!!!...stendiamo poi un pietoso velo sull'rispetto dell'ambiente (migliaia di candelotti lacrimogeni al CS), stendiamo anche sulle proprietà private confinanti (le vigne che sono all'interno del perimetro pattugliato dalla NATO???), ed anche sul rispetto di chi vive e lavora lì (check point militari, documenti, autorizzazioni della questura, vessazioni verbali, ritardi per il transito dei vignaioli, senza contare l'Azienda vinicola SEQUESTRATA di fatto all'interno del NON CANTIERE).
Forse Brabarella ignora che da sempre il movimento No Tav pulisce se sporca, fa la raccolta differenziata dei rifiuti, non utilizza plastica, ramazza sempre dove si svolgono i cortei e le manifestazioni (anche la merda che non gli appartiene). Probabilmente ha problemi di vista, la signora. Noi ci siamo ripuliti i sentieri ed i prati utilizzati il 3 luglio, raccogliendo per altro un quantitativo spropositato di lacrimogeni (sporcizia nostra?). Abbiamo riqualificato sentieri e prati, loro li hanno distrutti.
Forse Barbarella ha problemi di vista, anzi li ha certamente. Basta guardare le foto di cui sotto ed i centinaia di video e di fotografie che documentano come l'area della necropoli fosse sotto il controllo delle truppe occupanti e di come le stesse truppe agirono e si mossero all'interno dell'area. ...bisogno di ochhiali Barbarella???
...spesso al posto di sparare cazzate, sarebbe meglio tacere, magri rendendosi conto che la testa non serve banalmente a fare ombra al collo.
ore 20.30 Lezione Archeologicasugli scavi stuprati dai bulldozer Si Tav. A
Chiomonte, nell’area della Maddalena occupata dalla Polizia erano
custodite due tombe del neolitico in uno stupendo parco. Durante la
libera repubblica della Maddalena il Movimento No Tav aveva organizzato
numerose visite per valorizzare questo patrimonio culturale di immenso
valore. Oggi il museo che custodiva i reperti è diventato la base
logistica delle forze dell’ordine e il parco archeologico dove c’erano
le tombe è stato sventrato da una ruspa ITALCOGE, usata dalla Polizia
per attacare i No Tav nella giornata del 3 luglio scorso. Questa sera
andremo a vedere in dibattito quanto è accaduto e cosa rimane di questo
patrimonio ormai perduto per sempre.
ore 21.30Serata danzante liscio con NANDO e i PREFISSO.
Per tutti quelli che hanno fatto il
servizio militare negli alpini, in artiglieria etc, di qualsiasi età e
grado, ci troviamo domenica prossima 24 luglio alle 17 al campeggio No
Tav di Chiomonte con il cappello in testa, per far vedere ai
professionisti della guerra che lo spirito alpino significa difendere le
montagne ed i propri abitanti, non occuparle e vessarli !!
Facciamogli capire che non è detto che a Kabul si dorma peggio che a Chiomonte !!!
Li aspettavamo, li avevano promessi ed oggi sono divenuti realtà. Alla Maddalena di Chiomonte, nel fortino del NON CANTIERE ci sono gli alpini e i blindati Lince, proprio quelli utilizzati nelle missioni di pace (???) in Afganistan. Ma allora c'è la guerra? No, solo una gravissima responsabilità politica e lobbistica, un cieco celodurismo di Maroni, e un PD mai così isterico (avranno promesso qualcosa alle Coop?).
Certo che d'ora in poi qualcosa cambia nella gestione del NON CANTIERE. Hanno detto che gli alpini, non faranno ordine pubblico, che rimane di pertinenza di polizia e carabinieri, allora gli alpini che fanno? Vanno a funghi? Giocano a tresette? Si abbronzano nel piazzale del museo? Non ci è dato sapere. Intanto ad oggi, nulla si è mosso nel NON CANTIERE. Ogni tanto si sposta la ruspa a vuoto, un forgoncino avanza e cambia parcheggio, i militi svaccati sulle nostre sedie del presidio Maddalena, fumano e sbadigliano. NULLA!!! Ci dicono che il NON CANTIERE lavora ma alla fine vai a vedere... NULLA!!! Intanto il XII Campeggio della Valle che Resiste, si popola giorno per giorno, si allarga, programma iniziative e battiture, ma soprattutto gli Alpini valsusini (questi si con la A maiuscola) cominciano a lavorare. Qualcuno comincia a pensare ad un'adunata alpina tutta valsusina, altri vorrebbero confrontarsi cappello in testa con le truppe di Chiomonte, altri stanno già preparando lettere di fuoco ai comandi degli alpini. Di certo i nostri Alpini non staranno con le mani in mano, non ne sono abituati a differenza d'altri, fermi ma grondanti di sudore.
Ed intanto ci si chiede dov'è finita la democrazia italiana. Un parlamento che s'occupa solo ed unicamente dei giornaliere arresti di politici in odore di mafia, corrotti, concussori e faccendieri, quando non impegnato a preservare i comuni privilegi della casta e a schiacciare i propri elettori con manovre finanziarie a dir poco apocalittiche. E gli italiani? Dove sono? ...Forse troppo impegnati a stipulare finaziamenti per partire per le ferie? Come si può rimanere così intontiti ed asettici di fronte all'utilizzo di corpi militari, di truppe per blindare un NON CANTIERE in un paese in cui non c'è una guerra civile in corso? Possibile che nessuno si chieda "...mah! oggi in Valsusa e se domani toccasse a me?" Possibile restare incoscienti di fronte a quello che è assolutamente evidente? ...Prendiamo coscienza che da oggi in un pezzo del paese siamo allo stato di guerra, a quando il coprifuoco e le prime esecuzioni?
Leggi le considrazioni di Alberto di Vaie:
Eccoci arrivati ai militari in Valsusa. realizzare un'opera dovendo militarizzare una valle, un territorio è sintomo di debolezza. La debolezza delle motivazioni delle Stato e della politica. La debolezza delle motivazioni di chi dice SI a quest'opera ma che non riesce a convincere il popolo ed i loro rappresentanti territoriali. Hanno fatto di tutto, iniziando dall'Osservatorio tecnico, poi politico, a volantinaggi, a camper informativi, a incontri aperti, ma alla fine hanno perso su tutti questi fronti e hanno ripiegato sull'uso della forza. Hanno dapprima usato i manganelli, poi lacromogeni cancerogeni, e così via fino all'arrivo dei militari dichiarando la Valsusa "zona militare". Che dire, una parola mi viene da dentro ..... VERGOGNA!!! Vergogna a tutti quei partiti che inneggiano all'uso dell'esercito. Vergogna a quei politicanti che, anzichè buttare acqua sul fuoco, gettano benzina e attaccano un Movimento popolare composto di singoli cittadini ed amministratori, rischiando di alzare i toni del confronto con le conseguenze note a tutti. Vergogna a quei partiti che minacciano espulsioni di Sindaci che non si "allineano" ai dettami del partito e che vorrebbero imporre loro il SI TAV, facendoli venir meno al loro programma elettorale a cui i cittadini hanno dato fiducia. Ma a loro poco interessa. Vergogna ad un Governo che usa la forza con mezzi illeciti e dannosi per la salute dei cittadini (gas CS) che, in base alla Costituzione Italiana, manifestano il proprio dissenso. Ma un VERGOGNA maiuscolo a quegli pseudo-giornalisti (per fortuna non tutti) che scrivono articoli menzogneri o telegiornali che tresmettono servizi assurdi, che non dicono la verità usando parole forti come macigni contro persone che utilizzano un qualcosa che sfugge loro .... il CERVELLO e rifiutano il TAV. Spero davvero in un futuro in cui gli italiani si sveglino da questo letargo lunghissimo ed aprano gli occhi. No, non voglio dire che i NO TAV debbano essere per forza l'esempio per tutti ma, almeno si ricominci a pensare con la propria testa senza farsi abbindolare da TG e giornali politicizzati. Spero negli italiani che, memori delle lotte partigiane, riprendano a fare politica dal basso e che decidano del loro futuro senza delegarlo ad altri "poltronisti".